Benvenuti a Persepoli

BENVENUTI A PERSEPOLI
 
Persepolis – Il trailer ufficiale in Italiano youtube
Film d’animazione tratto dalla geniale e controversa autobiografia a fumetti di Marjane Satrapi
30 anni di storia iraniana visti dall’autrice di Persepolis: l’infanzia a Teheran durante la rivoluzione islamica, l’adolescenza in collegio a Vienna, il ritorno in patria e infine l’esilio dorato a Parigi per sfuggire al clima oppressivo instaurato dalla  dittatura degli ayatollah.
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Paperino compie 75 anni

ANNIVERSARI
BUON COMPLEANNO, PAPERINO
« E il nove giugno che cos’è? »
(Paperino, ricordando il suo compleanno ai nipotini)
Zio Paperino compie 75 anni
 

The Wise Little Hen (La gallinella saggia) di Ub Iwerks , 9 giugno 1934
 
Paperino e Paperina ballano una tarantella.
www.youtube.com/watch?v=CKETU5Q90Kc
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Infanzia

UN ATTIMO AZZURRO
Kindheit
di Georg Trakl
(1887 – 1914)
Voll Früchten der Holunder; ruhig wohnte die Kindheit
In blauer Höhle. Über vergangenen Pfad,
Wo nun bräunlich das wilde Gras saust,
Sinnt das stille Geäst; das Rauschen des Laubs
 
Ein gleiches, wenn das blaue Wasser im Felsen tönt.
Sanft ist der Amsel Klage. Ein Hirt
Folgt sprachlos der Sonne, die vom herbstlichen Hügel rollt.
 
Ein blauer Augenblick ist nur mehr Seele.
Am Waldsaum zeigt sich ein scheues Wild und friedlich
Ruhn im Grund die alten Glocken und finsteren Weiler.
 
Frömmer kennst du den Sinn der dunklen Jahre,
Kühle und Herbst in einsamen Zimmern;
Und in heiliger Bläue läuten leuchtende Schritte fort.
 
Leise klirrt ein offenes Fenster; zu Tränen
Rührt der Anblick des verfallenen Friedhofs am Hügel,
Erinnerung an erzählte Legenden; doch manchmal erhellt sich die Seele,
Wenn sie frohe Menschen denkt, dunkelgoldene Frühlingstage.
 
Traduzione :
INFANZIA
Colmo di frutti il sambuco; tranquila abitava l’infanzia
in azzurra cavità. Sul sentiero scomparso,
dove bruna ora sibila l’erba selvatica,
meditano i taciti rami; il fruscio delle foglie
 
simile a quando l’acqua azzurra risuona tra le rocce.
Dolce è il lamento del merlo. Un pastore
segue in silenzio il sole, che rotola dal colle d’autunno.
 
Un attimo azzurro è solo più anima.
Al margine del bosco si mostra un timido animale e in pace
riposano a valle le vecchie campane e le borgate nelle tenebre.
 
Più devoto tu riconosci il senso degli anni oscuri,
frescura e autunno in stanze solitarie;
e nella sacra azzurrità squillano ancora passi luminosi.
 
Piano, scricchiola una finestra aperta; alle lacrime
muove la vista del cimitero decrepito sulla collina,
ricordo di leggende narrate; ma talora l’anima si rischiara
quando pensa a liete creature, giorni primaverili d’oro antico.
 

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Addio a don Gianni Baget Bozzo

ADDIO A DON GIANNI
Padre Gianni Baget Bozzo è morto nel sonno nella sua abitazione di Genova. Aveva 84 anni. I funerali si svolgeranno, lunedì alle 11.30, nella parrocchia Sacro Cuore di San Giacomo di Carignano, a Genova.
 
"La mia è stata una vocazione singolare, nata da un’esperienza mistica conosciuta come tale, dall’ascolto di una Voce che parlava nel mio cuore e che aveva governato tutta la mia vita. Come raccontare la mia storia di prete se non raccontando anche il rapporto con Dio, il rapporto più segreto per ogni uomo, che per me era diventato così palese da suggerire tutti i miei atti? Non è stata una vita semplice e molte volte ho sentito la sua singolarità come una condanna, l’uscita da una vita ordinata che mi sarebbe piaciuto condurre e che non ho mai vissuto." (Gianni Baget Bozzo, da Vocazione. Mistica e libertà, Lindau, 2005)
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Convivio dedicato a Georges Lapassade

 Incontri
 
CONVIVIO DEDICATO A GEORGES LAPASSADE
 
La Libera Università Popolare Georges Lapassade ricorda la figura e l’opera del “professore della transe”
 
 
 
Nato il 10 maggio 1924 ad Arbus, morto quest’estate, il 30 luglio 2008, a Parigi,  lascia un’eredità di pratiche, di riflessioni, di  stimoli e soprattutto la voglia di continuare a vivere l’incompiutezza  dell’uomo.
 
