Buona festa dell'assunzione di Maria

 BUONA FESTA DELL’ASSUNZIONE DI MARIA

 BUON FERRAGOSTO A TUTTI

L’assunzione è un segno delle cose ultime. In Maria, “figlia del proprio Figlio”, dice Dante, ci è data un’anticipazione della glorificazione di tutto l’universo che avverrà alla fine dei tempi, quando Dio sarà “tutto in tutti”, “tutto in ogni cosa”. Innalzata al cielo – a differenza di Cristo che si innalza da se stesso – Maria, dicono certi testi liturgici, è la nostra “Terra promessa”. La dormizione-assunzione anticipa la parusìa, e non è affatto un caso che nei grandi affreschi che impreziosiscono i muri esterni delle chiese monastiche moldave, il tronco di Iesse divenga un immenso, cosmico roveto ardente.

 Madre di Dio "Roveto ardente" – icona russa di fine sec. XVIII [Coll. privata, Italia].

L’assunzione anticipa e prepara il nostro comune destino. Nel corpo della Vergine, sepolto simbolicamente dagli apostoli (richiamo della pentecoste) nel Getsemani (richiamo della passione, unica fonte della nostra salvezza), in quel corpo portato verso la luce originaria e terminale, tutto il creato è assunto dall’Increato, tutta la carne della terra diventa eucaristia. Come Giovanni Damasceno, allora, anche noi possiamo dire: “Rallegrati, germe divino della terra, giardino in cui fu posto l’Albero della vita!” .

 Da “Le feste cristiane” di Olivier Clément. Fonte: Dormizione e assunzione di Maria

dalla rete: simboli mariani

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

Il papa dimentica Israele tra i paesi colpiti dal terrorismo

 Rilievo di Israele al Vaticano

IL PAPA "DIMENTICA" ISRAELE TRA I PAESI COLPITI DAL TERRORISMO ISLAMICO

Benedetto XVI (Infophoto)
Rivolgendosi ai fedeli domenica dopo l’Angelus, il papa ha deplorato "morte, distruzione e sofferenza in paesi tra cui Egitto, Turchia, Iraq e Gran Bretagna", e ha chiesto a Dio di "fermare le mani degli assassini guidati dal fanatismo e dall’odio". Israele ha chiesto al Vaticano di spiegare perché papa Benedetto non abbia menzionato Israele, paese colpito dal mortale attentato attentato suicida del 12 luglio compiuto dal gruppo militante palestinese Jihad Islamica, costato la vita a cinque persone.

"L’omissione da parte del papa urla al cielo", ha detto il ministero in un comunicato. "…Non può che essere interpretato come una garanzia di legittimità alla realizzazione di attacchi terroristici contro ebrei", dice la nota del ministero degli Esteri israeliano che ha convocato il Nunzio apostolico della Santa Sede. Secondo Israele, la dimenticanza "renderà più’ forti gli estremisti che non vogliono la pace e indebolira’ i moderati".

"Circa le reazioni da parte israeliana al fatto che il Santo Padre nel suo Angelus di domenica 24 luglio non abbia, accanto ad altri paesi, menzionato anche Israele, si fa presente che le parole di Benedetto XVI si riferivano espressamente agli attentati di ‘questi giorni’", ha replicato il Vaticano in una nota. Precisazione che appare alquanto incongrua, dal momento che la strage di Netaya si è verificata proprio "in questi giorni", fra l’attentato del 7 luglio a Londra e quello in Egitto, passando per gli attenti in Iraq e in Turchia.

La Santa Sede ha anche scritto che il Nunzio apostolico "ha già risposto su questo argomento" al ministro degli esteri israeliano.

"Sorprende che si sia voluto distorcere così pretestuosamente ( ? )  l’intenzione del santo Padre".

Il Vaticano ha poi specificato che "anche il grave attentato di Netanya dell’altra settimana, a cui si riferiscono i rilievi da parte israeliana, rientra nella generale condanna senza riserve del terrorismo."

”L’Angelus del Papa dalla Valle d’Aosta – come sdrammatizza Padre Federico Lombardi, direttore dei programmi di Radio Vaticana – non è un documento studiato nei minimi particolari, non è un testo politico o diplomatico”. Si tratta tuttavia di una dimenticanza che, per quanto piccola, banale o involontaria, si somma e quasi si apparenta a un oblio collettivo. “ Quello che impedisce a molti, a troppi – come osserva opportunamente  al Corriere della Sera Pierluigi Battista di riconoscere nel terrore in grado di colpire la metropolitana di Londra come le stazioni di Madrid, le spiagge di Sharm el Sheikh come le strade di Istanbul lo stesso identico terrore che da anni affligge gli inermi cittadini israeliani: non i soldati impegnati in attività di guerra ma i civili che ogni giorno a Gerusalemme e a Tel Aviv salgono sull’autobus per andare a scuola, vanno al ristorante con gli amici, frequentano discoteche e luoghi di ritrovo come in una qualunque città minacciata dalla guerra del fondamentalismo islamista. Per i cittadini di Israele, però, la pietà dell’opinione pubblica mondiale sbiadisce e addirittura si dimezza (…)”.

Nell’oblio collettivo – continua Pierluigi Battista – allo Stato di Israele si fa fatica addirittura a riconoscere lo status di vittima di un terrorismo che, proprio come quello che compie i suoi massacri nei simboli della quotidianità occidentale, non si prefigge uno specifico e circoscritto e negoziabile obiettivo politico ma la distruzione esistenziale della stessa presenza ebraica organizzata in uno Stato. Una dimenticanza collettiva che è l’ultimo schiaffo morale alle vittime del terrorismo. L’omissione di Papa Ratzinger non ha certo il senso di un gesto aggressivo, come del resto ha chiarito il portavoce vaticano Joaquín Navarro Valls. Ma davvero lo Stato di Israele non può essere accusato di un eccesso di suscettibilità”.

Non aver incluso Israele Israele fra i paesi più colpiti da morte, distruzione e sofferenza per mano degli assassini fanatici ( insieme a Egitto e Turchia, Iraq e Gran Bretagna, esplicitamente menzionati come vittime degli attacchi terroristici degli ultimi giorni ) può essere considerato un veniale errore diplomatico. Eppure la “dimenticanza” papale evoca, ancora una volta, vittime cancellate. Temere che questa invisibilità delle vittime possa essere interpretato come “una garanzia di legittimità alla realizzazione di attacchi terroristici contro ebrei” non è affatto una “distorsione pretestuosa”, non dovrebbe “sorprendere” e bene ha fatto lo Stato d’Israele a chiedere a gran voce una spiegazione e il Vaticano a chiarire, sia pure con significativo imbarazzo, che "ovviamente anche il grave attentato di Netanya dell’altra settimana, a cui si riferiscono i rilievi da parte israeliana, rientra nella generale condanna senza riserve del terrorismo." Ovviamente ?

 Aggiornamento

– Il sito AsiaNews, parla ingiustamente di “attacco del governo israeliano al papa” e lo definisce “ gratuito, crudo, violento, volgare e farneticante”. Ben tre articoli molto fastidiosi del sito cattolico Asia News, di solito più equilibrato, sono dedicati ad alimentare pretestuosamente questa vicenda: http://www.asianews.it/geo.php?l=it&geo=1

 

«Perché il risentimento di Israele nei confronti del Vaticano è più che giustificato»  Carlo Panella al Foglio del 30-07- 2005

aggiornamento

Corriere della Sera – 2005-08-26 – Risolta la crisi diplomatica tra Israele e Vaticano che riconosce: Israele andava inclusa tra i paesi vittime del terrorismo

 FONTE:

http://www.informazionecorretta.it/showPage.php?template=rassegna&id=6347

Pubblicato in Varie | 2 commenti

La sindrome di Pinocchio

 Eurabia

LA SINDROME DI PINOCCHIO


« Di solito prima di portare qualcuno a casa nostra, ci si informa quantomeno su chi sia. Capita invece che noi italiani non soltanto ci portiamo in casa un estraneo, ma l’abbracciamo e stringiamo accordi. Accordi che ridicolizzano la nostra credibilità e minano la nostra sicurezza.

