Creatività/ La morte fa plon plon…

 LA MORTE FA PLON PLON…

Arnold Böcklin (1827 – 1901): Selbstporträt mit fiedelndem Tod, 1872 – Nationalgalerie Berlin

Nell’atto creativo, mentre dipinge, il pittore Arnold Böcklin porge l’orecchio al violino della morte.

Di cosa vive un “creativo”? Della nascita di un suo proprio doppio, di un’opera che egli invia al suo posto nel mondo, ma anche della paura della morte.

L’immaginario della morte, e del suo plon-plon, in Böcklin può sembrare abbastanza convenzionale, ma la musica vivente della morte nell’atto creativo è la visione, assolutamente reale, di quello che accade anche nell’ atto dello scrivere.

Alle fonti del processo creativo, nell’atto del prodursi dell’oggetto artistico , è in atto un lavoro mentale rintracciabile nella scrittura e in tutto ciò che è un equivalente della scrittura. Nelle operazioni del pittore o compositore, come in quelle del matematico o dello scienziato alle prese con un problema creativo da risolvere , ci si trova in una specie di stato secondo prossimo alla trance.

Come la masturbazione o la morte, scrivere è l’atto più solitario che esista; ed è caso e causa di una certa dissociazione.

In cosa uno scrittore si distingue dagli altri? La sua diversità consiste nel fatto che egli diventa, come i pipistrelli, sensibile agli ultrasuoni; e non teme, come quasi tutti, la parola MORTE.

Anzi, come sostiene William Burroughs, zio Bill ,“ lo scrittore è colui che non vuole niente di meno che assumere il posto della MORTE… Benché poi non è che sia sempre così sicuro delle sue credenziali, allo stesso modo in cui una persona mascherata da scheletro la notte di Carnevale, potrebbe trovarsi in imbarazzo nell’incontrare un morto vero. "

Lo scrittore è "socio" della MORTE. E lo è nell’atto dello scrivere, quanto più la creatività fluisce … cercando di tracciare una via per lo scorrere di un significato nel caos del mondo.

Scrivere, sudare sulla tastiera e passare, ad ogni frase compiuta , nella morte dello spazio bianco.

E qui nel bianco, resistendo nel bianco, fare come fa la MORTE: riempire i buchi…

«"E ora ascoltate" – le parole sfumavano. Grugnivano, gemevano, guaivano, come se fossero messe in questione e costrette a rivelare il proprio significato recondito...».

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QUEL GIORNO A HIROSHIMA

Nel 62esimo anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima il premier giapponese Shinzo Abe si è espresso per l’abolizione delle armi nucleari. Oggi la città rende omaggio alle 140.000 vittime dell’ordigno.

 6 AGOSTO 1945 – ORE 8.15.17

 (A ricordo del 6 agosto 1945)
di  Koki Kinoshita

Dove è stata distrutta la città,
dove ci sono ora le ceneri dei nostri amati,
dove c’era l’erba verde
e le bianche piante,
il raccolto  é stato funesto.

Perciò, fratelli e sorelle, vigilate e badate
che non venga mai la terza bomba atomica.

La pioggia lieve raccoglie il veleno dal cielo,
e i pesci portano la morte nelle profondità del mare;
le barche dei pescatori sono ferme, i pescatori sono ciechi,
il raccolto  é stato funesto.

Perciò, uomini di terra e di mare, vigilate e badate
che non venga mai la terza bomba atomica".


L’anniversario cade nel mezzo delle tensioni internazionali per i programmi nucleari di Iran e Corea del Nord.

 In Iran uno dei personaggi più ammirati è un ebreo, Albert Einstein. Nello stesso tempo nelle moschee e nelle piazze iraniane si predica lo sterminio nucleare di milioni di ebrei, l’apocalisse finale che incupisce i sogni, o gli incubi, del fondamentalismo islamico e del lugubre presidente iraniano Ahmadinejad, secondo il quale l’ imam "occulto" Muhammad al-Mahdi al-Muntazar è pronto a ritornare trionfante a una fine dei tempi che è molto prossima.

