Letture / Sartre e l'antisemitismo

 LETTURE

SARTRE E L’ANTISEMITISMO

Réflexions sur la question juive (1946)

 [ Une lettura indispensabile.]

    

Le Réflexions sur la question juive di Jean-Paul Sartre (1905-1980) ignorano i Lager e la “soluzione finale”, forse perché sono state pubblicate per la prima volta nel 1946, in un contesto diverso dal nostro, caratterizzato dall’ assordante silenzio che circondava il genocidio degli ebrei appena consumatosi tra il disinteresse delle popolazioni europee. Tuttavia, analizzando l’antisemitismo come una “passione”, come un irrazionalismo e un manicheismo che istituisce l’ebreo e i suoi valori supposti ( terra, danaro, ecc.) come male assoluto, Sartre denuncia nettamente e senza alcuna ambiguità questo crimine ( e non “opinione”) che è l’antisemitismo, troppo spesso spacciato per antisionismo.

Per Sartre ( che ha sempre difeso la legittimità dello Stato d’Israele, anche negli ultimi anni della sua vita, malgrado l’antisionismo dei giovani amici maoisti di cui si circondava ) non ha senso definire un uomo come ebreo, arabo o negro, “giacché nessun individuo può essere ridotto a una comunità d’appartenenza. Gli uomini sono quello che sono non in funzione di una qualche sostanza presupposta, ma esclusivamente in funzione delle loro azioni".

Non poteva essere diversamente per il filosofo esistenzialista, per il quale "l’esistenza precede l’essenza", eccetera.

In periodi come questo, di peste comunitaria diffusa, forse può essere utile richiamare l’esistenzialismo e le molte verità contenute nel saggio sugli ebrei di Jean Paul Sartre ( specialmente allorché afferma che una " soluzione possibile dell’antisemitismo è da ricercarsi nella comprensione da parte ogni cittadino che il destino degli ebrei – e, aggiungerei, quello di tutti coloro che vengono supposti o suggeriti anzitutto come arabi, neri, stranieri, se non estranei, è il suo destino" ) .

Di Réflexions sur la question juive è disponibile una traduzione italiana ( L’antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica, trad. it. Ignazio Weiss, Mondadori, Milano 1990) e una reidizione Gallimard del 2004 ( coll. Folio-Essais ) , che contiene una presentazione di Arlette Elkaïm-Sartre, la figlia adottiva del filosofo francese . Al momento ho sotto mano l’ edizione francese del 1954 ( Collection Idées), dalla quale traduco i seguenti passaggi:

 

L’antisemitismo non rientra nella categoria dei pensieri che sono protetti dal Diritto di libera opinione. D’altronde si tratta di ben altro che un’opinione. E’ anzitutto una passione. ( p.10)

 ..Se l’Ebreo non esistesse, l’antisemitismo lo inventerebbe. (p.14)

Così nominerò volentieri l’antisemitismo uno snobismo del povero. (p.30)

L’antisemitismo, in una parola, è la paura davanti alla condizione umana. (p.64)

E’ dunque l’dea che ci si fa dell’Ebreo che sembra determinare la storia, non il “dato storico” che fa nascere l’idea. (p.18)

Ma come si può scegliere di ragionare falsamente? E’ perché si ha la nostalgia dell’impermeabilità. (p.20)


[A proposito dell’antisemita: ]

L’antisemita ha scelto l’odio perché l’odio è una fede; ha scelto originariamente di svalorizzare le parole e la ragione. (p.22)

..un uomo che trova naturale denunciare degli uomini non può avere la nostra concezione dell’umano. (p.24)

Distruttore per funzione, sadico dal cuore puro, l’antisemita è, nel più profondo del suo buon cuore, un criminale. Quello che auspica, quello che prepara, è la morte dell’Ebreo. (p.58)

Ora siamo in grado di comprenderlo. E’ un uomo che ha paura. Non certo degli Ebrei, ma di se stesso, della sua coscienza, della sua libertà, dei suoi istinti, delle sue responsabilità, della solitudine, del cambiamento, della società e del mondo; di tutto, eccetto che degli Ebrei.

E’ un vile che non vuole confessare a se stesso la sua vigliaccheria. (p.62)

Aderendo all’antisemitismo, non adotta semplicemente un’opinione, si sceglie come persona. (p.63)


[ A proposito del democratico: ]

L’individuo per lui non è che una somma di tratti universali. Ne consegue che la sua difesa dell’Ebreo salva l’ebreo in quanto uomo e l’annienta in quanto ebreo… “ Non c’è Ebreo, dice, non c’è questione ebraica.” Questo significa che auspica di separare l’Ebreo dalla sua religione, dalla sua famiglia, dalla sua comunità etnica, per infornarlo nel crogiuolo democratico, dal quale uscirà solo e nudo, particella individuale e solitaria, simile a tutte le altre particelle. ( p. 67).

