Noi e gli ebrei

 NOI E GLI EBREI

"Fin dall’inizio la relazione fra la Chiesa nascente ed Israele fu spesso di carattere conflittuale. La Chiesa fu considerata da sua madre figlia degenere, mentre i cristiani considerarono la madre cieca ed ostinata. Nella storia della cristianità le relazioni già difficili degenerarono ulteriormente, dando origine in molti casi addirittura ad atteggiamenti di antigiudaismo, che ha prodotto nella storia deplorevoli atti di violenza. Anche se l’ultima esecrabile esperienza della shoah fu perpetrata in nome di un’ideologia anticristiana, che voleva colpire la fede cristiana nella sua radice abramitica, nel popolo di Israele, non si può negare che una certa insufficiente resistenza da parte di cristiani a queste atrocità si spiega con l’eredità antigiudaica presente nell’anima di non pochi cristiani".

Card. Joseph Ratzinger, 20 Dicembre 2000

Qui il testo integrale: "L’eredità di Abramo, dono di Natale".

L’eredità di Abramo – dubbi – Ratzinger, gli ebrei e alcuni dubbi di Riccardo Di Segni

Benedetto XVI – Dialogo con ebrei oltre i gesti– Intervista di Pierangelo Giovannetti a Piero Stefani, biblista, docente di «dialogo con l’ebraismo» all’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia, autore di volumi come «Le radici bibliche della cultura occidentale» – edito nel 2004 da Bruno Mondadori

Lettera inedita di Edith Stein a Pio XI – 12 aprile 1933 – sulla persecuzione degli ebrei in Germania

( “Da settimane siamo spettatori, in Germania, di avvenimenti che comportano un totale disprezzo della giustizia e dell’umanità, per non parlare dell’amore del prossimo. Per anni i capi del nazionalsocialismo hanno predicato l’odio contro gli ebrei. Ora che hanno ottenuto il potere e hanno armato i loro seguaci – tra i quali ci sono dei noti elementi criminali – raccolgono il frutto dell’odio seminato…).

L’Olocausto è una pagina dell’umanità orribile, scritta non da Hitler da solo, ma da numerosi altri uomini e donne, capaci di fare cose orrende ieri come oggi . A volte ritornano…*

Antisemitismo islamico

 ESUMAZIONEcox3.jpg 

© 2004 Cox & Forkum

"Anti-Semitism and Islamic Expansionism"Un’ analisi del processo in corso di islamizzazione dell’antisemitismo : qui ( in italiano )

* Libri

Il «complotto ebraico». L’antisemitismo islamico da Maometto a Bin Laden – di Carlo Panella,  Edizioni Lindau, 2006

 Quando, adolescente, ho sentito parlare per la prima volta di odio arabo per gli ebrei, di antisemitismo arabo, ho pensato che fosse colpa dell’Europa, che fosse colpa nostra. Un’altra colpa di noi ricchi, nei confronti dei “poveri”. Ho creduto che tutto quell’odio arabo fosse iniziato perché noi europei abbiamo sbolognato – sì proprio un termine così, che sa di chi bara con la storia – un problema vergognoso ai nostri vicini. Imbarazzati della nostra colpa, incapaci di risolvere il problema della convivenza con gli ebrei, l’abbiamo scaricata sui primi che ci capitavano a tiro. Forti della nostra forza.

E’ uno schema convincente. Tanto convincente che c’è stata una fase della mia vita in cui ho seriamente creduto all’idea blasfema che i palestinesi fossero diventati “i nuovi ebrei”. Ho persino pensato, con la mia generazione, che in fondo gli ebrei avessero una “colpa” per aver costruito Israele, quasi ne dovessero chiedere scusa.

Più avanti, ho trovato questo stesso mio ragionamento adolescenziale a reggere il fondo di prima pagina di una grande intellettuale. La nota e matura commentatrice sostanzialmente invitava gli ebrei a chiedere scusa per esistere, e sono rabbrividito. Da tempo, infatti, qualcosa aveva iniziato a stonare e per anni ho lavorato, ho scavato molto su questo antisemitismo arabo e islamico.

