Strage di pellegrini alla Mecca

 RESSA ALLO HAJ

STRAGE DI PELLEGRINI ALLA MECCA

 MINA. Il 12, l’ultimo giorno di pellegrinaggio ( haj ), quasi 350 persone – soprattutto donne e uomini anziani – sono state calpestate a morte durante la rituale lapidazione di Satana, consistente nello gettare pietre alle tre colonne di  Jamrat  che rappresentano il diavolo. Il maggiore Gen. Mansour Al-Turki, portavoce del governo, ha detto che i morti sarebbero 345. Secondo un portavoce della mezzaluna rossa saudita, più di 1.000 persone sono rimaste ferite mentre si accalcavano freneticamente per lapidare il diavolo. La fuga precipitosa è durata circa mezz’ora prima che la folla fosse sottoposta a controllo. Il rituale di lapidazione è allora ripreso. Il tragico problema che si ripete ogni anno, durante il rituale di lapidazione di tre giorni che contrassegna il primo giorno di Eid Al-Adha (festa del sacrificio)* e l’ ultima fase dell’annuale haj, è dovuto al fatto che centinaia di migliaia di pellegrini affluiscono al ponte di Jamrat in tutti i sensi. Dovrebbe esserci un sistema per accertarsi che entrino nella zona di Jamrat da un senso e escano da un altro.

Riti dello Hajj e della Umrah

Table of Contents for Rites of Hajj & Umrah

Special Guide to Hajj and Umrah

* One Million Animals Sacrificed Over Three Days Syed Faisal Ali, Arab News

-TURCHIA Festa del sacrificio, mille feriti

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , | 4 commenti

Omaggio a Antonin Artaud

 MOSTRE 

 OMAGGIO A ANTONIN ARTAUD

( 4 Settembre 1896 – 4 Marzo 1948)

Artaud : «Toute l’écriture est de la cochonnerie…»

Dal 6 dicembre 2005 fino al 12 febbraio 2006 a Milano Artaud. Volti / Labirinti
Pac Padiglione d’arte contemporanea, Via Palestro 14, Milano

Per informazioni:
www.comune.milano.it/pac

LINKS

Antenati: Antonin Artaud

L’intervento di Artaud, nel 1933, alla Sorbonne di Parigi:
http://members.aol.com/mindwebart2/page169.htm

Antonin Artaud – Un sito interamente dedicato a questo genio che fu a un tempo poeta, saggista, drammaturgo, attore, regista, libero pensatore e psicotico formale.

I libri di ANTONIN ARTAUD

Dibattito

Per una cultura del «buon uso» degli psichedelici

Werner Horvath - Drugs I (Jim Morrison, Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin)

su : http://jimmomo.blogspot.com/  

BelloniCristina/L’Arte_Psichedelica
"L’Arte psichedelica: alla scoperta di nuove realtà”- Terzocchio Anno XVIII – Marzo 1992 – n° 1 (62 – 63 – 64 – 66)

Può capitare che per un momento il mondo appaia così com’è: immenso, desolato e magico”( gdm )

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , , | 2 commenti

In ricordo di Fabrizio

 IN RICORDO DI FABRIZIO

 In memoria di Fabrizio Quattrocchi, assassinato dai suoi rapitori in Iraq il 14 aprile 2004,*  una canzone scritta dalla Gulli’ver’s Band, è sul sito http://www.cosimuoreunitaliano.it/

 Il gruppo musicale è composto da Domenico Gulli e dai figli Elisabetta e Simone.

