PREMESSA DELL’ATTRICE (estratti)
di Jacqueline Ceresoli
L’originale stesura della “Ultima lettera di Vlad” di Gianni De Martino prevede un monologo più intimista e minimalista. E’ una stesura avvincente, la sua, dal punto di vista narrativo, che sebbene più complesso della mia interpretazione, mira all’analisi introspettiva di una natura enigmatica qual è Vlad, titanico e fragile nel contempo.
La mia interpretazione, anche per motivi di spettacolo, è più scarna sul piano linguistico, seppure fedele agli intenti narrativi dell’autore.
Piuttosto mi sono concentrata sulla esasperazione della teatralità, accentuando l’espressività del corpo, dei gesti e dello spazio scenico, per lasciare allo spettatore il compito di assolvere o condannare un personaggio che pretende di essere Mito per sopravvivere all’eternità. Vlad si eleva fra gli altri dei perché non accetta il suo annullamento, si eternizza nell’arte. (…) Il mito, l’arte la capacità di illudersi e di creare dimensioni di sogno o teatri immaginari aiutano a sopportare il vuoto della morte.
(…) La mia chiave di lettura simbolica del testo di Gianni De Martino, che apprezzo e stimo, non ha l’arrogante pretesa di risolvere gli enigmi di un’esistenza. Semmai, ricercandomi, mi aiuta ad evocare le mie paure e i miei fantasmi.
Forse guardandoli in faccia con la maschera li esorcizzo, o tento di farlo.
Spero di trasportare sulla scena un “tableau vivant” espressionista e mi ispiro, in particolare, a Egon Schiele (1890 -1918) e Oscar Kokoschka (1886-1980)).
JACQUELINE CERESOLI
Jacqueline Ceresoli e Gianni De Martino
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Teatro i