Sarà perché siamo anime pie, forse spregiudicati avventurieri o peggio ancora degli ideologizzati che infieriscono contro se stessi. Ma è così che abbiamo consegnato la rete delle moschee d’Italia agli integralisti e estremisti islamici dichiarati fuorilegge nei rispettivi Paesi d’origine. Che scegliamo come interlocutori all’estero nomi altisonanti di prestigiose istituzioni islamiche, come l’università Al Azhar del Cairo o la Lega musulmana mondiale della Mecca, senza preoccuparci minimamente del fatto che in realtà sono degli strenui apologeti del terrorismo suicida * che massacra gli ebrei in Israele o gli occidentali in Iraq. E tra questi, val la pena ricordarlo, ci siamo anche noi italiani. » Amicizie sbagliate di Magdi Allam.

*Nota

Lo Sceicco Muhammad Sayyed Tantawi, il più noto imam egiziano della università Al-Azhar del Cairo ha dichiarato che le operazioni di martirio (suicidio) e l’uccisione di civili sono atti permessi e che si dovrebbero compiere più attacchi di questo genere. Le posizioni di Tantawi furono evidenziate su www.lailatalqadr.com , un sito web associato ad Al-Azhar. Ecco alcuni brani del servizio:

« Il grande Imam di Al-Azhar, lo Sceicco Muhammad Sayyed Tantawi, ha chiesto che il popolo palestinese, di tutte le fazioni, intensifichi le operazioni di martirio (ad esempio, gli attacchi suicidi) contro il nemico sionista, e le ha descritte come il genere più alto di operazioni della Jihad. Egli afferma che i giovani che le compiono vendono ad Allah la cosa più preziosa al mondo".

" [ Lo Sceicco Tantawi] ha sottolineato che ogni operazione di martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi bambini, donne e adolescenti, è un atto legittimo secondo la legge religiosa [islamica], e un comandamento islamico, fino a quando il popolo della Palestina non riconquisti la sua terra e costringa la crudele aggressione israeliana a ritirarsi…".

(…) Anche il nuovo mufti dell’ Egitto, lo Sceicco dr. Ahmad Al-Tayyeb, ha espresso il suo sostegno per gli attacchi suicidi. Al-Tayyeb ha assunto l’incarico quando il mandato del suo predecessore, Sceicco Nasr Farid Wasil, non è stato rinnovato a causa della sua opposizione alle precedenti decisioni religiose dello Sceicco Tantawi contro gli attacchi suicidi.

Finora, in tutte le sue interviste alla stampa egiziana da quando è diventato mufti , lo Sceicco Al-Tayyeb aveva evitato di discutere degli attentati suicidi. Ma, dopo la sollecitazione dello Sceicco Tantawi per attacchi suicidi, Al-Tayyeb ha dichiarato che " la soluzione al terrore israeliano sta in un aumento di attacchi Fidai [di martirio] che terrorizzino i cuori dei nemici di Allah . I paesi islamici, popoli e governanti allo stesso modo, devono appoggiare questi attacchi di martirio" ». Da:Un autorevole ecclesiastico governativo egiziano invoca attacchi da martirio che terrorizzino i cuori dei nemici di Allah”. Fonte : MEMRI: Progetto di studi su jihad e terrorismo

CATTIVI COMPAGNI DI VIAGGIO

L’accordo stipulato il 15 giugno al Cairo fra quella che nei fatti è una delle maggiori centrali ideologiche del terrorismo , l’università di Al Ahzar, e cinque università italiane, manca di qualsiasi filo di giudizio. Mettersi all’ombra del "grande" sceicco "buono", cosiddetto "moderato" solo perché ti farà fuori da ultimo ( dopo aver assassinato  gli ebrei) e ignorare che l’università di Al Azhar sia pesantemente infiltrata dal movimento integralista dei Fratelli Musulmani, è perlomeno un’imprudenza. Proprio come quella di Pinocchio quando ritrova la Volpe e il Gatto, e senza informarsi prima con chi ha a che fare va con loro a seminare le quattro monete nel Campo de’ Miracoli, in una città che aveva nome “Acchiappa-citrulli”.

« Difatti vide apparire sulla strada, indovinate chi?… la Volpe e il Gatto, ossia i due compagni di viaggio, coi quali aveva cenato all’osteria del Gambero Rosso.

– Ecco il nostro caro Pinocchio! – gridò la Volpe, abbracciandolo e baciandolo. – Come mai sei qui?

– Come mai sei qui? – ripeté il Gatto.

– È una storia lunga, – disse il burattino, – e ve la racconterò a comodo. Sappiate però che l’altra notte, quando mi avete lasciato solo nell’osteria, ho trovato gli assassini per la strada…

– Gli assassini?… O povero amico! E che cosa volevano?

– Mi volevano rubare le monete d’oro.

– Infami!… – disse la Volpe.

– Infamissimi! – ripeté il Gatto.

– Ma io cominciai a scappare, – continuò a dire il burattino, – e loro sempre dietro: finché mi raggiunsero e m’impiccarono a un ramo di quella quercia.

E Pinocchio accennò la Quercia grande, che era lì a due passi.

– Si può sentir di peggio? – disse la Volpe. – In che mondo siamo condannati a vivere? Dove troveremo un rifugio sicuro noi altri galantuomini?…

Nel tempo che parlavano così, Pinocchio si accorse che il Gatto era zoppo dalla gamba destra davanti, perché gli mancava in fondo tutto lo zampetto cogli unghioli: per cui gli domandò:

– Che cosa hai fatto del tuo zampetto?

Il Gatto voleva rispondere qualche cosa, ma s’imbrogliò. Allora la Volpe disse subito:

– Il mio amico è troppo modesto,- e per questo non risponde. Risponderò io per lui. Sappi dunque che un’ora fa abbiamo incontrato sulla strada un vecchio lupo, quasi svenuto dalla fame, che ci ha chiesto un po’ d’elemosina. Non avendo noi da dargli nemmeno una lisca di pesce, che cosa ha fatto l’amico mio, che ha davvero un cuore di Cesare?… Si è staccato coi denti uno zampetto delle sue gambe davanti e l’ha gettato a quella povera bestia, perché potesse sdigiunarsi. E la Volpe nel dir così, si asciugò una lacrima.

Pinocchio, commosso anche lui, si avvicinò al Gatto, sussurrandogli negli orecchi:

– Se tutti i gatti ti somigliassero, fortunati i topi!…

– E ora che cosa fai in questi luoghi? – domandò la Volpe al burattino.

– Aspetto il mio babbo, che deve arrivare qui di momento in momento.

– E le tue monete d’oro?

– Le ho sempre in tasca, meno una che la spesi all’osteria del Gambero Rosso.

– E pensare che, invece di quattro monete, potrebbero diventare domani mille e duemila! Perché non dài retta al mio consiglio? Perché non vai a seminarle nel Campo dei miracoli?

– Oggi è impossibile: vi anderò un altro giorno.

– Un altro giorno sarà tardi, – disse la Volpe.

– Perché?

– Perché quel campo è stato comprato da un gran signore e da domani in là non sarà più permesso a nessuno di seminarvi i denari.

– Quant’è distante di qui il Campo dei miracoli?

– Due chilometri appena. Vuoi venire con noi? Fra mezz’ora sei là: semini subito le quattro monete: dopo pochi minuti ne raccogli duemila e stasera ritorni qui colle tasche piene. Vuoi venire con noi?

Pinocchio esitò un poco a rispondere, perché gli tornò in mente la buona Fata, il vecchio Geppetto e gli avvertimenti del Grillo-parlante; ma poi finì col fare come fanno tutti i ragazzi senza un fil di giudizio e senza cuore; finì, cioè, col dare una scrollatina di capo, e disse alla Volpe e al Gatto:

– Andiamo pure: io vengo con voi.

