Dopo Madrid / Incubi e risvegli

DOPO MADRID

INCUBI E RISVEGLI

Continuo a pensare che l’Europa post-nazionale, post-moderna, post-M11 e post-mortem sia diventata – come per improvvisa amnesia – una terra di colpevoli, un inferno di mezze-paure e di mezze-speranze simile a una placenta ancora senza forma




Ora cinici e disincantati, ora agglutinati come tanti feti allucinati in uno stagno, i poveri Europei sempre in partenza ( e con un loro orgoglio, si capisce) proclamano la loro innocenza ( forse ancora più antica e criminale della colpa), invocano la pace e si credono più furbi degli Americani. Il desiderio degli Europei, moralmente impigriti, è di starsene al calduccio a sognare la pace, cioè di essere lasciati in pace.

Non hanno ancora capito che possono essere colpiti anche se non fanno nulla di sbagliato.

Quelli che oggi si dicono "Europei" non hanno ancora capito che, secondo l’ideologia islamista radicale, abitano dar -al-gharb ( la "casa della guerra", o comunque di una tregua sempre provvisoria), e che non sono altro che kuffar ( ovvero una massa impura di "infedeli", letteralmente di "ingrati" per definizione).

L’offensiva terrorista commissionata dalle élite islamiste e jahidiste a poveri giovani marocchini esaltati -disposti a trasformarsi in estatici uomini-bomba perché ci invidiano, ci schifano e ci odiano – mira a staccare l’Europa dall’America e a rafforzare la causa islamista radicale in Irak come altrove.

Dopo i primi attacchi, gli Europei si "pentiranno", seppelliranno in fretta i poveri morti e pagheranno il "pizzo", illudendosi di aver guadagnato la pace. L’importante è far saltare qualche stazione, il metro, un supermercato, ma non metterli con le spalle al muro – altrimenti potrebbero svegliarsi, potrebbero capire…

Il risveglio dall’ambigua centralità del concetto di pacifismo che percorre come un socievole e sorridente venticello zapatero la sinistra utopica sarà, purtroppo, molto doloroso…

Non sono che le prime fasi di una lunga stagione di barbarie, ce ne saranno altre. Fra incubi pacifisti e risvegli terroristi. A ripetizione… per via di attentati un giorno sì e per qualche giorno no… Proprio come a Tel Aviv…

Come tutti i conflitti nichilisti, basati sull’ideologia, cioè sul nulla, matura una terza guerra mondiale che durerà decenni. E a fare la guerra o la pace non saranno le parole, gli incompetenti, i pacifisti o i militari, ma la Morte.

A meno che, chissà, non arrivi – ancora una volta – la cavalleria…

In ogni caso, fra i sopravvissuti all’orrore della peste verde, ci saranno ancora quelli che diranno di non sapere, di non aver mai saputo . Ma da qualche parte ci sono quelli che non credevano neanche alla peste bruna o solo di tanto in tanto…

E ci siamo noi, che guardiamo le rovine di Gerusalemme, di Casablanca, di Istanbul o di Madrid come se il vecchio mostro fosse morto fra i detriti dei campi di sterminio…

Noi poveri Europei sempre in partenza e che fingiamo di credere che tutto ciò appartenga a un solo tempo e a un solo paese.

Noi che fingiamo di riprendere una mezza-speranza e una mezza-paura davanti a queste immagini che si allontanano, come se il sogno pacifista o la lettura delle Mille e una Notte ( Laila alfa Lila ) potesse guarirci dalla peste verdeggiante , appena iniziata e già in fase di maturazione, in piena fioritura…(gdm).

Foto da: http://www.malas-noticias.com.ar

 

Politica di dhimmitudine in Europa. Alzare le mani davanti all’offensiva terrororista islamica apre la via al perfezionamento del jihad e alla trasformazione in dhimmis degli Europei non-musulmani.

Dhimmi e dhimmitudine: http://www.dhimmi.org/

LA STRAGE DI MADRID HA INDEBOLITO L’EURABIA: http://www.analisidifesa.it/articolo.shtm/id/4027/ver/IT

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IL TERRORISMO VA IN ANALISI

Potenza terribile della ripetizione, terribile divinità! Attrazione del vuoto che ci trascina sempre più in basso come nell’imbuto di un vortice le cui pareti si allontanano...” ( MUSIL , ‘L’uomo senza qualità’, 1930-1933 )

“... e la ripetizione è il transfert del passato dimenticato, non soltanto sul medico, ma su tutti gli altri campi della situazione attuale.” ( FREUD, ‘ Ricordare, ripetere, elaborare’ )

