A SANGUE FREDDO
U.S. hostage beheaded in S. Arabia
Al Arabiya: l’ostaggio Usa è stato decapitato
( ATTENZIONE : IMMAGINI SCIOCCANTI diffuse dai siti jihadisti per terrorizzare . se minori non cliccare )
http://libertyunites.tv/paul.jpg
Un sito internet vicino ai khmer verdi ha diffuso foto che mostrano il corpo decapitato della vittima. Il sito islamico, Sawt al Jihad, pubblica anche la rivedicazione.
Fonte: http://www.rfsafe.com/tributes/index.html
http://cgi.wn.com/?t=worldphotos/viewphoto.txt&action=display&article=29002164
Dopo Berg, Amato, Al Qaeda uccide a sangue freddo
Al Arabiya: Paul Johnson, l’ostaggio Usa, è stato decapitato – Panorama
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“ … Dopo le autobombe e i kamikaze, il terrorismo islamico è passato a un livello più alto di ferocia nei confronti della singola persona. Atti disumani del tutto consoni a un’ideologia che legittima il massacro indiscriminato dei civili, per il semplice fatto di far parte di una società tacciata come «atea» o «apostata».
E’ l’arma più temibile e di maggior successo dei terroristi. Perché garantisce la diffusione e il radicamento della paura tra le popolazioni occidentali, grazie alla loro eccezionale capacità di manipolazione dei media, in particolar modo di Internet. Un’arma in grado di scatenare sentimenti di impotenza e umiliazione, di provocare atteggiamenti di resa e di sconfitta (…)” . Da: La cultura della morte ( di Magdi Allam, 19 giugno 2004)
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“(…) Con i loro video, con l’impostazione iperbolica della loro telegenica ferocia, con le loro mascherate e bellurie, con le loro ordinanze di morte tecnologica (l’aereo contro il grattacielo) o ruspante, terragna, primitiva e sacrificale come l’uccisione del maiale o dell’agnello o di Daniel Pearl o di Nick Berg, i jihadisti non mentono. Mentono invece, mentono prima di tutto a se stessi, quegli occidentali che pensano o fingono di pensare a cause sociopolitiche, che s’interrogano in modo riduzionista sui perché della rivolta, che non sanno coglierne il livello effettivo, il grado di esplosiva penetrazione spirituale, tradizionalista e profetica, nel mainstream musulmano in giro per il mondo ( …)”
La faccia telegenica del jihadismo ( di Giuliano Ferrara , fonte: http://www.panorama.it )
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CULTURA DELLA MORTE IN ARABIA SAUDITA ( in francese)
MEMRI Dépêches spéciales – No. 730 11 Juin 2004
In Arabia Saudita qualche voce critica si fa sentire contro la cultura dell’odio e della morte nelle scuole. Giornalisti, professori universitari e parenti evocano i danni emozionali di cui soffrono bimbi e ragazzi a causa di questa polarizzazione sulla morte e fanno appello al Ministero dell’educazione saudita per farla cessare ( http://www.objectif–info.com/Arabes/culture_mort.htm).
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osservazioni
SBORNIA DI SANGUE
Il sito Sawt al-jihad ha anche pubblicato una prolissa e maligna intervista in lingua araba al “comandante ” del gruppo terroristico di Khobar, dove si racconta in termini esaltati e crudeli la carneficina di Riad in cui – in un crescendo da Arancia meccanica – il commando dei cosiddetti Leoni di Allah uccise anche Antonio Amato( v. Al Qaeda attacca in Arabia Saudita (30 maggio 2004). Nell’esaltazione del racconto dell’irresponsabile servo dell’Onnipotente che parla con l’intervistatore di Sawt al-jihad, si accavallano, si affabulano e probabilmente si confondono i tempi, i luoghi e le modalità con cui ora questa ora quella vittima furono chi sgozzata chi ammazzata con colpi di arma da fuoco ( per esempio l’autopsia di Amato condotta in Italia dopo il ritorno dei poveri resti ha concluso che l’italiano fu ucciso con diversi colpi di armi da fuoco e non c’è stato alcun sgozzamento, nell’intervista invece si dice: “ Abbiamo chiamato Al-Jazeera e abbiamo detto al presentatore di parlare con lui [l’italiano]. Mi ha chiesto: ‘Parla l’inglese?’ Gli ho risposto: ’Avete un interprete italiano?’ E lui: ’Si’. E gli ho detto: ’Fallo parlare nella sua lingua’”. “L’italiano ha parlato per parecchi minuti. Ho chiesto al presentatore: ’Lo hai registrato?’ Ha risposto: ‘Si’. E poi l’eroe Nimr gli ha tagliato la gola”. E l’intervistatore di Sawt Al-Jihad commenta “Chiediamo ad Allah di accettare questo dono sacrificale dalle vostre mani…”. ). Il lungo racconto della sbornia di sangue si trova in traduzione italiana nel sito: http://www.memri.org/italian/, ed è stata ripreso da : http://www.informazionecorretta.it/showPage.php?template=rassegna&id=3765
