Libri
In uscita:
DISSOCIAZIONE E CREATIVITÀ – La transe dell’artista
a cura di Vincenzo Ampolo e Luisella Carretta
Prefazione di Georges Lapassade
Campanotto Editore, 2005
Descrizione. La pur vasta ricerca sugli stati non-ordinari di coscienza ha quasi del tutto ignorato l’esperienza creativa ed artistica, con poche eccezioni legate alle valenze stranianti della musica ed in misura ridotta della poesia e dell’azione teatrale. Riteniamo che il presente lavoro abbia il merito di colmare questa lacuna, avendo coinvolto sul tema proposto studiosi di varie discipline ed artisti di diverse pratiche, in un incontro a più voci, quasi un Convegno Virtuale, nel quale il “teorico” ed il “vissuto” hanno avuto la possibilità di confrontarsi, ponendo elementi di riflessione per ulteriori indagini e per ulteriori percorsi di ricerca.
Interventi di: Marta Ampolo, Vincenzo Ampolo, Angela Biancofiore, Donatella Bisutti, Luisella Carretta, Marilena Cataldini, Roberta Collu, Carlo Marcello Conti, Gianni De Martino, Eliana Forcignanò, Pietro Fumarola, Georges Lapassade, Daniela Liviello, Anna Nacci, Maurizio Nocera, Luciano Pagano, O. Rubén Bag, Fabio Tolledi, Nicola Valentino. Interviste a: Massimo Carrano, Teresa De Sio, Vito Mazzotta, Cosimo Pecere, Silvia
Argomenti attinenti:
E’ una rivista che parla di stati di coscienza e di stati modificati di coscienza (SMC). Affronta cioè uno dei campi più discussi e fraintesi della nostra esistenza in quanto esseri umani. Le manifestazioni che chiamiamo “Stati Alterati di Coscienza” comprendono sì gli stati mentali prodotti da sostanze psicoattive chimiche e vegetali, ma anche una serie di fenomeni quali l’estasi, la trance, la possessione, la meditazione.
Dallo sciamano al raver. Saggio sulla transe di Georges Lapassade, Apogeo, 1997, Milano.
Sciamani e ossessi; Dioniso, il dio della danza; il sabba; i nuovi gruppi di trance; gli stati modificati di coscienza; la trance erotica; teatro e possessione; stati sconosciuti della vita quotidiana. L’autore descrive le procedure attraverso cui alcune società selezionano il potenziale estatico umano, trasformandolo e integrandolo nei rituali secondo le culture, i gruppi sociali e le situazioni locali.
Il Dio dell’ebbrezza . Antologia dei moderni dionisiaci, di Elemire Zolla, Einaudi, 1998, Torino
E’ possibile dare un’interpretazione, sottratta alla cronaca come al sensazionalismo, di ciò che di solito è chiamato “droga”?In un saggio che da solo ha l’ampiezza di un libro e in una personale antologia che raccoglie e ordina per la prima volta una sterminata quantità di testi, sia letterari sia etnografici, Zolla ricompone lo schema segreto di un persistente modello culturale. Questo libro rende visibile una zona vastissima ma normalmente celata, o al massimo consegnata a banali mitologie trasgressive, della storia e della vita dell’Occidente: la zona, segnata da confini mobili, dove continuamente risorge l’elemento dionisiaco.Se infatti gli dèi, non escluso Dionisio, il dio dell’ebbrezza, sono stati dichiarati più di una volta ufficialmente defunti, è anche vero che poeti e scrittori, (come anche i ricercatori abituati a osservare e conservare i tesori culturali di genti in angoli sperduti del pianeta che vivono in modo tradizionale), si imbattono spesso in comportamenti e stati di coscienza che sembrano indicare, tra mille insidie, la via di una conoscenza “giusta, pura, luminosa”.
La mente estatica di Elvio Fachinelli, Adelphi, 1989, Milano
L’estasi come potenziale e quanto mai raro sviluppo di menti elette, o come generale possibilità di ogni uomo comune di visitare i suoi livelli più profondi? L’estasi come trasgressione di un limite, o come vertigine a ritroso verso un arcaico paradiso perduto? Secondo Fachinelli l’estasi è innanzitutto una esigenza antropologica da recuperare, messa da parte nel corso dell’evoluzione dell’uomo cosiddetto civile. Alla base del vissuto estatico c’è una esperienza che è insieme percettiva, emozionale e cognitiva; un'”apice” psichico che non può e non deve essere ridotto alla sola dimensione mistica… Denominatore comune di tutte le esperienze estatiche, difatti, è la regressione verso quell’epoca perinatale denominata – a seconda dei modelli psicoanalitici di riferimento – “narcisismo primario”, “fusione”, “simbiosi”… Prototipo dell’estasi rimane la beatitudine dell’unione del bambino con la madre, nella perfezione inconsapevole di essere due in uno, senza confini, senza vincoli di spazio e di tempo, senza le costrizione del reale. L’autore spazia da incursioni storiche e letterarie (da Eckart a Proust, da Dante a Bataille) a riflessioni più propriamente psicoanalitiche; particolarmente interessante, verso la fine, la messa a confronto di Freud e Lacan, che, entrambi, “temevano la gioia eccessiva”. Sullo sfondo – sensibile, anche se raramente evocata – c’è l’esperienza clinica con i pazienti e con se stesso. (Recensione di Argentieri S., da L’Indice 1989, n. 9) .
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Durante l’estate ho letto, fra l’altro, Del simulacro perso nei sogni di Mariano Bargellini , Marietti, 2004
Scritto dopo la morte di un amore, nell’attraversamento dell’addio, la vertigine di una perdita infinita e lo spazio sottile dell’ assenza