E partirono.

Dopo aver camminato una mezza giornata arrivarono a una città che aveva nome “Acchiappa-citrulli”… ».

da Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Lorenzini (Collodi).

Pubblicato in Varie | 3 commenti

Il caso del latte

 Bioterrorismo

IL CASO DEL LATTE



I ricercatori della Stanford University of California Lawrence M. Wein e Yifan Liu avvertono che i terroristi potrebbero avvelenare scorte di latte statunitensi con tossine botuliniche e dettagliano minuziosamente le quantità di tossina che sarebbero necessarie a uccidere centinaia di migliaia di persone e quali contromisure potrebbero essere prese per impedire un atto terroristico così sciagurato.

La rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ha deciso di pubblicare lo studio riguardante la vulnerabilità di aree dell’industria casearia ad attacchi bioterroristici, assieme ad un editoriale di Bruce Alberts, presidente della National Academy of Sciences, il quale sottolinea che PNAS ha deciso di pubblicare l’articolo integralmente: "Nonostante i timori delle autorità, l’articolo ha una grande utilità per la biodifesa contribuendo a informare scienziati e addetti ai lavori sui metodi adatti a rafforzare la sicurezza di alcuni prodotti alimentari".

Policy Pointers – Analyzing a Bioterror Attack on the Food Supply : The Case of Botulinum Toxin in Milk.
Fonte:http://www.policypointers.org/

Un attentato bio-terrorista non è il più probabile, e le bombe umane e altri mezzi più convenzionali e più facili da preparare resteranno verosimilmente per lunghi anni ancora le armi più correnti del jihad maligno. Tuttavia, conosciamo il rapporto mistico che i gruppi terroristi islamici hanno con la morte, la loro perfidia alimentata da ideologie perverse* e le possibilità, più volte seriamente ricercate e tuttora perseguite, di mettere in opera tali mezzi. I jihadisti che si propongono – come ieri i nazisti e i bolscevichi – di “purificare” l’universo mondo non conoscono limiti. Un solo attentato potrebbe avere conseguenze catastrofiche, sia sul piano politico che psicologico: nelle circostanze di riemergenza dell’odio genocidario ubiquitario e diffuso in cui oggi ci troviamo, sarebbe irresponsabile non considerare il peggio prendendo tutte le misure necessarie. Se la pubblicazione dell’articolo di Wein e Liu contribuisce a una tale presa di coscienza e a non farsi eccessive illusioni sull’etica del nemico e sulla natura umana, non sarà stata una cattiva scelta.

Leggi anche le analisi in rete:

Armes biologiques ( francese )

In cosa consiste e chi ha l’Arsenale biochimico"
Armi biologiche: Botulino, Antrace, Vaiolo, Peste, Tularemia, Febbri virali emorragiche.
Armi chimiche: Mostarde solforose, Sarin, Vx, Clorina.
Paesi con arsenali biochimici

Le Armi biologiche
Principali virus:
Tularemia, Vaiolo, Peste, Antrace o Antrax, Febbre emorragica (ebola, marburg, lassa, febbre gialla, argentina), Botulino, Encefalite virale

Germs, Toxins, and Terror: the new threat to America. U.S. Senate. Committee on the Judiciary. Subcommittee on technology, http://judiciary.senate.gov/hr110601st.htmC

Center for the Study of Bioterrorism and Emerging Infections – Saint Louis University, School of Pub http://bioterrorism.slu.edu Conducts research and provides public health and healthcare education and reference materials for biological incident preparedness. .

Rapport sur le bioterrorisme
Didier Raoult, FRANCE. Ministère de la santé, 2003-07

Attacchi con agenti batteriologici: storia ed efficacia delle armi biologiche. Collegamenti alle pagine del sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Ministero della salute italiano dedicate agli aspetti sanitari e al rischio di eventi inattesi derivanti dall’uso di questo tipo di armi. (16 ottobre 2001)

Ecco cosa si può trovare su Internet su bioterrorrismo e antrace:

Su CNNItalia: Dossier armi chimiche e biologiche

Su Repubblica.it: Dossier attacco batteriologico

Sul sito dell’ Herald Tribune: tutte le domande e le risposte sull’antrace

Al Qaeda, Anthrax, and Ayman Zawahiri ( inglese)

Fonte: http://www.anthraxandalqaeda.com/

nota

* Dei giuristi islamici: “ Uccidete Ebrei e Cristiani, lo comanda Allah”

Il legato intellettuale di Al – Qaida: un nuovo pensiero islamico radicale che giustifica il genocidio degli infedeli ( di Jonathan D. Halevi Intelligence and Terrorism Information Center at the Center for Special Studies ) Testo originale in inglese :

——

SHARIA’H IN EUROPA

Alcuni imam e leader islamici britannici, riuniti a Londra, hanno lanciato ufficialmente una fatwa contro il terrorismo suicida. La fatwa punirà chi compie atti terroristici. ‘Chi ha messo le bombe di Londra è un non musulmano’, si afferma nella fatwa, che si basa sulla sharia’h e ha un valore di legge religiosa.

La fatwa dei cinquecento religiosi del British Muslim Forum contro gli attentati del 7 luglio così come quella della Commissione islamica di Spagna del 10 marzo 2005 contro gli attacchi di un anno prima sembrano alle autorità politiche e all’opinione pubblica come fatti positivi, gesti di solidarietà.

In realtà si sentenzia una condanna del terrorismo suicida non in nome delle leggi dello stato e del comune senso di umanità ma in base a una fatwa desunta dalla sharia’h, “legittimando così – come spiega, inascoltato, Magdi Allam – il doppio binario giuridico in seno allo Stato di diritto, la legge ordinaria per gli autoctoni e la sharia per i musulmani. (…) E che cosa accadrebbe se in un domani, sempre facendo riferimento al Corano, gli stessi barbuti di Londra e Madrid dovessero sentenziare diversamente da quanto prescrivono le nostre leggi e contemplano i nostri valori? Intanto noi oggi, plaudendo alla loro condanna del terrorismo nel nome del Corano, li abbiamo già legittimati come referenti giuridici, abbiamo attribuito loro un potere che abbraccia la sfera della rappresentatività religiosa e politica”.

Si tratta di un pericoloso precedente. “Mettiamo – come osserva oppurtamente Harry – che coloro a cui abbiamo richiesto una fatwa contro i terroristi, ora che sono legittimati a lanciar fatwa, un domani usino la loro legittimazione in linea con la teocrazia di Teheran… ”.


Iran executes gay teenagers.Boys didn’t know sex was "punishable by death". Riprende in Iran la barbarie dell’applicazione pratica della sharia’h, la legge islamica. Lo scorso 19 luglio, due giovani di 18 e "meno di 18" anni, sono stati impiccati in pubblico nella piazza Edalat (della Giustizia) di Mashad, città nel nord-est dell’Iran. Lo rivela il sito di ISNA, con tanto di tristi foto dell’impiccagione dei due giovani. Secondo quanto riportato dal sito internet http://www.outrage.org.uk/ , i due erano stati arrestati nel maggio del 2004 e condannati a morte con l’accusa di sodomia, rapine e disturbo della quiete pubblica dopo 14 mesi di prigione e 228 frustate. "Non sapevamo – ha detto uno di loro ad un giornalista di ‘Sharq’ prima di essere impiccato – che per quello che facevamo fosse prevista la pena di morte”.

 Se domani i gruppi musulmani legittimati a emanare fatwa dovessero emetterne in linea con la sharia’a applicata in Iran, avremmo anche in Europa dei tribunali islamici ed emanazioni di fatwa contro gay manifesti e persone supposte o suggerite come omosessuali, donne che fanno l’amore prima o fuori dal matrimonio, apostati e musulmani “tiepidi” o agnostici rei di non essere abbastanza musulmani e di non pensarla allo stesso modo della presunta autorità islamica alla quale si chiedono fatwa contro i terroristi suicidi. Un takfîr , una fatwa di scomunica da parte di qualsiasi gruppo di musulmani, potrebbe rinviare – come hanno fatto i giureconsulti interpellati da al Zarkawi prima di dichiarare apostata l’ambasciatore dell’Egitto in Iraq e giustiziarlo – qualsiasi musulmano dissidente allo statuto di kâfir, cioè di miscredente, di ateo, di non-musulmano, letteralmente di “ingrato verso Allah” e quindi meritevole di punizione da parte degli altri musulmani. 