Videoclip WindowsMedia:
Così muore un italiano


* il video del tg1

Il riscatto della verità di Magdi Allam – Corriere della Sera

Dal filmato finalmente reso pubblico emerge con forza la statura etica e morale di Fabrizio

– Su Fabrizio Quattrocchi questo ricordo di Paolo della Sala pubblicato da Il Giornale11 gennaio

Cossiga, il Foglio di Ferrara e numerosi cittadini italiani  propongono la medaglia d’oro al valor civile
Libertà 

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , | Lascia un commento

Aid el Kebir, lo sgozzamento non è obbligatorio

 Aid el Kebir

LO SGOZZAMENTO NON E’ OBBLIGATORIO

Martedì 10 gennaio 2006, corrispondente al giorno 10 del mese di dhu’al hijja , l’ultimo mese dell’anno 1426 del calendario lunare islamico , si celebra l’Aid el Kebir, chiamata anche Aid el Adha o festa del montone, in memoria del miracolo di Al-lah, il dio dei musulmani che sostituì con un montone il figlio che Abramo gli stava offrendo in sacrificio

La “grande festa” dura tre giorni e in concreto consiste in una carneficina degli animali simile a quella che nei medesimi giorni del pellegrinaggio ( hajj ) alla Mecca, i giorni di al-nahr ( immolazione), compiono i pellegrini giunti da ogni angolo del mondo nei luoghi  della Mecca, dove in questi giorni del mese di dhu ‘al-hijja sono giunti dall’Australia e dalla Nuova Zelanda circa un milione e mezzo di montoni sgozzabili.

Soltanto a Milano tremila montoni sono pronti per essere macellati dal capofamiglia per la ricorrenza religiosa e per il cenone che ogni famiglia musulmana organizza in casa propria. Torna drammaticamente attuale in questi giorni l’uccisione di centinaia di animali, che secondo il costume islamico vengono macellati senza il preventivo stordimento previsto dalla legge italiana, provocando ogni anno le proteste delle associazioni animaliste.

Lo scrittore algerino Slimane Zeghidour si sofferma crudamente su questi orrori nel suo libro, molto ben documentato, La vie quotidiene à la Mecque de Mahomet à nos jours (La vita quotidiana alla Mecca da Maometto ai nostri giorni, pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1990) . Lo ricordava lo scrittore italiano Carlo Coccioli in un articolo per “Il Giornale” del 28 dicembre 1996. “ Il collega – scriveva Coccioli – mi permetterà di citare alcuni brani del suo straordinario documento affinchè alla comprensione delle glorie dell’Islam storico si aggiunga la scoperta di un Islam retrogrado davanti al quale si rimane sbigottiti. Tanto più che, secondo la regola ortodossa musulmana, lo ‘sgozzamento’ non è obbligatorio se non per il credente che è legato da un voto o che deve riparare per un rito imperfettamente compiuto. Ma a quanto pare questo della non-obbligatorietà del ‘nahr’ lo sanno ben pochi credenti”.

Zeghidour che è stato alla Mecca e ha visto lo spettacolo con i suoi occhi, ce lo racconta con molta efficacia nel suo libro. Mi limito a riprendere qui la traduzione di Carlo Coccioli:

"Voglio sgozzare con il mio coltello, imbrattarmi le mani, stancarmi e godere!" urla un algerino ai correligionari che gli mostrano dei "buoi di acquisto" che danno diritto a un sacrificio per procura in uno dei macelli. "Chi vi garantisce che loro uccideranno realmente un animale a nome vostro?", insiste l’uomo accarezzando il muso di un montone istupidito dalla folla.

Ed ecco il bravo padre di famiglia rovesciare la bestia nel mezzo della strada. Alcuni sconosciuti gli si avvicinano per aiutarlo. Un pachistano blocca al suolo le zampe della vittima mentre il sacrificatore affila coltello sul marciapiede. Palpa la gola accuratamente, afferra con la mano sinistra la parte interna del collo mentre con la destra tremolante avvicina la lama. Chiede a suo figlio, un ragazzino dalle gote grasse, di mettere la manina tinta di Hennè sulla sua.