Si può cogliere nel democratico più liberale, una sfumatura di antisemitismo. Egli è ostile all’Ebreo nella misura in cui l’ebreo ritiene di pensare come un Ebreo. (p.68)

L’antisemita rimprovera all’Ebreo di essere Ebreo; il democratico gli rimproverarà volentieri di considerarsi come Ebreo. (p.69)

.. per noi, l’uomo si definisce anzitutto come un essere “in situazione”. (p.72)

L’Ebreo è un uomo che gli altri uomini ritengono Ebreo: ecco la semplice verità da cui occorre partire. ( p. 84).

Così, l’Ebreo è in situazione di ebreo perché vive in seno a una collettività che lo ritiene Ebreo. (p.88) [ In seguito, agli inizi degli anni ottanta, Sartre cambiò idea riconoscendo che oltre all’ebreo inautentico, e cioè quello costituito dallo sguardo dell’altro, esiste anche un ebreo autentico e reale, in rapporto alla fedeltà al Libro per lui fondatore. A tale proposito, Benny Lévy – che con il nome di Pierre Victor aveva fondato ‘Libération’ con Sartre prima di diventare il suo segretario particolare – si esprimeva in una intervista del 1988, ricordando gli ultimi colloqui con Sartre pubblicati per la prima volta tra il 10 e il 24 marzo 1980 nel Nouvel Observateur , poco prima della morte di Sartre, e poi nel controverso L’espoir maintenant – Benny Lévy, Jean-Paul Sartre. ]

[ Ultima frase del libro : ]

Non ci sarà un francese libero, finché gli ebrei non godranno la pienezza dei loro diritti; non un francese vivrà sicuro, finché un ebreo in Francia e nel mondo intero potrà temere per la propria vita.

[ Pas un Français ne sera libre tant que les Juifs ne jouiront pas de la plénitude de leurs droits. Pas un Français ne sera en sécurité tant qu’un juif, en France et dans le monde entier , pourra craindre pour sa vie. (p.185) ]

    Leggi anche:

    Jean- Paul Sartre, L’antisemitismo

    ( Jean- Paul Sartre, L’antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica, Oscar Saggi Mondadori, 1998)
    http://www.liceoantonelli.novara.it/index.htm

     Così splendeva la stella di Sartre di Jean Daniel

Sito Web Italiano per la Filosofia-La Repubblica-28 GENNAIO 2000

Che cosa resta del filosofo francese? Finito fuori moda, oggi Parigi lo riscopre
Una generazione di intellettuali si riconobbe nelle sue tesi sull’impegno
Tutto il suo talento, passò per la scrittura, per lui scrivere fu un modo di costruire il futuro.

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Dal diario di guerra di Bernard-Henry Lévy

 DAL DIARIO DI GUERRA DI BERNARD-HENRI LÉVY

Oggi, 17 luglio, è l’anniversario dello scoppio della guerra di Spagna. Sono passati settant’anni dal putsch dei generali che diede l’avvio alla guerra civile, ideologica e internazionale voluta dal fascismo dell’epoca. E non posso non pensarci, non posso non fare l’accostamento mentre atterro a Tel Aviv.

La Siria dietro le quinte… L’Iran di Ahmadinejad pronto all’azione. L’Hezbollah di cui tutti sanno che è un piccolo Iran, o un piccolo tiranno, che non ha esitato a prendere in ostaggio il Libano. E come sfondo, il fascismo con il volto dell’integralismo islamico, quel terzo fascismo che, come tutto indica, sta alla nostra generazione come l’altro fascismo, poi il totalitarismo comunista, stavano a quella dei nostri padri. Come in Spagna nel ’36  – Corriere della Sera del 27 luglio 2006

TIME OUT OF JOINT ( W. Shakespeare )

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Utili idioti: " I love Nasrallah"

 JIHAD E UTILI IDIOTI

" I LOVE NASRALLAH ”

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Fonte:www.coxandforkum.com/

 

Pacifisti no-global italiani a una manifestazione contro il giorno delle Forze Armate

– GRUPPI RADICALI SCIITI ( Iran )

– «Dopo Israele, Hezbollah colpirà in occidente»

Ma chi sono gli Hezbollah? L’«Hizb Allah», ovvero ‘Partito di Dio’, è un’organizzazione a cui fanno capo vari gruppi radicali Sciiti che aderiscono all’ideologia Khomeinista. Il loro obiettivo principale è stabilire una repubblica pan-Islamica guidata da personalità religiose. In questo contesto, lo Stato di Israele rappresenta un impedimento, perciò va distrutto.- Il Sole 24 ORE.com – «Dopo Israele, Hezbollah colpirà in occidente» di Cristina Balotelli.

