Jihad, cuore di madre

 JIHAD

CUORE DI MADRE

 Il ritratto di un figlio-bomba troneggia come un piccolo patriarca sulla famiglia. ( Illustrazione dal Giornalino dei Piccoli "Moujtaba" , edito in Kuweit dagli iraniani, con la mamma di un martire-killer palestinese che offre dolcetti agli amici dello stragista per festeggiare il "matrimonio" con le vergini urì in Paradiso).

 MEMRITV rapporte : Les mères des martyrs du Hezbollah se déclarent très heureuses et prêtes à sacrifier d’autres enfants ( Le madri dei martiri di Hezbollah si dichiarano felicissime e pronte a sacrificare altri figli. L’amore materno secondo al Manar e Hezbollah. )

 

ASK FOR DEATH

The Indoctrination of Palestinian Children to Seek Death for Allah – Shahada.

 "Io rispetto il sacrificio dei martiri che si fanno esplodere", Fausto Bertinotti, al Congresso di Rifondazione Comunista, Venezia, 6 marzo 2005 .

06.07.09.PaliBodyArmor-X.gif

 © 2006 Cox & Forkum

Aggiornamento

Al figlio il nome di un missile Hezbollah
Corriere della Sera – 18 lug 2006

 

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 2 commenti

Cuore di madre, notre Zizou

 NOTRE ZIZOU

Zidane colpisce con una testata Materazzi (Reuters) 

"Oui, je suis Caterine Deneuve".

«DOVREBBERO CASTRARE MATERAZZI». «Non provo altro che disprezzo per Materazzi e se le cose che ha detto sono vere, allora voglio i suoi genitali su un piatto». Così in un’intervista al quotidiano inglese The Mirror Malika Zidane, la mamma di Zinedine, 78 anni.

Malgrado sia ancora tutto da chiarire cosa abbia detto Materazzi nello scambio di parole cui poi è seguita la testata del capitano francese all’azzurro, la signora ha messo insieme le ricostruzioni fantasiose e le “voci” sentite in questi giorni, e ha detto di volere la castrazione di Marco Materazzi per averla definita… una «prostituta terrorista»

«Sono totalmente disgustata da ciò che ho sentito – si legge sul quotidiano inglese – prego mio figlio di difendere l’onore della famiglia». Insomma, la signora Malika vuole “le palle di Materazzi su un piatto”, esprimendo sentimenti e azioni di livello proprio belluino.


CUORE DI MADRE

La famiglia degli Zidane è algerina, originaria della Kabilia, ed è emigrata in Francia all’inizio degli Anni 60 subito dopo che l’Algeria aveva ottenuto l’indipendenza. Il 23 giugno del 1972 Zinédine Yazid Zidane (arabo: زين الدين زيدان) nasce e va ad aggiungersi ai quattro figli ( tre maschi e una femmina) di Smaïl, il padre, e Malika, la madre che ieri gli accarezzava la testa prima di iniziare una partita e oggi chiede vendetta per l’onore offeso.

Sembra così affiorare un certo habitat familiare, un “matriarcato segreto“ così simile al “matriarcato“ siciliano di cui Sciascia tanto si lamentava, quando sosteneva che " molte tragedie del Sud, ci sono venute dalle donne, soprattutto quando diventano madri ”.

Dietro questa patina di affetti morbosi che sono tipici del rapporto soprattutto fra madri e figli maschi in Sicilia si nascondono violenze inaudite. Si tratta di un tipo di rapporto madre-figlio che ricorre in tutto il bacino del Mediterraneo e forse non solo in quello. Gli esempi che si potrebbero fare sono tantissimi. Quante volte abbiamo visto madri anche non siciliane – madri algerine, tunisine, marocchine e oggi specialmente palestinesi, diciamo madri mediterranee – difendere i figli contro ogni logica e contro ogni senso di giustizia, spingendoli alla vendetta e portandoli chi al suicidio e chi all’omicidio per lavare l’onore offeso ( nif, in arabo, letteralmente “naso”).

LE NOTTI DI KABILIA

La famiglia di Zidane viveva a Marsiglia, nel quartiere La Castellane, costruito negli anni 70, dove il padre lavorava come magazziniere in un supermercato e, pur non percependo uno stipendio da capogiro, riusciva sempre a sfamare la sua famiglia e a non farle mai mancare nulla. Oggi, diventati miliardari grazie a Zizou e all’ospitalità francese, risiedono da numerosi anni in una casa di una località vicina, Les Pennes-Mirabeau.

Zizou venne votato miglior giocatore del Campionato del mondo 1998, vinto in casa dalla Francia, dove segnò due gol nella finale contro il Brasile. Nello stesso anno ha inoltre ricevuto il Pallone d’Oro. È stato eletto tre volte come Giocatore dell’anno FIFA (1998, 2000, 2003). Zidane viene attualmente considerato da molti il miglior giocatore di calcio del mondo. Nel 2001 si trasferì dalla Juventus al club spagnolo del Real Madrid, che per averlo, oltre a un contratto triennale con il giocatore, sborsò 60 milioni di euro, rendendolo il giocatore più costoso della storia del calcio.

E’ sposato con una francese di origine spagnola e ha quattro figli. E’ tanto legato alla moglie Veronique da lasciare l’Italia per un suo capriccio e 6,4 milioni di euro a stagione. Zidane non si è mai schierato, non ha pronunciato una parola sulle banlieu in fiamme o sui sans papier. Musulmano non praticante, Zidane è restato « fuori gioco ». « Je me tiens informé de ce qui se passe et, évidemment, je suis touché par ces problèmes – ha spiegato in una intervista al mensile francese Psychologies (giugno 2006). Mais il m’est très difficile de donner mon point de vue. J’ai mes positions, mais je n’ai pas envie de les étaler. » Insomma, non si sa da che parte sta, in Francia Libération lo ha definito “ un santone refrattario alle parole”.