Anticipo la conclusione: non è vero nulla. Gli arabi e i musulmani sono antisemiti da sempre, per conto loro. L’Europa non c’entra per niente. Non è vero che gli arabi sono diventati antisemiti per reagire allo “scandalo” della nascita dello Stato di Israele. E’ vero, semmai, l’opposto: il rifiuto arabo e islamico dello Stato di Israele, sin dall’inizio, dal 1917, si basa su un più che millenario rifiuto antisemita di matrice religiosa.

Non è vero che l’Europa ha esportato nei paesi islamici il suo antisemitismo, ma è vero l’opposto: l’Europa cristiana, indubbiamente antisemita, ha importato dall’islam il terzo asse concettuale antisemita: la teoria del complotto islamico sotto le vesti dell’“apostasia”. Non è vero che l’antisemitismo dei giovani arabi nati in Europa è oggi una reazione alla politica dei governi israeliani, è vero l’opposto: l’antisemitismo è implicito nella predicazione islamica che domina nelle moschee europee. Aggravato, non creato, dalla polemica antisraeliana ( Carlo Panella – “Il ‘complotto ebraico’. L’antisemitismo islamico da Maometto a bin Laden”)

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Kafka, Storie di animali

 LIBRI

STORIE DI ANIMALI

“ Signore, gridò, e tutti gli sciacalli ulularono in lontananza; si sarebbe potuto credere a una qualche melodia; signore, bisogna che tu metta fine alla disputa che divide il mondo. Erano tuoi i tratti di colui che l’avrebbe fatto, secondo la descrizione dei nostri anziani. Bisogna che gli Arabi ci lascino in pace; vogliamo un’aria respirabile; un orizzonte che sia ripulito da loro; non vogliamo più sentire i gemiti dei vitelli sgozzati in Arabia; che tutti gli animali possano morire in pace! ”.

Franz Kafka, 1917
Due storie di animali ( ‘Sciacalli e arabi’ )

Racconti, Mondadori 1970


La notte di luna ci accecava. Da un albero all’altro uccelli gridavano. Fischi nei campi. Noi, una coppia di serpenti, strisciavamo nella polvere…".

Franz Kafka, Storie di animali, Sellerio 2005

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Per Gilad Shalid e Eliyahu Asher

  PER GILAD SHALID 

                 E ELIYAHU ASHER

  La ministra israeliana dellgli Affari ester, Tzipi Livni, a Gerusalemme davanti al ritratto del soldato Jilad Shalid rapito da Hamas in territorio israeliano alla frontiera della striscia di Gaza.

Il padre di Shalit ha lanciato un commovente appello in cui, fra l’altro, ha chiesto a suo figlio di essere forte.

Secondo TV5, i precedenti affari di rapimenti di soldati israeliani da parte dei Palestinesi, che sono terminati nei nove casi con la morte dei militari, lasciano poche speranze al giovane caporale Gilad Shalit, rapito domenica scorsa nel corso di un blitz di terroristi palestinesi, costato la vita ad altri due ragazzi che prestavano servizio nelle Idf. Nel frattempo, il 27 giugno, si è avuta notizia di un altro giovane rapito, il diciottenne Eliyahu Asheri.

Nella notte, dopo due giorni di sforzi diplomatici per negoziare la liberazione di Gilad Shalit , le forze di sicurezza israeliane hanno lanciato una vasta operazione militare nella speranza di liberare i giovani israeliani rapiti. L’incursione delle forze terrrestri, entrate nella parte meridionale della Striscia di Gaza, è stata anticipata da quelle aeree, che hanno compiuto raid nella zone settentrionale e centrali.

   

Eliyahu Asheri, il secondo ragazzo rapito dai terroristi i Cisgiordania

 

Aggiornamento 29 giugno

Cisgiordania: morto il giovane cittadino israeliano rapito

Il corpo di Eliahou Asheri , 18  anni, trovato vicino a Ramallah.

    Ieri un terrorista bugiardo e burattino mostrava i documenti di Asheri, dicendo che se l’esercito israeliano fosse entrato a Gaza avrebbero ucciso l’ostaggio.

 Invece il giovane israeliano rapito era già morto domenica sera.

Ucciso a sangue freddo perché ebreo dai terroristi palestinesi di Hamas con un colpo di arma da fuoco alla testa.