– GRUPPI RADICALI SUNNITI ( Al Qaeda )

Al Zawahiri: ”Non resteremo fermi”.

‘Tutto il mondo è diventato per noi un campo (di battaglia) e dal momento che ci attaccano dovunque, anche noi li attaccheremo dappertutto – afferma al Zawahiri -. La nostra missione è una guerra per liberare tutta la Palestina. Le armi che sta utilizzando l’esercito israeliano sono state fornite dall’alleanza dei Paesi crociati”. Per il terrorista egiziano, ”la guerra con Israele non si ferma con un cessate il fuoco”, dal momento che gli israeliani ”hanno fatto tanto per il rapimento di soli tre soldati: dobbiamo ottenere la liberazione di tutta la Palestina e di tutte le terre islamiche dall’Andalusia all’Iraq”. Al-Zawahiri minaccia anche i paesi alleati di Israele. ”Come possiamo tacere? – si è chiesto il braccio destro di Osama – I missili che uccidono i musulmani a Gaza e in Libano non solo israeliani ma di tutti i paesi alleati e per questo tutti questi paesi devono pagare un prezzo”.

Al Jazeera trasmette un video di Al Zawahiri, La Stampa.

 German Intelligence Supports Claim of Hizballah Cell Activation By Daveed Gartenstein-Ross, http://counterterrorismblog.org/

UN PENSIERO DI GUSTAV LE BON

I soli cambiamenti importanti – quelli che consentono il rinnovarsi delle civiltà – avvengono nelle opinioni, nei concetti e nelle credenze…Mentre le antiche credenze barcollano e spariscono, e le vaste colonne della società si schiantano a una a una, la potenza delle folle è la sola che non subisca minacce e che vede crescere di continuo il suo prestigio. L’età che inizia sarà davvero l’età delle folle… La conoscenza delle psicologie delle folle costituisce la grande risorsa dell’uomo di Stato che voglia non dico governarle ( cosa divenuta ormai ben difficile), ma almeno da non essere da esse interamente governato.  

G. Le Bon [1895] , Psicologia delle folle, Tea, Milano, 2004.

 

Il Presidente Iraniano Mahmoud Ahmadinejad l’11 luglio 2006 su Iranian News Channel ( IRINN TV ): «Quando la collera della gente musulmana esplode, le onde raggiungeranno le forze corrotte nel mondo».

Oggi abbiamo la dimostrazione che i sionisti non sono opposti soltanto all’ Islam e ai musulmani. Sono opposti all’umanità nell’insieme. Desiderano dominare l’intero mondo. Nel loro proprio interesse sacrificherebbero persino i regimi occidentali. L’ho detto in Tehran e lo dico ancora qui – dico ai capi di alcuni paesi occidentali: smettetela di sostenere questa gente corrotta. [Behold ( ? )], la collera della gente musulmana sta accumulandosi. La collera della gente musulmana può presto raggiungere il punto dell’esplosione. Se quel giorno viene, devono sapere che le onde di questa esplosione non si limiteranno ai contorni della nostra regione. Raggiungeranno definitivamente le forze corrotte che sostengono questo regime falso”. Da MEMRI ( in inglese )


Il Presidente Ahmadinejad su Iranian News Channel ( IRINN TV ) il 23 luglio 2006 : « Il Libano è la scena di una prova storica che determinerà l’avvenire dell’umanità »

Folla: Allah Akbar! Allah Akbar! Allah Akbar!

Da MEMRI( in inglese )

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I bravi "resistenti" di Allah

 JIHAD

I BRAVI “RESISTENTI” DI ALLAH

Dall’Onu arriva un duro attacco ai miliziani Hezbollah che si fanno scudo con i civili per sfuggire all’offensiva israeliana in Libano. "Alcuni pensano che io parli solo dell’uso eccessivo della forza da parte di Israele – ha affermato da Larnaca il sottosegretario generale per le emergenze umanitarie dell’Onu, Jan Egeland – ma il mio messaggio coerente e’ stato: ‘Hezbollah, fermate questo modo vigliacco di mischiarvi a donne e bambini’". "Ho sentito che c’e’ stata una dichiarazione in cui gli Hezbollah si dicevano fieri di aver perso pochi guerrieri e che le vittime erano per lo piu’ civili", ha affermato Egeland, "non penso che si possa essere fieri di avere piu’ donne e bambini uccisi che uomini". Le accuse sono state lanciate dopo che il sottosegretario Onu aveva ripetutamente criticato Israele per gli "orribili" attacchi in Libano.LIBANO: SOTTOSEGRETARIO ONU ATTACCA HEZBOLLAH, "VIGLIACCHI" da La Repubblica


IL CULTO DELLA MORTE

Hassan Nasrallah: «Come può la morte diventare gioiosa? Come la morte può diventare sinonimo di felicità? Allorché Al Hussein ha chiesto a suo nipote Al Qassem non ancora adolescente. “ Come credi che sia il gusto della morte, figlio mio?”, egli ha risposto che era più dolce del gusto del miele. Come può il fetore della morte diventare più dolce del gusto del miele? Solo per la forza della convinzione, dell’ideologia e della fede, con la credenza e la devozione (…) Ognuno di noi trascorre i suoi giorni e le sue notti sperando più di ogni altra cosa di essere ucciso nel nome di Allah… »

Al-Manar TV (Libano), 18-19 febbraio 2005.