Il 25 aprile 2006, ha annunciato il ritiro dopo i Mondiali di Germania. Nel corso della finale degli stessi Zidane macchia la propria prestazione colpendo con una testata il giocatore della nazionale italiana Marco Materazzi, gesto che gli costa l’espulsione, la dodicesima della carriera (3 a Bordeaux, 5 con la Juventus, 2 con il Real Madrid ed una con la nazionale Francese contro l’Arabia Saudita nel 1998, anche quest’ultima per gioco violento). Il giorno successivo, il 10 luglio 2006, Zidane viene eletto nonostante il comportamento scorretto miglior giocatore del mondiale. ( Per Bertinotti, il terzomondismo giustifica pure la testata, la violenza  e la cafonaggine del "povero" Zizou & Famiglia…).

 P.S.

BAMBINONI

 LA VERITA’ DI ZIDANE: «Offesa la mia famiglia, non mi pento. Materazzi mi ha provocato, è lui il vero colpevole. Mi scuso con tutti i bambini ». Così il francese sulla testata a Materazzi, il gesto più stupido e ultimativo della sua carriera. Non risponde però alla domanda del giornalista che gli chiede di rendere pubblico l’insulto. «Si guarda sempre alla reazione e mai alla provocazione – si è giustificato – ma il vero copevole è quello che provoca».Gli insulti comunque, ha specificato il bambinone ex capitano della Francia, non erano d’ordine razzista.



Marco Materazzi a terra dopo la testata di ZidaneLA VERITA’ DI MATERAZZI – Anche Marco Materazzi ha parlato della vicenda. «Non gli ho detto nulla che riguardasse razzismo, religione e politica. Non ho parlato neppure della madre. Ho perso la mamma a 15 anni e ancora adesso mi commuovo a parlarne. Naturalmente non sapevo che la sua fosse in ospedale, le faccio i miei migliori auguri».

Vittime e carnefici si ricordano della loro prima  infanzia” ( S. Freud ).

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 2 commenti

Addio a Syd Barret

 ADDIO A SYD BARRETT

E’ morto a sessant’anni il “diamante pazzo” dei primi Pink Floyd. Copertina Pink FloydRicordo quando eri giovane, splendevi come il sole… Ora c’è uno sguardo nei tuoi occhi, come buchi neri nel cielo… Hai raggiunto il segreto troppo presto, hai pianto per la luna… Splendi, folle diamante” (Roger Waters , 1975).

Links: The History of Rock Music. Pink Floyd: biography, discography

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 9 commenti

Il Libano attacca Israele

 JIHAD

IL LIBANO ATTACCA ISRAELE

( Odio genocidario, armato da Siria e Iran, in movimento… Disastro in prospettiva… ) 

I terroristi libanesi filoiraniani degli Hezbollah hanno rapito due soldati israeliani. Israele mobilita i riservisti: atto di guerra.

LIBANOISRAELE, VIOLENTI COMBATTIMENTI LUNGO LINEA BLU ( il Confine tra Israele e Libano) – ANSA

AGGIORNAMENTO

06.07.16.DispropoRespoons-X.gif

Fonte:www.coxandforkum.com/

 “ Il comandamento ‘ ama il prossimo tuo come te stesso’ è la più forte difesa contro l’aggressività umana (…). Eppure, chi nella presente civiltà s’attiene a tale precetto si mette solo in svantaggio rispetto a chi non se ne cura. Che immane ostacolo alla civiltà dev’essere la tendenza aggressiva, se la difesa contro di essa può rendere tanto infelici quanto la sua stessa esistenza!

La cosiddetta etica naturale non ha qui da offrire nulla al di fuori della soddisfazione narcisistica di potersi ritenere migliori degli altri..L’etica che si appoggia alla religione fa qui intervenire le sue promesse di un aldilà migliore. Sono d’opinione che finché la virtù non è premiata sulla terra l’etica predicherà invano.

(…) Il problema fondamentale del destino della specie umana a me sembra sia questo: se, e fino a che punto, l’evoluzione civile degli uomini riuscirà a dominare i turbamenti della vita collettiva provocati dalla loro pulsione aggressiva ed autodistrutrice.

In questo aspetto proprio il loro tempo presente merita forse particolare interesse. Gli uomini adesso hanno esteso talmente il proprio potere sulle forze naturali, che giovandosi di esse sarebbe facile sterminarsi a vicenda, fino all’ultimo uomo. Lo sanno, donde buona parte della loro presente inquietutine, infelicità, apprensione…"

S. Freud, Il disagio della civiltà, 1929.

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Al Qaeda attacca l'India

 JIHAD

AL QAEDA ATTACCA L’INDIA

 Una vittima (Reuters)

L’esplosione di sette bombe in stazioni e treni pieni di pendolari nell’ora di punta — oggi a Mumbai ex Bombay, capitale finanziaria dell’India – ha provocato la morte di almeno 135 persone e il ferimento di oltre 250. Le esplosioni si sono verificate in rapida successione a Mira Road, Matunga, Jogeshwarii, Borivili, Bhayander e nella metropolitana di Santacruz. Gli attentati si sono verificati all’ora di punta, intorno alle 18.30 ora locale, secondo le autorità della città indiana proprio per causare il maggior numero di vittime. Le immagini della televisione indiana mostrano carrozze del treno completamente sventrate, mentre proseguono le operazioni di soccorso sotto la pioggia.