Sabato 9 maggio 2009, ore 10-21, XM24, via Fioravanti 24, Bologna
Domenica 10 maggio 2009, ore 10-21, HUB57, via Serra 2, Bologna
 
 
Interventi di
 
Patrick Boumard (université de Brest) Lapassade et l'université en transe
Lucette Colin (Université Paris 8) Lapassade homme inachevé
Giorgio De Martino (Master II Université Paris 8), Pour une ré-conceptualisation de l'idée de transe et de bioénergie
Christiane Gilon et Patrice Ville (Université Paris 8) Les 2 axiomes socianalytiques de Lapassade : "analyser est un combat" et "il faut tenir le dispositif"
Charlotte Hess (Danseuse et philosophe, Paris) Lapassade performer
Remi Hess (Université Paris 8) Lapassade sociologue
Michel Lobrot (Universitè Paris 8) Note sur la vie de Georges Lapassade
Giusi Lumare (Dottoranda Université Paris 8) Microsociologia della scuola e ricerca-azione
Salvatore Panu (Dottorato Università Paris 8) Il mito sardo : ricerca-azione e diario di una storia meticcia
 
Gilberto Camilla (Psicoanalista, Presidente della SISSC e Direttore Scientifico  di Altrove, Torino) Il burbero fragile
Anna Lisa Cantelmi (Erborista-Artista, Sulmona) Transiat
Luisella Carretta (Le Arie del tempo, Genova) Transire / quotidianità e creatività
Renato Curcio (Ricercatore, Sensibili alle Foglie, Dogliani) La sociologia profana di Georges
Ornella D'Agostino e Alessandro Melis (Associazione Carovana S.M.I. -Cagliari)
Il corpo luogo d'identità. Tracce di percorsi artistici condivisi con Georges Lapassade
Roberto De Angelis (Università La Sapienza) Lapassade in campo e l'ostacolo etnografico
Gianni De Martino (Giornalista e scrittore, Milano) Georges in Marocco
Piero Fumarola (Sociologo, Università del Salento) L'esperienza nel Salento
Leonardo Montecchi (Psichiatra e psicoterapeuta, Rimini) Transe e dissociazione : la transe come risorsa vitale.
Anna Nacci (Tarantula Rubra, Roma) Tarantismo e neo-tarantismo
Pierfrancesco Pacoda (Critico musicale e saggista) L'invenzione del Tarantamuffin
Andrea Pascali (Sociologo e semiologo, Torino) Il concetto di congruenza nella socioanalisi
Nicoletta Poidimani (Libera ricercatrice, Milano) Uno dei miei più importanti cattivi maestri
Nicola Valentino (Sensibili alle Foglie, Roma) Il sogno e l'analisi istituzionale
Guglielmo Zappatore (Dottorando Università del Salento) Georges e il misticismo
 
Fabio Albano (Musicoterapeuta e psicologo, Bologna) Bioenergia e potenziale umano
Dimitrios Argiropoulos (Pedagogista, Università di Bologna) Marginalità urbane : andar per i campi "nomadi"
Giovanna Artale (Musicoterapeuta, Bologna) Dialoghi
Noemi Bermani (Bologna) L'albero della cioccolata
Franco Berardi "Bifo" (autore di "Come si cura il nazi") Lapassade è il corpo tarantolato di Guattari
Pino De March (Attivista poetico, Bologna) La poetica di Lapassade : transidentità
Roberto Panzacchi (Formatore, Bologna) L'autogestione pedagogica: ognuno ha qualcosa d'importante da dire e da ascoltare
Rosario Picciolo (Livello57, Bologna) Georges e Vento
Sandra De Giuli (Regista-documentarista, Bologna)
 
 
Proiezioni video
Lila, la derdeba degli Gnawa a Bologna, 11 febbraio 2000, di Amalia Goffredo
Immagini street parade antiproibizionista e interviste inedite a Georges, a cura di Massimo Lorenzani (Lab57 Alchemica)
Il lunedi in albis, la Madonna dell'Arco, Napoli, 1994, di Gigetto Dattolico
Georges Lapassade, funambule du paradoxe, réalisateurs: Luc Blanchard et Rosemarie Bouvet
 
L'iniziativa è a cura di Salvatore Panu
la sua realizzazione è resa possibile grazie alla partecipazione e all'ospitalità di tutti i convitati
 
In collaborazione con
 
Spazio sociale autogestito XM24, Ass. Cult. Livello 57 (HUB57), Banca del Tempo Momo
Università del Salento, Université Paris 8
 
Info 340-8964948
.
 