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Aggiornamento: Mettendo fine alle illazioni susseguitesi quest’oggi, l’Arabia Saudita conferma l’uccisione di Abdul Aziz Al Muqrin, ritenuto il capo locale di al Qaeda, e di altri tre khmer verdi della cellula che ha decapitato Johnson e trucidato Antonio Amato. Sollievo, naturalmente… ma anche il rischio che l’immagine del mondo, che si va modificando sotto i nostri occhi, si cristallizzi in un turbine di assurdità e che il secolo – se non il nostro modo di elaborare il tempo e la minaccia incombente – ne resti per sempre sfregiato…Pare che queste notizie di guerra e altre dello stesso genere che si susseguono insieme ad immagini ed evanescenze crudeli debbano andare avanti così per decenni… Siamo circondati da troppo odio, nessuno conosce i segreti tirannici del Tempo ma forse le nuove generazioni non avranno la pace… Ormai sono i terroristi – non più l’arte, la filosofia, la scienza o gli scrittori – a dare una forma oscura o luminosa all’universo mondo in cui viviamo. E quando ascende, sfolgorando, la barbarie e il suo cristallino spettacolo e tutto l’universo si oscura, pare che ci sia ben poco da cui trarre conforto…
Photo from Saudi TV shows the body of Abdulaziz al-Muqrin (AP photo)
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P.S.
UNA BARBARIE LIQUIDA…
Mentre leader, portaborse e giornalisti al seguito stappano bottiglie di champagne per festeggiare la COSTITUZIONE EUROPEA e sotto casa, in condominio, impazza la sagra paesana e si agitano aggressivamente sporche bandierine, anche arcobaleno, e intanto l’editore presso cui lavoro – un ex sessantottino riciclato – fa uscire l’ennesima storia di piccola sessualità italiana, medio italiana, e poi si acquatta su una poltroncina girevole dietro la scrivania come in una trincea caramente conquistata e fuma un sigaro con un sorriso brillante come getto di napalm, là fuori crollano i muri, le dighe, saltano i ponti e gli imperi nel dilagare delle nere acque di una specie di barbarie liquida – ebbene, mentre accade tutto questo, cercando di conservare uno strano equilibrio nell’assedio… forse si potrebbe trovare un qualche conforto e un lume nel rileggere Dostoiesvkij, I Dèmoni… Oppure prestare orecchio a Shakespeare fra i belati di tanti inconsapevoli, gli gnagnagnà di tanti paraculi e il latrare dei cani della guerra:
Oh, perdonami, zolla sanguinante,
se mi mostro così mansueto ed umile
con questi macellai (…)
Maledette le mani
ch’hanno versato il tuo prezioso sangue!
Su queste tue ferite
che dischiudono come mute bocche
le lor labbra vermiglie ad implorare
voce ed accento da questa mia lingua,
io profetizzo che con la tua morte
una maledizione ricadrà
sulla schiena degli uomini: furore
d’interne lotte e di fazioni avverse
strazierà dell’Italia ogni contrada;
sangue e rovina saran sì consueti
e diverranno così famigliari
scene d’orrore agli occhi della gente,
che le madri dovranno sol sorridere
nel mirare i lor bimbi appena nati
squartati dagli artigli della guerra,
ché l’abitudine alle truci gesta
avrà spento ogni senso di pietà (…)
( WILLIAM SHAKESPEARE
GIULIO CESARE
Traduzione di Goffredo Raponi )
Mentre le metastasi del cancro jahidista si vanno moltiplicando e la peste verde, la sciagurata impresa del terrorrismo islamico e internazionale avanza ammorbando, ancora una volta , la terra con il puzzo delle carogne cosiddette umane , non serve a niente ripetere con Mallarmé che “la carne è triste, ahimè, e ho letto tutti i libri…”.
Forse dovrei riprendere qualche parola, più che parola, dall’amico Tondelli quando diceva che la letteratura non salva, mai… E riprendere, con più tranquillità e calma, a dire una preghiera – con la mezza-paura e la mezza-speranza che “laggiù”, in Arabia Saudita, non sia già tardi, per i musulmani, impedire la catastrofe…
Accade sempre così, con le catastrofi: si profila una salvezza che sembra un passo, al limite, impossibile perché pare che sia troppo presto… o troppo tardi… Ecco, ancora una volta, l’attrattiva torbida dell’insufficienza: incomincio a pensare che il blog sia una gran perdita di tempo…