Time out of joint ( W. Shakespeare)

Il terrore colpisce l’India il giorno 11. Una coincidenza, quella dei numeri, che rimanda immediatamente ad Al Qaeda. Era l’11 settembre 2001 quando ebbe luogo la madre di tutti gli attentati scatenati dal terrorismo islamico : quello alle Torri Gemelle di New York. Esattamente 911 giorni dopo, l’11 marzo 2004, il terrorismo colpì la Spagna, con una serie di attentati ai treni a Madrid che provocarono la morte di quasi 200 persone.

L’11 settembre 2001 – per rendere simbolica tale data – è il giorno in cui la figura del mondo è cambiata. E il Tempo – sequestrato insieme all’islam dai terroristi e dagli Stati che sponsorizzano il terrorismo maligno – è uscito fuori dai cardini…

Se è senz’altro ingiusto dire che tutto l’islam, nel cui nome si compiono gli attacchi, è barbarie, si ha tuttavia un fondato motivo per constatare che oggi una delle tre grandi religioni monoteiste, che basa la sua esistenza sul fatto di essere costruita sull’idea di una Legge trascendente, non è più una barriera contro la barbarie.

E’ indubbiamente una cattiva notizia quella portata dal dilagare di quello che non è più terrorismo politico, calcolato , organizzato e negoziabile, ma mera pulsione di morte nutrita da un vero e proprio odio genocidario che mira ad annettere l’altro oppure a ridurlo a un mucchietto di spazzatura – come a Bali, a Tel Aviv, a Beslan, a Madrid, ad Amsterdam, a Londra, a Casablanca, a Sharm, a Istanbul, a Mogadiscio, a Bombay – Del resto è proprio questo ciò a cui tende il terrorismo: a “bruciare il cuore”, oltre che a creare confusione e divisione – come si legge nei proclami jahidisti.

Da allora – dal giorno 11 settembre 2001 – siamo entrati nella morsa e l’epoca dello squilibrio del terrore destinato a durare lunghi anni, all’ombra di una possibile sciagura generale e di una strana guerra che non è una guerra internazionale fra stati, non è una guerra civile, non è una guerra partigiana, ma sembra una specie di vera e propria “disperazione di massa” nei confronti della vita, della civiltà cosiddetta umana e del futuro.

Con le parole di René Girard: "Se le scienze umane non avessero trattato la religione e l´aspetto religioso della vita umana come un´arcaica favola primitiva, escogitata giusto per spiegare l´origine del mondo, forse ciò che è avvenuto l´11 settembre 2001 a New York e le rovine di Ground Zero avrebbero suscitato meno stupore, in un pianeta che vive ancora nella convinzione della propria eternità. È una convinzione sbagliata di origine aristotelica e che non mette in conto la possibilità che il nostro universo un domani possa essere distrutto…".

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

A un vincitore nel pallone

  A un vincitore nel pallone


 

Di gloria il viso e la gioconda voce,

Garzon bennato, apprendi,

E quanto al femminile ozio sovrasti

La sudata virtude. Attendi attendi,

Magnanimo campion (s’alla veloce

Piena degli anni il tuo valor contrasti

La spoglia di tuo nome), attendi e il core

Movi ad alto desio. Te l’echeggiante

Arena e il circo, e te fremendo appella

Ai fatti illustri il popolar favore;

Te rigoglioso dell’età novella

Oggi la patria cara

Gli antichi esempi a rinnovar prepara.


[Giacomo Leopardi, A un vincitore nel giuoco del pallone (prima parte) 1821]

 Leopardi, in questa canzone in cinque strofe, si riferisce al giovane Carlo Didini di Treia, e lo acclama come campione, elogiandolo per l’energia espressa nell’azione sportiva. Dietro questa profonda ammirazione sembra celarsi anzitutto una punta di invidia per una vigoria di corpo che il poeta – bruttino e alquanto ingobbito – non possedette mai. E si intravede la visione leopardiana della vita, che va presa come un gioco, come il calcio quindi, e come tale va giocata, cercando di passare dall’ignavia all’azione:

Ma per te stesso al polo ergi la mente.

Nostra vita a che val? solo a spregiarla:

Beata allor che ne’ perigli avvolta,

Se stessa obblia, nè delle putri e lente

Ore il danno misura e il flutto ascolta

Beata allor che il piede

Spinto al varco leteo, più grata riede


Metafore a parte, il pallone di cui parla Leopardi è  il pallone al bracciale”, uno sport ancora ben lontano da quello che si intende oggi: il calcio,  sport plebeo e bellissimo, risulta ufficialmente inventato nel 1860 in Inghilterra. Prima era uno sport più simile alla pallavolo o a una specie di calcio-rugby. 

  

Siamo campioni del mondo! Po po-ro po-po-po-po! ”

Henri Rousseau Les Joueurs de football, 1908

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 1 commento

Mala educaciòn, Zapatero non va alla messa del papa

 ZAPATERO NON VA ALLA MESSA DEL PAPA

Il Papa è hard rock. Zapatero è lentissimo

Visita ufficiale di Papa Benedetto XVI in Spagna, accolto a Valencia da decine di migliaia di persone. «Il mio desiderio – dice il Pontefice – è proporre il ruolo centrale, per la Chiesa e la società, che ha la famiglia fondata sul matrimonio». «Questa è un’istituzione insostituibile secondo i piani di Dio – aggiunge – il cui valore fondamentale la Chiesa non può smettere di annunciare e promuovere, affinché sia vissuto sempre con senso di responsabilità e gioia». Nel messaggio ai vescovi spagnoli, il Papa ha espresso la sua vicinanza alle vicende della Chiesa locale ed ha definito la Spagna, un "paese di profonde radici cristiane". Aggiungendo l’invito a mantenere "vivo e vigoroso questo spirito che ha accompagnato la vita degli spagnoli nella loro storia". Da parte sua, il re Juan Carlos ha affermato che la Spagna che accoglie il Papa è «un Paese moderno, dinamico, solidale; un’antica e grande nazione plurale e diversa, fedele alle sue tradizioni, amante della pace, giustizia e libertà».

