Aggiornamento
LA GUERRA DEL CORANO ( 2 )
Mike Lester 5/23 Koran For Girls
Corano revisited. Michael Isikoff torna sul luogo del delitto per scoprire che non sono gli americani ad offendere il libro sacro dell’Islam ma i detenuti:
“ According to Di Rita, when the first prisons were built for suspected terrorists at Guantanamo in early 2002, prison guards were instructed to respect the detainees’ religious rituals. The prisoners were given Qur’ans, which they hung from the walls of their cells in cotton surgical masks provided by the prison. Log entries by the guards indicate that in about a dozen cases, the detainees themselves somehow damaged their Qur’ans. In one case a prisoner allegedly ripped up a Qur’an; in another a prisoner tore the cover off his Qur’an. In three cases, detainees tried to stuff pages from their Qur’ans down their toilets, according to the Defense Department’s account of what is in the guards’ reports. (NEWSWEEK was not permitted to see the log items.) The log entries do not indicate why the detainees might have done this, said Di Rita, and prison commanders concluded that certain hard-core prisoners would try to agitate the other detainees by alleging disrespect for Muslim articles of faith.
In light of the controversy, one of these incidents bears special notice. Last week, NEWSWEEK interviewed Command Sgt. John VanNatta, who served as the prison’s warden from October 2002 to the fall of 2003. VanNatta recounted that in 2002, the inmates suddenly started yelling that the guards had thrown a Qur’an on or near an Asian-style squat toilet. The guards found an inmate who admitted that he had dropped his Qur’an near his toilet. According to VanNatta, the inmate then was taken cell to cell to explain this to other detainees to quell the unrest. But the incident could partly account for the multiple allegations among detainees, including one by a released British detainee in a lawsuit that claims that guards flushed Qur’ans down toilets.
In fewer than a dozen log entries from the 31,000 documents reviewed so far, said Di Rita, there is a mention of detainees’ complaining that guards or interrogators mishandled their Qur’ans” .
( via 1972 )
Sandy Huffaker 5/20 Al-Jazeera and Newsweek
Fonte delle illustrazioni: www.politicalcartoons.com
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Orianagate
( via The Right Nation)
La blogosfera americana si inserisce di prepotenza nel dibattito sul rinvio a giudizio di Oriana Fallaci. Roger L. Simon spiega che la Fallaci merita un posto d’onore nell’olimpo dei "coraggiosi" e si chiede se i mainstream media, da sempre in prima fila nella difesa del free speech, si mobiliteranno in sua difesa. Nei commenti al blog di Simon, Rick Ballard traduce in inglese un post di Krillix sull’argomento. Intanto The Jawa Report tenta (senza successo) di scatenare una sommossa, dichiarando: "I ran out of toilet paper this morning so I used what was available next to the can. A copy of the Koran". E chiede a chi vive in Italia di far avere notizia della sua dissacrante provocazione al "pubblico ministero fascista di Bergamo, Armando Grasso". Il suo obiettivo è esplicito: "Sue me. I dare you. Fascists". Un altro appello ai blogger italiani arriva da Hyscience: "Italian bloggers need to give us a hand in getting his contact info so he can hear from all of us that aren’t in favor of having Islam rule our lives!". Altri interventi (in ordine sparso) dalla blogosfera a stelle e strisce: Instapundit, Protein Wisdom, The Anti-Idiotarian Rottweiler, Banana Republican, Dhimmi Watch, Rottweiler Puppy, Smooth Stone, The Anchoress, Say Anything, BuzzMachine, The Moderate Voice, Daily Pundit, GOP Bloggers, The Dead Pool, Beautiful Atrocities, Harry’s Place.
Our american friends can contact the preliminary judge Armando Grasso at this mail address: tribunale.bergamo@giustizia.it.
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Insultare gli ebrei (invece) non è reato
( via Krillix ) La magistratura italiana rinvia a giudizio Oriana Fallaci per presunto vilipendio alla religione musulmana che la scrittrice avrebbe commesso nel suo libro “La forza della ragione”.
Intanto la stessa magistratura continua a sottovalutare gli atti di violenza antisemita compiuti nelle università e il mondo della cultura accetta senza battere ciglio i commenti razzisti contenuti nella più diffusa traduzione italiana del Corano.
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OSSERVAZIONI
«Infedele è colui che dice: Allàh è il terzo della Trinità: non vi è che un solo Allàh, e questo Allàh è unico; se essi non ritrarranno ciò che affermano, un doloroso castigo attenderà gli infedeli»( Corano, Sura V, 77, “La tavola” ).
Il Corano è un Libro che può essere veicolo di spiritualità, ma anche, a seconda della selezione dei versetti utilizzati e decontestualizzati, un modo per prendere di mira ebrei e cristiani, a meno che non ritornino sulla “retta via”.
Sirat al moustaqim, retta vita, è espressione coranica dalla Sura I detta Al-Fâtiha – l’Aprente, perché essendo la prima sura si trova ad apertura del Corano.