 “l’Europa – nota Magdi Allam – emerge ora come avanguardia mondiale di uno Stato teocratico islamico in nuce i cui leader sentenziano ciò che i musulmani debbono fare o meno. Tutto ciò all’interno di uno Stato di diritto dove vige un’unica legge che dovrebbe essere osservata da tutti i cittadini e residenti. Tutto ciò tra l’assenso, addirittura la compiacenza delle autorità europee, e perlopiù tra l’indifferenza dell’opinione pubblica.”

Sia la fatwa contro Bin Laden chiesta dagli spagnoli a un gruppo di musulmani sia la fatwa chiesta da Blair a un “gruppo di esponenti islamici”, costituiscono due pericolosi precedenti per introdurre la legge islamica in Europa a danno dei cittadini di cultura musulmana e a beffe e spesa dei poveri europei sempre in partenza, diventati degli erranti disponibili, pronti a pagare il “pizzo” a questo o quel gruppo di musulmani "autorevoli" per essere “protetti” da gruppi di altri musulmani altrettanto "autorevoli".

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

Note sulla pratica della taqiya

 Jhiad

NOTE SULLA PRATICA DELLA TAQIYA

 

 Celare le proprie vere intenzioni è nello stesso tempo una mentalità e una pratica abituale ai gruppi e ai regimi islamici. L’Arabia Saudita o l’Iran, per esempio, ricorrono alla dissimulazione per appoggiare le organizzazioni terroristiche e negarlo organizzando conferenze contro il terrorismo, oppure – come nel caso dell’Iran – di proseguire nella costruzione della bomba atomica islamica e negare di averne l’intenzione. Se però lo fai notare, incorri facilmente nell’accusa di praticare una retorica anti-musulmana mirante ad occultare il fatto che l’islam è una religione di pace e amore.

In realtà l’islam è plurale, ma quello che oggi prevale sulla scena è l’islam politico, derivato dalla decomposizione e ricomposizione in termini ideologici, spettacolari e nazi-teo-scientisti degli islam tradizionali. L’islam è quello che ne fanno i musulmani, ma sebbene la lingua araba e alcune credenze di base nell’unicità di Allah e la missione del profeta Maometto ne costituiscano gli elementi unificanti, nessuna versione esprime l’islam e salda tutti i musulmani in un sol blocco o in un sentire e in un volere comuni. 

 La pratica della dissimulazione è tuttavia una pratica prescritta esplicitamente dall’islam in tutte le sue versioni. Il termine giuridico per “dissimulazione” è tukya o taqiya o taqiyyah o anche taqiyah, a seconda della pronuncia locale, ed è collegato ai termini takwa e taqi, con il significato di “custodire” qualcosa nascondendolo o dissimulandolo. Tukya rileva della sfera della “mentalità”, degli “affetti” e della custodia del proprio di ciò che si è, spesso spostato e deviato dalle sue vere ragioni. Dove, in ambiente islamico, non esistono linee curve, velami, separazione degli spazi pubblici e privati in maschili e femminili, e vicoli tortuosi ? In un certo senso, si potrebbe affermare che qui il Superio sia all’esterno, nello sguardo incombente del vicino e la necessità pratica di dissimulare la propria condotta allo sguardo dei propri fratelli nell’islam. Da qui l’istituzione, nel regime wahhbita così come nel regime nomocentrico ( ovvero basato sul “diritto di Allah” ) degli ayatollah iraniani dei “guardiani della virtù islamica e repressori del vizio”.

L’autorizzazione alla tukya è data dagli imam e dagli sceicchi in accordo con la tradizione ( sunna) e in conformità con la shari’a, la legge islamica, quando palesare osservanza alla Legge del dio Allah variamente interpretata ( non esistendo nell’islam un’autorità unanimente riconosciuta ) potrebbe essere lesivo dell’incolumità personale o della propria libertà d’azione. Mentire significa, nel caso, custodire una fede che nell’islam non è generalmente un fatto spirituale o privato, ma una credenza di gruppo basata sulla visibilità dell’alal ( il lecito) e l’invisibilità e la persecuzione dell’haram ( l’illecito, l’impuro come ad esempio l’alcol, il porco, la mostrazione della donna e, in una certa misura, il non-musulmano).

La dissimulazione – come nota Giovanni Cantoni ( in : Aspetti in ombra della legge sociale dell’islam), si affianca alla possibilità, in caso di necessità, di stringere amicizia con infedeli ( i kuffar, letteralmente “ingrati verso Allah”, come si dice abitualmente con termine polemico), di fare intese con loro — «I fedeli non si alleino con i miscredenti, preferendoli ai fedeli. Chi fa ciò contraddice la religione di Allah, a meno che temiate qualche male da parte loro» (Corano, sura III, «Âl-‘Imrân» [La famiglia di Imran], 28). 

 Anche l’amicizia con un non-musulmano è quindi interessata, soggetta a riserva mentale e a dissimulazione. Dirsi "amico" di un non-musulmano significa essenzialmente "aver commercio con lui". Il commercio può giustificare e rendere lecita ( alal) un’amicizia interessata che può essere revocata unilateralmente a seconda delle convenienze e dei rapporti di forza. Persino il tradimento appare come una virtù gradita al dio Allah, che secondo l’affermazione coranica non è il padre. Non ci si salva quindi come fratelli e sorelle, figli e figlie dell’unico padre celeste, ma sottomettendosi in gruppo al Comando espresso alla lettera nel Libro da un Onnipotente che non può essere moderato e spesso finisce con l’assomigliare a una specie di Saddam Hussein cosmico. C’è un proverbio popolare arabo che illustra perfettamente questo comportamento desunto dall’insegnamento coranico di cui i musulmani sono abituati ad aver paura fin da piccoli : “ Bacia la mano che non puoi mordere”.

Oggi quello della taqiyah è un lavoro specializzato, dato che l’obiettivo strategico dell’islam politico, sia nelle versioni fondamentaliste che operano nel sociale sia in quelle jahidiste che ricorrono al terrorismo, è quello di distruggere i fondamenti e i princìpi basilari delle civilizzazioni non-musulmane, come preludio alla sconfitta di Israele, dell’India, degli Stati Uniti d’America, della Gran-Bretagna, della Germania, della Francia, dell’Italia, della Russia, dell’Egitto, dell’Afghanistan, dell’Iraq e di tutti quei soggetti che non si sottomettono all’islam politico, oppure non pagano il “pizzo” alla mafia islamista per avere un po’ di tregua ed essere lasciati relativamente in pace. 

  La dissimulazione ( taqiyah) non è un fenomeno unico nella storia. Molti strateghi provenienti dagli ambiti più diversi se ne sono serviti per conquistare il potere o per sovvertirlo. Per esempio Adolf Hitler quando nel Mein Kampf scriveva : " Il solo mezzo per vincere facilmente contro la ragione: il terrore e la forza” ( Adolf Hitler – Mein Kampf ). Accanto a diverse letture spirituali ma minoritarie del Corano, esiste anche una lettura letteralista e mafiosa del Libro. Per esempio del seguente versetto: “ Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare ( turhiboona ) il nemico di Allah e il vostro e altri ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce. Tutto quello che spenderete per la causa di Allah vi sarà restituito e non sarete danneggiati"( Corano, Al-‘Anfâl, 8:60 ). Questo versetto sembra autorizzare automaticamente la pratica del terrorismo e veniva peraltro citato anche da un imam di Milano, Al-Qassim, quando con gli occhi iniettati di sangue predicava che terrorizzare il nemico è dovere religioso .

