SCRIVERE DEL BENE
Ci sono tante cose che non passano per il linguaggio!
Per un narratore il male è la salvezza, il bene la perdizione. L’elogio del bene ha inquietato perfino il sonno dei classici ed è stato l’incubo della loro veglia. Manzoni, per farselo perdonare, ricorre all’ironia, Cervantes alla follia, Dickens alla stupidità, Dostoevskij all’idiozia, Melville all’innocenza. Solo Hugo non esita a edificare al bene una cattedrale, ma a lui, ahimè, si perdona tutto. Parlare bene del bene è imperdonabile. Infatti non me lo perdono. Ma dovevo pagare di persona l’impagabile aiuto di parenti, amici, sconosciuti".
da Giuseppe Pontiggia, Nati due volte, Mondadori 2000, in Opere, a cura di Daniela Marcheschi, Mondadori, 2004.
Fonte dell’illustrazione: http://www.giuseppepontiggia.net/