Gianni De Martino
Nota del curatore all’edizione italiana
Georges Lapassade
Dallo sciamano al raver
Saggio sulla transe
Pulp – Febbriao 98
Questo interessante saggio sulla transe (corredato da una bella intervista con l’autore condotta da Gianni De Martino, curatore dell’opera) considera nei suoi più diversi aspetti – etnologico, antropologico, psicanalitico – un fenomeno di stato di alterazione della coscienza che ha origini assai antiche. La transe, sostiene Lapassade, è un comportamento del corpo, come tale accompagnato da un uso rituale della musica e della danza e collegato a fenomeni di estasi sessuale, ed è tuttora presente a tutte le latitudini e in tutti gli ambiti sociali: dal vodu haitiano ai tarantati dell’Italia meridionale, dal candomblé brasiliano al rave party tecno-metropolitano. L’uscita dal mondo cosciente e il successivo transito verso le infinite dimensioni interiori, siano essi realizzati da uno sciamano a scopo terapeutico oppure ottenuti attraverso l’assunzione di sostanze psicoattive (o enteogeniche che dir si voglia) consentono un viaggio spirituale dell’io desiderante verso “l’esperienza originaria del corpo libidico e della coscienza esplodente”.
Fabio Zucchella
Avvenimenti – Dicembre 97
La copertina di questo intrigante libro riporta due immagini tra loro incompatibili e che pure insieme danno il senso di cosa l’Autore in esso vuole spiegare ed introdurre. Si tratta della conversione di Saulo (San Paolo) del Caravaggio e di una foto di danza di “sufi travestiti” in Pakistan. Civiltà diverse, epoche diverse, strutture mentali lontanissime: accomunate da cosa? Lapassade nel suo saggio sulla transe introduce, partendo da un punto di vista antropologico, ma poi andando oltre, ai lati oscuri di tutte le culture umane, trovando – perchè ben visibili e comunque, in ognuna di esse, ben codificate – le forme nelle quali questo irrazionalismo necessario ha trovato spazio. Andare fuori di sé, attraverso la danza, la musica, le sostanze stupefacenti, e raggiungere il “sacro” è quanto accomuna i culti di Dionisio, il vudu, i sabba medioevali, fino ai rave tanto vietati dei nostri giorni. Questo libro è una base teorica per orientarsi e capire.
Musica – supplemento a Repubblica – 19 Novembre 97
Al rave degli sciamani
Essere fuori di sé, abbandonare la soglia razionale per uno stato di coscienza superiore, dove il corpo raggiunge la sua vera comunione con il mondo. Ecco una definizione essenziale della transe, così come ce la suggerisce la lettura di questo saggio di George Lapassade. Lapassade distingue tra uno stato di transe di “possessione” (elaborato culturalmente e strettamente collegato a rituali religiosi o di iniziazione sociale), e una transe come “stato modificato di coscienza” indotto da sostanze psicoattive, funghi allucinogeni o ecstasy che siano. Nel primo caso ci sarebbe un compromesso tra il desiderio di estasi, presente in ogni essere umano, e l’istituzione che controlla e gestisce l’organizzazione sociale: qui, scrive Lapassade, “la transe viene generalmente considerata una risorsa, ovvero una disponibilità cui si può ricorrere in caso di bisogno”; nel secondo, al contrario, la transe viene comunemente giudicata come una devianza, socialmente pericolosa. Questo saggio ripropone l’analisi sulla transe realizzata da Lapassade nel 1978, arricchita dall’intervista all’autore di Gianni De Martino pubblicata nel 1980 dalla rivista “Rolling Stones”. Dallo sciamano al raver ha il pregio di condensare in poche pagine tutto ciò che si sa della transe in ambito antropologico e storico. Secondo Lapassade, come nota De Martino, “tali stati prefigurano una gioia profondamente sepolta nel sistema nervoso, che sembra anteriore alla divisione originaria del soggetto (così com’è sostenuta dalla psicoanalisi), ed è in rapporto di consonanza, se non di casualità stretta, con l’estasi sessuale”.
La novità introdotta in questa edizione del saggio sulla transe è contenuta nella postfazione, scritta dall’autore nel marzo di quest’anno. Qui Lapassade accenna all’ultima figura della transe apparsa nel mondo occidentale: la “techno-transe”, ovvero quella transe metropolitana che si realizza in luoghi dedicati al ballo e all’ascolto della musica, le discoteche e le arene per i concerti rock. Una ricerca che, avverte lo stesso Lapassade, è appena agli inizi. I concetti elaborati dall’antropologia sulla base dello studio delle transe tradizionali non possono essere piegati a questo scopo, ma senza la conoscenza delle forme di transe, a partire dallo sciamanismo, non si coglierà mai l’essenza di un rave.
Carlo Moretti