"Allah akbar!", Dio è più grande. Il coltello fende la lana, lacera la pelle, la gola resiste, le sue mani insistono e poi, di colpo, sprizzano un getto di sangue che bagna i pii carnefici i quali inneggiano lodi a Dio mentre la vittima asfissia nel proprio sangue fra vari spasmi…"

Pare che nell’Islam non possa esserci festa senza sangue. Per rispetto all’Islam, non potrebbero le autorità religiose, gli ulema, e il governo dell’Arabia Saudita, ricordare per lo meno ai credenti che gli orrori del "nahr" ( immolazione) non sono obbligatori?

Pubblicato in Varie | Contrassegnato | 9 commenti

Sulla via di al-Azhar

 Sulla via di al-Azhar

" LA NUDITA’ INVALIDA IL MATRIMONIO "

 CAIRO, 8 Gennaio. Secondo la fatwa pubblicata da Rashad Hassan Khalil un ex   decano della facoltà di shari’a dell’università islamica al Azhar “ essere  completamente nudi durante l’atto sessuale annulla l’unione matrimoniale”.

Una tale fatwa ha provocato una spaccatura fra gli eruditi islamici e sta suscitando aspri dibattiti sulla rete satellitare “Dreams” e sulle pagine domenicali del quotidiano Al-Yom di Al-Masri, primo quotidiano a capitale privato in Egitto .

Suad Saleh, che dirige il reparto delle donne della facoltà di studi islamici di Al-Azhar , ha supplicato di ritirare la fatwa in nome della felicità degli sposi.

Durante il dibattito teletrasmesso in un’atmosfera di grande tensione, il teologo-giureconsulto islamico Abdel Muti ha criticato il decreto: "niente è proibito durante il sesso coniugale, tranne naturalmente la sodomia."

Da parte sua, il presidente Abdullah Megawar del comitato delle fatwa di Al Azhar ha sostenuto che le coppie di sposi musulmani potrebbero vedersi nudi ma non dovrebbero guardare gli organi genitali l’uno dell’altro, e ha suggerito di dissimulare il farj ( il sesso, letteralmente “la fessura”) con una coperta durante l’atto sessuale.

LA NUDA VERITA’

La sharia stabilisce, in maniera pedante e asfittica, il comportamento dell’individuo per ogni azione e per tutta la durata del giorno . Sulla via di Al-Azhar, considerata un’istituzione islamica “moderata”, la sharia si sta trasformando, purtroppo, nella principale fonte legislativa dell’Egitto, un paese di grande civiltà che rischia di ritornare indietro di secoli e di virare al disastro nel contatto con la modernità*.

To strip or not to strip? Egyptian clerics debate

Egypt Daily News, Egypt News

* Letture consigliate:

Scienza e Psicoanalisi – Medusa, Eva, orda e clitorectomy
Iakov Levi – 13 agosto 2002. “La condizione borderline millenaria in cui si trova l’Islam, sotto l’impatto del contatto con l’Occidente in questo stadio di genitali femminili esposti dappertutto, è degenerata in paranoia.(…). E le sue strutture portanti (capi religiosi, politici, ecc.) si fanno portatori di un messaggio più arcaico, ogni membro di quella collettività si posiziona difensivamente rispetto al nuovo messaggio e molti ne hanno dei vantaggi, anche se non necessariamente si situano allo stesso livello psichico regressivo del discorso collettivo. Vantaggi di tipo e natura diversa, foss’anche solo il bisogno di non esporsi, di stare tranquilli…”. http://www.psicoanalisi.it/utilities/faqforum17.htm

" Both spouses are permitted to see each other in the nude. Both are also entitled to enjoy one another to the utmost. Mu’awiyah (may Allah be pleased with him) asked Allah’s Messenger (peace and blessings of Allah be upon him), which reads as follows:“ Oh Messenger of Allah! To what extent should we protect [cover] our private parts? Allah’s Messenger (peace and blessings of Allah be upon him) is reported to have replied: Protect [cover] your private parts [fully] except from your spouse or those whom your right hand possess” “ ( “ciò che la vostra mano possiede” indica gli schiavi) [ Hadith trasmesso da Abu Daoud e Tirmithi ] Manners of Sexual Intercourse

Amazon.fr : La Virilité en Islam: Livres
La Virilité en Islam, Fethi Benslama, Nadia Tazi.

