COME SANREMO
" POVIA RACCONTA CAMBIAMENTO
NON GUARIGIONE … "
Lo afferma il conduttore Paolo Bonolis, a proposito del brano « Luca era gay », che il cantante Povia porterà nell’edizione 2009 del Festival di Sanremo. E sottolinea: " Dovrebbero ascoltarlo prima di evocare spettri".
Intanto da più parti arriva la segnalazione che su Youtube qualcuno ha inserito una parodia di grande finezza della cover sanremese che forse diventerà addirittura un film.
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in anteprima il tanto discusso testo di Povia, satireggiato da Carmine Di Pancrazio, autore anche della celebre « Brufolo imprevisto » ( ci mancava anche questo ! ) 🙂
A proposito di cambiamenti :
Colorito dialogo tra il sig. Salvatore di Ponticelli e il cartomante di fiducia ( "Tu troverai una donna, figlio mio. Come diceva la lumaca, dammi tempo che io arriverò…da te!") 🙂
Povia non racconta affatto di cambiamento, ma di guarigione, le sue ultime dichiarazioni non più alcuna ombra di dubbio e poi è risaputo che oggi giorni tutti gli psicologi che curano i gay usano per prudenza la parola cambiamento e guarigione per con incappare in sanzioni disciplinari e radiazioni, ma di fatto nelle loro terapie coi pazienti parlano apertamente di malattia e guarigione
In un articolo apparso oggi on line, Gino Castaldo, critico musicale de “La Repubblica” , racconta di esser riuscito ad ascoltare « la canzone più blindata del festival ».
« Di malattia, a onor del vero, non si parla, anzi a un certo punto canta a chiare lettere: ‘né malattia, né guarigione’, un verso che sembrerebbe quasi aggiunto in un secondo momento per rispondere al polverone polemico ».
« La storia è questa: Luca è stato un ragazzo infelice, finché ha incontrato un uomo, molto più grande di lui, che gli ha dato amore, sesso e conforto. Poi a una festa incontra una lei, e la sua vita cambia ».
Una semplice trasformazione, dunque, prima gay convinto, poi « con lei ». Ma l’equazione sospetta (fase omo=infelicità, fase etero=felicità ) forse rimane.
E « L’Arci-gay avrà comunque pane per i suoi denti ».
Per l’ideologia « gay », piuttosto intollerante verso chi, come Povia, pensa diversamente, « omosessuali si nasce ». Per cui, chi come Luca va con un uomo e poi trova la sua felicità con una donna, è una specie di traditore di una presunta natura gay, forse addirittura genetica.
In realtà esistono numerosi passaggi fra « omosessualità » ed « eterosessualità », e viceversa. Ma questo non piace all’Arci-gay, sostenitrice di una « identità gay» fissa e contratta.
Essere gay è facilissimo, basta un touche-pipì con un sesso simile. Più difficile essere eterosessuali.
Infatti. Per svegliarsi, magari di notte, e scoprire con un brivido un sesso alieno, una donna che dorme nel vostro letto, occorre essere veramente adulti.
I giansenisti dell’omosessualità e i mullah dell’Arci-gay non possono che emettere le loro fatwa, considerando il Luca di cui narra Pova una specie di apostata.
E se Luca fosse invece solo un comune bisessuale finalmente rientrato in famiglia, accanto « a lei » e a una bella stufa calda ?
Non a caso, il ritornello afferma implacabile: « Luca era gay, e adesso sta con lei ». Con lei, magari disposta a chiudere un occhio non solo sul passato gay del suo ragazzo finalmente « uomo », ma anche su qualche brufolo imprevisto.
Dedito in gioventù a qualche modesta deviazione, ecco che il Luca di Povia reintegra finalmente l’eterosessualità, ovvero – e non lo dico perché « eterofobo » – la follia della normalità. Perché non dovrebbe portare la sua storia a Sanremo, in modo che tutti, piccini e piccioni, facciano « O » ?
Rida chi può. Tutti, persino il gayfriendly Agnoletto, contro Sanremo ? Non sarebbe la prima volta che l’infelice Arci-gay fa, se non la solita lagna, tanto rumore per nulla.