 
Georges Lapassade e Gianni De Martino  all’ingresso della zaouïa  degli Hamadcha
in rue Ibn Khaldoun, Essaouira, 1994 (foto di Rachid Bouftih)
 
 
 
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BUONA PASQUA

BUONA PASQUA

Ekphrasis.

Mathias Grünenwald, Resurrezione di Cristo, seconda "visuale", ala sinistra, della pala centrale della Crocifissione del polittico dell’altare di Isenheim, conservato nel museo Unterlinden di Colmar in Alsazia ( circa 1511-1515)

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L'editoria non paga

COLLABORAZIONI
L’EDITORIA NON PAGA
                           copertina                                                    
                       
             Cesare Pavese
             a Giulio Einaudi, Milano
 
                       
  Roma, 28 febbraio 1946
 
  Caro Giulio
 
 Sono costretto a ricordarti che la Repubblica sociale   di  Mussolini cominciò a perdere veramente il credito e a essere condannata da tutti i benpensanti il giorno che i suoi impiegati non ricevettero più regolarmente gli stipendi, e un po’, per volta li si ridusse a contentarsi di acconti. Per una volta passi, ma quando di mese in mese lo stesso fatto tornò a ripetersi, allora fu finita. Devo dirti che dal mese di ottobre u.s. io non ho più ricevuto regolarmente tutto in una volta lo stipendio; e passi. Ora mi accorgo che la stessa cosa si minaccia agli altri impiegati, specialmente quelli d’ordine, e allora dico basta, per me e per tutti.
Nessun impiegato può lavorare con un minimo di tranquillità se non è assolutamente certo di ricevere il 30 del mese – cascasse il mondo – lo stipendio – e non a gocce, non ad elemosine, ma – fosse anche solo per ficcarselo sotto il materasso – tutto intiero e sonante. Se credi che in questo modo s’incrementi quello spirito di dedizione per la casa editrice che è nei voti, ti sbagli. In questo modo si crea soltanto del disordine e della fiacca. Io per primo comincio a infischiarmi della Casa, e a cercar lavoro sui giornali redditizi.
Se i soldi non ci sono, si facciano meno imprese sceme si spediscano meno lampi; si aboliscano sedi -ma insomma si provveda. E soprattutto smettetela coi giornali che in altri tempi servivano a mandarci in prigione, e oggi tutt’al piú a mandarci in fallimento. Ho pazientato l’inverno perché la situazione era tale che nessuno pareva averci colpa; ora le cose cambiano. Se come primo risultato della tua politica di risanamento e ripresa, gli impiegati ti romani – compreso io -devono rimandare a domani pranzo e la cena, allora ti consiglio di cambiare mestiere e lasciare il campo a gente dalla testa sul collo.
Per il momento sospendo ogni attività editoriale fino a che non mi sia stata pagata – e come me a tutti gli altri fin l’ultima lira del mese di Febbraio. Per questa volta non istigo nessuno a seguirmi nello sciopero.
Tante cose
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Ricordando Georges Lapassade

CATTIVI  RAGAZZI
RICORDANDO  GEORGES LAPASSADE
Se l’uomo vuole essere soggetto, attore cosciente della sua storia, deve analizzare le istituzioni dalle quali dipende e che lo attraversano, e trovare nell’azione di gruppo una via d’uscita all’atomizzazione burocratica della quale è vittima
                                                                       G.Lapassade
 
 
 
 
Connaissiez-vous Georges Lapassade?
Omaggio a Georges Lapassade (1924-2008)
Domenica 5 aprile 09 alle 15,30
Csoa Cox18 – Libreria Calusca – Archivio Primo Moroni
Via Conchetta 18, Milano
 
interventi di:

Noemi Bermani, Gilberto Camilla, Renato Curcio, Roberto De Angelis, Gianni De Giuli, Gianni De Martino, Piero Fumarola, Leonardo Montecchi, Roberto Panzacchi, Nicoletta Poidimani, Paolo Sollecito, Guglielmo Zappatore

