BUONA PASQUA
A TUTTI
Mathias Grünenwald, Resurrezione di Cristo, seconda "visuale", ala sinistra, della pala centrale della Crocifissione del polittico dell’altare di Isenheim, conservato nel museo Unterlinden di Colmar in Alsazia ( circa 1511-1515)
Ekphrasis. Il Cristo risorto di Grünenwald è un’immagine che contiene una figura di luce con i caratteri della totalità, dai tratti maschili-femminili. Si libra al sopra della realtà, al centro di un’immagine strutturata; e il suo irraggiamento ordinato in cerchi concentrici non si perde fluendo semplicemente all’esterno: nel prosciugarsi, l’energia rimane nella figura.
Più che Dio, figlio, unto, messia che verrà, salvatore, Cristo, che è una parola greca, qui è essenzialmente un “tu” – parola comprensibile e traducibile in tutte le culture e in tutte le lingue.
In altri termini, lo splendore diffuso del Risorto non sostituisce i tratti individuali della persona raffigurata. E benché quasi per miracolo regni una totale armonia, e un lampo simuli uno strale di felicità universale e di gloria, sentiamo che quella figura ha una storia e un divenire. Il suo essere sospesa non significa un allontanarsi dalla realtà, quanto piuttosto il risultato del confronto con essa, coronato da successo.
In termini junghiani, egli non è dunque l’Ermafrodita primordiale, regressivo, bensì l’Ermafrodita finale: il Sé come figura di totalità. L’accettazione di una tale figura e la comunicazione speculare con essa significa percezione di una nuova personalità del Sé. Dio si trova bene nella sua pelle umana e anche noi, nonostante tutto, siamo sani e salvi in compagnia del Risorto. A tale proposito, faccio mio l’augurio del mio ermetico amico Dario Chioli ( www.superzeko.net) pervenutomi quest’oggi: “Che quel che è scuro possa diventar chiaro, e quel che è chiaro possa impregnare il nostro essere…”.
Alcuni particolari concreti nella parte inferiore del quadro rimandano al carattere tangibile di questo confronto: i guardiani e la tomba vuota – non un vuoto nichilista, ma un vuoto come fresca traccia…
Riposa o Gesù nella pace della tomba; poi risorgerai per un regno eterno.
Come le donne fedeli, noi veglieremo accanto a te. E quando anche per noi scoccherà l’ora della morte, concedici, o dolcissimo Signore, di dormire con calma eguale alla tua il sonno dei giusti.
In questo breve intervallo che passa tra la morte e la resurrezione finale, concedici un riposo tranquillo. Difendici dal nemico, salvaci dall’abisso.
O caro Signore, fà che i nostri amici si ricordino di noi e preghino per noi. Fà che per noi vengano celebrate delle messe, affinchè abbiano una rapida fine le pene del Purgatorio, che abbiamo giustamente meritate. Degnati concederci momenti di ristoro, riempici di sogni santi e di contemplazioni consolanti, da cui poter attingere le forze per elevarci verso il cielo.
Permetti ai nostri angeli custodi di aiutarci a salire la gloriosa scala che va dalla terra al cielo, e che Giacobbe vide in sogno.
E quando saremo giunti alle porte eterne, fà che esse si aprano fra i cantici degli angeli, che San Pietro ci accolga, e che Maria, la gloriosa Regina dei santi, ci abbracci e ci conduca a te, al tuo eterno Padre, allo Spirito santo per godere la beatitudine eterna. (John Hanry Newan; Via Crucis) –
( grazie all’amico “tardobarocco” : Duca de Gandia)