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ANNIVERSARI / SUMMER LOVE 1967-2007

 SUMMER OF LOVE ?

L’ ESTATE DELL’AMORE QUARANT’ANNI DOPO

 Il flower power, gli hippies: il culmine di una breve stagione di speranze immense , innamoramenti folli e utopie cancellate da droghe, violenza e la ricerca del potere.

Eravate freschi e piacenti, con un corpo non ancora diventato carne prudente, impaurita e che invecchia. E – fra molta arroganza, povertà, amicizia, sogni e sacchi a pelo – credevate di essere la prima generazione civilizzata del Pianeta. “ Noi metteremo fine alla guerra, alle ingiustizie, alla miseria. ”

Pace ( perpetua) , amore ( naturalmente eterno) e fiori ( sempre freschi) : chissà chi vi aveva messo in testa quelle strane idee. Forse Rimbaud, forse Nanda Pivano, forse Topolino…

Eppure, nonostante tutto l’amore non può essere come la luce di un Love in o di una discoteca che chiude all’alba…

Forse la storia di quel tentativo spirituale – un tentativo di amore più che della cosiddetta “controcultura“ o di una “rivoluzione culturale che contagia il mondo” – può essere riassunta dai versi seguenti dello scrittore indiano Nirad Chauduri:

Ma egli scorse la luce e donde proviene,

la vede con gioia profonda.

Il giovane che ogni giorno sempre più lontano dall’oriente

deve viaggiare, è ancora il sacerdote della natura.

E, confortato da quella splendida visione

proseguirà per la sua strada.

Alla fine, l’uomo la vede morire da lontano,

svanire nella scialba luce del giorno qualunque.

"Hippie Days" – Rotta Hippie 2007 (Matteo Guarnaccia, Italo Bertolasi, Claudio Visentin, Gianni De Martino e Oliviero Toscani a Verucchio)

 

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Intervista con Albert Hofmann / Quei viaggi oltre i confini

 INTERVISTA CON ALBERT HOFMANN

 QUEI VIAGGI OLTRE I CONFINI

Questa estate la Scuola del Viaggio organizza il primo Festival internazionale interamente dedicato al Viaggio Hippie, che si svolgerà a Verucchio (Rimini) dal 29 luglio al 4 agosto 2007, e che proporrà incontri con viaggiatori e scrittori, concerti, documentari, film, spettacoli.

In attesa di partecipare agli "Hippie Days"  riprendo qui una mia intervista di qualche tempo fa con il dottor Albert Hofmann, pubblicata per il quotidiano il Mattino il 23 agosto 1993 con il titolo “ Quei viaggi acidi oltre i confini della coscienza” e in appendice a "Capelloni & Ninfette" ( libro in preparazione per Costa & Nolan).    

Dopo il  il frastuono psichedelico  terminato verso la prima metà degli anni Settanta, e poi gli anni di piombo e  quelli recenti della corsa al successo, il dottor Albert Hofmann, 86 anni, famoso in tutto il mondo per aver scoperto accidentalmente nel 1943 nei laboratori Sandoz gli effetti che l’Lsd aveva sulla coscienza, accetta di parlare a Milano della sua lunga ricerca, in occasione della presentazione del libro Lsd: I miei incontri con Leary, Junger, Vogt e Huxley ( Stampa Alternativa, Roma 1995 ), una raccolta di lettere e riflessioni scritte negli anni delle ricerche sulle modificazioni degli stati di coscienza causate da agenti chimici sintetizzati dai  funghi magici.

