IL LUPO NEL LETTO
I bambini l’azzeccano sempre: a loro piace molto la storia di Cappuccetto rosso e del Lupo nel letto.
– Ma nonna, che dentoni grandi che hai!
– E’ per mangiarti!
E nel dire queste parole, difatti, quel cattivo Lupo si gettò su Cappuccetto rosso e la mangiò.
Le petit Chaperon Rouge di Charles Perrault termina così, senza l’intervento redentore del Cacciatore, aggiunto dopo, dai fratelli Grimm.
Secondo Bruno Bettelheim, la fiaba di Perrault ha un intento moralizzante soprattutto per le bambine, poiché è del tutto evidente quanto il Lupo rappresenti un seduttore che indica le bellezze della natura e i fiori alla bambina da poco entrata nella pubertà e tentata di andare sui limiti ( dove abita la nonna, ai margini del bosco ). “ Quando Cappuccetto rosso si spoglia e raggiunge il lupo nel letto , e il lupo le dice che le sue gradi braccia sono fatte per meglio abbracciarla, niente è lasciato all’immaginazione. Poiché la ragazzina, in risposta a un tale tentativo di seduzione diretto ed evidente, non accenna al minimo movimento di resistenza o di fuga, si può credere che sia idiota o che desideri essere sedotta”.
In entrambi i casi, Cappuccetto rosso “non è certamente un personaggio al quale si avrebbe voglia di identificarsi”.
Erich Fromm osserva, d’altra parte, che il cappuccetto di velluto rosso è un simbolo delle mestruazioni. Però, aggiungerei, potrebbe anche rappresentare il glande. In ogni caso, la ragazzina di cui ascoltiamo le avventure è diventata una donna matura e si trova ora di fronte al problema del sesso. L’ammonimento di ‘non allontanarsi dal sentiero’ […] è un chiaro avvertimento contro i deliziosi enigmi del sesso, contro chissà quale seducente devastazione e contro i pericoli di perdere la propria verginità" .
LA MACCHIA NEL LETTO
Come Cappuccetto Rosso, anche lo scrittore, nella maggior parte dei casi, è “tentato” di andare sui limiti, incontro all’imprevisto. Quasi già in bocca al predatore, lo scrittore allora spruzza e diffonde attorno a sé nuvole d’inchiostro nero come fa anche l’octopus vulgaris, il polipo o la la seppia detta anche sputa-inchiostro.
Nera, rossa o blu che sia, alla fine lo scrittore lascia una macchia. E la invia al proprio posto nel mondo.
D’altra parte è anche vero che non occorre essere scrittori per lasciare alla fine, come tutti, una macchia.
Come i bambini che l’azzeccano sempre, anche allo scrittore piace molto la storia di Cappuccetto Rosso e del lupo nel letto ( letto = il mobile dove si dorme, e anche participio passato del verbo leggere).
Kandinsky/macchia
sai di corrispettivi “favole non corrette” per i maschietti?
sì, “Il brutto anatroccolo”, mi pare…
ciao, però non mi risulta che il brutto an…sia stato sforbiciato. e poi può andare bene per maschi e femmine. finora ho constatato che sono più le favole sulle femmine quelle che hanno avuto i tagli.