Il versetto, se preso alla lettera, può essere messo in parallelo con il Mein Kampf di Adolf Hitler, non a caso un bestseller nei paesi arabi. Da noi in Italia, la versione del Corano più diffusa è quella dell’U.C.O.I..I. stampata da Newton Compton a cura di Hamza Piccardo che fin dalla prima sura seleziona un commento fondamentalista al testo, dando per l’interpretazione più autorevole e più corretta quella che dice che “i meritevoli di collera” ( Ghair il-Maghdubi ) di cui parlano le ultime righe della prima sura ( al Fatiha, l’Aprente) sono “gli ebrei” e gli “sviati” sono” i cristiani” ( Cfr. Corriere della Sera – Distorsioni, intolleranza, pregiudizi). Vengono selezionati e citati, per sostenere tale interpretazione, alcuni commentatori autorevoli. In effetti, oltre a al-Tirmidhi (d. 892), esiste tutta un’esegesi che ricollegandosi a una tradizione rimasta fissa al medio-evo e immuta afferma che con l’espressione Ghair il-Maghdubi l’Altissimo indica gli ebrei ( “Yahud”). Hamza Piccardo afferma che una tale esegesi “si ricollega fedelmente alla tradizione”, autorizzando così le più crudeli esazioni nei confronti di ebrei e di cristiani. Mai come in questo caso, tale metodo legato all’a-temporalità della lettera e della citazione autorevole fuori contesto e fuor di metafora, può essere paragonato – come osservava Benjamin a proposito delle citazioni fuori contesto – a “banditi di strada che derubano i viaggiatori delle loro opinioni”, più che ai più innocui e preziosi pescatori di perle.

Come la mafia l’islam parallelo si può affermare solo con i sequestri ( compreso il sequestro del Corano) e la violenza, e sentirsi forte solo grazie al consenso del "gruppo" dominato da chi fa la voce più grossa ed è in grado di intimorire di più e di usare la forza. Fondamentalmente metareligioso, l’islam parallelo non è soltanto un fenomeno capace di creare alleanze, di controllare la mentalità, il territorio e l’economia. È anzitutto un fenomeno socio-psicologico di “disperazione di massa” ubiquitario e diffuso, che – tramite un discorso fondamentalista su una presunta “purezza” originaria minacciata, l’intimidazione, l’estorsione, la dissimulazione ( tukya), la perfidia, il tradimento, la violenza, il letteralismo,  le minacce ricorrenti   e il terrore ( turhiboona ) – riesce a far coincidere cultura del vittimismo organizzato, comunità concepita come “umma” ( matria) saldata all’origine allucinata, famiglia patriarcale e individui in crisi d’identità al contatto con la modernità e le nuove ambizioni degli stati islamici o in via di islamizzazione e delle borghesie arabo-islamiche avide di rivincita contro “ebrei”, “crociati” e “musulmani tiepidi”, non disposti cioè ad aderire ad una ideologia perversa in nome dell’islam e dell’uso a fini politici di un vocabolario islamico.

Come in ogni "psichismo" adolescenziale, brigatista o mafioso, nell’islam parallelo detto fondamentalista o anche “giahilita” perché a partire da ideologi come Sayyid Qutb considera l’universo mondo non-islamico o non abbastanza islamico regredito ai “tempi pre-islamici dell’ignoranza”( خاهلية, ovvero jāhiliyya ) e quindi da punire per essersi ribellato ad Allah, non esistono mediazioni o sfumature, ma solo dicotomie nette: noi-loro, amico-nemico, alal ( lecito) – haram ( impuro, non consentito), vita-morte, tutto-niente.  «La loro causa – sostiene Blair – non si basa sulla lotta all’ingiustizia. Si basa su una fede fanatica, che non può essere resa più moderata».

Benché la dissimulazione sia stata la pratica di strateghi provenienti dagli ambiti più diversi, compreso l’ambito mafioso e quello brigatista ( “i compagni che sbagliano”, si sussurrava inizialmente) l’unicità dell’ attuale taqiyah praticata dagli islamisti è quello di essere un lavoro articolato, specializzato e ben finanziato, con il conseguente successo che ottiene presso le società democratiche avanzate ad alto livello di sviluppo.

Mentre Liberazione, quotidiano comunista, offre in allegato le vecchie opere di Marx ( “il filosofo più amato in Europa”) e apre un dibattito con la base sulla “rivoluzione proletaria che passa anche attraverso il buco del culo), una gioventù islamica verdeggiante, a un tempo esaltante e oppressiva, in pieno boom demografico e marasma paranoico-sacrificale, non chiede di meglio che trovarvi con le cinture già slacciate ( “Chinati, amico, sottomettiti al Più Grande e lascia passare se non la rivoluzione proletaria perlomeno la peste verde…”. Magari in uno sventolìo di arcobaleni tristemente penzolanti dai balconi delle braghette rosse e dalle finestre di quelli che vogliono essere lasciati in pace un attimino. L’arcobaleno, l’emblema dei pacifisti e dell’Unione, è peraltro già il segno dell’iridiscenza spettrale che accompagna la putrefazione delle loro ideologie novecentesche e del loro essere civile, politico e sociale splendidamente decomposto *) . “ Si racconta che durante una razzìa contro i Greci di Bisanzio si trovò un mujaheddin accoccolato sulla schiena di un infedele-kuffar .’ E tu ti comporti così’ gli fu rimproverato ‘ tu! un combattente nella santa e giusta causa del jihad ?’.’ La mia azione è perfettamente meritoria al cospetto di Allah’ rispose quello. ‘ Che combattimento c’è più grande di questo ?’ ”. da AHMAD AL-TÎFÂCHÎ , The Delight of Hearts , by Ahmad ibn Yusuf al-Tifashi – d. 1253/651).

Specialmente in Europa – in un’ Europa, penisoletta dell’Asia, il cui sogno è quello di essere femmina e dove il mondo letterato è talmente cinico, satollo ed annoiato da essere predisposto alla barbarie – la strategia della taqiyah si sta rivelando vincente in una maniera massiccia a causa dell’uso programmato dalle nuove ambizioni delle borghesie arabo-islamiche e la mancanza di conoscenza dell’islam fra le élites europee. Specialmente quelle di sinistra credono ingenuamente – forse sperando di essere umiliati, sottomessi e uccisi per ultimi, mentre invece saranno i primi come in Iran – che il terrorismo islamico si basi sulla lotta all’ingiustizia e non sull’odio genocidario ubiquitario e diffuso per l’altro da sè: ovvero di una vera e propria “disperazione di massa” delle moltitudini islamiche prive di ponti culturali per non virare al disastro al contatto con una modernità che distingue, da perlomeno due secoli, tra fede e stato. E quindi si oppone al disperato e fallace progetto metareligioso dei barbuti e delle velate di indicare il cammino degli individui e delle masse dettando loro – con le buone o con le cattive compresa la dissimulazione del loro progetto di essenza totalitaria – una loro versione politica della dura e radicale legge del dio Allah ridotta a poveri slogan ormai globalizzati.  

" Un tempo – scrive Mohammed Arkoun in L’Islam morale et politique – nel linguaggio coranico, si parlava di sakina, la calma interiore, lo sguardo sereno, tollerante, comprensivo portato dagli uomini sulle loro condotte poste dapprima alla luce del Giudizio di Dio. Sguardo metafisicamente potente, ma politicamente inefficace". Nell’assedio di un mondo in continua mutazione, posto sotto il segno della rivincita e della volontà di potenza politica ed economica, la sakina sembra scomparsa dalla sensibilità musulmana. Gli eccessi fanatici non hanno niente a che fare con con la coscienza, lo sguardo sereno e critico su se stessi, il discernimento e un pensiero morale e politico responsabile. L’ideologia perversa che li autorizza ricorrendo a un vocabolario religioso non ha niente a che fare neanche con la religione o con il Corano, ma con la permanenza, la forza espansiva e il rigurgito di un immaginario metareligioso comune a grandi masse di persone e scambiato come "vero islàm". Non c’è alcun islam e alcuna religione al di sopra del rispetto della vita, della verità e della decenza. Benedetto XVI, invitando a pregare per i terroristi islamici, ha ricordato che Dio ama la vita, non la morte. E il Dalai Lama, esponente della religione buddista e premio Nobel per la pace, ha scritto che "quando la religione non viene usata al servizio delle creature, ma come arma politica e strumento di potere, allora diventa un pericolo". Questa affermazione, la cui dimostrazione è terribilmente attuale, fa eco a quella del filosofo inglese David Hume quando distingue gli errori della filosofia che "sono ridicoli" da quelli della religione che "sono pericolosi".