L’appuntamento è alle 17 alla Biblioteca Sormani di Milano e bisogna farsi largo tra le centinaia di giovani che si accalcano all’ingresso prima di una conferenza che già si annuncia affollatissima. L’attempato ma vivacissimo "enfant prodige" della chimica moderna, è un grande vecchio con i capelli bianchi che ha lasciato la sua villa di Rittimatte, a una cinquantina di chilometri da Basilea, dove vive circondato dal silenzio, per spiegare il suo punto di vista, raccontare la sua storia, i suoi ricordi, e anzitutto mettere in guardia dalla ripresa denunciata da alcuni osservatori di un uso indiscriminato degli allucinogeni.

C’è infatti un’altra droga che da qualche anno viaggia per l’Europa anche se finora pochi ne parlano: i funghi allucinogeni dei boschi. E’ un nuovo fenomeno che emerge in comcomitanza con importanti scoperte sull’impiego dei miceti psicotropi nella preistoria, funghi impiegati probabilmente per entrare in contatto col mondo metafisico; un uso ben diverso da quello che ne fanno ora i giovani americani ed europei. La notizia arriva dal "New York Times", che parla di una ripresa d’interesse per gli psichedelici anche a scapito delle droghe che danno dipendenza, e dalle relazioni scientifiche sugli effetti delle "micotossine psicotrope volontarie", vale a dire i casi clinici osservati nelle strutture sanitarie relativamente all’intossicazione dall’uso di funghi allucinogeni a scopo ricreativo. Secondo gli etnobotanici le specie più comunemente utilizzate sono i funghi psilocibini, presenti anche in Italia nelle aree montane di alcune regioni, e l’Amanita muscaria e altre specie affini che in America hanno provocato più volte casi di ricoveri ospedalieri. I paesi più colpiti dal fenomeno sono l’Inghilterra, i Paesi scandinavi, la Francia, la Svizzera e l’Italia, sia pure in misura minore.

La posizione del dottor Hofman è inequivocabile: " l’uso delle sostanze che agiscono sulla coscienza è qualcosa che deve essere preso con molta serietà." E sottolinea che non si tratta di droghe in generale, ma di quelle sostanze che, come l’LSD e il Peyotl, "trasformano la coscienza in modo del tutto peculiare". [ Sulla fenomenologia dell’avvicinamento, vedi anche “Jünger e l’esperienza psichedelica” di Walter Catalano, da «Diorama Letterario», n. 222-223, febbraio-marzo 1999] .

Il dottor Hofmann è una persona dall’aspetto severo, voce rauca, accento spigoloso da svizzero tedesco, occhi azzurri e un volto talvolta illuminato da un sorriso che comunica un che di amabile. Impossibile, incontrandolo, non ricordare l’enorme schiera di discepoli, seguaci e simpatizzanti che debbono qualcosa alla sua scoperta, a quell’LSD che egli chiama "Il mio bambino difficile" * : Jack Kerouac e Allen Ginsberg, Neal Cassidy e Gregory Corso, Living Theatre e Julian Beck, Ken Kesey e Tom Wolfe, Grateful Dead e Pink Floyd, i Beatles con la loro "Lucy in the Sky with Diamonds", e Huxley con le sue "Porte della percezione", Timothy Leary con la sua Rivoluzione Psichedelica, le migliaia di libri e di articoli che sono stati scritti, le ricerche di Charles Tart e degli altri neurofisiologi dell’estasi sugli ASC ( Altered States of Consciousness), e le mani, i volti, i viaggi fuori dal corpo di tutta una generazione che pretendeva di aver trovato nella chimica una terribile chiave per poter vedere Dio   [“ Voglio che Dio mi mostri il suo volto”, esclamava Melville a caccia della Balena Bianca e così ripeteva Kerouac nel tentativo di sfuggire all’inevitabile “ruota di carne” (Cfr. “Il dio di Jack Kerouac” di Antonio Spadaro su: http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2007/3758/Articolo%20Spadaro.html ) ] .

Dottor Hofmann, alla lettura della sua corrispondenza con lo scrittore Ernst Junger, colpisce l’affermazione dell’inestricabile intreccio della sfera fisica e di quella spirituale. Possibile che Dio, la gioia, sia sepolto nel nostro sistema nervoso ?