Non si chiamava "colono”
Deborah Fait sull’assassinio Eliahu Asheri

  I  burattinai del terrore.

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Referendum / Vincono… le mummie

 Referendum

VINCONO LE MUMMIE

Pietra tombale sulle riforme costituzionali.

 “ Andate in pace…”

Sarà difficile rimediare a tanti NO. Vecchia Italia ! Non si può contare sui miracoli…

" Tornate a casa… Mummie ! "

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 2 commenti

Referendum / " La Costituzione è un sacco bella…"

 Referendum

" LA COSTITUZIONE E’ UN SACCO BELLA…"

La Costituzione è “un sacco bella” ( come direbbe Verdoni, e ha ripetuto il buon vecchio Ciampi), però la riforma non interviene sul testo originario della Costituzione del 1948, bensì — per la parte della cosiddetta devolution — su quello della riforma del Titolo V della Costituzione, approvata nel 2001 dal Centrosinistra. Quest’ultima riforma da tempo viene ripudiata perfino da chi l’ha proposta, sostenuta e approvata, e resterebbe in vigore se prevalessero i No alla prossima tornata referendaria. Il No equivarrebbe a cancellare la riforma costituzionale approvata nel 2005 nel corso della XIV Legislatura.

  Contro la sinistra burocrazia statalista e l’estraneità di questo governo allo sviluppo, e alla crescita, che già si coglie nel suo linguaggio e nelle sue facce, votiamo SI per cambiare in meglio le Istituzioni ed adeguarle a quelli degli stati democratici.

ITALIA: SI

referendum confermativo della riforma costituzionale approvata nel 2005 nel corso della XIV Legislatura

Cartolina

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

I bambini di Sderot

 I bambini di Sderot:

"Cosa direbbero la’ in Italia se i loro figli dovessero vivere come viviamo noi?".

 Sono arrivati cinque autobus da Sderot, cinque autobus pieni di bambini stressati dai continui bombardamenti palestinesi sulla citta’ israeliana del Neghev.

Ho voluto incontrarli per testimoniare a chi non sa e non immagina, a chi legge distrattamente che sono caduti altri razzi Qassam su Sderot o sui kibbuz e villaggi israeliani della zona e poi gira pagina e dimentica immediatamente.

Yosef-Ori’ ha otto anni e mezzo, ci tiene che scriva anche il "mezzo", capelli neri corti, kippa’ in testa come gli altri e due occhi nerissimi e vivacissimi che mentre parla diventano cupi e spaventati.
La parola che esce costantemente dalla sua bocca e’ "pachad" , paura, e mi fa venire un brivido di emozione mentre si butta a terra per farmi vedere in che posizione devono mettersi ogni volta che il lancio dei qassam li sorprende per la strada: ventre a terra, schiacciandosi il piu’ possibile contro il selciato e mani strette alla nuca.

"Due giorni fa sono caduti 11 qassam davanti a casa mia, a cinque metri da noi, tutto tremava, abbiamo avuto tanta paura e non abbiamo fatto nemmeno in tempo a correre nel rifugio" mi racconta con gli occhi spalancati ma senza una lacrima.
Si rasserena quando si mette a descrivere l’accoglienza che hanno ricevuto qui a Rehovot dove sono stati invitati da un’organizzazione religiosa Chabad che ha un nome molto significativo "Vivere con dignita’" .
"Ci hanno portati nel Giardino dell’Eden" dice sorridendo felice.

Il Giardino dell’Eden sarebbe un ambiente antistress dove i bambini israeliani spaventati dal terrorismo e dai bombardamenti dei palestinesi vengono curati psicologicamente da personale specializzato.
E’ un ambiente pieno di giochi, di fontanelle, di colori dove i bambini possono rilassarsi, stare a piedi nudi e correre, sdraiarsi a terra su un pavimento morbido, ascoltare la musica che viene suonata in continuazione e parlare con medici e paramedici vestiti come loro, come loro a piedi nudi, che giocano e ascoltano , soprattutto ascoltano.