Freddina, quasi gelida l’accoglienza del premier Jose Luis Rodriguez Zapatero, che si limita ad una velocissima stretta di mano e decide infantilmente di disertare la messa celebrata da Benedetto XVI in occasione della visita . Joaquin Navarro-Valls non ha nascosto il suo sconcerto, ricordando che quella di assistere alla messa papale durante le visite ufficiali è una tradizione alla quale non si era sottratto nemmeno il cattivone Fidel Castro. Una decisione, quella di Zapatero, contraria alla prassi, un gesto capriccioso e per niente rock che la dice lunga sulla lentezza del tipo di personaggio che sta guidando la Spagna.

Lo “sgarbo” di Zapatero ha dei riflessi anche in Italia, dove Vladimir Luxuria ( da sempre fervente ammiratrice di quel tipino di Jose Luis ) esulta «mi piace la coerenza e il coraggio di non sentirsi ostaggio del Papa», mentre Rizzo, Pdci, si richiama a Cavour al grido di «Libera chiesa in libero Stato»; e Capezzone , segretario dei Radicali italiani, dichiara agitando il ditino «il primo ministro che non si genuflette mi pare vada molto bene».

Per non dire del gaymullah diessino e presidente onorario Arcigay Franco Grillini, che a tambur battente e a denti stretti emette una fatwa contro quella che definisce «la – riunione – a – Valencia – di – un’internazionale – dell’odio – e – della -d-i-s-c-r-i-m-i-n-a-z-i-o-n-e – come – mai – avevamo – visto – negli – ultimi – decenni».

Proprio perché la famiglia è “in crisi”, l’annuncio e la promozione di questa insostituibile istituzione fondata sull’unione dell’uomo e della donna assumono maggiore valore.

E’ più dignitoso, oggi, stare dalla parte della Chiesa che del laicismo malato che l’attacca.

Adriano Celentano era stato il primo a capirlo: "Il Papa è hard rock. Zapatero è lentissimo" . Una vecchia tartaruga, lui & i suoi sinistri compagni/e promotori/e del nichilismo attivo, portatori della rivendicazione reattiva e piagnona della loro sovrana libertà.

‘‘Alcuni mezzi di comunicazione sociale denigrano o ridicolizzano l’alto valore del matrimonio e della famiglia, favorendo così egoismo e disorientamento, invece della generosità e del sacrificio necessari per mantenere vigorosa questa autentica cellula primaria della comunità umana.’’ (Benedetto XVI ).

Ancora una foto di gruppo (Ansa)

  Papa a Valencia: "Matrimonio, meravigliosa realtà ”

Benedetto XVI durante l’omelia per la messa conclusiva del V Incontro mondiale delle famiglie: ”Italiani difendano famiglia in ogni parte del mondo” – ”La fede non è una mera eredità  culturale, bensì un’azione continua”. Alla celebrazione presenti i reali di Spagna, non c’era, come annunciato, il premier Zapatero – Valencia, 9 lug. – (Adnkronos/Ign)

–  Cacciari. «Non andare in chiesa, un grosso errore politico»
di Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera)

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 1 commento

La lettera di Renato Farina

 Sismi: la lettera di Renato Farina

"Volevo difendere il mio Paese"

RENATO FARINA CI SCRIVE

di Renato Farina a Libero

Caro Direttore,

ti scrivo come si fa a un amico e a un padre. Se ritieni ancora degna la mia firma, magari per oggi e poi più, passa questa lettera ai lettori e ai colleghi di Libero. Dopo di che mandami a casa, se credi. Privatamente in queste ore a te – che eri ignaro dei miei casini – ho detto tutto e anche di più, ma è meglio fermare le cose sulla carta.

Quando è cominciata la quarta guerra mondiale, quella scatenata da Osama Bin Laden in nome dell’islam contro l’Occidente crociato ed ebreo, ero animato da propositi eroici. Mi conosci come le tue tasche. La mia ambizione è sempre stata inconsciamente quella di Karol Wojtyla: lui morire nei viaggi, io sul fronte, magari in Iraq o in Qatar. Sono immodesto anche nel paragone. Vanità e protagonismo della mutua, incoscienza, ma credendoci, buttandomi tutto. Sapevi già delle mie avventure in Serbia sul filo del rischio, convinto di riuscire a raccontare meglio le cose se però risolvevo anche i problemi del mondo. Hai sempre cercato di farmi ragionare, di trattenermi. Poi di solito ti arrendi tu: non riesco a concepire altro modo di fare il giornalista. Mi ricordo la tua sfuriata di quando ero andato vicino all’Iraq senza dirti nulla, e in più scrivendo un articolo sui tagliatori di teste di un camionista bulgaro vicino al luogo del delitto. Hai sempre voluto salvarmi la vita, sono un disgraziato ma mi vuoi bene. Forse però volermi bene oggi vuol dire farmi cambiare mestiere. Pensaci, Vittorio.