" E’ l’intuizione secondo cui dobbiamo discendere nella carne, che noi siamo, per ricevere nuove rivelazioni. Nella corrispondenza a cui allude cito effettivamente il "Cristo nella materia" di cui parla padre Teilhard de Chardin. Quello che ancora mi sorprende è come una infinitesima particella di sostanza riesca a sprigionare una così grande energia. Di 0,l milligramma di dietilamide dell’acido lisergico solo un decimo arriva al cervello, ed è proprio questo aspetto che fa intravedere la possibilità di un legame molto stretto fra l’elemento fisico e quello spirituale. Sappiamo anche che sostanze come l’adrenalina, per esempio, sono formate o liberate nel nostro organismo dai pensieri e dalle emozioni, che quindi, a loro volta, determinano il funzionamento del sistema nervoso. Si suppone perciò che il nostro corpo sia influenzato e modellato dalla mente, allo stesso modo in cui la natura intellettuale è plasmata dalla biochimica. Resta però un mistero quale sia il punto di trapasso dall’elemento materiale a quello propriamente spirituale. E’ evidente che il nostro sostrato sia materiale, ma come avvenga il passaggio alla coscienza è ancora da chiarire."

Cosa pensa della ripresa d’interesse, negli ambienti accademici, degli studi sulla coscienza e gli Stati Modificati di Coscienza.

" Sono ricerche che mostrano in maniera sempre più chiara che non esiste un solo mondo, ma tanti mondi quante sono le coscienze. E che ognuno si costruisce da sé il proprio mondo, cioè la propria percezione del mondo, in questo gioco di equilibrio fra elemento fisico e coscienza."

Non c’è un’oggettività che stia prima della percezione.

" C’è un mondo fatto di materia e che è l’oggetto delle scienze naturali, ma si può dire anche che esistono tanti mondi quante sono le coscienze. Di solito faccio l’esempio del sorgere dell’immagine in un televisore. Molto dipende dall’emittente, ma più potente è l’antenna del televisore, più immagini arrivano. Di solito vediamo parecchie cose del mondo esterno, che è fatto di materia e d’energia. Vediamo molto, ma non vediamo tutto. E’ possibile però che all’improvviso gli occhi vedano altro."

Aldous Huxley parlava di "porte della percezione" e della possibilità di estendere a tutti, attraverso le chiavi chimiche, l’accesso a uno straordinario stato di coscienza. Perché lei non era d’accordo ?

"Il grande pericolo – ed è questo un punto sul quale ho poi avuto un contrasto anche con Leary – è quello di bruciare l’esperienza, arrivarci cioè artificialmente e troppo in anticipo rispetto al grado di maturazione individuale. Presupposto fondamentale è una certa stabilità, e per persone immature o che non hanno un certo equilibrio può essere molto pericoloso. E’ per questo che sostengo ancora che gli psichedelici dovrebbero essere tabù per i giovani, ma non proibiti."

Negli anni Sessanta l’LSD fu usata senza misura, in una logica d’iperconsumo e d’emozioni forti. Da qui, i disastri. Si sentì isolato ?

" C’era una celebrazione fin troppo ampia e affollata delle ricerca delle differenze e quindi dell’uso e dell’utilizzo di queste sostanze.

[ Vedi : http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/persone/albert/albert/albert.html ( "La controcultura di quegli anni ha rovinato la mia scoperta" : testo dell’intervista di Craig Smith, da la Repubblica 8 gennaio 2006) ] .

C’è poi stata una stretta micidiale negli anni Settanta, ed è stato allora che più che isolato mi sono sentito preso in una morsa di negatività. Oggi la situazione sta di nuovo cambiando, e questo rinnovato interesse tra i giovani per gli psichedelici suscita in me non poche perplessità

Il suo "bambino difficile", come lei chiama l’LSD, continua a darle preoccupazioni.