Due discorsi di Hassan Nasrallah:

1) Morte all’America

  1. Perché la Morte è gioiosa ?

    Fonte: http://www.memritv.org/

——

 "Anti-Semitism and Islamic Expansionism"Un’analisi del processo in corso di islamizzazione dell’antisemitismo, un vero e proprio “odio genocidario” in movimento : qui ( in italiano )

Un pensiero di Solzenicyn

PER FARE IL MALE”

“ Per fare del male l’uomo deve prima sentirlo come bene o come una legittima, assennata azione. La natura dell’uomo è, per fortuna, tale che egli sente il bisogno di cercare una giustificazione delle proprie azioni.

Le giustificazioni di Macbeth erano fragili e il rimorso lo uccise. Ma anche Jago è un agnellino: la fantasia e le forze spirituali dei malvagi shakespeariani si limitavano a una decina di cadaveri: perché mancavano di ideologia.

L’ideologia! è lei che offre la giustificazione del male che cerchiamo e la duratura fermezza occorrente al malvagio”.

 A. Solzenicyn, Arcipelago Gulag, Mondadori, Milano, 1974, vol. I, pag. 185

 

 

Appena ieri era l’ideologia comunista utopica, o quella nazista paganeggiante, oggi invece è l’ideologia nazi-teo-scientista armata “in nome dell’islam”, che mira a sequestrare l’islam e la variegata, ricca e nobile ( ancorché in pieno scisma e marasma) civilizzazione dell’Islam.

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Israele e l'Occidente / L'antisemitismo va in analisi

  ISRAELE E L’OCCIDENTE

L’ANTISEMITISMO VA IN ANALISI


" Una parola stranamente ricorrente nei commenti, in Europa, sulla risposta israeliana alla dichiarazione di guerra dell’Hezbollah è «sproporzione»”.



 Ho ricevuto un commento al post “ D’Alema, ‘spropositato’ ” :

Chirac ha definito "aberrante" l’intervento israeliano in Libano.


D’Alema ha definito "sproporzionata" la reazione, invocando l’invio salvifico di truppe onusiane (respinto da Israele), anche a Gaza.

Missile Kassam, "proporzionato" ?

 I bambini di Sderot, Israele, reazione "adeguata" ?

Bernard Levy ha rilevato l’assurdità di certe affermazioni di politici europei riguardo la “proporzionalità” o meno della reazione israeliana.

Bernard Levy, però, si riferisce al Principio di Realtà, ovvero analizza la situazione adducendo argomentazioni razionali.

Jean-Paul Sartre, un altro francese, questa volta non – ebreo, e con una capacità di osservazione certamente non inferiore a quella di Levy, ha definito l’antisemitismo una passione, e le passioni, come ben sappiamo, sono impermeabili alle argomentazioni che si riferiscono al Principio di Realtà. Le passioni ubbidiscono esclusivamente ai dettami del Principio di Piacere.

La mia analisi si riferisce dunque alla sostanza della passione chiamata antisemitismo.

Come ho sostenuto nel mio saggio su Pinocchio. Il rito iniziatico di un burattino, e su “Rembrandt e il figliol prodigo” l’antisemitismo è l’odio inconscio per l’immagine del Padre. L’ebraismo infatti rappresenta la Religione del Padre, mentre il cristianesimo rappresenta la Religione del Figlio. Gli ebrei sono inconsciamente percepiti come i rappresentanti dell’istanza paterna. Chi odia inconsciamente il proprio padre, ovvero la sua immagine, odia anche gli ebrei.

Come ogni psicoanalista può confermare, un bambino dai due ai cinque anni, gli anni formativi in cui si formano le immagini che si porterà poi dietro tutta la vita, vive intensamente la fantasia che il proprio padre abbia un pene enorme, spropositato.

A nulla serve l’osservazione diretta del pene paterno che può anche non essere affatto enorme. L’immagine inconscia detta la cosiddetta “nozione” che il Padre abbia un pene enorme e spropositato.

Come ho sostenuto nel mio saggio su Pinocchio, il naso del burattino che cresceva simboleggia le sue erezioni. Il naso è un ovvio sostituto peniano. Da qui le vignette antisemite che rappresentano gli ebrei con un naso enorme. Ovvero, gli ebrei, in quanto sostituti del Padre e suoi rappresentanti hanno un pene enorme.