Anche stavolta, dal 2001 a oggi, anzi ieri (se c’è un domani dipende se mi credi), mi sono comportato alla mia maniera: alè, in battaglia. Stavolta sono stato esaudito, ma così no, così è troppo pesante. Non mi sono rotto una gamba, non ho avuto bucato il polmone da una scheggia di piombo, ma è stato amputato il mio onore. Su quasi tutti i giornali e sugli schermi sono diventato l’immagine del tradimento dei lettori e della deontologia professionale, proprio lui, quel tizio grasso che fa tanto il moralista e tira fuori il nome di Dio ogni tre righe. Ipocrita di un Farina, anzi di "agente Betulla". Altro che giornalista o polemista. Solo un fantoccio nelle mani degli agenti segreti. Uno che depista indagini. Sono reduce da sette ore di interrogatorio, ve lo vorrei raccontare, ma è stato segretato. Scriverò quello che posso, a te, Direttore e amico, non ho taciuto nulla. Ho letto nei tuoi occhi qualcosa di bellissimo, che mi dà coraggio e voglia di vivere, come già mia moglie, e scusa se ti metto dopo di lei, anche se mi hai definito il tuo "moglio". Ma so anche che un direttore ha dei doveri, non può permettersi di rovinare il suo vero figlio che è il giornale e di danneggiare la sua ciurma di redattori. Oltretutto Libero è una bandiera. Sporcarla è un insulto anche per i nostri meravigliosi lettori, che non meritano di essere offesi.

Allora confesso. Ho dato una mano ai nostri servizi segreti militari, il Sismi. Ho passato loro delle notizie. Ne ho ricevute. Ho cercato contatti persino con i terroristi, mettendo a disposizione le mie conoscenze ma anche il mio corpaccione per salvare qualche vita, e difendere i nostri fratelli uomini. Ti assicuro, e metto in gioco la salvezza della mia anima: non ho scritto su Libero una sola riga che non coincidesse con i miei convincimenti. In ogni articolo dove ho difeso la nostra intelligence di Stato (Stato=Italia) e i suoi atti contro il terrorismo, ero io-proprio-io. Bello o brutto, ma me stesso. Ho combattuto con i miei articoli – mai con invettive, ma sempre argomentando – chi da anni non perde una giornata senza provare a demolire la credibilità delle istituzioni. Lo ritengo pericoloso per i figli dei miei lettori. Ho usato tutto, secondo me dentro i confini della legalità, di certo seguendo una scelta morale trepidante ma molto salda. Sono retorico lo so. Mi sto costruendo un monumento, ma tanto mi hanno già buttato giù preventivamente. Se avessero messo in giro la voce che ero una fonte del Kgb, si sarebbe alzato un coro di garantismo. Stare dalla parte dei nostri, giocandosela, merita invece la fucilazione immediata.


C’è stata un’eccezione (oltre alla tua), quella di Giuliano Ferrara. Mi ha dedicato parole di amicizia e stima straordinarie, mi ha capito perfettamente. È giunto a offrirmi un posto di lavoro, che è il massimo. Io gli ho detto, grazie, ma ho già il mio. Se tu, Vittorio, mi tieni. Ma se non mi tieni tu, smetto. C’è anche altro da fare nella vita, anche se mi spiacerebbe non scrivere più sbattendomi qua e là. Perché è chiaro: se nei miei lettori, quelli che mi stimano, e tra coloro che lavorano con me, leggendo la mia firma, ogni volta sorgesse un dubbio sulla mia lealtà, bisogna menare le tolle. I campi hanno bisogno di braccia, ma mi arrangerei meglio in cucina. Giulianone amatissimo mi ha chiesto di non fare la verginella e di rivendicare con orgoglio quanto ho fatto: cioè aver scelto con tutto me stesso a schierarmi dalla parte dell’occidente e di chi opera per tutelarlo. Confermo. Non muovo un passo indietro rispetto alla mia decisione. Ma io sono io. Non sono del livello di Ferrara o di Graham Greene, che se ne impippano di una deontologia professionale che vieta di essere giornalisti e attenti ai servizi. In guerra non solo si può, ma si deve, se c’è in ballo il bene grande della nostra discendenza e tradizione. D’accordo. Ma alla maniera di Andreotti mi fido della magistratura, e accetto con serenità la decisione dell’Ordine dei giornalisti. Peraltro essere accusati di combutta con il Sismi è un po’ diverso dalla comunella con la camorra o con il vendersi ai traditori.

Intanto continuo a confessare: non ho depistato un bel niente, non ho fatto il giornalista per essere una spia ben mimetizzata, né ho preteso oro dalla patria. Però un errore di certo l’ho fatto. Ho coinvolto in questa mia avventura di cinquantenne, un magnifico cronista come Claudio Antonelli. Il suo lavoro non ha alcuna macchia, ha fatto il suo mestiere e basta. Io ho le spalle larghe e sono vecchio. Ma lui è giovane, non dovevo fargli rischiare così la reputazione, senza che nulla sapesse di Sismi e affini. Gli chiedo scusa.*  Non sapevo di esporlo a dei colpi alla schiena. Me beccatemi pure, lui no. Allo stesso modo mi scuso con i colleghi redattori se si sentono traditi. La vostra stima è importante, non per lavorare ancora, ma proprio per tirare avanti.

Renato Farina

In questa guerra mondiale non sono salito sull’elicottero per raccontare dall’alto come i terroristi islamici seminano il terrore tra le popolazioni più o meno cristiane. Ma ho cercato di fare di tutto e di più per difendere questo nostro Paese e la sua civiltà cattolica. E dopo questo autoelogio, forse mi merito ancora di più il licenziamento. Ma voglimi bene lo stesso, con tutti i miei peccati.