Nella versione fondamentalista, così come in quella jahidista, “retta via” significa la via di un islam inteso come verità unica, al di fuori della quale non vi è che errore, miscredenza e ingratitudine, la cui guglia o sommità sarebbe rappresentata dall’America – il Grande Satana.
La tendenza all’esclusione e al letteralismo, presente in ogni monoteismo ma superata nell’ebraismo e nel cristianesimo da una lettura critica di testi considerati sacri ma non discesi direttamente da Dio, ovvero senza mediazione umana, nell’islam è aggravata dai processi di trasformazione che il mondo patriarcale tradizionale islamico ha conosciuto da mezzo secolo, sconvolgendo in maniera inedita tutti gli ancoraggi della civilizzazione arabo-islamica e lasciando emergere una cesura nella struttura del soggetto.
Alla base delle manifestazioni visibili, gli effetti inconsci di una tale cesura hanno portato a una regressione verso l’a-temporalità della lettera e modificato i regimi della ragione e della follia.
In soggetti in crisi d’identità, l’aggrapparsi alla lettera e l’evacuazione della metafora così come dell’esperienza storica genera un vero e proprio marasma paranoico-sacrificale. In questa ottica, il codice operazionale jahidista si troverebbe alla lettera nel Sacro Corano e Allah sarebbe il più grande stratega.
La Sura I detta Al-Fâtiha – l’Aprente, può essere contestualizzata e letta in molteplici modi, compresi i modi inclusivi o esclusivi. La lettura fondamentalista, sulla base di una tradizione che rifiuta ogni aggiornamento e dalla cui decomposizione e uso selettivo e strumentale che ne fa l’islam politico è nato il nazi-teo-scientismo islamico che occupa la scena, è una interpretazione aggressivamente e fondamentalmente esclusiva.
ESEMPIO
Bismillah Ar-Rahman Ar-Raheem
Al-hamdu lillahi Rabb il-‘alamin
Ar-Rahman Ar-Raheem
Maliki yawmi-d-Din
Iyya-ka na’budu wa iyya-ka nasta’in
Ihdina-sirat al-mustaqim
Sirat al-ladhina an’amta ‘alai-him
Ghair il-Maghdubi ‘alai-him wa la-d-dallin
Ecco, ad esempio, la traduzione proposta dall’ Ucoii ( Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia) nella versione a cura di Hamza Piccardo pubblicata da Edizioni Al Hikma (1994) e da Newton & Compton Editori ( Roma, 1996):
In nome di Allah , il Compassionevole, il Misericordioso
2 La lode [appartiene] ad Allah , Signore dei mondi,
3 il Compassionevole, il Misericordioso,
4 Re del Giorno del Giudizio .
5 Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.
6 Guidaci sulla retta via,
7 la via di coloro che hai colmato di grazia , non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira , né degli sviati.
In nota, l’ultimo versetto, il versetto 7, viene così commentato :
«In questo ultimo versetto è contenuta l’affermazione che già prima della rivelazione del Corano la misericordia dell’Altisimo era operante tra gli uomini, producendo comportamenti fortemente illuminati dalla fede e guidati dal timor di Allah (gloria a Lui l’Altissimo). Secondo un commento di Ibn ‘Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) " coloro che hai colmato dei Tuoi doni" sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il martirio testimoniando la fede (shuhadâ), i Devoti (salîhûn) ».
Alla fine della nota, a p. 25 dell’edizione Newton & Compton ( Roma 1996, pp. 608, Lire 9.900) si legge:
« At-Tirmidhi da ‘ Adi ibn Hatim: l’Inviato di Allah ( pace e benedizione su di lui) disse: “ ‘ coloro che… nella Tua ira’ sono i giudei e “ coloro che… sono sviati” sono i cristiani”. Ahmad Ibn Hanbal: “ Un tale chiese all’Inviato di Allah ( pace e benedizione su di lui): “ O Inviato di Allah, chi sono ‘ coloro che sono [sono incorsi] nella Tua ira?’ “. Rispose:” ‘ I giudei ‘ ”. “ E chi sono gli sviati?”. Rispose : “ ‘ I cristiani’ “».
Alla luce di una tale nota ( le sottolineature sono mie) i versetti 6 e 7 potrebbero essere anche letti e compresi così:
Versetto 6 )Guidaci sulla retta via ( ovvero quella di un sistema dottrinario, spirituale e legale islamico che conduca gli individui e le masse attraverso questa prova terrena fino al premio dell’Altra Vita)
Versetto 7) la via di coloro che hai colmato di grazia [ fra cui gli shuhadâ , i martiri-killer] , non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira [ gli ebrei, l’ “entità sionsta”, lo Stato d’Israele ] , né degli sviati [ i cristiani, i “crociati”, i Paesi che si muovono nell’orbita della guglia della miscredenza, l’America].
IL TERRORE ALL’OMBRA DEL CORANO ?
In effetti, oltre a al-Tirmidhi (d. 892), esiste tutta un’esegesi che ricollegandosi a una tradizione rimasta fissa al medio-evo e immuta afferma che con l’espressione Ghair il-Maghdubi l’Altissimo indica gli ebrei ( “Yahud”). Hamza Piccardo afferma che una tale esegesi si ricollega fedelmente alla tradizione. L’esegesi non è la teologia, né tantomeno una lettura critica oppure un’ermeneutica spiritualmente significativa. Qui “fedeltà” alla tradizione implica un rifiuto della metafora, del simbolo e di un’interpretazione storicamente contestualizzata e spiritualmente innovativa.
Nel rifiuto della metafora, della poesia, dell’arte, della complessità e del lavoro della cultura si annida, ancora una volta, il disprezzo per lo spirito, oscurantismo e tirannia.
CONSEGUENZE
La predicazione di una credenza che si pretende immacolata e come fusa in un sol blocco comporta la diffusione di un islam fisso e contratto, denso di ambiguità che si pensa di risolvere abbandonandosi a una semplicistica metafisica estroversa, ad affermazioni perentorie e all’autoassunzione di un compito immaginario: quello di purificare l’universo mondo fino al sacrificio della propria vita e di quella degli altri sulla retta via di un Dio unico dai tratti astratti e violenti.
Delle molte storie della civilizzazione islamica e delle sue ricche e articolate spiritualità non restano che i poveri slogan di una religione decomposta e ricomposta in maniera semplicistica e globalizzata nei modi del nazi-teo-scientismo-islamico che oggi occupa la scena.
Roberto Hamza Piccardo, il segretario dell’Ucoii con un passato nell’estrema sinistra, avrebbe del resto più volte rilasciato dichiarazioni ambigue e sinistre, fondate su una scelta selettiva dell’esegesi tradizionale. Eccone una dichiarazione sul terrorismo suicida: «Le operazioni di martirio che i palestinesi compiono ora nei territori occupati per liberarsi dall’oppressione, sono il grado più alto nel Jihad, e la morte nel compiere queste operazioni è considerata la forma più alta in assoluto di martirio. Nessuno può dire che la resistenza con tutti i mezzi possibili contro l’occupazione è un fatto illegittimo. È sbagliato, altresì, il tentativo di confondere il "martirio" con il "suicidio", perché il suicida è un disperato a causa della sua vita, mentre il martirio è un atto eroico compiuto da una persona che sacrifica la sua anima sulla retta via di Dio per difendere se stessa, la patria, la comunità, la dignità, l’onore, la religione e i luoghi sacri» ( da: “Libero”29 ottobre 2002 , fonte: http://www.amislam.com/martinez.htm).
La questione è in che misura una democrazia può tollerare non solo gli intolleranti ma anche i continui e reiterati insulti a ebrei e cristiani, e persono tollerare gli ideologi delle uccisioni di civili ad opera dei martiri-killer che operano sotto la copertura di un linguaggio che si pretende religioso e di rappresentare l’Islàm ridotto – malgrado la sua articolata e vasta ricchezza culturale e spirituale – a poveri slogan ormai globalizzati.
I sostenitori delle uccisioni di civili come “obbligo religioso” rappresentano, di fatto, le quinte colonne di un totalitarismo che opera con perfidia e pretende di prendere in ostaggio l’islàm e i musulmani stessi in una percezione estremista e allucinata della realtà.
Il linguaggio religioso è un utile strumento per gli islamisti. Serve a rinforzare l’identità del gruppo. Quelli che non vi appartengono sono dei kuffar, dei miscredenti la cui esistenza impedirebbe il “Noi” della comunità d’essere lo stesso. Pertanto non si esita a proclamare la distruzione del proprio dell’altro, a volergli togliere ogni umanità, per lasciarlo nella nudità dell’animale scuoiato ( Video of bloodied body of Akihiko Saito ) oppure per annetterlo.
I caporioni delle cellule criminali para-religiose si definiscono dei califfi o degli emiri, e in numerosi casi sono imam semiletterati e sinistri semintellettuali in “crisi d’identità”. I terroristi sarebbero dei mujahidin e i martiri-killer-assassini di civili sarebbero degli shahada. Questi vecchi termini esistenti nel diritto musulmano, strumentilizzati dall’islam politico, danno una patina di sacralità a un progetto politico dagli obiettivi allucinati : “ Odiamoci e scanniamoci religiosamente”. Un progetto dotato – benché ben finanziato dai burattinai del terrorismo di matrice islamica e transnazionale – di metodi crudeli e fallaci che lo portano lungo l’asse paranoico-sacrificale al suicidio-assassinio nutrito dall’ odio genocidario e confuso con il marasma e il gorgo vuoto del cattivo godimento identitario.
dalla rete:
– I commenti razzisti contenuti nella più diffusa traduzione italiana del Corano
– Carlo Panella, ”All’origine dell’odio” ( Il Foglio del 2005-05-20 ) da Informazionecorretta