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , | Lascia un commento

  Il complesso dei migliori

LA COOP SEI TU”

Mentre è in corso un terremoto nel mondo della politica italiana ( al 42° posto nella classifica della trasparenza della gestione della cosa pubblica anche a causa della collusione di ampie forze del centro sinistra ) Fassino rivendica con orgoglio temperato da umiltà «questo non è un partito marcio» ma «errori possiamo commetterne».

In merito alle telefonate con Giovanni Consorte, nel corso delle quali il segretario dei DS manifestava un certo favore per la scalata condotta dall’UNIPOL al vertice della Banca Nazionale del Lavoro, riconosce che se «il mio tifo» per il folle volo di Consorte e Unipol «è stato fonte di equivoco me ne rammarico».


Qualcuno ha scritto che “il meno peggio”, oggi, del partito dei migliori se la dovrebbe prendere con la pubblicità e i suoi ambigui messaggi. Il «siamo padroni di una banca » e il «portiamo a casa tutto», infatti, non debbono essere scambiati per una forma di plurale maiestatis, figura stilistica che denuncerebbe una preoccupante volontà di potenza, ma come interpretazione alla lettera del fortunato slogan « la Coop sei tu » di tanti spot televisivi. Dove si vede un’arzilla vecchietta – la signora Norma, una specie di vispa Teresa stagionata e apparentemente un po’ suonata – che, indossato sotto lo sguardo allibito della figlia il camice di un commesso del supermercato, si mette a spostare cassette di mele.

Lo fa con disincanto, con il piglio disinvolto del nuovo consumatore innocente, perbene, equo & solidale, che “porta a casa tutto”, appunto, come farebbe qualsiasi massaia o tesoriere di qualsiasi partito post-moderno.

Fassino: «E allora siamo padroni di una banca?»

Consorte: «È chiusa, sì, è fatta».

[…]

Fassino: «Noi abbiamo il 15 più 4 delle Coop fa il 19 a noi, e come arrivi al 51 tu?»

Consorte: «Con le banche più…»

Fassino: «Ah sì, questa somma qui, fa il 51 certo».

[…]

Fassino: «Voi avete fatto un’operazione di mercato, quello che ho sempre sostenuto io. Industriale».

Consorte: «Industriale e di mercato».

Fassino: «Esatto, ora dovete comportarvi bene. Preoccupatevi bene di come comunicate in positivo il piano industriale. Perché il problema adesso è dimostrare che noi abbiamo… che voi avete un piano industriale»  ( 18 luglio 2005, dal colloquio telefonico con Consorte, riportato da il Giornale).

"Noi" o "voi"?

 Anche i migliori fra gli ex-comunisti moralmente ed eticamente superiori possono commettere errori e cadere vittime "innocenti "degli ambigui messaggi della …pubblicità. Insomma, se “la Coop sei tu”, anche la Bnl diventa “ la nostra banca”. Ambigua commistione tra affari e sinistra che potrebbe ancora rivelare qualche altra sorpresa.




Gavino Angius: "Siamo scossi ma sereni "

 

 “ Noi siamo gente perbene”

                           “ Noi siamo gente perbene”

                                                                  “Noi siamo gente perbene”

Pubblicato in Varie | Contrassegnato | Lascia un commento

Movies, Angi Vera

 MOVIES

ANGI VERA

Vabbé, ma mica dobbiamo fare Angi Vera…”. A via Nazionale, nei giorni più difficili, va molto la citazione cinematografica. L’altro giorno un dirigente paragonava Gad Lerner a Lord Fener, il “cattivo” di Guerre Stellari; ieri, letto l’editoriale sul Corriere di Galli della Loggia, a qualcuno veniva da citare il film di Pàl Gàbor, storia di denuncia e autocritica nell’Ungheria comunista degli anni Cinquanta.  Da Il pressing sul segretario Ds – il foglio.