Da Libero 08/07/2006

Nota: Questa lettera ha qualcosa di angoscioso, di intrepido e di commovente . Come , in taluni casi, la fede; e , più in generale , come i tempi che stiamo vivendo. A Renato Farina la piena solidarità, mia personale.

 *  “… Rivoltosi a Sancio, gli disse: — Perdonami amico, le occasioni che ti ho date di parer pazzo con me, facendoti cadere nell’errore in cui io era che vi fossero o vi siano al mondo cavalieri erranti. — Ahi, rispose Sancio in mezzo ai singulti, vossignoria non muoia signor mio, pigli il mio consiglio, badi a vivere, ché non può fare l’uomo peggiore bestialità in questa vita del lasciarsi morire così alla babbalà, senzaché nessuno lo ammazzi né altre mani lo finiscano fuorché quelle della malinconia; non si lasci per carità cogliere dalla poltroneria, e si levi da questo letto che anderemo in campagna vestiti da pastori come siamo rimasti d’accordo; e chi sa che dietro a qualche bosco non troviamo la signora donna Dulcinea non più incantata, com’è comune nostro desiderio: e se per caso vossignoria muore del dolore di essere stato vinto, ne dia a me tutta la colpa, e dica che se avessi strette un poco le cinghie a Ronzinante, non sarebbe stramazzato; e già vossignoria avrà letto molte volte nei suoi libri di cavalleria che i cavalieri erano soliti scavalcarsi l’un l’altro, e che quello che oggi è vinto, dimani è vincitore. — Così è, disse Sansone Carrasco, e il buon Sancio è molto pratico di questi casi. — Signori, replicò don Chisciotte, andiamo pian piano, ché adesso nei nidi dell’anno passato non sono più uccelli; poc’anzi fui pazzo, ed ora sono savio, fui don Chisciotte della Mancia, ed ora, ripeto, non sono altro che Alfonso Chisciano il buono: possano il mio pentimento e la mia ingenuità riguadagnarmi presso di voi, o amici, quella riputazione di cui una volta ho goduto; e seguiti a scrivere il signor notaio…” Tratto da: Don Chisciotte della Mancia, di Miguel de Cervantes Saavedra Edoardo, Perino editore, Roma 1888.

Altra lettura consigliata:

Graham Greene, Il nocciolo della questione
(The Heart of the Matter –
Trad. di Nella Zoja)
1948, 1999, Oscar Mondadori, pagg. 336

Qualche brano:


Costoro erano stati corrotti dal denaro; ma egli era stato corrotto dal sentimento. Il sentimento è più pericoloso, perché non ha prezzo. Su un uomo disposto a ricevere denaro si può fare affidamento per lo meno al di sotto di una certa cifra, ma il sentimento in un cuore umano può svolgere le sue spire per un nome, per una fotografia, perfino per il ricordo di un odore. (p. 65)

La verità, pensava lui, non era mai stata di aiuto a nessun essere umano, è una specie di simbolo che perseguono matematici e filosofi. Nelle relazioni umane gentilezze e menzogne valgono mille verità. (p. 69)

Che mi si mostri un uomo felice, e io vi mostrerò o il suo egoismo, o la sua cattiveria, o perlomeno la sua ignoranza assoluta. (p. 151)

Gli uomini possono diventare gemelli invecchiando. Il passato è il loro grembo comune. (p. 228)

<&lt; Perché andiamo avanti in questo modo, ad essere infelici? >&gt; <&lt; E’ un errore unire le idee di felicità e di amore >&gt; (p. 258)

…&ldquo;Si deve essere ragionevoli” disse a se stesso, “e riconoscere che la disperazione non dura (è vero che non dura?), che l’amore non dura (ma non è proprio questa la ragione per cui la disperazione dura?)” (p. 271)

<&lt; Non potete desiderare il fine senza desiderare i mezzi. >&gt; / “Ah, ma si può&rdquo; pensava lui, “si può.&rdquo; Uno può desiderare la pace della vittoria senza desiderare le città distrutte. (p. 273)

Tutti noi siamo rassegnati alla morte: alla vita no, non siamo rassegnati. (p. 320)

RaiLibro – Graham Greene: bibliografia

 

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 1 commento

Londra 7/7, un anno fa l'attentato di quattro martiri-killer britannici

 LONDRA 7/7

UN ANNO FA L’ATTENTATO DI QUATTRO MARTIRI-KILLER BRITANNICI AL CUORE DELL’EUROPA CHE AVEVA DATO LORO OSPITALITA’

beckmap2005.jpg

 fonte dell’illustrazione :SocialDesignZine

Siamo seri: la maggior parte degli sforzi contro il terrorismo dal 7 luglio a questa parte sono stati una farsa” : il quotidiano inglese The Times, a un anno dalla barbara strage “in nome dell’islam” che a Londra ha causato 52 vittime e circa 700 feriti , accusa il governo britannico di non aver fatto abbastanza e di “non aver preso abbastanza sul serio il terrorismo”. Infatti : “non abbiamo ancora idea su quali legami potessero esserci tra la cellula responsabile delle stragi e altre cellule o estremisti in Europa, America o Pakistan. Siamo in grado (più o meno) di infiltrare agenti nelle moschee, ma i predicatori estremisti sanno da tempo che non sono questi i luoghi dove reclutare apertamente…Se la vita è tornata alla normalità, non è per coraggio, ma per autocompiacimento…”( The Times).

