Torino, bruciate le bandiere israeliane

TORINO, BRUCIATE LE BANDIERE ISRAELIANE
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La censura culturale di alcuni gruppi dei Centri sociali  contro la Fiera del Libro  in un clima di ignoranza e di pregiudizio, al termine del corteo del Primo Maggio.
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 Giovani dei centri sociali di Torino e dell' Associazione Free Palestine mentre bruciano due bandiere israeliane e una americana al termine della manifestazione per la festa del Primo Maggio a Torino (Ansa)
Al termine del corteo del Primo Maggio a Torino, in piazza San Carlo alcuni giovani incappucciati dei centri sociali e dell’associazione Free Palestine hanno bruciato due bandiere israeliane e una americana, dopo averle inzuppate di benzina. La protesta é stata organizzata contro la decisione della Fiera del Libro di Torino (7-12 maggio) di ospitare ufficialmente Israele nell’ anno del suo sessantesimo anniversario. E proprio per la sua annunciata partecipazione alla Fiera del Libro è stato fatto allontanare anche l’ex leader di Rifondazione comunista ed ex presidente della Camera Fausto Bertinotti.
«Un gesto forte lo sappiamo – ha detto con voce stridula e indignata  un portavoce del gruppo con riferimento alle bandiere bruciate – ma noi pensiamo che ben più forti, più clamorose siano le morti, ormai quotidiane, di civili palestinesi, tra cui anche bimbi di pochi mesi, sotto il fuoco israeliano. Proviamo vergogna nel pensare che Torino e la Fiera vogliano festeggiare e onorare questo paese che non smette di sopraffare e ferire mortalmente la sovranità di un altro paese».
 
Su quanto accaduto a Torino è intervenuto anche Pier Ferdinando Casini. «Bruciare le bandiere di Israele è un atto di oltraggio non solo a quel popolo, alla sua storia e alle sue sofferenze ma all’intera civiltà occidentale, quindi anche a noi stessi» ha detto il leader dell’Udc. In effetti,  l’orda fraterna di matrice politico-religiosa islamica che opprime i popoli palestinesi e provoca sofferenze e lutti a se stessi, agli israeliani e a tutti noi, è una minaccia per la civiltà ancora maggiore di quello che lo era stata l’orda nazista. Questa era composta da fratelli sadico-anali e “malignant narcissists” che anelavano ad avere sotto controllo e dominare l’Occidente, ma non anelavano a distruggerlo. L’orda fraterna di matrice politico-religiosa islamica, sedicente musulmana, che trova simpatizzanti sia nel mondo letterato italiano sedotto, forse per noia, dallo sfogo della barbarie, sia fra gruppi di giovani “pacifisti” di alcuni Centri sociali è invece un’orda sadico orale e borderline, con manifeste allucinazioni intrauterine, la cui unica strategia è la distruzione e l’annullamento.
 
A prescindere dal background personale dei soggetti facilmente vittime della propaganda palestinese, background personale a cui certamente va attribuito il loro sviluppo psichico, c’è qui l’aspetto dello psichismo collettivo, che fa da humus comune al gruppo all’interno del quale ognuno trova il suo ruolo. Non è un caso che proprio oggi, in un’Italia in cui i protagonisti sembrano  appunto questa generazione di “pacifisti”, vi sia tanta sinistra simpatia per il terrorismo islamico.
 “Questa – più in generale, con le parole dello psicoanalista Iakov Levi –  è una generazione che ha abortito il proprio rito iniziatico comune, non è mai riuscita né a ribellarsi con successo alla generazione dei padri, né a identificarsi con essa, né a superarla, e quindi sembra regredita a quella placenta borderline dove si trova in simbiosi con i colleghi feti di matrice politico-religiosa islamica”.
 
Sarebbe utile conoscere la storia infantile di questi poveri ragazzi con la kefiah e come sono arrivati al punto di lasciarsi indottrinare da cattivi maestri,  come per esempio l’ineffabile Gianni Vattimo, e sedurre dalla propaganda palestinese, ma ciò che qui interessa non è tanto l’aspetto personale di queste vittime del vittimismo organizzato quanto quello collettivo. Lo psichismo nasce nel gruppo, e solo da lì percola nelle famiglie e quindi ai singoli individui. Dove non c’è branco non c’è psiche, ma solo istintualità.
I giovani e i giovanissimi del branco che brucia le bandiere americane e israeliane non sono istintivi o ipocriti, ma sinceri e striduli. E’ nel loro rifiuto delle domande a se stessi, dei dubbi, dei dilemmi e della complessità che si annida la tirannia. La loro, quella della maggior parte dei centri sociali, sembra la situazione psicosessuale dell’orda fraterna vagante, fluttuante e abbandonata, in una regressione intrauterina e con un padre assente e quindi allucinato.
 
Si bruciano bandiere americane e israeliane in un contesto in cui l’Occidente di fronte a un crescente senso di colpa, conseguente al proprio successo, sta regredendo lentamente dalle posizioni psicosessuali conquistate in millenni di civilizzazione, e alla fine rischierà di ritrovarsi nella stessa placenta, insieme a coloro che non erano mai progrediti. Da qui questa strana identificazione di alcuni europei ieri con Saddam Hussein e Arafat, e oggi con bin Laden o Nasrallah, e la simpatia per i colleghi feti in regressione intrauterina. Va da sé che le democrazie possono tollerare più facilmente chi le offende, ma non chi cerca di far loro paura, di sottometterle e di distruggerle
 
 
SE VOLETE UN GESTO SIMBOLICO FORTE, NON BRUCIATE LE BANDIERE, LAVATELE !
OLTRE CHE INCIVILE, BRUCIARE LE BANDIERE  – SPECIALMENTE SE AMERICANE, ISRAELIANE  O DELL’ONU – PORTA SFIGA A CHI LO FA, SERVENDOSI ANCHE DEI PROPRI BAMBINI COME PRETESTO O SCUDO UMANO. 
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3 risposte a Torino, bruciate le bandiere israeliane

  1. anonimo scrive:

    Indubbiamente un atto barbarico che non ha giustificazioni, pero’ non si sarebbe arrivato a tanto se gli organizzatori non avessero invitato Israele come ospite d’onore

    Non si puo’ definire “ospite d’onore” un Paese che viola sistematicamente i diritti umani dei Palestinesi anche quando vi sono delle chiare risoluzioni ONU da rispettare

    Balqis

  2. anonimo scrive:

    Un atto incivile e barbaro…l’ennesima dimostrazione che per alcuni lo Stato di Israele non dovrebbe proprio esistere….a prescindere da qualsiasi ragionamento

    VERGOGNA!

  3. anonimo scrive:

    No no

    Li faccia i ragionamenti

    Ogni tanto far fare ginnastica al cervello puo’ fare del bene

    Balqis

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