Chaia ha 14 anni, ne dimostra meno, e’ una bella bambina con lunghi capelli castani, sorridente, mi racconta che non possono mai fare la doccia da soli ma sempre con un adulto della famiglia, che non possono mai uscire da soli, che escono poco e sempre vicinissimi ai rifugi perche’ dall’allarme alla caduta del razzo passano SOLO 15 secondi.
Credo di aver capito male "15 minuti ?" chiedo a conferma di quella che e’ solo una mia speranza.
"NO, 15 secondi" E dove vanno in 15 secondi? corrono nei rifugi o si gettano a terra , mani sulla testa. Non possono fare nient’altro! E sperare di non morire.
Chaia mi parla di Ella, la ragazzina di 17 anni uccisa da un razzo mentre col suo corpo proteggeva il fratellino piccolo. Ella era amica della sorella maggiore , la vedeva spesso a casa.
"Adesso e’ morta". Abbassa gli occhi e non dice altro.

Chiedo a Daniel, 10 anni e a Nachum 11 se questo e’ quello che succede tutti i giorni. "Si, tutti i giorni e piu’ volte al giorno". Raccontano che a scuola e’ piu’ pericoloso perche’ sono in tanti e che fanno ogni giorno le prove per andare nei rifugi in modo ordinato e tranquillo, senza correre e senza agitarsi.
Ho la gola chiusa.

A 60 anni dalla Shoa’, penso, ancora bambini ebrei devono vivere costantemente colla paura di essere ammazzati. Non c’e’ mai stata una tregua, finita la persecuzione in Europa sono incominciate le guerre arabe qui a casa nostra e il terrorismo arabo sempre dentro casa e bambini ammazzati e bambini spaventati, senza sosta. Senza un attimo di sosta, dall’odio europeo all’odio arabo, dall’orrore di Aushwitz a Ma’alot, a sei guerre, a centinaia di bambini ammazzati nei roghi degli autobus. Quando finira’?

Sono piena di ammirazione per questi bambini coraggiosi che raccontano la loro tragedia senza fare scenate isteriche, senza piagnistei , anche se ne avrebbero tutto il diritto. Mi parlano tranquillamente, serenamente, con chiarezza e con coraggio.
Chiedo "Cosa vorreste ricevere in regalo?"
Chaia risponde timidamente "La fine della paura".
Josef-Ori’, con gli occhioni sorridenti: "ci piacerebbe avere a Sderot il Giardino dell’Eden ma costa tantissimi soldi".
Facciamo un colletta? Chiedo. "Magari" e’ la risposta di tutti e sono tornati ad essere dei bambini sorridenti che aspettano un regalo.

Cosa vorreste dire agli italiani?
E il piccolo Josef-Ori’ al quale non manca mai la battuta, mi guarda serio serio e dice lentamente, quasi soppesando ogni parola: " Cosa direbbero la’ in Italia se i loro figli dovessero vivere come viviamo noi?".

Deborah Fait –informazionecorretta

  —

Terrorismo




 Da siti densamente popolati, non esitando a farsi scudo della propria gente, terroristi lanciano missili Qassam verso la popolazione civile di Sderot.

La comunità internazionale condanna, esorta, consiglia ma sostanzialmente si tiene fuori. A Olmert a Londra dal premier britannico Tony Blair, viene suggerito di riprendere i contatti con il presidente palestinese Abu Mazen per aiutarlo nella sua lotta intestina contro il governo di Hamas. Intanto, la piccola democrazia israeliana ha il diritto e il dovere di difendere la popolazione civile, e poiché colpisce da settimane il nord di Gaza con operazioni mirate per bloccare le cellule che si preparano a lanciare i Qassam, nel ping-pong esplosivo tra i perfidi missili Qassam e gli obici da 155mm della infelice e necessaria autodifesa israeliana, il circolo della violenza non ha speranza di interrompersi. A meno che Hamas e l’Autorità palestinese non si convincano a fermare i lanci dei missili dei terroristi, e a parlarsi – tra loro e con Israele.