La novità più caratteristica, per un analista, di quest’epoca dell’inquinamento è la corrispondenza, e a volte coincidenza puntuale, tra alcuni dei più profondi fantasmi individuali e i tratti tipici dell’epoca stessa. Ne nasce un rischio: la tendenza a trattare la realtà come fosse un fantasma; ad affrontare i problemi con i metodi arcaici messi in atto dal singolo e dai gruppi per combattere le ansie più profonde. Davanti a una minaccia che si fa ubiquitaria e diffusa, quando è l’universo intero che si oscura, il singolo e i gruppi tendono a localizzare ad ogni costo questa minaccia, a darle un nome proprio, definito, per poterla perlomeno confinare in un ambito circostritto. Sorge così il luogo sacro della vittima sacrificale, e chi pensasse sorridendo a riti desueti è pregato di ricordarsi della sfolgorante affermazione del nazismo, legata per sempre al progetto e alla messa in atto dell’ecatombe ebraica.

Non mancano oggi molteplici tentativi di trattare la realtà e le sue minacce secondo questo tipo di procedimenti. Su molti gradini dell’arena sociale, molti cercano la schiena a cui appoggiare salutifere bastonate. Dacci oggi il nostro arabo, o il nostro ebreo, quotidiano (…).

Le complesse società occidentali vivono oggi all’ombra di una possibile sciagura generale – sia essa politica, economica, ecologica; ma finché tale sciagura non si verifica, non si lasciano ricondurre ad un unico asse persecutorio-sacrificale. Sono costrette a convivere con la minaccia, a riconoscerla come propria, non esportabile – e quindi a elaborarla secondo moduli meno arcaici e sanguinosi. Di questo difficile compito parleremo in una prossima occasione”.( Elvio FACHINELLI, ‘ Chernobil e gli effetti sull’inconscio”, dal Corriere della Sera del 23 luglio 1986).

 


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IL VILE DESTINO DELL’EUROPA POSTNAZIONALE

…11 settembre 2001-11 marzo 2004: simmetria fatidica delle date, asimmetria tragicomica delle reazioni. Ma esiste un vero pensiero antiterrorista?

“Quando l’America viene colpita dal terrorismo, gli americani rispondono. Quando l’Europa viene colpita dal terrorismo, gli europei si pentono (…). Assistiamo chiaramente ad una politica di appeasement. Si vuole addomesticare la bestia, quando si dovrebbe aver capito che più si cerca di accontentarla, più la bestia reclama. Dov’è finita la vigilanza degli intellettuali europei? L’Europa risponde con quella che ritiene la propria intelligenza: gli americani sono cowboy, noi siamo più raffinati, loro hanno Bush, noi abbiamo Derrida e Agamben, gente che sa andare oltre le apparenze, che quando si parla di terrorismo usa virgolette di precauzione, gente che s’interroga, che risale alle cause. E quali sono le cause del terrorismo, secondo questa intelligenza? La disperazione. E da dove viene la disperazione? Dalla dominazione dell’impero americano e dall’oppressione dei palestinesi in Israele. E così, in meno di ventiquattr’ore, il crimine commesso in Spagna è stato fatto proprio al grido di ‘Aznar, Bush assassini’. Senza contare che è molto più comodo e confortevole combattere un potere democratico – dunque impotente – che non l’idra del terrorismo islamico”.

Questo significa che l’Occidente non ha più armi, nemmeno mentali, per far fronte alla minaccia?

“Parlerei di europei e non di occidentali, perché è chiaro che gli americani – e in gran parte anche gli inglesi – non reagiscono nello stesso modo. L’Europa è entrata nell’era post-nazionale delle democrazie. Non abitiamo più delle nazioni, ma delle società. E ciò che caratterizza le società è la vita come bene supremo. La società si definisce attraverso la manutenzione del processo vitale. In questo contesto la pace diventa l’obiettivo supremo, non in quanto obiettivo politico di mutuo riconoscimento, ma in quanto ‘sicurezza’. La pace nel senso di ‘lasciateci in pace’, ‘fateci stare tranquilli’. Sono stato colpito dal fatto che praticamente nessuno, in Spagna o in Europa, ha fatto il minimo paragone tra gli autobus israeliani polverizzati e i vagoni sventrati di Madrid. Questo perché per la maggioranza degli europei gli israeliani se la sono cercata: gli israeliani sono colpevoli, mentre gli europei proclamano la loro innocenza. L’Europa ‘intelligente’ è quella che cerca le cause, e la causa prima del male è il conflitto israelo-palestinese, che alcuni assimilano – è il caso di Edgar Morin – a un cancro che produce metastasi. Ho l’impressione che l’Europa nutra un grande sogno di chemioterapia politica. La maggioranza dell’opinione pubblica sembra subire le decisioni politiche delle classi dirigenti. L’Europa si chiede: ma cosa ho fatto per meritare tutto questo? Certo, noi abbiamo colonizzato, noi viviamo nel lusso, mentre ‘loro’ vivono nella miseria. E’ uno strano miscuglio di inerzia e coscienza sporca che rischia di trasformarsi nella giustificazione morale di una viltà di cui l’Europa ha mostrato svariati esempi nella storia recente”.