 Vera Angi è un’infermiera che durante un’assemblea dà prova di coraggio denunciando gli abusi commessi dal primario del suo ospedale. I funzionari del partito comunista riconoscendo che ha carattere, intelligenza e volontà, la mandano in una scuola per funzionari di partito, dove Vera però si innamora del suo insegnante e ne diviene l’amante. È un atto contrario alla moralità che il partito pretende dai suoi membri: durante una seduta collettiva dedicata all’autocritica Vera denuncia il suo sbaglio e rinnega il suo amore. Poi tenta il suicidio, ma viene salvata. Licenziato l’insegnante, il partito premia Vera avviandola alla carriera giornalistica.

Critica : Lucida e atroce testimonianza (nonostante la sordina del racconto intimistico) sulla società del sospetto che s’instaurò nei paesi socialisti negli anni plumbei dello stalinismo. Il Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli.

Pubblicato in Varie | Contrassegnato | Lascia un commento

 

Affari di sinistra

L’USIGNOLO DEI DS AL CONTRATTACCO

 Dopo la vicenda della scalata Unipol alla Bnl con il terremoto nell’impero delle coop, dopo le intercettazioni delle telefonate Fassino-Consorte, durante l’ «l’attuale travaglio» della dirigenza Ds , D’Alema cinguetta al’Unità: «I Ds non sono colpevoli di nulla».

           ‘ Non siamo colpevoli di nulla ‘

            ’ Non siamo colpevoli di nulla ‘                                          

            ‘ Non siamo colpevoli di nulla ‘

 

Il canto dei governatori rossi : Bassolino fa l’offeso e Marrazzo si autoassolveIl Giornale

Pubblicato in Varie | Contrassegnato | Lascia un commento

Forza Sharon, coraggio Israele

ORE DIFFICILI

                           FORZA SHARON

<B&gt; Sharon gravissimo, preghiere in Israele</B&gt;  Preghiera per Ariel Sharon ( da Hareetz via Corriere.it )

  CORAGGIO ISRAELE

Da leggere: La battaglia di tutti di Magdi Allam – Corriere

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , | Lascia un commento

L' Adorazione dei Magi / 2

 &nbsp; L’ADORAZIONE DEI MAGI / 2

 Perugino, Adorazione dei Magi. Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria - particolare 

"Sorger&agrave; una stella da Giacobbe" (Nm.24,19). Gli occhi dei Magi che scrutano il cielo e le stelle, sembrano il simbolo degli uomini che "cercano Dio andando quasi a tentoni" (Mt.17,27)…

Il mondo esitava, sembrava stabilito in una zona piuttosto opaca e feroce, insensibile, quando in un angolo della Terra , a Betlemme oggi ritornata zona piuttosto opaca e feroce, ai margini dei bastioni della città feroce, in una stalla tutto si fece straordinariamente chiaro e vibrante. Giunta sopra il luogo dove era il bambino, la stella si fermò.

… Ed ecco la stella che avevano visto in Oriente andar loro innanzi, finché, giunta sopra il luogo dove era il bambino, si fermò." (Matteo 2:1-12).

I sapienti dell’Oriente, che possono scivolare ma mai cadere, entrarono nella grotta e videro il bambino sorridere alla brina della notte, più che alla vita stessa, come la s’intende banalmente, comunemente. In quell’attenzione del bambino alla brina e ad ogni più piccola cosa, i re Magi videro la vita e la vividezza della vita, vita d’intensità prodigiosa.

Grati allora adorarono il bambino ed offrirono l’oro della regalità, l’incenso della santità e la mirra dell’amarezza che è nella croce e al fondo di ogni vita che si dice umana.