Inoltre, il bambino è terrorizzato dal pene paterno e lo teme come strumento della vendetta del Padre per le sue pulsioni aggressive inconsce. Il Padre con le sue erezioni punirà le erezioni del Figlio.

Quando si parla di “reazione” israeliana, ovviamente si intende “erezione” israeliana. Gli ebrei, i vicari di un padre adirato, dopo essere stati provocati hanno avuto un’erezione che scatena il terrore dei figli.

Ed ecco che la reazione – erezione israeliana viene considerata abnorme, “sproporzionata” ed “aberrante” come dalle parole di Chirac e di d’Alema.

Iakov Levi

Psychohistory: un approccio psicoanalitico alla storiaRiflessioni, saggi, analisi comparate di eventi e figure dalla storia ebraica e dei rapporti fra ebraismo e cultura occidentale. A cura di Iakov Levi. Sito in inglese e italiano.

Link: The Disproportionate Reaction of Israel

 ATTENZIONE CON QUESTI MISSILI KASSAM E I KATIUSCIA DI FABBRICAZIONE SIRIANA E IRANIANA, PERCHE’   PAPA’  – PER FORTUNA O SVENTURA  – SI E’ FINALMENTE E DAVVERO INCAZZATO SUL SERIO !

Carri armati israeliani  al confine con il Libano (Emblema)  Reazione-erezione israeliana

 v. L’antisemitismo va in analisi ( 2 )

 

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Jihad, giornata di preghiera

 JIHAD

GIORNATA DI PREGHIERA

 Mentre l’infelice e coraggiosa Israele *, attaccata dal jihad islamico e internazionale che minaccia la sua sopravvivenza, è costretta a lottare per avere libertà e pace,  e deve proteggersi dal terrore promosso da Iran e Siria , e a soffrire è specialmente la povera gente dell’una e dell’altra parte, mentre il ”Partito di Allah” scatena un attacco fortemente simbolico lanciando missili su Nazareth, la città di Maria e di Gesù, città-simbolo che, assieme a Betlemme, è legata, nella memoria collettiva dell’ Umanità e alle dolci immagini del Natale, Benedetto XVI ha indetto per domenica prossima  una giornata di preghiera e di penitenza per implorare da Dio « il dono prezioso della pace».

Il Papa si preoccupa che a pagare siano innanzitutto i libanesi e, tra questi, i tanti cristiani che da tempo proprio nel paese dei Cedri convivono più e meno pacificamente con i musulmani, e quindi «auspica che la preghiera si elevi al Signore, perché «cessi immediatamente il fuoco tra le parti , si instaurino subito corridoi umanitari per poter portare aiuto alle popolazioni sofferenti e si inizino poi negoziati ragionevoli e responsabili, per porre fine a oggettive situazioni di ingiustizia esistenti in quella regione».

* NOTA. – “ Il comandamento ‘ ama il prossimo tuo come te stesso’ è la più forte difesa contro l’aggressività umana (…). Eppure, chi nella presente civiltà s’attiene a tale precetto si mette solo in svantaggio rispetto a chi non se ne cura. Che immane ostacolo alla civiltà dev’essere la tendenza aggressiva, se la difesa contro di essa può rendere tanto infelici quanto la sua stessa esistenza! La cosiddetta etica naturale non ha qui da offrire nulla al di fuori della soddisfazione narcisistica di potersi ritenere migliori degli altri. L’etica che si appoggia alla religione fa qui intervenire le sue promesse di un aldilà migliore. Sono d’opinione che finché la virtù non è premiata sulla terra l’etica predicherà invano.” ( S. Freud, Il disagio della civiltà, 1929 ) .

 La mia preghiera: “ Padre nostro che sei nei cieli, Tu che non ci hai creato con canini di tigre, ma ci hai dotato di piccoli denti e tenera preziosa carne prudente, impaurita e che invecchia, e tuttavia risorge a vera vita in Cristo Gesù, ti prego, ti preghiamo, dacci il coraggio di restare teneri e rendi la cosiddetta umanità civilizzata, specialmente in Medio Oriente, meno stupida, malvagia e cazzona”.

ALCUNE RIFLESSIONE SUL CONFLITTO IN CORSO

 

René Girard mostra che Cristo denuncia e rivela al mondo il carattere violento del sacro, nel senso arcaico della parola, con tutte le implicazioni sacrificali, vittimarie e autoritarie che questa posizione implica.