" I figli che danno preoccupazioni non sono dei figliastri. Sono spesso dei ragazzi difficili perché hanno delle doti particolari. Sono particolarmente dotati ed è a causa della loro stessa intelligenza che talvolta sono tentati di andare sui limiti e d’imboccare strade pericolose. Solo col tempo questi figli difficili e che all’inizio danno preoccupazioni diventano, se ben guidati, dei ragazzi modello. [ flashback.se/archive/my_problem_child/ ( il testo del libro che Hoffmann ha scritto sulla scoperta dell’Lsd, in inglese). “Il mio bambino difficile” è edito in Italia da Apogeo, 1995: http://www.urraonline.com/libri/88-503-2340-9/scheda  ] .Per quanto mi riguarda, grazie alle ricerche sull’Lsd sono entrato in contatto con le droghe magiche messicane e le cerimonie religiose che ne accompagnano l’uso rituale. In effetti, l’Lsd è una modificazione chimica della idrossietilamide dell’acidi lisergico, il maggiore principio attivo dell’Ololiuhqui, come vengono chiamati dalle tribù indiane delle regioni meridionali del Messico i semi di alcune specie di convolvulacee. La mescalina è il principio attivo psicotropo del cactus peyotl, che cresce nelle regioni settentrionali del Messico ed occupa un posto importante nelle cerimonie religiose di certe tribù indiane del Nordamerica. La psilocibina è il principio psicotropo del fungo magico teonanacatl, letteralmente: " carne di Dio", tuttora usato soprattutto nel sud del Messico. L’Lsd, dal punto di vista naturale, non è altro che una leggera variazione semisintetica delle antiche droghe sacrali. Se non avessi fatto queasta scoperta non avrei potuto aprire gli occhi su un mondo e su tutto un contesto culturale che poi si è rivelato molto ricco. Mi riferisco non solo al mio incontro con la cultura messicana ma anche alla cultura in generale, all’incontro con Huxley, Junger e tutti gli altri."

Cosa cercava quel pomeriggio del 19 aprile 1943, quando accidentalmente ingerì la prima dose di Lsd della storia ?

Ero impegnato da cinque anni in esperimenti sugli alcaloidi contenuti nella segale cornuta: l’ergotammina, isolata da Arthur Stoll nel 1918, e che fino a oggi è il farmaco più efficace nella cura delle emicranie; l’ergonovina, capace di provocare le contrazioni dell’utero, ed altri derivati sintetici, fra cui un preparato idrogenato delle tre componenti pure dell’ergotossina, commercializzato con il nome di Hydergina e usato per migliorare le funzioni mentali degli anziani. Stavo cercando di realizzare uno stimolatore della circolazione sanguigna. Combinando l’acido lisergico con differenti ammine ottenni il venticinquesimo derivato semisintetico della segale cornuta, la dietilammide dell’acido lisergico la cui sigla è Lsd 25. Mentre stavo completando la purificazione e cristallizzazione ricordo che ho avuto come un giramento di testa, una leggera mutazione dei colori. Due giorni dopo, spinto dal presentimento che quella sostanza forse possedeva proprietà fino ad allora sconosciute, decisi di provarla ingerendo 0,25 milligrammi di Lsd 25, una dose estremamente piccola per ogni altro tipo di droga, ma come sappiamo oggi massiccia considerando l’efficacia della Lsd 25. Il risultato non era assolutamente prevedibile. Dopo di allora c’è stata una prima ondata di ricerche che volevano essere scientifiche e comportavano ricerche in laboratorio con persone-cavie.  [ Vedi : 4290 Articles in the Hofmann Library Collection ] . E’ qualcosa che mi ha dato molto fastidio perché è un modo sbagliato della scienza di accostarsi allo studio della coscienza. Nel modo in cui s’intromettono elementi troppo razionali nel valutare l’esperienza estatica c’è qualcosa di mancato e di non corretto.