( Nota.. Come, ad esempio, i disastrosi accordi di Monaco del 1938 http://www.herodote.net/histoire09302.htm, simbolo di viltà politica)

 

Usciamo allora sconfitti dal famigerato “scontro di civiltà”?

“Io esiterei a impiegare questa figura. L’Islam non è certo una religione di pace, prevede il jihad, che non è soltanto una lotta contro se stessi. Tuttavia l’Islam non è le bombe, non è le stragi di Madrid, non è l’11 settembre. Tra bin Laden, al Qaida e l’Islam esiste una differenza. Ritengo semplicemente che non sia ancora arrivato il tempo delle spiegazioni. Dobbiamo accettare di trovarci davanti qualcosa che è il male. E uso questo termine a ragion veduta, perché il male è il termine cui si ricorre quando mancano i concetti, le spiegazioni. Il male è irriducibile al principio di causalità. C’è, e non sappiamo perché. Nonostante tutti i libri, non siamo riusciti a spiegare Hitler. Anche il terrorismo oggi è un fenomeno irriducibile a una spiegazione: non è l’Islam, non è la disperazione. E’ la capacità di uccidere senza limiti. E a questa capacità occorre trovare risposte diverse di quelle che propone l’Unione europea”.

( Dall’intervista con Alain Fienkielkraut di Francesca Pierantozzi «Per Finkielkraut l’Europa è vile, non sa riconoscere il male e cerca solo giustificazioni morali» , il Foglio 18.03.2004).

Fonte: http://www.informazionecorretta.it/showPage.php?template=rassegna&id=3231

 

Die radikal-islamische Palästinenserorganisation Hamas hat weitere Selbstmordanschläge gegen Israel angekündigt...

http://www.cesnur.org/2004/statuto_hamas.htm

 

 

[…] Questo terrorismo ha chiaramente scelto l’Iraq come fronte di prima linea per sconfiggere l’America e l’Occidente. Vorrebbe trasformare l’Iraq nel bastione della Guerra santa. Per poi prendere il potere in Arabia Saudita e nel resto dei paesi arabi e musulmani. Condizionando pesantemente la stabilità e la sicurezza di tutto il mondo.

Questa Guerra santa è aggressiva, non è reattiva. Ritirarsi dall’Iraq non indebolirà ma al contrario consoliderà il terrorismo. Questo terrorismo non conosce né ammette compromessi. Non ci potrà mai essere un modus vivendi con chi ha come massima aspirazione il martirio per se e la strage per gli altri.

In aggiunta va preso in considerazione che questo terrorismo è riuscito a globalizzarsi coinvolgendo, all’insegna dell’antiamericanismo, molte forze occidentali di estrema destra e estrema sinistra. E’ una miscela infernale.
La mia preoccupazione è che dopo la Spagna arrivi il turno dell’Italia. Se alla strage di Madrid il nuovo governo spagnolo risponde ritirandosi dall’Iraq, si crea un precedente grave. Una logica perversa che potrebbe essere tentati di ripetere.

L’opinione pubblica italiana ed europea dovrebbe comprendere quale è la realtà di questo terrorismo e quali sono i suoi diabolici piani. […]

( Magdi Allam, dal Forum online "Noi e gli altri" )

Immagini e parole, l’odio in onda su Al Jazira (9 aprile 2004)

http://www.aljazeera.net/in-depth/iraq12/OneYearOnIraqInvasion/index.htm

La parvenza di modernità nei media arabi è un’illusione. Più importante della presenza dell’hardware è l’assenza di software, la nozione di un giornalismo libero, indipendente ed autocritico

 

Tattica islamista della perfidia

e strategia della dissimulazione ( tukya)

SULLA PRASSI RELIGIOSA DELLA DISSIMULAZIONE ( tukya)

…accanto al divieto di apostasia, cioè di conversione dall’islam, è prevista la possibilità di rinnegare esteriormente la fede: infatti, se — come recita il versetto 106 della sura XVI, «An-Nahal» (Le Api), del Corano —, «quanto a chi rinnega Allah dopo aver creduto […] e a chi si lascia entrare in petto la miscredenza; su di loro è la collera di Allah e avranno un castigo terribile», a questo terribile castigo — ultraterreno e terreno — si sottrae chi — come si legge sempre nello stesso luogo — apostati solo formalmente: «[…] eccetto colui che ne sia costretto, mantenendo serenamente la fede in cuore».