– “ Il sentimento apocalittico nasce dalla consapevolezza che un meccanismo si è definitivamente decomposto, che il suo schermo non è più in grado di proteggerci, che niente più si frappone tra noi e la possibilità di essere distrutti. Questo meccanismo nelle religioni arcaiche era il capro espiatorio: l´idea che il sacrificio di una vittima avrebbe riportato l´ordine e l´armonia. Con l´ebraismo prima, con il cristianesimo poi, la verità persecutoria del meccanismo del capro espiatorio è stata portata completamente alla luce: la vittima è innocente, la violenza non viene da Dio. E così la protezione sacrificale salta, lasciandoci davanti a noi stessi ”. ( La vittima innocente ha un difensore: a Gerusalemme, un´intervista con René Girard ).

INVIDIA E ODIO GENOCIDARIO IN MOVIMENTO

 Non è esattamente fare penitenza, ma dopo la preghiera per implorare da Dio « il dono prezioso della pace». ritorno su alcune considerazioni di Freud e riprendo la lettura di un articolo su Le Monde del 5 novembre 2001, in cui il filosofo e antropologo René Girard ha descritto il terrorismo islamico e internazionale come una forma di competizione mimetica su scala planetaria.

"L’errore è sempre quello di ragionare utilizzando la categoria della ‘differenza’, – scrive Girard – quando la radice di tutti i conflitti è piuttosto la ‘competizione’, la rivalità mimetica tra persone, nazioni, culture.

La competizione è il desiderio di imitare l’altro al fine di ottenere la stessa cosa che quello ha, se necessario con la violenza"

L’ imitazione e la competizione che nascono da una specie di “invidia” per gli oggetti che l’altro possiede, e di cui è supposto godere di più e meglio, risultano evidenti nei discorsi degli islamisti e si manifestano nel loro desiderio di “difendere” la “Umma” ( la “matria” ideale e idealizzata di tutti i musulmani ) e loro credenze “minacciate” dall’ incontro con la modernità. Un incontro che, in mancanza di ponti culturali, vira al disastro e investe moltitudini in pieno boom demografico, in preda a correnti psichiche che fanno leva sul tema potente dell ‘ “umiliazione”: moltitudini percorse da giovanili passioni vittimarie e guerresche, a un tempo esaltanti e oppressive, e a una vera e propria “disperazione di massa”.

Con il disperato attacco “nel nome dell’islam” a un Occidente genericamente designato come “mondo dell’arroganza” da Ahmadinejad, individuato come “crociato”, “ebreo”, “nemico della legge di Allah”, e ritenuto il “responsabile”delle proprie deficienze e di tutti i guai, si attuerebbe il riscatto dall’ “umiliazione” dovuta al fatto che l’islam non trionfa. Nello stesso odio portato dall’islamismo politico radicale confluiscono, peraltro provvisoriamente, i “rivoluzionari” falliti rossi e bruni, portatori di ideologie totalitarie.

Mentre gli sciiti esportano la rivoluzione khomeinista, i seguaci sunniti di Bin Laden perseguono intanto la restaurazione del glorioso periodo d’oro del Califfato, un periodo rimpianto e idealizzato, tramite l’imposizione violenta delle ideologie islamiste e l’applicazione pratica della sharia, dopo aver dato una lezione catastrofica al “grande Satana” ( U.S.A.) e distrutto il piccolo Satana ( “Israele”).

A tale scopo è in atto, su scala planetaria, una convergenza delle varie fazioni dell’islam nel maligno tentativo di ostacolare con tutti i mezzi messi a disposizione dal jihad transnazionale, promosso dall’Iran e dalla Siria, la normalizzazione in Irak, di provocare la destabilizzazione dell’Arabia Saudita , di terrorizzare gli Stati Uniti, di distruggere Israele e di minacciare l’Europa, anche con il ricatto petrolifero, se non si tiene alla larga.

Nel desiderio ossessivo di “trionfare” ad ogni costo, fermare il tempo alla fissità aurorale dell’ Origine dell’islàm e realizzare il Paradiso in terra, così come nella cattiva reciprocità instaurata con il non-musulmano, non giocano solo imitazione e rivalità mimetica, ma anche una forte determinazione e un’intelligenza tanto più lucida ed efferata quanto più si nutre di risentimento, di obiettivi utopici e di mezzi perfidi. Si tratta di un odio genocidario armato in movimento. E l’atomica islamica è nel frattempo in preparazione.

Eric Gans ha descritto il conflitto in corso anche in termini di risentimento dal punto di vista del suo modello originario di reciprocità in "Window of Opportunity" Chronicle 248 (http://www.anthropoetics.ucla.edu/views/vw248.htm).

Sostanzialmente, Gans afferma che, dal momento che ogni ordinamento sociale genera risentimento, il conflitto in corso non è uno scontro di religioni o culture ma una battaglia tra coloro che guidano la civiltà e coloro il cui risentimento è così forte che essi ne vogliono la distruzione, anche se questa comporta la loro stessa distruzione.

Leggi anche:RICORDANDO AMALEK l’undici settembre e il pensiero generativo (I) di Adam Katz ( in Anthropoetics 10, no. 2 – autunno 2004 / inverno 2005), ripreso da  GENERATIVA, il Sito di Fabio Brotto.