Vedere il mondo con "il cuore" o con "gli occhi della meraviglia", per usare un’espressione del fisico Frank Oppenheimer, non è vederlo con gli occhi razionali della scienza.

Molto dipende dal contesto in cui si compiono certe esperienze. E’ utile che ci sia un contesto "caldo", amichevole.

L’ultimo suo viaggio ?

" Ho usato le sostanze non più di venti volte. L’ultima volta è stato tre anni fa in Messico con alcuni amici. Eravamo in un ranch, all’aperto, c’era la luna piena. E una forte e fraterna partecipazione fra di noi e con la natura. Estasi, non confusione. Essere nel mondo, come parte del mondo, una parte molto piccola, infinitesimale però in trasparenza, in profondità, unica e indeperibile come ogni essere umano."

Hofmann’s Potion – LSD Documentary su

http://it.youtube.com/watch?v=GlyKjTVnzGo&mode=related&search=

 Cycledelic / Collage su carta, 2005. Illustrazione di Matteo Guarnaccia, da Matteo Guarnaccia Anthology. Il volume, pubblicato da Edizioni Gariazzo, contiene una raccolta di disegni, pitture, collages, design, abiti, tatuaggi, performance, installazioni e body painting. Immagini ‘psicoattive’ elaborate nel corso di oltre trent’anni, dall’albeggiare della psichedelia sino ai giorni nostri. Con testi critici di Albert Hofmann, Claudio Risé, Luca Beatrice, John Sinclair, Wes Wilson, Fabio Treves, Ferruccio Geromini e altri.

È online il programma degli “Hippie Days”:

 http://www.scuoladelviaggio.it/rottahippie_ita.htm

  Il festival dedicato al fenomeno degli anni Sessanta a Verucchio per ripercorrere un’esperienza che fu esistenziale e storica

Viaggio hippie, non solo nostalgia di Cristina Nadotti su http://www.repubblica.it/2003/l/sezioni/weekend/weekendarticoli/viaggio-hippie/viaggio-hippie.html

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Un ricordo di Gianni Carchia

 UN RICORDO DI GIANNI CARCHIA

"Con la sua crescente accumulazione di simbolicità e di storia, la tradizione cristiano-borghese si è sviluppata all’insegna di un’idea di spirito come forza che deve dischiudere, liberare la lettera [… ] Valore ha solo l’individualità che si è espressa, la traccia che si è conservata.

Così le scienze dello spirito sono imprese destinate a edificare edifici funebri alle individualità che si sono espresse.

Si dà per scontato che una vita silenziosa e inespressa dello spirito neppure esista; non ha diritto di esistenza ciò che non ha trovato o non ha voluto trovare una forma specifica di conversazione, ciò che non è entrato nel corteo loquace della storia".

Cosi Gianni Carchia (Torino 1947- Vetralla 2000) in un saggio del 1990, che apre il suo ultimo libro ( L’amore del pensiero, Quodlibet, Macerata 2000).

 Leonardo, San Giovanni Battista (1513-1515, Parigi, Musée du Louvre) . Quest’opera, considerato l’ultimo quadro di Leonardo, fa di San Giovanni Battista un giovane uomo dalla bellezza androgina che risponde allo spirito ambiguo e misterioso di Leonardo e anche ai canoni estetici del Rinascimento. L’androgino riflette la filosofia antica dell’essere perfetto e sembra rinviare se non alla metafisica a ciò che dello spirito resta vita silenziosa e inespressa. Come mostra quel dito puntato fuori quadro, fuori linguaggio, verso l’aldilà del visibile e del dicibile…Cosa resta?  In fondo, molto in fondo, libri e quadri sono i doni che i morti fanno ai vivi. Chissà cosa vorranno in cambio… Forse essere ricordati.