E — così suona il commento ( degli islamisti radicali) — «la portata generale del versetto si traduce in un’autorizzazione alla "tukya" (la dissimulazione) data dalla legge islamica quando palesare la fede potrebbe essere gravemente lesivo della vita, dell’incolumità personale o della libertà» (60).Il Corano, ed. a cura di Hamza Robero Piccardo. Revisione e controllo dottrinale U.C.O.I.I. ( Unione delle Comunità ed Organizzazioni islamiche in Italia, Newton & Compton Editori, Roma 1996, p. 239, nota 43;

Sulla tukya e sulla problematica relativa, sia dottrinale che storica, cfr. R. Strothmann [Moktar Djebli], voce «takiyya», in Encyclopédie de l’Islam, nouvelle édition établie avec le concours des principaux orientalistes par Th. Bianquis, C. E. Bosworth, E. van Donzel et W. P. Heinrichs, assistés de P. J. Bearman et Mme S. Nurit, sous le patronage de l’Union Académique Internationale, tome X, livraison 165-166, tâhirides-tanzîmât, E. J. Brill, Leida 1998, pp. 145-146.

da : Giovanni Cantoni, Aspetti in ombra della legge sociale dell’islam. Per una critica della vulgata "islamicamente corretta", con una Prefazione di Samir Khalil Samir S.J., Centro Studi "A. Cammarata", S. Cataldo (Cl) 2000.

EURABIA, Londra XXI secolo

emblème des « Frères musulmans »

http://www.terrorwatch.ch/fr/muslim_broth.php

Le Journal Hebdomadaire

 

 

 

Informazioni su Hamas, punta di lancia in Palestina
del jihad transazionale ( formato PDF clicca sull’immagine ).
IL BIGNAMI DEL JIHAD. Per non farsi cogliere impreparati e per capire cosa sta succedendo:

Attacco agli U.S.A. afghanistan
AL QAEDA:"NEL 2004 ATTACCO AGLI USA"
Posted on Mercoledì, 28 aprile
Gli statunitensi, gli ebrei e i crociati sono gli obiettivi dei nostri prossimi attacchi – dice la voce. Saranno realizzati quest’anno, se Dio vuole, e saranno i più feroci mai realizzati finora».

Al-Qaeda torna a minacciare gli Stati Uniti. Con un nastro attribuito a Abdulaziz al-Muqrin, un autorevole leader del network terroristico e capo dell’organizzazione in Arabia saudita, la rete di Osama Bin Laden ha anticipato nuovi «feroci» attentati contro obiettivi statunitensi per il 2004 e consigliato i musulmani di evitare i siti militari e civili americani….FONTE:PANORAMA-CLICCA QUI PER LEGGERE

Stati che sponsorizzano il terrorismo e l’ideologia che li muove

" Il crollo dell’Unione Sovietica ha fatto nascere nei Wahhabiti (la cui dottrina è sin dagli inizi espansionista e fautrice del terrorismo) l’idea di una intrinseca debolezza dell’assetto politico occidentale, anche grazie al fatto che – mentre Americani ed Europei non avevano e non hanno alcun mezzo per condizionare la società saudita dall’interno – gli emissari dei sauditi hanno potuto in tutta libertà impiantare reti fondamentaliste in tutte le principali città dell’Occidente" . FONTE: http://www.amislam.com/opinione3.htm

Il principe ereditario dell’Arabia Abdallah ibn Abdul Aziz è un nemico dichiarato degli Usa fin dalla Guerra del Golfo del 1991. Con lui l’ex responsabile dei servizi segreti il principe Turki al Feisal. Osama Bin Laden li elogia apertamente come "difensori dell’Islam" e conta su di loro per un cambio ai vertici della monarchia saudita.

SUL PRESENTE ARABO

Ma, per predire il futuro, non avrò bisogno di tirar fuori la mia sfera di cristallo… Il disastro si coglie attraverso la situazione catastrofica del presente arabo, rispecchiata nel rapporto del PNUD del 2002… Di tale documento riporto solo due cifre emblematiche dello stato economico e culturale di questa regione del globo…

Bisogna sapere che il PNL di tutti i paesi arabi ( compresi quelli dei petrodollari) pesa meno di quello della Spagna.

E che il numero di traduzioni pubblicate ogni anno in lingua araba ( parlata da trecento milioni di persone) è inferiore a quello della Lituania.

Bisogna far riferimento a verità del genere per spiegare lo smarrimento e l’impotenza delle folle arabe, che hanno vissuto l’ ennesima illusione. Un’ illusione scandalosamente alimentata da un discorso mediatico che ha assimilato la realtà al desiderio e costruito la finzione di una resistenza irachena… chiamando alla lotta e mobilitando volontari venuti per loro disgrazia a Baghdad dalla Tunisia, dal Marocco, dall’Egitto, dalla Siria e da altri luoghi…( Abdulwahab MEDDEB, La malattia dell’islam, Bollati Boringhieri,2003).

 La malattia dell’Islam (Intervista a Abdelwahab Meddeb, da "Lettera Internazionale" )

 

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