Nel principio un vecchio falegname chiamato Geppetto si munì, tramite il suo sodale mastro Ciliegia, di un pezzo di legno di catasta per fabbricarsi, egoisticamente, un figlio-burattino. E come chi è solo ( perché non sposato, solo spossato), piallava, piallava e parlava tra sé:
“Me ne faccio un figlio gender unico raro meraviglioso, che chiamerò Pinocchio.”
Ma poiché oltre che un povero artigiano era anche istruito, prudente e informato si corresse, si disse: ” Ma a veder bene, potrebbe anche venirmi fuori Finocchio…”. Il dubbio, l’atroce suggestione gli proveniva dall’aver visto il Family day in tv e dall’aver sentito dire cose molto brutte sul gender e i destini dei figli di gender. Ciò pensando, disse:” Sia la boccuccia”, e la boccaccia fu. Poi disse: “Ora sia il naso che separi una guancia dall’altra”, e apparve una bella faccia di culo. Mentre il naso cresceva, cresceva verso le sfere superne, fece il mento e poi il collo le spalle lo stomaco e il bacino e le braccia e le mani e i piedi.
Così fu dunque compiuto Pinocchio, che subito cominciò a sgranchirsi le gambe e a guardarlo con un occhio fino che faceva paura. Accortosi che Geppetto portava sul capo una parrucca alla Platinette, gliela strappò. Poi aperse la porta di casa e fuggì, inseguito dal padre. Nel triste sobborgo, tutti gridavano: “Attenti, attenti al gender!”.”I loro volti godevano di uno speciale rilasciamento” – come si legge ne “La ferocia”, il libro, fresco di Premio Strega, di Vittorio Lagioia [e ancora con ‘sto rilasciamento!, ndr].
In piazza Pinocchio vide Scalfarotto in sciopero della fame contro il- mondo -etero- progressista- che- lascia- soli- i- Pinocchi-in-questa-battaglia -di-civiltà, e stava per raggiungerlo, con andatura rilasciata, per vendergli il suo abbecedario, quando all’improvviso un furgoncino sbarrò la corsa a Pinocchio. Alla guida sedeva San Giuseppe; e accanto a lui c’era la Madre del Signore con il bambino dormiente fra le sue braccia.
Si vedeva subito che non era una madre surrogata, come la Fatina, ma una madre normale, perché cucinava e stirava ed era stata messa incinta dallo Spirito santo, – che, diceva la cattiva gender, era l’idraulico, perché la famiglia era molto normale. Infatti nell’abitacolo posteriore di quel malandato veicolo, ammucchiati alla rinfusa, sedevano nell’esiguo spazio i nove o dieci Evangelisti Marco, Luca, Giovanni, Marco, Rocco Buttiglione, sant’Angelino Alfano, Gaetano Quaglieriello, Pier Ferdinando Casini e Kiko, poi il protomartire cardinal Biffi, l’imam di Roma e gli Evangelisti apocrifi e Pseudo e Gnostici, insieme ai membri tutti ringalluzziti di Comunione e Liberazione, Rinnovamento nello Spirito Santo, i Focolarini, l’AGESCI, l’Azione Cattolica, la Comunità di Sant’Egidio e Coldiretti, seguiti da Costanza Miriano come giornalista per Rai Vaticano e la giornalista Concita De Gregorio, ex direttrice dell’Unità, con in grembo la misteriosa Elena Ferrante. “Uomo, donna, o… gay?”, chiedeva San Giuseppe, e concitatamente Concita esclamava: “Gay! gay!”, con quell’entusiasmo progressista e acculturato che va da Madre Teresa a Che Guevara, passando naturalmente per Jovanotti.
“I loro volti godevano di uno speciale rilasciamento” ( come si legge ne “La ferocia” del fresco Premio Strega Vittorio Lagioia). Perché ‘sto rilasciamento ?
[e ancora con ‘sto rilasciamento!, ndr]. Perché erano tutti profughi, appena sbarcati a Lampedusa, e diretti in Olanda. Grazie a papa Bergoglio che aveva fornito gli scafisti e l’autista, Giuseppe, appunto, che peraltro guida anche la Chiesa ( di notte Bergoglio, disdegnando le compresse di “Genderdormina”, beve un po’ d’acqua di cicoria ecologica e mette un foglietto con le domande sotto la statua di San Giuseppe che ha sulla sua scrivania; e lui risponde, ma non è una seduta spiritica).
E’ solo un pastiche, scritto al modo de ” La Vita Nova di Pinocchio” di Luigi Compagnone. Rileggendolo, a distanza di anni, mi è venuta voglia di scrivere queste sciocchezze. Chissà perché. Immagino anche il finale, con Pinocchio che incontra Lucignolo Alì, un parente degenere di Maria Giulia Fatima Sergio, la Lady Jihad di Torre Greco, e – dopo aver lasciato il gattino a casa della Fatina e comprato un trolley – parte per il Paese dei Balocchi: le terre del Califfato, rette da Mangiafuoco-al-Baghdadi, burattinaio diplomato all’Università islamica di Baghdad.
Qui in Siria o Iraq Pinocchio potrebbe anche incontrare il Diba, anch’egli appinocchiato e incaricato da MS5 di eleggere il nero terrorista ad interlocutore: “Che fai Pinocchio, mi tocchi?”. Di Maio, più riflessivo, mette pace e invita tutti ad Atene, in Grecia. Dove appare nientedimeno che La Democrazia in piazza Syntagma, nelle vesti del Gatto-Alexis & la Volpe-Varoufakis, che li esortano a nuove avventure, grazie ai soldi degli altri. E non prima di aver cantato “Bella ciao”… Con “l’apparente ebetudine” dei combattenti in cui Pinocchio “ritrovava una ulteriore forma di intelligenza” [e ancora con ‘sto rilasciamento!, ndr]. E senza ascoltare il Grillo parlante-e- docente-Cacciari, che – memore del Logos – li aveva pur messi in guardia verso la “graeca fides”, ecc. ecc. Debbo continuare ? 😀
~ Dopo aver detto tante bugie il naso di Pinocchio comiciò a crescere