Per saperne di più su Gianni Carchia:

http://www.unisi.it/ricerca/asso/aise/2000-1_carchia.htm

http://digilander.libero.it/biblioego/CarGal.htm

http://www.recensionifilosofiche.it/crono/2006-06/carchia-dangelo.htm

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Leopardi / Coro dei morti

 DIALOGO DI FEDERICO RUYSCH E DELLE SUE MUMMIE

da Le Operette morali di Giacomo Leopardi

 

Coro di morti

nello studio di Federico Ruysch

 

Sola nel mondo eterna, a cui si volve

Ogni creata cosa,

In te, morte, si posa

Nostra ignuda natura;

Lieta no, ma sicura

Dall'antico dolor. Profonda notte

Nella confusa mente

Il pensier grave oscura;

Alla speme, al desio, l'arido spirto

Lena mancar si sente:

Così d'affanno e di temenza è sciolto,

E l'età vote e lente

Senza tedio consuma.

Vivemmo: e qual di paurosa larva,

E di sudato sogno,

A lattante fanciullo erra nell'alma

Confusa ricordanza:

Tal memoria n'avanza

Del viver nostro: ma da tema è lunge

Il rimembrar. Che fummo?

Che fu quel punto acerbo

Che di vita ebbe nome?

Cosa arcana e stupenda

Oggi è la vita al pensier nostro, e tale

Qual de' vivi al pensiero

L'ignota morte appar. Come da morte

Vivendo rifuggia, così rifugge

Dalla fiamma vitale

Nostra ignuda natura;

Lieta no ma sicura,

Però ch'esser beato

Nega ai mortali e nega a' morti il fato.

 

——-

Ruysch fuori dello studio, guardando per gli spiragli dell'uscio. Diamine.! Chi ha insegnato la musica a questi morti, che cantano di mezza notte come galli? In verità che io sudo freddo, e per poco non sono più morto di loro. Io non mi pensava perché gli ho preservati dalla corruzione, che mi risuscitassero. Tant'è: con tutta la filosofia, tremo da capo a piedi. Mal abbia quel diavolo che mi tentò di mettermi questa gente in casa [… ].

(G. Leopardi, Tutte le opere, Sansoni, Firenze, 1988, vol. I, pag. l34)

 

v. DIALOGO DI FEDERICO RUYSCH E DELLE SUE MUMMIE (1824)

da Le Operette morali di Giacomo Leopardi

" NOSTRA IGNUDA NATURA "


Natural Death
 

Andres Serrano,”THE MORGUE”  1992

Fonte dell'illustrazione :

http://phomul.canalblog.com/archives/serrano__andres/index.html

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Foto / Aghori

 AGHORI

 

Foto di un Aghori * che ho trovato in Internet:

 http://tribes.tribe.net/aghora/photos/89bd1b3a-7aa2-4771-8b72-61144addecc2

* Gli Aghori (da Aghora, il “non terrifico”, che è una designazione eufemistica di Shiva) sono gli eredi shivaiti di un culto che affonda le sue radici nell’India pre-ariana. Come i Kapalika la setta dei “portatori di crani” , bandita dalla legge e legata al mondo della criminalità ) hanno elaborato una pratica ascetica e mistica, comprendente ad esempio la meditazione sui cadaveri.

Documentario in inglese: AGHORI INDIAN HOLY MEN : LIVING WITH THE DEAD. http://www.youtube.com/watch?v=4BmEitZupV8

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Qui suis-je ? di Antonin Artaud

 Qui suis-je ? di Antonin Artaud

Qui suis-je?

D’où je viens?

Je suis Antonin Artaud

et que je le dise

comme je sais le dire

immédiatement

vous verrez mon corps actuel

voler en éclats

et se ramasser

sous dix mille aspects

notoires

un corps neuf

où vous ne pourrez

plus jamais

m’oublier.