La pratica della taqiya non conosce confini né in termini di spazio né di tempo. Tempo e spazio sono usciti fuori dai loro cardini e il terrore è mondiale. E’ verso questo squilibrio del terrore e l’ assenza di limiti al desiderio di assoluto che ci porta il sequestro sia dell’islam tradizionale in piena decomposizione sia dell’islam delle luci da parte dell’uomo-bomba e dei citrulli dalla voce dura, perché come dice al Ghazali, ricordando un hadit dell’Apostolo di Dio, “ la maggioranza degli ospiti del paradiso di Allah sono dei semplicioni ( al-buluh)”. ** 

 note

* La decomposizione (anche detta, impropriamente, putrefazione) è il processo di disfacimento dei corpi (o di parte di essi) di organismi precedentemente viventi, che si scompongono nelle forme più semplici della materia dopo la morte. La scienza che studia la decomposizione ( comprendente tra l’altro processi biostratinomici, inglobamento in detriti organici o in fluidi, così come anche processi di fossilizzazione e di carognaggio come fa Ida Dominijanni de il Manifesto) è generalmente denominata tafonomia.

** Al-Ghazali, Al-mahabba wa’l-uns wa’l shawk wa’r-rida, il Cairo, 1961; citato in “Intersignes” n.11-12. Leggi anche, di Angelo Pezzana a Libero :  Criminali, ma per fortuna stupidi. ( affermazione vera fino a un certo punto, perché l’odio può rendere estremamente intelligenti e quasi luciferini N.d.gdm).

– Tactical Deception and Strategic Surprise in al-Qai’da’s Operations
"Taqiyyaand kitman: The Role of Deception in Islamic Terrorism”

Fonte:http://meria.idc.ac.il/

 

 al-Taqiyya/Dissimulation (Part I)

Fonte: http://www.al-islam.org/encyclopedia/chapter6b/1.html

Pubblicato in Varie | 4 commenti

L'ultimo viaggio della bomba umana

 Jihad

 L’ULTIMO VIAGGIO DELLA BOMBA UMANA


Particolare di un’immagine delle telecamere di sorveglianza alla stazione ferroviaria Luton, il 7 luglio. L’uomo è Hasib Hussain, uno dei quattro terroristi identificato dalla polizia come il criminale responsabile dell’esplosione avvenuta sull’autobus vicino a Russel Square.

La bomba, presumibilmente artigianale, era contenuta nello zaino che ha sulle spalle.

“ Siamo passati dall’era della bomba nucleare (bomba H) a quella della bomba umana (bomba h [umano in francese comincia con la H, humain; ndr] ). La tentazione è girare lo sguardo e tentare di vivere felici come se niente fosse successo, ma quando uno cede a questa tentazione la realtà ci cade addosso come le Twin Towers o Atocha. Bisogna essere sentinelle dei pericoli. Da Il nichilismo terrorista e la crisi occidentale ( José Luis Restán e David Blázquez, da “Tracce” giugno 2004).

 ZOMBIES DI UN DIO UMILATO*

 

* Zombies di un dio umiliato dalla vita e dall’esistenza di società democratiche, pluraliste e aperte usate per colpirci meglio. «La loro causa – sostiene Blair – non si basa sulla lotta all’ingiustizia. Si basa su una fede fanatica, che non può essere resa più moderata».

 
 
Shehzad Tanweer, de 22 anni, Hasib Hussain, de 18, Mohammed Sidique Khan di 30, i britannici di origine pachistanese che hanno compito la strage di Londra con un quarto uomo, identificato dalla stampa come Lindsey Germail  ( o come lo studente egiziano di chimica Magdi el-Nashar , secondo la BBC).
 I quattro bastardi, convertiti all’islam radicale ( che prescrive la pratica della dissimulazione* e ritiene la perfidia nei confronti dei non-musulmani una virtù ), conducevano una vita di apparente normalità.  Gli investigatori concentrano adesso le ricerche per localizzare il “cervello” della mattanza. Data la giovane età degli esecutori degli attacchi suicidi la polizia sospetta che un’altra persona possa averle coordinate e dato loro istruzioni su come dovevano collocare le bombe.
 
* nota:  tukya o taqiya o taqiyyah o anche taqiyah, a seconda della pronuncia locale.

dalla rete

Erano kamikaze o reclute inconsapevoli? Barbe non rasate, timer negli zaini, nessun biglietto: forse non pensavano di morire. Articolo di Guido Olimpio – corriere.it

***

Carlo Panella a il Foglio :

Fonte : Informazione corretta

***

 AUTOREVOLI PREDICATORI MUSULMANI ANNUNCIANO LA CONQUISTA DI ROMA
fonte : http://www.cesnur.org/2002/laden_dec.htm

الدكتور يوسف القرضاوي
http://www.qaradawi.net/

 ***

Perché Bin Laden «corteggia» la rete marocchina
il Giornale.it

 – Nuove basi di al – Qaeda, ideologi e organizzatori del terrorismo in Somalia: on line il rapporto integrale di International Crisis Group – via corriere.it

Pubblicato in Varie | 1 commento

Saudi newspaper cartoon

 Jihad News

SAUDI NEWSPAPER CARTOON :

Dal quotidiano saudita Al-Yawm, 9 luglio 2005  ( di Emad Hajjaj )

Fonte :  memri.org- “Arab Media Reactions to the London Bombing”

aggiornamento

 “Il suono della gioia”. Una radio palestinese esalta gli attentati di Londra

Il suono della gioia si è sentito a Londra. E’ arrivato Osama Bin Laden e ha ridisegnato la mappa, garantendo che la voce degli vinti venisse udita in ogni luogo”.

Lo ha detto l’imam di una moschea di Gaza, all’interno dei territori palestinesi, la cui predica è stata trasmessa in diretta sabato sera, due giorni dopo gli attacchi terroristici, dall’emittente Sawt al–Quds , vicina alla Jihad islamica palestinese, che ha celebrato apertamente in termini metareligiosi islamici le atrocità perpetrate a Londra.

Nella trasmissione gli attentati a Londra venivano definiti “gesti benedetti”, come quelli in Iraq (dove due ore fa ventiquattro bambini iracheni sono stati uccisi e altri 18 feriti nell’attentato di un martire-killer di stamattina a Baghdad).

Il sermone del bestiale predicatore è stato tradotto dall’ Intelligence and Terrorism Information Center, sottolineando come nelle moschee sotto la giurisdizione dell’Autorità Palestinese spesso si tengono prediche di incitazioni all’odio e all’assassinio.

Gaza Radio Station Praised London Terror Attacks” Jul 11, ’05

Fonte : Israelnn.com/news

Vedi anche: http://www.intelligence.org.il/eng/default.htm

 

Pubblicato in Varie | 1 commento

Jihad for dummies

 Bricolage

JIHAD FOR DUMMIES

Come far saltare in aria i “kuffar”, ovvero la gente, sui bus.

Video che circola su siti islamici estremisti, mentre noi discutiamo coscienziosamente se è cominciata prima la guerra di Bush o il terrorismo islamico * , e quando non ci appisoliamo credendo di dedicarci alla contemplazione buddhista guardiamo Ballarooppure Art Att ack in tivù insieme ai nostri bambini. 