 

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D'Alema, "spropositato"

 SPROPOSITATO

Il Ministro degli Esteri dell’Italia, D’Alema, ha esposto alla Camera le sue stravaganti convinzioni su quello che al mondo, e specialmente in Medio Oriente, oggi, è “spropositato”, e altresì "sproporzionato"…

 E questi ‘partigiani resistenti’ che corrono in strada con gli intestini di soldati israeliani in mano, non sono forse sproporzionati, ministro D’Alema? ”.

D’Alema: errori, bugie. Un j’accuse necessario

FONTE: La pulce di Voltaire

IL CULTO DELLA MORTE

« I vostri nemici cercano la vita, voi cercate la morte. Essi cercano le carogne con cui riempire i loro stomaci vuoti, voi cercate un giardino grande come il Cielo e la Terra. Non temete di affrontarli, poiché la morte non è amara nella bocca del credente » .

( Da un sussidiario per bambini palestinesi a cura del ministro dell’Educazione dell’Autorità palestinese, che alleva i propri bambini nel compito spropositato di diventare bombe-umane, di farsi esplodere in modo sproporzionato in mezzo ad altri bambini, chiamati “scimmie e porci” nelle scuole, in famiglia e dai pulpiti delle moschee. Scimmie e porci perché ebrei).

 Missile Kassam, "proporzionato" ?

 – L’EX MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO FISCHER : «La sinistra europea sbaglia non è Israele l’aggressore», da La Stampa

–  Una parola stranamente ricorrente nei commenti, in Europa, sulla risposta israeliana alla dichiarazione di guerra dell’Hezbollah è «sproporzione». Se i katiuscia minacciassero noi di B. Levy, dal Corriere.

– La nostra sensatezza di bravi europei, di bravi democratici, di bravi diplomatici, non ci permette di capire, ad esempio, che ad essere sproporzionata è innanzi tutto la condizione materiale di quel Paese. Che senso della misura c’è, infatti, ad essere in cinque-sei milioni di abitanti su un territorio grande più o meno come la Puglia e avendo di fronte un oceano di terre e di uomini ostili? La sproporzione che non capiamo di Ernesto Galli Della Loggia (dal Corriere della Sera ).

– Per D’Alema il ruolo "indiretto" di destabilizzazione armata da parte di Iran e Siria, di cui afferma con un certo sprezzo del ridicolo di non avere prove certe, è legato ai guasti della aggressiva politica americana nella regione, a partire dalla guerra contro Saddam. E’ vero il contrario, sebbene questa verità sia spiacevole per gli interessi economici e politici del multilateralismo europeo guidato in passato da Jacques Chirac, che gioca da sempre la carta dell’appeasement, d’intesa con la Russia di Putin e in funzione antiamericana, verso Teheran e Damasco. D’Alema e i "soloni globali" (da Il Foglio)

– Il leader della Quercia non ha ascoltato le voci che nella sua stessa maggioranza hanno invitato a non cadere nei riflessi condizionati di una cultura che attribuisce all’Occidente, a Bush, in primo luogo all’intervento in Irak, la responsabilità del conflitto. È andato avanti per la sua strada, preoccupato più della reazione dei suoi alleati «antagonisti» che del ruolo e dell’impegno internazionali dell’Italia. Ha ignorato perfino il tentativo compiuto in extremis da Fassino di dare maggiore credito alle ragioni di Olmert, parlando l’altra sera davanti alla Sinagoga di Roma.Il pensiero Massimo: la guerra combattuta a parole di Renzo Foa (da Il Giornale)

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La lezione libanese di Amos Oz

 LA LEZIONE LIBANESE DI AMOS OZ

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Difensore a oltranza della libertà di pensiero, fondatore di «Pace adesso » ai tempi dell’invasione israeliana del Libano nel 1982, lo scrittore animatore del movimento pacifista israeliano Amos Oz preannunciò arditamente riguardo alle più aggressive organizzazioni islamiste contrarie a Israele: "Nel momento in cui lasceremo il Libano meridionale dovremo cancellare il termine Hizbullah dal nostro vocabolario". Un anno dopo, a seguito di un attacco missilistico dal Libano dovette purtroppo ricredersi; e oggi, dopo il violento attacco dal Libano che mette in pericolo la sopravvivenza stessa di Israele, riconosce l’amara necessità dell’autodifesa di un paese minacciato di distruzione dal jihad internazionale che interpreta la volontà di pace come debolezza, e quindi non esita ad attaccare con perfidia, prendendo di mira i civili e incurante delle conseguenze.