 
Nel corso dell’iniziativa saranno presentati:

Altrove – numero dedicato a Hoffman e Lapassade
L’Autobiografo, di Georges Lappassade, Edizioni Besa 2009
All’ombra di Georges Lapassade, Testimonianze e aneddoti dal Salento, a cura di Guglielmo Zappatore, Sensibili alle foglie, 2009
 
 
 Georges a Essaouira, 1993  ( foto di Luigi Di Cristo)
 
 
Link
 
sito dedicato a Georges Lapassade in Italia
 
 di Abdelkabir Namir
 
Georges in Marocco
 
Rivages d’Essaouira – Archives
 
 
Rileggendo Lapassade
di Antonio Vigilante

 “L’ultima transe” di René Schérer, 27 août 2008
 

Repubblica — 22 agosto 1992
 
 
                                     IBS – I libri di Georges Lapassade
  
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Il mio gatto

 TEATRO DEL CUORE
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IN MORTE DEL GATTO
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Noi siamo il gatto che è in noi.
Siamo i gatti che non possono
camminare da soli, e per noi c’è
un posto soltanto
          William S. Burroughs
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…un inizio o una rottura? La domanda segue un momento di afasia e quasi di torpore… Oggi hai perso il tuo gatto Sardina. Se n’è andato contorcendosi con un sussulto cadendo su un fianco e guardandoti fisso negli occhi… forse ti credeva capace di salvarlo. “E’ m-morto”, ha detto il veterinario. Quando gliel’hai portato era già rigido come un baccalà… Seppellire in fretta.
 
Ti dispiace, anzi sei proprio incazzato…E lui dov’è adesso? L’aria è piena dei suoi ricordi e nella morte c’è qualcosa di sbagliato … Certo, accettare i limiti è intelligenza. Ma la perdita è infinita…
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La notte dormiva a casa, il giorno usciva per andare a caccia. Il felino defunto era un killer crudele. Ma, “per te”, è e resta il gatto più tenero e bello del mondo.
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( Occorre molto coraggio per essere teneri. Sigh! )
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Mi sgranchisco le dita sulla tastiera, dov’è caduto il sudore, e vedo la mano destra graffiare nell’aria e “ bruciare di pura fiamma felina, il pelo ritto e scintille sfavillanti di blu “- proprio qui dove sto seduto io adesso…tempo fa… Da quanto tempo hai incominciato a correre, graffiare e bussare a tante porte dove non sei ? Non mi piace il buio. Ci sono. E la sua ciotola è vuota…

( Be’, ti puoi risparmiare il dovere di riempirla:  è finito quello  sguardo di rimprovero…finito anche  il lavoro, la spesa e il dramma della ciotola vuota ! ).

.
Lo chiamano il lavoro del lutto : dal buio alla luce. Il lutto può essere sia anticipato sia post rem. Quello post rem pare che in genere duri solo tre o quattro giorni, dopo un po’ non ci si pensa più. Perlomeno non più intensamente come adesso, ma fugacemente, furtivamente, di tanto in tanto…
.
E’ fiabesco, ma è così, suppongo, che fingendo una continuità necessaria, la scrittura svolge il forse inevitabile lavoro della memoria, del lutto e della cultura. ( Un lavoro che per fortuna è anche gioco – gioco di maschere e di vertigini… tra malore e valore).
.
 
 Nero su bianco, la luce  viene al pensiero, alla lingua, alla scrittura e – riempiendo i buchi e chiudendo i vuoti, proprio come fa la morte –  dice:
 
Creaturine morte in freddi vicoli urbani
In torridi terrains vagues assolati
Tra cocci di terraglie, ortiche, muri crollati
Possiate sgranocchiare amrita
Nel paradiso dei gatti.
 Ciao, cara Sardina! Chi vive ?
 
Colonna sonora
– La Llorona (la Piagnona), dal corto "Hasta los huesos" [ Ecco le ossa ]  
 
 
– Un’altra versione della "Donna che piange" interpretata in modo stupendo da Chavela Vargas – oggi novantenne.
 