  • «Londra, il buonismo di Tony Blair » ( Corriere 7 luglio 2006)

     

  • A un anno dopo la strage arriva il video di uno degli autori  – PURE AL QAEDA RICORDA. In questo triste anniversario fa la sua apparizione sugli schermi di Al Jazeera un video di Al Qaeda con l’immagine del giovane martire-killer che si è fatto esplodere sull’autobus, Shehzad Tanweer, che punta l’indice contro gli spettatori e minaccia un futuro segnato da altri attacchi terroristici, “&egrave; solo l’inizio della Jihad”. Nel video appare anche Ayman al Zawahiri, braccio destro di Osama Bin Laden, che sottolinea l’appartenenza del giovane “shaid&rdquo; ad una ricca famiglia, smentendo la teoria secondo la quale la “guerra santa” recluta i suoi suicidi-assassini tra i poveri e gli sprovveduti. 

     La vidéo sur le site de la BBC

  • REMEMBRANCE DAY

Link :

Il dossier della Bbc

Il dossier di Repubblica.it

Le foto "postate&quot; dai londinesi su www.flickr.com

Londra, 7 luglio 2005 La reazione della Chiesa – Salvatore Mazza, su "Avvenire&quot; dell’ 8 luglio 2005.

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Rendition / In carcere i vertici dei servizi segreti italiani

IN CARCERE I VERTICI DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI

Il capo del controspionaggio del Sismi, Marco Mancini, dal quale dipende la sicurezza di milioni di cittadini, è stato arrestato all’alba su ordine della procura di Milano che indaga sul rapimento in Italia dell’ imam egiziano Abu Omar avvenuto nel 2003.

Nell’operazione sono stati arrestati anche un numero imprecisato di "elementi operativi".

La procura ha chiesto anche l’arresto di quattro cittadini statunitensi, tra i quali Jeff Castelli, ex capo della stazione Cia a Roma. Tensione nei servizi.

Lunedì scorso, in un’intervista a Reuters, il neo-ministro dell’Interno Giuliano Amato aveva detto che il governo intende fare "il massimo di chiarezza" sul caso di Abu Omar, e aveva ipotizzato che nell’inchiesta della magistratura potessero essere coinvolti non soltanto agenti americani.

In una nota, l’ex capo dello Stato Francesco Cossiga, che ha confermato la notizia dell’arresto di Mancini , critica i magistrati milanesi per l’arresto di quelli che definisce gli autori di "alcune delle più brillanti operazioni all’interno ed all’estero del nostro servizio, tra le quali le liberazioni dei nostri ostaggi in Iraq", che "hanno dato un fondamentale contributo alla lotta internazionale contro il terrorismo".

"Si attende oggi un messaggio di Osama Bin Laden di vive congratulazioni e di ringraziamento per il prezioso aiuto alla Jiadh islamica", conclude ironicamente Cossiga ( Cossiga: ‘Bin Laden si congratula’).

1 Glorifica Allah ciò che è nei cieli e ciò che è sulla terra. Egli è eccelso, saggio.

2 Egli è Colui che ha fatto uscire dalle loro dimore, in occasione del primo esodo, quelli fra la gente della Scrittura che erano miscredenti. Voi non pensavate che sarebbero usciti, e loro credevano che le loro fortezze li avrebbero difesi contro Allah. Ma Allah li raggiunse da dove non se Lo aspettavano e gettò il terrore nei loro cuori: demolirono le loro case con le loro mani e con il concorso delle mani dei credenti

Traetene dunque una lezione, o voi che avete occhi per vedere ( Sura LIX, Al-hashr – L’Esodo)

A PRO DI CHI ?

Sorpresa, dietro i rapimenti Cia il marchio Prodi

di Renato Farina – Claudio Antonelli

Le operazioni dei servizi americani per catturare terroristi nel Vecchio Continente non sono state avallate da Berlusconi, come sostiene il Consiglio d’Europa, ma dalla Commissione guidata dal Professore.

Abbiamo uno scoop. Non è stato il governo Berlusconi ad autorizzare azioni di "rendition&quot; di presunti terroristi, vale a dire rapimenti in Paesi europei da parte della Cia e il loro trasferimento in Paesi dove è normale la tortura. E’ stata la Commissione europea ad avallare implicitamente queste pratiche in un incontro ad Atene del gennaio 2003.

Magari è prova di buona volontà nella lotta al terrorismo. Di certo lo storia è diversa da come ci viene raccontata per impalare Berlusconi e i nostri 007 inventando certezze e attribuendole alla procura di Milano che si professa totalmente ignara.

La cronaca. Si sta combattendo una guerra in Europa. Non contro il terrorismo ma per indebolire chi lo contrasta. L’accusa è: "violazione dei diritti umani". E’ stata lanciata dal Consiglio d’Europa in un memorandum scritto da un deputato svizzero, Dick Marty, che ha fatto sue le valutazioni del diessino Claudio Fava. Si accusano 14 Paesi e tra essi l’Italia.

LA VICENDA ABU OMAR

II governo Berlusconi e il capo dei servizi segreti (Sismi) Nicolò Pollari, sono ritenuti responsabili di aver collaborato con la Cia, in violazione di ogni legge per rapire l’imam milanese Abu Ornar e trasferirlo in Egitto. Qui non facciamo il discorso: il fine giustifica i mezzi. I diritti umani in tempo di kamikaze sono un problema complicato.

Ma se l’Italia non ha votato leggi del tipo americano (Patriot act) sarebbe una violazione grave.Berlusconi, Letta e Pollari negano ogni coinvolgimento. Invece Marty si dice sicuro. E il quotidiano Repubblica dà credito a queste accuse.

Ci sono però due problemi.