Dalla rete

Corpetto esplosivo – Modello più sofisticato in uso nei gruppi estremisti palestinesi come Brigate dei Martiri di al Aqsa. jihad islamica e Hamas ( modello di corpetto esplosivo più sofisticato degli altri corpetti artigianali, grazie anche alla cultura e all”industria della fabbricazione dell’uomo-bomba fiorente nei territori governati dall’OLP riccamente finanziata per continuare nelle sue attività anche didattiche dalle borghesie dei paesi arabi, dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti, dal Vaticano, da numerose persone di buon cuore e persino dai boy scout. Cfr. The Indoctrination of Palestinian Children, in : Palestinian Media Watch).

Repubblica.it/cronaca: L’allarme di Dambruoso "Esiste un rischio kamikaze. Il monito del pm milanese già nel 2004: “ci servono nuove leggi”.

  Articolo di D. Pipes: [Terrorismo a Londra:] "Patto di Sicurezza" britannico con fini islamisti

 –La storia di un ragazzo «borderline»: Wahir, un lavoro part-time e il sogno Jihad «Si chiama Yasser e ha combattuto in Iraq. Abita a pochi isolati da casa mia, ma non ti ci posso portare. E’ un mujahed. Subito dopo la fuga di Saddam Hussein è partito assieme a suo fratello per liberare le terre musulmane dagli infedeli. Si è addestrato e ha sparato contro i soldati americani. Durante la Guerra Santa, il fratello è stato ucciso. E quando Yasser è tornato qui a Londra per raccontarlo alla loro madre, lei ha ululato di gioia, ha aperto la casa per le condoglianze e ha offerto dolci a tutti i visitatori in onore del figlio martire. Yasser è uno dei pochi che conosco che può dire di aver fatto qualcosa di grande nella vita: la Jihad, la Guerra Santa». In effetti, non è uno scontro di civiltà. Voi riuscite ad immaginarvela, una persona civile (o anche una persona e basta) che ulula di gioia perché il figlio si è fatto ammazzare? Io no. Eppure ne abbiamo già viste tante fare così, in TV. Mostrare orgogliose il ritratto del rampollo, in posa e divisa da martire: il capello laccato, la barba senza un filo fuori posto, lo sguardo fiero volto all’infinito, l’amato kalashnikov al braccio”. Lo ha notato il Il Griso nel Post intitolato Civilization? What civilization? . Vorrei solo aggiungere, a propostito dello sguardo fiero volto all’infinito: l’infinito ? Va’, citrullo!" ).

 La mamma di un martire-killer morto offre dolcetti agli amici dello stragista per festeggiare il "matrimonio" e l’ orgasmo infinito del giovane citrullo con le vergini urì in Paradiso. Il ritratto del figlio-bomba troneggia come un piccolo patriarca sulla famiglia modello secondo la propaganda dell’islam politico mafioso. ( Illustrazione dal Giornalino dei Piccoli "Moujtaba" , edito in Kuweit dagli iraniani e diffuso dal regime degli ayatollah nei paesi arabo-islamici ).

              * Terrorismo islamico, come si fabbrica un martire-killer

 – Magdi Allam al Corriere: “ È esplosa la reazione degli intellettuali musulmani laici alla strage di Londra, per invocare le autorità britanniche a porre fine alla politica dell’accoglienza nei confronti degli estremisti islamici, denunciando un atteggiamento che ha di fatto trasformato la Gran Bretagna in un covo del terrorismo. «Cacciateli»! L’esortazione, anzi la supplica, è di Abdel Rahman al-Rashed, direttore della televisione Al Arabiya’ ”.

Aggiornamento

Distinguere tra stato e religione, il manifesto delle libertà”. Su L’Opinione articolo di Paolo della Sala ( le guerre civili) e Gianni de Martino. Dalla Francia un appello per aderire all’Associazione Manifesto delle libertà, promossa da cittadini di cultura musulmana: http://www.manifeste.org

 

Pubblicato in Varie | 2 commenti

Il tempo degli assassini

  JIHAD, IL TEMPO DEGLI ASSASSINI

The Time is Out of Joint …”

( Shakespeare, Hamlet )

ANCHE L’EUROPA, PENISOLETTA DELL’ASIA, SI ACCORGE – COME PER IMPROVVISA AMNESIA – DI ESSERE DIVENTATA UNA TERRA DI JIHAD.

DEFINITI CRISTIANI O CROCIATI , PUR NON VOLENDOSI TALI MA SOLO ESSERE LASCIATI IN PACE, GLI EUROPEI, COLPEVOLI DI ESSERE MISCREDENTI O NON  ABBASTANZA MUSULMANI, VENGONO COLPITI COMUNQUE E DOVUNQUE.

”Le nostre parole, e i nostri colpi non si sono fermati – si legge nel comunicato che rivendica la strage di Londra pubblicato sul forum di http://www.tajdeed.org.uk/ – ma il nemico crociato ha continuato a perpetrare i suoi crimini. Ringraziando Allah un gruppo di mujahidin delle brigate Abu Hafs Al-Masri ha rivolto il colpo alla capitale miscredente, la capitale inglese, uccidendo e ferendo in molti. Noi delle brigate Abu Hafs Al-Masri, nel benedire questa spedizione annunciamo anche che nei prossimi giorni scriveremo il più alto significato del Jihad contro chi ha annunciato la guerra crociata contro l’Islam e i musulmani. Non staremo zitti e non ci calmeremo prima che la vera calma non sia tornata sulla terra dell’Islam e dei musulmani in Iraq, Afghanistan e Palestina. L’inizio è stato a Madrid, Istanbul e oggi Londra, domani saranno i mujahidin ad avere l’ultima parola”

IL GRANDE TERRORISMO DI MATRICE ISLAMICA E TRANSNAZIONALE CHE AVRA’ PROLUNGAMENTI NEL TERRORISMO NUCLEARE CI PORTA, ANCORA UNA VOLTA, LA CATTIVA NOVELLA DI UNA STRANA TERZA GUERRA MONDIALE ASIMMETRICA E SENZA NEMICI DICHIARATI, SENZA LINEE DI FRONTIERA: UNA GUERRA VELATA, UBIQUITARIA E DIFFUSA. UNA GUERRA CIVILE MONDIALE.

IL TEMPO E’ USCITO FUORI DAI SUOI CARDINI… TERRORIZZARE, UMILIARE, SOTTOMETTERE. ECCO IL TEMPO DEGLI ASSASSINI, LO SQUILIBRIO DEL TERRORE.


Prigionieri cristiani si fanno decapitare dai Saraceni (Les Livres du Graunt Caam, XIV° sec.)

1 ) "WE’RE NOT AFRAID "

Così si ripete, in un giro senza fine di travestimenti multipli, di Caino e di Abele la guerra incestuosa. E la storia continua, non ha chiuso bottega. Ancora le urla, le sirene, le campane. Proprio come sempre. E dopo le bombe di Londra e le ambulanze, il blogger Alfie Dennen raccoglie messaggi di una reazione coraggiosa al terrore. Speriamo che non siano solo immagini e parole. Il blog si chiama "We’re not afraid" ( il Corriere , via Il Sorvegliato Speciale). Occorre essere intrepidi e prepararsi, anche moralmente e spiritualmente, al peggio che deve ancora arrivare.