La ruota dell’Universo o Multiverso sembrò per un attimo, nel suo vorticoso splendore, perfettamente immobile. A bassa voce, quasi senza voce, trattenendo il fiato come uno yogi o un feto, nel timore che tutto potesse perire, tutto rifiorire, i re Magi riconobbero in quel bambino la vita che avrebbe donato al mondo la vita per un reale più largo, più libero e più felice per ognuno, ognuna.

In quell’essere-per-gli-altri i sapienti d’oriente riconobbero l’Essere autentico e – cosa dell’altro mondo in questo – un pensiero e un cuore divini. E allora pastori e angeli non esitarono più: adorarono e tesero le mani al bimbo re per altro che per prendere…

Per un momento – e anche per quell’eternità che dura ogni attimo d’amore – tutto, come l’alone di una perla, sembrava appartenere e non appartenere al mondo.

Che restava comunque il mondo, ma come trasfigurato.

Uomini, donne e bambini si accorsero non solo di essere relativamente esistenti, nell’attesa, non inerte, della vera vita divina nell’eternità del Padre ( ovvero finalmente, senza fretta, a casa ) ma si accorsero anche di non avere grandi canini o i denti a sciabola come le tigri, bensì piccoli denti.

E benché ormai numerosissimi sulla Terra, smisero di darsi la Bibbia, i Vangeli, il Corano e tanti pugni in testa gli uni con gli altri e non fecero come i lemming che quando c’è poco spazio in una popolazione si suicidano, si buttano a mare – ma cercarono e misero in atto i modi dell’aiuto reciproco; qualcuno perdonò anche il vicino e qualche altro, limitandosi un po’, rinunciò volentieri alla sua seconda o terza casa al mare e offrì un posto a tavola a chi non aveva né tavola, né piatto, né minestra, un panettone e neanche una pietra per poggiare il capo.

Insomma, grazie alla venuta di quel meraviglioso bambino ed anche alla testimonianza dei re magi e di numerosi santi d’oriente e d’occidente, tutti, o quasi tutti, sembravano diventati esseri autentici, ovvero più buoni.

Erano veri uomini, donne e bambini divini, ognuno, ognuna, con un corpo prezioso, un’anima grande e uno spirito divini – nella poetica e il mistero rinnovati della comunione, nella consapevolezza di una responsabilità universale e nell’eternità del grande abbraccio della vita che banalmente passa, si consuma, muore come la terra, le stelle e il cielo, va aldilà e non perisce.

La gioia ( forse eccessiva, per un eccesso quasi mistico che costituisce proprio il segreto del linguaggio), ebbene , la gioia è in fondo, molto in fondo, ancora più profonda della morte e dell’amarezza che è nel fondo di questa cosa cieca che diciamo “morte&rdquo;.

Tutto sommato, l’Universo o il Multiverso – anche se possono accadervi cose orribili e sempre più spesso vi transitano bambini e bambinoni scostumati, maleducati, bugiardi, infami, spietati perché malvagi o solo perché ignoranti o stupidi – non è poi un posto così brutto per vivere e far vivere.

La gioia di essere qui, nell’Universo o Multiverso, ed avere il diritto di esserci è l’essenza dell’esperienza (“ Queste cose vi scriviamo perché la nostra gioia sia perfetta -1 Giov. 1,4). Ma uomini, donne e bambini che pur continuavano a dire “Natale&rdquo;, “Domenica&rdquo;, “ Pasqua”, l’avevano dimenticato “un attimino”. Non si nasce e si muore in un momento d’inattenzione?

Ma i Magi erano attenti e svegli, e così oggi sono più vivi di noi che crediamo di ricordarcene o di dimenticarli. E poiché sono santi-per-gli-altri, non per se stessi, certamente, se glielo chiedessimo, ci darebbero una mano per uscir fuori anche noi sani e salvi da questo pasticcio che chiamano “epocale&rdquo;. Non è meraviglioso ?

A tutti, buona Epifania.

L’ adorazione dei Magi / 1

Pubblicato in Varie | Contrassegnato , | 1 commento