1) Nel memorandum firmato Marty si parla del rapimento di Abu Omar. Marty spiega che il «governo italiano ha negato di essere stato informato, e il capo del Sismi, Pollari, ha negato ogni coinvolgimento nell’operazione. Tuttavia l’indagine della Procura di Milano ha riservato significativi sviluppi. Un maresciallo dei carabinieri ha ammesso di aver partecipato al sequestro, in un’azione coordinata dal Sismi».

Repubblica canta vittoria. Visto? L’avevamo detto. E’ Carlo Bonini a scriverlo.

Leggiamo però in nota quali siano i riferimenti di Marty. Nota 144: Guido Olimpio, "Operazione Hotel California", Feltrinelli editore. Guido Ruotolo-Vincenzo Vasile. Nota 145: Corriere della Sera e Repubblica. Insomma: invece di atti giudiziari, le prove sono ritagli di giornali e istant-book di cronisti, bravi per carità, ma non proprio titolati a emettere sentenze.

I giornali oggetto di tanta stima, godono per le accuse al Governo e all’intelligence, ma non a caso evitano di citare il basamento su cui si erge l’inquisitore europeo: la loro carta, per altro di parte. Una autoreferenzialità che dimostra il dilettantismo pericoloso di certe istituzioni.

Marty a dire la verità si accorge della fragilità di un impianto basato su rassegne stampa. E prova a coinvolgere la Procura di Milano. Il deputato elvetico cita a sostegno «informazioni confidenziali» ottenute da Armando Spataro, il pm milanese che segue le indagini. Quali confidenze non si sa.

Dopo verifica con fonte di primo livello possiamo smentire il fatto: il pm di Milano non ha in nessun caso avanzato accuse, né in privato né in pubblico, al governo Berlusconi e al Sismi.

Spataro ha parlato a Bruxelles, ma solo in audizioni pubbliche. In un documento di alto profilo istituzionale riteniamo gravissimo si faccia leva su "confidenze&quot; di un magistrato per accuse al nostro Paese. Noi sappiamo che non è vero. Ma sarebbe il caso – lo diciamo con rispetto – lo sapessero tutti. Urge smentita pubblica.

LA COMMISSIONE EUROPEA

2) Siamo allo scoop.

La legislazione americana, predisposta da Bush padre e ribadita da George W. Bush prevede che la Cia operi all’estero anche senza avvertire i Paesi coinvolti, pur ammettendo che – per tutelare i superiori interessi nazionali – si violi la sovranità di altri paesi.

Dunque la Cia ha legalmente operato in Italia dal punto di vista americano. Non ha ottenuto alcun consenso dal Sismi e dal governo, quando chiese collaborazione nel novembre del 2001.

Ma quello che è stato bocciato dall’Italia è stato, con un ghirigoro linguistico, accettato dalla Commissione europea di Romano Prodi.

Ad Atene si incontrarono esponenti del Dipartimento di Stato americano e della Commissione europea. Risultato: la "New Transatlantic Agenda". Al paragrafo 4.1 c’è un passaggio che si può tranquillamente interpretare come un accordo tra Usa e Ue.

Si legge: «Entrambe le parti si sono trovate d’accordo sul miglioramento della cooperazione, ovvero l’uso dei mezzi di transito europei per agevolare il ritorno di criminali o stranieri inammissibili, … il miglioramento della cooperazione nel settore degli allontanamenti». Nel testo in inglese viene usata la parola "removals&quot;, che è un sinonimo di "rendition&quot;.

Questo documento è stato coperto da omissis fino a pochi mesi fa. Noi non diciamo sia stato sbagliato quell’accordo. Ma di quelle operazioni di sequestro e trasferimento, più che a Berlusconi bisognerebbe chiedere conto a Prodi e alla sua Commissione europea ( Libero del 9 giugno 2006 ).

Su ordine della magistatura milanese, la polizia sta eseguendo una perquisizione nella redazione milanese del quotidiano ‘Libero’.

Perquisita la redazione di Libero’ Il Giorno

Mah ! Forse per fare chiarezza e avere la Pace, il Governo arcobaleno intende trasformare i servizi segreti in trasparenti servizi pubblici…  ( ovviamente aperti & tolleranti, e senza dimenticare la carta bollata magari opportunamente vidimata … a sinistra, prima di legarsi, o di farsi gentilmente legare, le mani dietro la schiena ).

 «Demagogia umanitaria – sintetizzava Cossiga a il Riformista del 9 luglio del 2005, dopo l’attentato alle metropolitane di Londra – questo è tutto ciò che la nostra classe politica è in grado di offrire. Essere solidali con gli Usa o col Regno Unito non costa nulla. Andare in processione dall’ambasciatore inglese come ha fatto Romano Prodi non costa nulla. Anch’io ho mandato un messaggio alla regina e al primo ministro e che mi è costato? Una email dell’ambasciata. Altro sarebbe un piano comune per fronteggiare l’emergenza. Ma siamo in campagna elettorale.Troppo forte sarà la tentazione della maggioranza di accusare di complicità comunisti e terroristi, e troppo forte sarà quella dell’opposizione di addossare colpe e responsabilità al governo.
L’Unione non può trascurare di reggersi anche grazie al contributo di una sinistra radicale e antiamericana che ha al suo interno no global e disobbedienti.
E la Margherita è stata così ridimensionata nella sua istanza autonomista che non credo che Rutelli possa andare avanti da solo in questa battaglia. Insomma,non so a chi appellarmi. Anzi, un appello ce l’ho.Posso farlo? ».
Prego.
«Chi crede, preghi e si affidi alla provvidenza. Chi non crede  faccia atto di fede e si affidi allo stellone dell’Italia&raquo;.

 CASO BU OMAR

L’opinione del presidente Cossiga ( intervista audio, da Repubblica.it)

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento