ora parliamo di referendum

L’autrice di Cento colpi di spazzola : “Votiamo, il 12 giugno, che sia sì o no, ma votiamo! ”.

Voglio una pancia splendida

di Melissa P.

  Bella di mamma ( particolare) Gaspare Traversi ( 1722-1770)

Se voterò sì il 12 giugno, sarà perchè non voglio problemi nel mio futuro, prossimo o remoto che sia.

Sarà perchè non voglio sottomettermi ad una legge fatta apposta per accontentare il vaticano.

Sarà anche perchè noi donne abbiamo un’unica certezza, nella vita: diventare ed essere madri. Tutto il resto è finzione, tutto il resto è di passaggio.

Chiunque voglia toglierci questa certezza, questa opportunità, questo diritto, è un nemico della vita, del desiderio e della libertà.

Che sia il governo, che sia la chiesa, che sia il fidanzato, che sia il marito, non importa.

Ma c’è un’altra cosa che mi preme dire, e cioè che chi fa più di un figlio è nemico anch’esso della vita, del desiderio e della libertà.

Pensate che per ogni bambino occidentale che nasce, un bambino del Terzo Mondo muore. Ogni bambino occidentale che nasce toglie risorse al mondo e ovviamente le parti del mondo più colpite(dai bambini occidentali, NdL) sono quelle più fragili dal punto di vista socio-economico.

Ho spesso pensato (?, NdL) ad un’alternativa, e sono arrivata alla conclusione che la famiglia del futuro dovrà essere composta da due figure genitoriali (quindi maschio-femmina, femmina-femmina, maschio-maschio) e da due bambini di cui uno figlio naturale (i desideri femminili li conosciamo bene, chiedete ad una donna di rinunciare al pancione…) e uno preso in adozione. Nel caso della coppia omosessuale al maschile ci si dovrà "accontentare" dell’adozione. Nel caso della coppia omosessuale al femminile la soluzione è una: l’inseminazione artificiale.

Ma adottiamo, adottiamo.Che la burocrazia si faccia meno severa e più indulgente, cazzo!

Io adotterei un bambino domani, se la legge non richedesse ai genitori adottivi di essere sposati da non meno di tre anni, al momento dell’adozione.

Come se un matrimonio salvasse il culo ai figli.

Limitiamo le nostre famiglie, riduciamole. Riduciamole soprattutto laddove lo stipendio non supera i 1.500 euro.

Votiamo, il 12 giugno, che sia sì o no, ma votiamo!  MelissaP.

( segnalato e annotato da :lucap.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=525918)

MELISSA P. HA “PARLATO”

Ma come fa Melissa P a infilare tante perle prima di andare a dormire ? L’autrice di Cento colpi di spazzola ( un povero libro di piccola sessualità italiana, medio-italiana, lanciato dall’editore con l’adulazione, l’insincerità e la tipica soggezione che gli intellettuali credono di dovere ai giovani come “ un esordio sconvolgente sia per i temi sia per la capacità narrativa e stilistica”) annuncia che voterà per il Sì ai referendum per non essere vittima di un governo, una chiesa, o anche un fidanzato o un marito, non importa, che vorrebbero togliere alle donne la certezza, l’ opportunità, il diritto di diventare ed essere madri; e va avanti così fino a superare ogni limite immaginabile : fino al delirio autolesionista che la porta ad affermare che “chi fa più di un figlio è nemico anch’esso della vita, del desiderio e della libertà”, perché – riprendendo fiato – “ ogni bambino occidentale che nasce toglie risorse al mondo e ovviamente le parti del mondo più colpite (dai bambini occidentali, NdL) sono quelle più fragili dal punto di vista socio-economico…”.  Qui il desiderio di avere "una pancia splendida" si allea "ovviamente" al diritto di decidere della vita del più debole, il nascituro "colpevole" di tutti i guai del Terzo o Quarto mondo…

Melissa P. parla come una umile serva dell’ “ovvia” espansione del diritto, della scienza, della tecnica e del progresso, e si sottomette alla credenza nel comfort illimitato che ne deriverebbe, se solo i pochi bambini occidentali che ancora riescono a nascere e i nemici, sempre occidentali, della vita, del desiderio e della libertà, non fossero lì apposta insieme al vaticano per impedirle di spazzolare e razzolare come meglio crede in maniera illimitata.

Strappato per caso il guinzaglio, Melissa P. è in fondo, e neanche tanto in fondo, una cucciola dall’animo molto buono, capace di annusare e di annettere tutto e il contrario di tutto in maniera spavalda e mimetica ( “Nel caso della coppia omosessuale al maschile ci si dovrà "accontentare" dell’adozione. Nel caso della coppia omosessuale al femminile la soluzione è una: l’inseminazione artificiale… Ma adottiamo, adottiamo. Che la burocrazia si faccia meno severa e più indulgente, cazzo! ” ) .

Il suo pensamento, espresso con linguaggio “vivace”, peraltro molto povero e di carattere piccolo borghese e da generazione X di sinistra, si mescola alla propaganda terzomondista e quasi veltronesca, producendo una “chiacchiera” opprimente ed informata che ha qualcosa di sconnesso, di spropositato e d’incontenibile.

 Lo si legge quasi in uno stato di raptus , riattualizzando lo stesso sgomento con il quale Pasolini, negli anni di piombo, leggeva il linguaggio dell’azione di taluni pseudo-hippies rivoluzionari: ovvero non credendo ai propri occhi. Ma l’accumulo di tante perle e l’iterazione dei luoghi comuni raggiungono una tale intensità e implacabilità da farne un manifesto per coloro che non intendono confondersi con quelli che si ridurranno confusamente a “votare” per la piccola idea di vita di Melissa P. e degli illuminati intellettuali che l’hanno adottata e lanciata in pista, a far figura a un tempo di de Sade in gonnella, Rousseau in sedicesimo e Cenerentola un po’ Medea in azione.

Insomma, “Voglio una pancia splendida” è un manifesto per il Sì, che offre un motivo supplementare a chi , nel dubbio, si asterrà per precauzione dal mettere la vita ai voti referendari: non cascando nell’illusione – tipica nel talebano laicista – di essersi fatto ( “fatto”, come si dice nel gergo dei drogati) portatore dell’autodeterminazione desiderante della donna e della libertà di ricerca scientifica. Ovvero della libertà per gli apprendisti stregoni della manipolazione genetica di fare i loro affari promettendo splendide pance biotecnologiche alle sprovvedute, sederini d’oro al nascituro e un futuro, prossimo o remoto, certamente no problem: nelle ristrettezze di un proprio microcosmo in marcia verso il Mondo Nuovo sotto un cielo di mutandine, di ex braghette rosse e di bandierine arcobaleno messe ad asciugare al sol dell’avvenire che ride “un attimino”.

dalla rete

Gaspare Traversi
Il grande teatro della vita, alla vigilia delle rivoluzioni del secolo dei lumi.
La satira spietata, affettuosa, l’arte di sorridere di un maestro della pittura del Settecento: salotti, parrucche, mendicanti, prelati, domestiche, suonatori; sguardi beffardi, indagatori, la noia, i riti, le passioni dei nuovi ricchi…
http://www.gasparetraversi.it/

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