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Censurato Pimpi. " E' impuro. E offende i musulmani"

 Turchia

CENSURATO PIMPI

" E’ IMPURO. E OFFENDE I MUSULMANI"

Il cartone animato di Walt Disney, Winnie the Pooh è stato inesorabilmente eliminato dalla televisione di stato turca Trt, controllata dal governo islamista, a causa della presenza, giudicata “satanica”, del porcellino rosa Piglet, in Italia conosciuto come Pimpi, per non urtare la “religiosità psichica” * ( sensibilità ) di un gran numero di musulmani integralisti che considerano ancora il maiale un animale «impuro» e Walt Disney, tanto per cambiare, un «agente della CIA».

Secondo i giornali Cumhuriyet e Sabah, la tv pubblica turca avrebbe voluto in un primo tempo trasmettere il cartone animato, tagliando le scene dove è presente «l’impuro personaggio», ma l’impresa si sarebbe rivelata impossibile a causa del suo ruolo protagonista, insieme al suo amichetto l’orsacchiotto Winny, al tigrotto Tigro, all’asinello Hi Ho e al coniglietto Tappo. E così anche il timido e imbranato piccolo Pimpi è finito al macello. Come è successo a Pikachu e ai Pokemon – per limitarsi solo ai cartoni animati – messi al bando tempo fa e destinati al macello dalla fatwa dello sceicco dei Fratelli musulmani Yusuf al-Qaradawi.

OSSERVAZIONI SULLA CENSURA “IN NOME DELL’ISLAM”

La censura può essere tentacolare, ma lo è ancora di più quando si fa in nome di un principio “sacro”. La premessa sacrale la dota di una forza sacrificale “purificatrice”, che si dispiega sugli individui e su una società secondo la stessa logica di contiguità e di contagio semi-magico che regge il sacro islamico e la sua doppia polarità del puro e dell’impuro.

Essendo l’oggetto censurato supposto o suggerito come “impuro”, l’influenza nefanda dell’impuro essendo contagiosa, questa s’irradia verso tutto ciò che vi sta attorno. La censura sacrale è proprio questa macchina ossessiva che gira a pieno regime ( islamista) e interdice sia la blasfemia ( o ciò che è supposto essere tale ) sia ciò che si trova attorno alla blasfemia, o ciò che è supposto essere tale: come ad esempio l’ironia e – come oggi in Iran – persino il sorriso o una franca risata in faccia al lugubre ayatollah.

La risata, anche blasfematoria, non è un evento insurrezionale ( fitna, come si dice in paese islamico), ma una funzione che introduce una distanza salvatrice tra la creatura e l’Onnipotente, tra il credente e il suo Dio, tra il soggetto e le sue identificazioni collettive. Il diritto di porsi in maniera irridente o anche blasfema è certamente un’acquisizione civile ( oggi esercitata in Europa in maniera banale, se non banalizzata ), ma la capacità di irrisione in sé è un bisogno culturale vitale. E’ l’affermazione di un desiderio di libertà e di una certa autonomia per rapporto alle istanze protettrici simboliche, il drammatico segno di uno spostamento ludico delle inibizioni, degli interdetti e delle proibizioni.

Il sacro che diventa legge dello stato, confondendo peccato e crimine, costruisce ciecamente di fatwa in fatwa il suo regime e il suo impero erigendo ovunque e in principio la presunzione di colpevolezza, allargando a dismisura il campo del sospetto e della censura, fino ad arrivare al disprezzo per l’arte, per i testi, per le istituzioni e per la ricchezza della vita.

Non a caso, la storia contemporanea della censura “ in nome dell’islam”, ovvero della nuova versione nazi-teo-scientista della civilizzazione islamica – si estende alla censura di tutte le produzioni che, dall’interno degli stessi paesi musulmani, criticano la religione del Profeta o aspirano a una riforma. Ed è costellata di omicidi, di attentati, di proibizioni di pensare e di parlare, in nome della stessa logica sacrale del puro e dell’impuro. Una tale logica sacrale corrisponde a una politica condotta, a un tempo, dagli stati e i movimenti islamisti, che si propongono il fine di far regnare la paura, sottomettere le coscienze, soffocare le voci libere , imporre una morale unica “nel nome dell’islam”.

