CRIMINI DEL SACRO
NUOVA CONDANNA A MORTE IN IRAN
Ucciso perché gay, è stato giustiziato Makwan
Mentre era in corso la campagna lanciata dal gruppo Everyone per impedire l’assassinio del giovane iraniano Makwan Moloudzadeh, torturato e condannato alla pena capitale perchè accusato di avere avuto all’età di 13 anni un rapporto sessuale con un coetaneo, è giunta da Teheran la notizia della sua esecuzione per impiccagione.
Makwan Moloudzadeh aveva ventun anni ed è stato assassinato in seguito alla condanna a morte emessa dal tribunale islamico per il crimine-peccato di “liwat” (sodomia). Il ragazzo, secondo l’autorità giudiziaria iraniana, era infatti “colpevole” di aver amato un coetaneo all’età di 13 anni e di aver avuto con lui rapporti sessuali.
Il nuovo crimine del lugubre regime sacrificale degli ayatollah è avvenuta nel carcere di Kermanshah, nell’ovest dell’Iran, alle 5 del mattino (ora iraniana) di ieri 5 dicembre 2007.
«L’uso della pena di morte in Iran – ha detto il presidente della sezione italiana di Amnesty, Paolo Pobbiati – ha raggiunto livelli aberranti: tra le persone già messe a morte o a rischio di esecuzione quest’anno vi sono omosessuali, adulteri, prigionieri di coscienza, giornalisti. L’Iran è il Paese che dal 1990 ha assassinato il maggior numero di minorenni all’epoca del reato, 28 in totale, in violazione del diritto internazionale* che impedisce queste esecuzioni».
* > Patto internazionale sui diritti civili e politici
e la > Convenzione sui diritti dell’infanzia
"In Iran gli omosessuali non sono perseguitati perché non esistono" (il Presidente Ahmadinejad alla Columbia University di New York durante la sua visita negli Usa). Notare il ditino itifallico del pio "purificatore" del suo popolo e sanguinario bugiardo patentato).
Iran, Iraq and that gay-hunt the Left keeps ignoring, The Cat’s Blog