ISRAELE E L’OCCIDENTE
L’ANTISEMITISMO VA IN ANALISI ( 2)
A proposito dell’accusa, ricorrente, di "sproporzione" nella reazione di Israele, e dell’ osservazione del professor Iakov Levi: " Gli ebrei sono inconsciamente percepiti come i rappresentanti dell’istanza paterna. Chi odia inconsciamente il proprio padre, ovvero la sua immagine, odia anche gli ebrei". Cfr. L’ANTISEMITISMO VA IN ANALISI ( 1)
Mi pare che l’immagine del genitore ritorni anche nelle affermazioni di Moriah Shlomot, che – come leggo nel "Corriere" del 31 luglio 2006, p. 9 – " ha guidato Peace Now tra il 2000 e il 2002, urlando slogan contro il capo di Stato Maggiore Dan Halutz e il premier Ehud Olmert, insieme ai parlamentari dei partiti arabi".
Ricordando che Maarun al Ras, ai confini del Libano, dove i soldati di Tsahal hanno combattuto una delle battaglie più dure, " fa parte del suo paesaggio d’infanzia", visto che la sua famiglia vive ancora lì, nel kibbutz Baram, Moriah Shlomot, che è una psichiatra infantile, dà una sua definizione di proporzionalità: " C’è una differenza evidente tra un genitore che decide di punire e un genitore che abusa".
Per Shlomot, Israele è un genitore che abusa.
P.S. Ritornano in mente le pertinenti parole di Freud: " Vittime e carnefici si ricordano della loro prima infanzia" ( GDM).
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Molto interessante. Sembrerebbe proprio così. Tuttavia ci si svela qui un punto ancora più interessante. Nei kibbutzim i padri non possono certo essere abusivi, in quanto l’educazione dei figli è affidata alla collettività. Particolarmente a Bar Am e nei kibbutzim dell’estrema sinistra, comunista, che fino a pochi anni fa toglievano i figli ai genitori ancora in fasce. IL problema in questi kibbutzim non è quindi quello di un padre abusivo, ma di un padre ASSENTE.
Ed ecco che come ho affermato nei miei scritti un padre sadico non è il padre che infierisce fisicamente sui figli (quello è il padre che causa la nevrosi ossessiva con la sua iper – presenza), ma il padre assente, che viene percepito come realmente abusivo. Questo spiegherebbe molto bene il perchè si identifica con gli arabi, che soffrono della sindrome del padre assente (Islam). Interessante, proprio da questi kibbutzim vengono fuori grandi eroi (sempre pronti ad immolarsi a favore della patria) e grandi traditori pieni di auto odio (anche loro pronti ad immolarsi ma a favore del nemico.
P.S. Molto interessante quello che mi ha riportato. Ne potrebbe venire fuori un articolo: "L’inclinazione all’estremo sacrificio e al tradimento nella gioventù dei kibbutzim". Era un punto che mi turbava dagli anni del mio servizio militare, notare come questi giovani fossero piu’ intransigenti e fanatici degli altri.
P.P.S. Interessante anche il commento del lettore sull’Islam come religione del padre assente [Cfr. Hoka Hey]. E’ proprio così. Infatti l’Occidente non si sente minacciato dall’Islam, malgrado lo dovrebbe essere, proprio poichè non si sente minacciato da un padre assente. Mentre invece l’ebraismo è la religione del padre presente, troppo presente, persino onnipresente ed abusivo e che non lascia spazio per madre e figlio. Da qui la percezione di minaccia ( I.L.).