La censura del regime religioso è ablativo: procede per eliminazione. Non è solo il fumetto, la vignetta, il testo o la parola da eliminare, ma i loro autori. Poiché, nell’islam, la riforma religiosa che abolisce la legge sulla blasfemia e l’apostasia non ha ancora avuto luogo, la legge sul blasfema, le fatwa e le minacce si estendono ai democratici e i riformisti del mondo islamico: uccidendo, riducendo al silenzio, spezzando vite, seppellendo le opere e i corpi.

E’ doveroso rifiutare l’amalgama tra islam e terrorismo. Ma occorre riconoscere che il terrorismo mondializzato si fa “nel nome dell’islam”, nel nome di una certa ideologia islamista, e che niente di strutturale o di istituzionale va nel senso di una riforma dell’islam, dei sistemi educativi e giuridici islamici per valorizzare un islam realmente tollerante e pacifico. Un islam cioè che rinunci alla legge sull’apostasia, all’obbligo del jihad armato e alle ineguaglianze tra gli uomini e le donne e tra i musulmani e i non-musulmani, ancora chiamati “ingrati” ( kuffar, in arabo ) con linguaggio polemico. E’ facile incriminare gli altri , ponendosi nella posizione di eterne vittime e gridando alla “islamofobia”, dicendo: “ Se non volete la sharia’h siete islamofobici, e vi denunciamo in nome dei vostri stessi principi democratici, che peraltro sono ‘satanici’ e che noi non condividiamo”. Più reali e più criminali dell’ “islamofobia” sono le fobie islamiste che hanno per oggetti non solo la donna, l’ebreo e l’omosessuale, ma anche l’intellettuale, l’artista, il non-credente, il musulmano “tiepido” e addirittura il fumetto Pimpi.

Sono anni che, “in nome dell’islam”, tutto diventa pretesto non solo a proibire, a condannare e ad anatemizzare, ma anche a sdradicare tutto ciò che può rappresentare l’ “ironia della comunità”, la critica anche solo bonaria del suo mito, la presa di distanza dalle sue sacralità viriloidi e carnivore. Sono anni che – come osserva lo psicoanalista tunisino Fethi Benslama – “ la tonsura dello spirito arma la censura che uccide”. Giacché la censura ‘nel nome dell’islam’, è di tipo paranoico-sacrificale, infernale, specializzata nel divorare tutto ciò che si oppone alla “religiosità psichica”, ovvero alla religione della sottomissione alla legge dei barbuti. E tutto ciò accade mondialmente, anche in una Europa che – per il solo fatto di sognare arcobaleni e la Pace “eterna” – si crede al riparo dal ciclone.

Così, mentre l’Europa dei vecchi balconi e delle belle cattedrali sembra ripiegarsi su se stessa e si spegne nel cinismo permissivo e la preoccupazione per l’ “immagine”, l’islam – popolato da una gioventù verdeggiante, a un tempo esaltante, iconoclasta e oppressiva – vira al disastro nella crudeltà delle “purificazioni” e il rigorismo dell’utopia.

    * A proposito di “religiosità psichica”

    Fethi Benslama : “C’est un travail permanent d’endiguement des forces religieuses obscurantistes. Ces forces reviennent, prennent des formes nouvelles, s’emparent du politique pour l’assujettir, envahissent l’ensemble de la vie. Les mouvements islamistes d’aujourd’hui ne sont pas entièrement religieux, ils sont composites, compliqués. J’ai utilisé ailleurs l’expression " national-théo-scientisme " pour qualifier leur idéologie. Surtout, ils font appel au ressort de la " religiosité psychique ", selon l’expression de Jean-Michel Hirt. La religiosité psychique n’est pas l’institution religieuse, qui peut fonctionner avec des règles, des discours, des interprétations, une logicisation de la passion du divin. La religiosité psychique est liée aux pulsions, à leurs forces démesurées, à leurs revendications effrayantes et à leur répression féroce, c’est pourquoi elle ne cesse de mettre en scène l’abject et sa purification, laquelle cède la place forcément à l’abjection, et ainsi de suite. Elle place l’exigence de Dieu dans les poils d’une barbe, dans les toilettes d’une femme, dans les cheveux d’une fille à peine nubile, etc. Aujourd’hui, l’institution religieuse de l’islam est dépassée, ébranlée par ces forces. Je pense qu’il y a une décomposition de la religion instituée, un ébranlement de sa maîtrise et de ses maîtres, au profit de ces clowns dangereux qui éructent des fatwas à longueur de journée sur tout ce qui respire. Partout, l’institution religieuse est confrontée, d’une manière cyclique, à ces spasmes du dieu obscur, et il lui arrive d’y céder, et de ne plus pouvoir faire prévaloir la responsabilité de la raison. Son intelligence se met alors au service de ses ennemis” .Fonte: Manifeste des libertés

    ( TRADUZIONE sommaria: “ E’ un lavoro permanente, quello di costruire dighe contro le forze religiose oscurantiste. Queste forze ritornano, prendono nuove forme, s’imposessano del politico per assoggettarlo, invadono l’insieme della vita. I movimenti islamisti di oggi non sono interamente religiosi, sono compositi, complicati. Ho utilizzato altrove l’espressione ‘ nazi-teo-scientismo’ per qualificare la loro ideologia. Soprattutto fanno leva sulla ‘religiosità psichica’, secondo l’espressione di Michel Hirt. La religiosità psichica non è l’istituzione religiosa, che può funzionare secondo delle regole, dei discorsi, delle interpretazioni, una logica della passione per il divino. La religiosità psichica è legata alle pulsioni, alle loro forze smisurate, alle loro spaventevoli rivendicazioni e alla loro feroce repressione, è per questo che non cessano di mettere in scena l’abietto e la sua purificazione, che cede necessariamente all’abiezione , e così di seguito…”) .

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | Lascia un commento

Iran: " Non stiamo costruendo armi nucleari"

 Taqyia

Iran: «Non stiamo costruendo armi nucleari»

Lo ha detto il presidente iraniano Ahmadinejad nel corso di una conferenza stampa a Shanghai dove si trova come osservatore al vertice annuale dell’Organizzazione per la Cooperazione.
"If a day comes when the world of Islam is duly equipped with the arms Israel has in [its] possession, the strategy of colonialism would face a stalemate because application of an atomic bomb would not leave any thing in Israel but the same thing would just produce damage in the Islamic world." ( Iranian President Akbar Hashemi-Rafsanjani on July 14, 2001).

NOTE SULLA PRATICA DELLA TAQIYA

Celare le proprie vere intenzioni è nello stesso tempo una mentalità e una pratica abituale ai gruppi e ai regimi islamisti. L”Arabia Saudita o l’Iran, per esempio, ricorrono alla dissimulazione per appoggiare le organizzazioni terroristiche e negarlo organizzando conferenze contro il terrorismo, oppure – come nel caso dell’Iran – di proseguire nella costruzione della bomba atomica islamica e negare di averne l’intenzione.

La pratica della dissimulazione è una pratica prescritta esplicitamente dall’islam. Il termine giuridico per “dissimulazione” è tukya o taqiya o taqiyyah o anche taqiyah, a seconda della pronuncia locale, ed è collegato ai termini takwa e taqi, con il significato di “custodire” qualcosa.

L’autorizzazione alla tukya è data dagli imam e dagli sceicchi in accordo con la tradizione ( sunna) e in conformità con la shari’a, la legge islamica, quando palesare obbedienza alla Legge del dio Allah potrebbe essere lesivo dell’incolumità personale o della libertà. Mentire significa, nel caso, custodire la fede.

La dissimulazione – come nota Giovanni Cantoni ( in : Aspetti in ombra della legge sociale dell’islam), si affianca alla possibilità, in caso di necessità, di stringere amicizia con infedeli, di fare intese con loro «I fedeli non si alleino con i miscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che temiate qualche male da parte loro» (Corano, sura III, «Âl-‘Imrân» [La famiglia di Imran], 28).

Anche l’amicizia con un non-musulmano è quindi interessata, soggetta a riserva mentale e a dissimulazione, e può essere revocata unilateralmente a seconda delle convenienze e dei rapporti di forza. Persino il tradimento appare come una virtù . C’è un proverbio popolare arabo che illustra perfettamente questo comportamento : “ Bacia la mano che non puoi mordere”.

Oggi quello della taqiyah è un lavoro specializzato, dato che l’obiettivo strategico è quello di distruggere i fondamenti delle civilizzazioni non- musulmane, come preludio alla sconfitta di Israele, dell’India, degli Stati Uniti d’America, dell’Europa, dell’Afghanistan, dell’Iraq e di tutti quei soggetti che non si sottomettono alla nuova versione dell’islam dei barbuti, oppure non pagano il “pizzo” per essere lasciati relativamente in pace.

La dissimulazione ( taqiyah) non è un fenomeno unico nella storia. Molti strateghi provenienti dagli ambiti più diversi se ne sono serviti per conquistare il potere o per sovvertirlo. Ma l’unicità dell’ attuale taqiyah praticata dagli islamisti è quello di essere un lavoro articolato, specializzato e ben finanziato, con il conseguente successo che ottiene presso le società democratiche avanzate e ad alto livello di sviluppo.

Specialmente in Europa. la strategia del taqiyah si sta rivelando vincente in una maniera massiccia a causa della mancanza di conoscenza dell’islam fra le elite europee.

Taqiyya and kitman: The role of Deception in Islamic terrorism
Taqiyya has beenused by Muslims since the 7 th century to confuse and split ‘the enemy’.
Fonte:
http://www.ci-ce-ct.com/Feature%20articles/02-12-2002.asp

al-Taqiyya/Dissimulation (Part I)

Fonte: http://www.al-islam.org/encyclopedia/chapter6b/1.html

al-Taqiyya ( Parte II e Parte III ) in : http://www.al-islam.org/encyclopedia/chapter6b/

The concept of taqiyah.

Fonte: http://al-islam.org/taqiyah/1.htm#r1

La dissimulation (taqiyyah) chez les chi’ites et les druzes

Fonte: http://go.to/samipage

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 3 commenti

Buone notizie

 BUONE NOTIZIE

Le buone notizie non vengono pubblicate.

Le buone notizie le pubblichiamo noi.

Abbiamo un’edizione speciale ogni momento

che vorremmo leggessi.

La buona notizia è che sei vivo

e che l’albero di tiglio è ancora lì,

e si erge saldo nel rigido inverno.

La buona notizia è che hai occhi meravigliosi

che toccano il blu del cielo.

La buona notizia è che

il tuo bambino è lì davanti a te

e le tue braccia sono disponibili.

Abbracciarsi è possibile.

Pubblicano solo ciò che non va.

Guarda ogni nostra edizione speciale,

le cose belle che ci sono le offriamo.

Vogliamo che tu ne tragga beneficio

e che ci aiuti a proteggerle.

Lì, vicino al marciapiede, c’è il dente di leone,

che ci offre il suo splendido sorriso

e canta la canzone dell’eternità.

Ascolta! Hai orecchie capaci di udirla.

China la testa.

Ascoltala.

Lascia cadere il tuo mondo di dolore

e di preoccupazioni

e sentiti libero.

L’ultima buona notizia è che puoi farlo.

Thich Nhat Hanh

Poet, Zen master, monk
Buddhist spiritual leader Thich Nhat Hanh
Full story

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 2 commenti

Brevi frasi di Sören Kierkegaard

 Brevi frasi di Sören Kierkegaard

La fede comincia là dove la religione finisce”.

La fede si può definire un’illogica fiducia nel verificarsi dell’improbabile”.

La vita: la si comprende guardando all’indietro, la si vive guardando in avanti”.

Un amico, di fatto, non è quello che tra filosofi chiamano l’Altro necessario; è l’altro superfluo”.

Se mi etichetti mi annulli”.

L’uomo non fa quasi mai uso delle libertà che ha, come per esempio della libertà di pensiero; pretende invece come compenso la libertà di parola”.

Parlo volentieri con i bambini, perché in fin dei conti si può sperare che diventeranno esseri ragionevoli. Quanto a quelli che li sono diventati, ah! Signore!”.

             

            OPERE

Sul concetto di ironia (1841)

Aut-aut (1843)

Timore e tremore [1843], Mondadori, Milano, 2003

Briciole di una filosofia (1844)

II concetto dell’angoscia (1844)

Postilla conclusiva non scientifica (1846)

La malattia mortale (1849)

– Scuola di cristianesimo (1850)

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 4 commenti