L’intervento di Amos Oz

«Speriamo tutti, falchi e colombe, nella sconfitta di un’organizzazione del terrore che prende di mira i civili»

Molte volte in passato il movimento pacifista israeliano ha criticato le operazioni militari delle sue forze armate. Questa volta no. Questa volta la battaglia non c’entra con l’espansione e la colonizzazione israeliana. Non c’è territorio libanese occupato da Israele. Non ci sono rivendicazioni territoriali da una parte o dall’altra. Mercoledì l’Hezbollah ha sferrato un violento attacco, senza precedenti, all’interno del territorio israeliano. Si è anche trattato di un attacco all’autorità e all’integrità del governo libanese eletto. E questo perché attaccando Israele l’Hezbollah ha anche privato il governo libanese della prerogativa di controllare il proprio territorio e di prendere decisioni in fatto di guerra e di pace.

Il movimento pacifista israeliano disapprova l’occupazione e la colonizzazione della Cisgiordania. Ha disapprovato l’invasione del Libano da parte di Israele nel 1982 perché quell’invasione puntava a distogliere l’attenzione del mondo dal problema palestinese. Questa volta Israele non sta invadendo il Libano. Si sta difendendo da un attacco e da un bombardamento quotidiano di decine di città e villaggi, cercando di annientare l’Hezbollah ovunque sia in agguato. Il movimento pacifista israeliano dovrebbe sostenere il tentativo di pura e semplice autodifesa da parte di Israele finché questa operazione prende di mira soprattutto l’Hezbollah e risparmia, quanto più possibile, le vite dei civili libanesi (compito non sempre facile visto che i lanciamissili Hezbollah usano spesso civili libanesi come sacchi di sabbia umani).

I missili dell’Hezbollah sono forniti da Iran e Siria, entrambi nemici giurati di tutte le iniziative di pace in Medio Oriente. Non può esserci equazione morale fra Hezbollah e Israele. L’Hezbollah prende di mira i civili israeliani ovunque essi siano, mentre Israele prende di mira soprattutto l’Hezbollah. Le ombre oscure di Iran, Siria e islam fanatico aleggiano sulle città e i villaggi in fumo da una parte e dall’altra del confine israelo-libanese. Queste ombre oscure stanno anche soffocando la società civile libanese, che con eroica battaglia si era recentemente liberata da una colonizzazione siriana di lunga durata.

La vera battaglia di questi giorni non infuria affatto tra Beirut e Haifa, ma tra una coalizione di nazioni in cerca di pace — Israele, il Libano, l’Egitto, la Giordania e l’Arabia Saudita da una parte — e l’islam fanatico, alimentato da Iran e Siria, dall’altra. Se, come tutti in Israele speriamo, falchi e colombe insieme, l’Hezbollah verrà presto sconfitto, ad aver vinto saranno sia Israele sia il Libano. E inoltre: la sconfitta di un’organizzazione del terrore islamista militante può far accrescere sensibilmente le speranze di pace nella regione.

Amos Oz

(Traduzione di Monica Levy)

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Manifestazione di solidarietà con lo stato d'Israele

  Manifestazione di solidarietà con lo stato d’Israele

 a Milano il 18 luglio

Cari amici d’Israele e simpatizzanti

 L’associazione Amici D’Israele in collaborazione con la comunità Ebraica di Milano e della Federazione delle associazioni Italia Israele, organizza per martedì 18 luglio alle ore 19.00,  in via Larga, 26 a Milano (sotto le finestre del consolato Libanese) una manifestazione di sostegno allo stato d’Israele e al suo diritto di autodifesa.

Durante la manifestazione verrà consegnata al consolato Libanese una lettera aperta in cui chiediamo la liberazione immediata dei due soldati rapiti e il rispetto della decisione del consiglio di sicurezza del ONU numero 1559 che chiede al governo Libanese il disarmo di Hezbollah ed il dispiegamento dell’esercito libanese lungo il confine sud che separa Libano da Israele. Siete pregati di arrivare numerosi e di portare bandiere Israeliane e cartelli con scritte di condanna all’Iran e alla Siria, e in cui chiediamo la liberazione dei soldati rapiti.

 Affettuosi saluti

 Eyal Mizrahi – Presidente ADI

Fonte: ADI Notizie

http://www.amicidisraele.org/

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Jihad, Cuore di madre ( 3)

 CUORE DI MADRE

 Mamma Maryam Farhat, oggi parlamentare di Hamas, posa davanti al poster dei tre figli, tutti morti come uomini bomba.

NEL NOME DI BAAL

 da: www.apocalypsesoon.org

Ogni luogo, nel Mediterraneo del V secolo a.C. , aveva il proprio Baal, il quale veniva adorato con auto-punizioni e sacrifici umani. Persino i bambini venivano sacrificati dai loro stessi genitori al loro dio, in modo da trasformarli in una specie di divinità protettrici della famiglia cui appartenevano. Francobollo postale emesso dall’ Autorità Palestinese.

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