 
          Immagine
Pierre Auguste Renoir, Le garçon au chat [Ragazzo con il gatto, 1868 ]  Olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay. Nella pittura e nella poesia, il gatto è ( come nel quadro di Renoir ) la metonimia della tenerezza, della carezza e della nudità svelata e rivelata dalla luce. In pittura, il gatto appare come uno strumento che, catturando lo sguardo con un diversivo, permette di mostrare la nudità senza svelarsi.  Cfr. > http://himmelweg.blog.lemonde.fr/2008/08/04/la-metonymie-du-chat/
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La questione tibetana

ANNIVERSARI
IL DRAMMA DEL TIBET
DISCORSO DEL DALAI LAMA 10 MARZO 2009
   Oggi è il cinquantesimo anniversario della pacifica rivolta del popolo tibetano contro la repressione della Cina comunista in Tibet. Dallo scorso marzo si sono diffuse pacifiche proteste in tutto il Tibet. La maggior parte dei partecipanti erano giovani nati e cresciuti dopo il 1959, i quali non hanno mai vissuto né visto un Tibet libero. Questi cinquanta anni hanno portato indescrivibili sofferenze e distruzioni alla Terra del popolo tibetano.
Anche oggi i Tibetani in Tibet vivono con una paura costante e le autorità cinesi sospettano costantemente di loro. Oggi la religione, la cultura, la lingua e l’identità, che le successive generazioni di tibetani hanno considerato più preziose che le loro vite, sono a rischio d’estinzione; in breve, il popolo tibetano, è stato considerato come un criminale meritando soltanto di essere messo a morte.
Noi abbiamo bisogno di guardare al futuro e lavorare per i nostri benefici. Rivolgiamo il nostro sguardo verso una legittima e concreta autonomia che abiliterebbe i tibetani a vivere entro la struttura della Repubblica Popolare Cinese. Soddisfacendo le aspirazioni del popolo tibetano consentirebbe alla Cina di ottenere stabilità e unità. Per quanto ci riguarda, noi non stiamo avanzando nessuna richiesta basata sulla storia. Guardando indietro alla storia, non c’è nessun paese oggi, Cina inclusa, il cui status territoriale è rimasto immutato, né che possa essere soggetto a modifica.
Sono deluso per il fatto che le autorità cinesi non abbiano risposto in maniera appropriata ai nostri sinceri sforzi per migliorare l’autonomia regionale per tutti i tibetani, come stabilito nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese. A margine dell’attuale processo del dialogo sino-tibetano che non ha portato a nessun risultato concreto, c’è stata una violenta repressione sulle proteste dei tibetani che hanno scosso l’intero Tibet da marzo dello scorso anno.
Sin dall’antichità il popolo cinese e quello tibetano sono stati vicini. Anche nel futuro noi dobbiamo vivere insieme. Quindi è molto importante per noi coesistere in amicizia gli uni con gli altri. Dall’occupazione del Tibet, i Comunisti Cinesi hanno fatto una propaganda distorta sul Tibet e sulla sua gente. Di conseguenza, ci sono nella popolazione cinese poche persone che hanno una vera comprensione sui fatti del Tibet. È infatti molto difficile per loro conoscere la verità. Ci sono anche leader cinesi di estrema sinistra che dallo scorso marzo hanno fatto una diffusa propaganda con il solo scopo di creare astio tra il popolo cinese e quello tibetano. Tristemente, come risultato, si è fatta spazio nelle menti di alcuni nostri fratelli e sorelle cinesi una impressione negativa dei tibetani.
Quindi vorrei esprimere un forte desiderio affinché i nostri fratelli e sorelle cinesi non siano influenzati da questa propaganda, ma invece comprendano gli accadimenti del Tibet in modo imparziale, così che non ci siano divisioni tra di noi. I tibetani dovrebbero anche continuare a lavorare per l’amicizia con il popolo cinese.
Guardando indietro ai 50 anni dell’esilio, noi abbiamo sperimentato molti alti e bassi. Comunque sia, il fatto che la questione tibetana sia ancora aperta e che la comunità internazionale si stia interessando molto è senza dubbio un traguardo. Vista da questa prospettiva, io non ho alcun dubbio che prevarrà la giustizia per la giusta causa del Tibet, se noi continuiamo sul cammino della verità e della non violenza.
Dico sempre che dobbiamo sperare per il meglio e prepararci per il peggio. Da qualsiasi punto lo guardiamo sia dalla prospettiva globale che dal contesto degli eventi in Cina, ci sono ragioni per noi che ci fanno sperare in una veloce risoluzione della questione tibetana. Ma dobbiamo anche essere preparati nel caso in cui la lotta per il Tibet si protragga per un tempo più lungo.
 
 
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