Art Minimal & Conceptual Only – Drawnings by Artaud : http://members.aol.com/mindwebart2/page102.htm

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Andrej Tarkovskj / Arte e sacrificio

 ARTE E SACRIFICIO

 L'arte esiste e si afferma là dove esiste quell'eterna e insaziabile nostalgia della spiritualità, dell'ideale, che raccoglie gli uomini attorno all'arte. È erronea la via per la quale si è avviata l'arte contemporanea, rinunciando alla ricerca del significato della vita in nome dell'affermazione del valore autonomo della persona.

La cosiddetta creazione comincia ad apparire una sorta di eccentrica occupazione a cui attendono personalità sospette che affermano il valore intrinseco di qualsiasi atto personalizzato. Ma nella creazione la personalità non si afferma, bensì è al servizio di un'altra idea generale e di ordine superiore.

L'artista è sempre un servitore che si sforza per così dire di sdebitarsi per il dono che gli è stato concesso come una grazia. Tuttavia l'uomo moderno non è disposto ad alcun sacrificio, benché soltanto il sacrificio costituisca un'autentica affermazione. 

Andrej Tarkovskij, Scolpire il tempo,

a cura di Vittorio Nadai, Ubulibri, Milano 1988, p. 39.
 

 

“… Non c’è nessuna morte. C’è, è vero, la paura della morte, ed è una paura molto meschina, che induce molti a fare quello che gli uomini non dovrebbero fare … Ma immaginati un po’ come tutto cambierebbe se smettessimo di temere la morte … Se superassimo il terrore della morte … Anche se gli scienziati ritengono che si tratti di un terrore ineliminabile. Una specie di difesa … Un po’ come il dolore fisico, che ci avverte del pericolo. Io non lo credo, non sono d’accordo … Anche se né i bambini né i minorati mentali temono la morte, come ha notato Seneca. Che tra l’altro conclude molto bene il suo pensiero: “Ed è meschino colui cui l’intelletto non arreca la stessa serenità  dei bambini…" [ ]

L’uomo si è sempre solo difeso, dagli altri uomini e dalla natura che lo circondava. L’ ha addirittura combattuta, conquistandone sempre nuovi pezzi. Continuando a sfigurarla. Il risultato è stata la nostra civiltà, basata sulla forza, il potere, il terrore e la dipendenza. E tutto il nostro cosiddetto progresso tecnico è servito sempre e soltanto a procurarci o nuove comodità o strumenti per il mantenimento del potere. Siamo come selvaggi – usiamo il microscopio al posto del randello. No, no, i selvaggi sono molto più spirituali di noi, mi sono sbagliato! Qualsiasi conquista della scienza la rivolgiamo subito al male. Per quanto riguarda il comfort, poi, c’è stato un uomo intelligente che ha detto che tutto quello che non è indispensabile è peccato.

Se è così tutta la nostra civiltà è costruita sul peccato. Siamo arrivati a una tremenda disarmonia, a uno sfasamento, cioè, tra lo sviluppo materiale e quello spirituale. La nostra cultura, meglio, la nostra civiltà è sbagliata, figlio mio. Tu mi dirai che si può studiare il problema e cercare una via d’uscita. Può darsi. Se non fosse così tardi. Troppo tardi …”.

Andrej Tarkovskij, Racconti cinematografici,

Garzanti, Milano, 1994 , pp. 273 e 281- 82.

 

 

Nostalghia.com (www.nostalghia.com) [ an Andrej Tarkovskij information site ]

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Una poesia di Rilke

 TREMORI

A LUNGO TENNI STRETTO IL MIO ANGELO

 

A lungo tenni stretto il mio Angelo,
e lui infine s’intristì fra le mie braccia
divenne piccolo, ed io grande:
finchè fui io la compassione,
e lui soltanto una preghiera tremante.

Solo allora gli ridiedi i suoi cieli,
svanendo, mi lasciò le cose sue più intime;
lui apprese il volo, io imparai la vita
e lentamente l’un l’altro ci riconoscemmo.

Rainer Maria Rilke ( Engellieder )

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