  1. SIAMO IMPREPARATI” 

        

         ( “Fronte Internazionale per il Jihad contro gli Ebrei e i Crociati”)

  Al-QAEDA  INSIDE. Fonte: http://specials.ft.com/attackonterrorism/

Cossiga al riformista: « Siamo politicamente, moralmente, organizzativamente impreparati ad affrontare questa minaccia terroristica (…). Non abbiamo piani operativi di difesa civile (difesa, non protezione!). Non abbiamo strumenti giuridici di lotta al terrorismo. Non abbiamo piani di gestione dell’informazione pubblica in caso di emergenza … (…) Chi crede, preghi e si affidi alla provvidenza. Chi non crede, faccia atto di fede e si affidi allo stellone dell’Italia».Link— anche qui, grazie a Rolli , via Wind Rose

3) “ IL NOSTRO NON VEDERE, NON CAPIRE, NON AGIRE””

Ernesto Galli Della Loggia al Corriere: «Questa ritirata dell’Europa dal mondo ha necessariamente corrisposto alla perdita da parte del suo universo storico-antropologico anche dell’esperienza dell’uso della forza e insieme del sentimento del tragico che a quell’esperienza solitamente si accompagna. Ciò che così l’Europa ha perduto è stata precisamente la possibilità di intendere i due connotati fondamentali della dimensione terroristica che si trova di fronte, e che rappresentano la premessa e l’alimento dello sfondo religioso comune a tutti i “grandi” terrorismi. Il nostro non capire, non vedere, non agire, il nostro voler credere che le cose non sono poi così brutte come sembrano è il frutto di questi vuoti che ci portiamo appresso da oltre mezzo secolo. E siccome anche in politica il vuoto viene inevitabilmente riempito, l’Europa e le sue classi dirigenti si sono abituate—e seguitano ancor oggi a farlo — a riempirlo con il “politicamente corretto ”, con il pacifismo di principio, con l’elogio sempre e comunque del dialogo e del multiculturalismo, insomma con l’ideologia della democrazia in versione diciamo così buonista, “europea ”, si dice, per contrapporla a quella non buonista per antonomasia degli Stati Uniti. La quale però ha almeno il merito inestimabile di saper riconoscere i propri nemici, di chiamarli con il loro nome e di combatterli senza esitazioni ». Noi europei sotto ipnosi”.Link corriere.it

4) “Siamo prigionieri della coscienza, quando occorrerebbero, specie in un’ Europa piagata e incerta, disciplina e leadership da tempi di guerra” .

Giuliano Ferrara a PANORAMA:«Il disconoscimento della guerra in corso e delle sue vere radici è l’esigenza primaria dell’opinione pubblica occidentale. Per loro, per quelli che mettono le bombe, il terrorismo è solo un mezzo tecnico, ma il fatto nudo è la normalità della guerra nella sua lunga durata e nella profondità e intrattabilità storica delle sue motivazioni politiche e religiose. Sono tanti, sono la giovinezza demoscopica contro la stanchezza democratica, sono tra noi nei nostri londonistan, e sanno perfettamente quello che vogliono.

Finché non capiremo che il loro tempo politico e vitale è coniugato al futuro, e che il nostro tempo non può essere quello pigro che scorre fra un’emergenza terroristica e l’altra; finché non riconosceremo che anche l’Occidente democratico è a suo modo una umma, una comunità sotto attacco, il tempo continuerà a lavorare per l’offensiva islamista radicale e per la sua capacità di penetrazione militare e culturale nella nostra vita morbida.

Il tempo è l’anima della politica.

Il suo uso accorto è decisivo quando sono in gioco identità e sicurezza di popoli e nazioni. Con l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad nell’Iran prenucleare e le stragi di Londra il tempo occidentale ha suonato un altro colpo d’avvertimento di una tremenda chiarezza». Lezione all’Occidente che dorme.

5) André Glucksmann dal suo ultimo libro "Il Discorso dell’Odio" - "il fine dell’internazionalizzazione del terrorismo è trasformare, con il timore e il tremore, l’umanità intera in una collettività di morti viventi, apatici e complessati dall’evidenza della loro intrinseca vulnerabilità". Via Wellington.

Leggi anche : STRATEGIE DOPO LONDRA, Post di Le Guerre Civili

    6 ) “ voi no preoccupare !” ( Mohamed )

Ecco un gentile invito espresso in un sito internet  ( Espressonline, commento all’articolo di Tahar Ben Jelloun “Quando l’Europa incontrerà il Maghreb”) da Mohamed e dal suo pugnace balbettio di serva di un dio monolitico, come fuso in un sol blocco e che si sente umilato perché pur chiamandosi il più grande non sempre i fatti gli danno ragione. Non si sa se ancora barbaro o già civilizzato, il gentile consiglio del giovane borderline oscillante tra fertile depressione e tremenda esaltazione, incapace di sopportare un reale che comporta anche la sconfitta, somiglia all’invito rassicurante fatto da Mohammed Atta ( "State calmi, voi no preccupare!") ai passeggeri dell’aereo diretto con lungo e calcolato odio a schiantarsi per vendetta sulle Torri :

Democrazia è la strada che noi scelto per farci conoscere e portare voi via da falsa dottrina cristiana e portarvi a vera musslimana !

Voi ancora paura perché non potete capire, perché non ci conoscete, vostra falsa religione sempre mentito contro noi…ma noi pronti a guidarvi verso la luce della salvezza de Islam, Allah Akhbar !!!

Voi perso ogni valore sociale, dite pervertiti come normali e volite dare loro persino bambini, voi pensate solo soldi e volete riprodurvi solo in provetta, ma nostra missione è di voi salvare portando vera fede del vero profeta…noi non imponiamo Islam, quando voi lo conosceti voi lo capito e selierete solo vero credo di salvezza scritto in Corano da Maometto, Allagh mille volte lo benedica !

Vostra religione falsa e porta voi a peccato, noi voi salvare con nostra Islam, voi no preoccupare. Die radikal-islamische Palästinenserorganisation Hamas hat weitere Selbstmordanschläge gegen Israel angekündigt...

Noi voi salvare con nostra Islam, voi no preoccupare ! ”.

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

LA LOGICA DEI BUONI AMICI DELL'ITALIA

 Anime buone

LA LOGICA DEI BUONI AMICI DELL’ITALIA

Ecco, dopo le bombe, l’ analisi dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun sulla tragedia del 7 luglio 2005, inclusa nell’edizione straordinaria de l’Espresso.

Dopo aver osservato che i terroristi “ sono riusciti a sostituire all’istinto di vita la passione della morte, sia inflitta che a volte anche subita”, Ben Jelloun osserva che “ da quando la Spagna ha ritirato le sue truppe dall’Iraq, in seguito ai terribili attentati dell’11 marzo 2004, la sua sicurezza è minacciata solo da pochi deviati dell’Eta; Al Qaeda non attacca più questo paese che ha ‘obbedito’ al suo ordine”.

Da buon amico lo scrittore marocchino – ospite riverito della Francia da numerosi anni e definito “ portavoce del volto tollerante e razionale dell’Islam”- aggiunge: “ … Resta l’Italia. Il ministro dell’Interno italiano Giuseppe Pisanu ha dichiarato che tutta l’Europa è minacciata, e rischia di attirare l’attenzione sul suo paese, data l’ostinazione di Berlusconi a mantenere i soldati italiani in Iraq: un errore che potrebbe avere conseguenze disastrose. L’Italia dovrebbe proteggere i suoi cittadini togliendo la sua posta dal gioco americano; o in altri termini, lasciando che l’America si dibatta da sola nel pantano in cui si è cacciata con il suo intervento illegale in quel paese. Il popolo italiano dovrebbe esigere il ritiro delle truppe il più presto possibile. Altrimenti, la lettura della logica di Al Qaeda indica che il prossimo obiettivo potrebbe essere l’Italia… ”.

Dopo aver espresso il buon consiglio all’Italia di “obbedire” anch’essa all’ordine di quei fanatici di Al Qaeda, il cui scopo è appunto quello di separare tramite azioni terroristiche l’Europa dall’America, in modo da aver mano libera in Medioriente – lo scrittore maghrebino fa osservare che “ questo terrorismo ha ucciso anche molti cittadini musulmani. Anche l’Egitto, il Marocco, l’Arabia Saudita hanno conosciuto questo genere di terrore”. Il breve periodo aureo del mondo arabo-musulmano è ora così lontano, e certamente dev’essere doloroso per lo scrittore e l’uomo di cultura marocchino più conosciuto in Europa apprendere che oggi , ancora una volta, dei suoi connazionali potrebbero essere implicati nella carneficina di Londra, dove si ricerca Mohammed al-Gerbouzi, 45 anni, già coinvolto negli attentati di Madrid e Casablanca.

Tuttavia, rovesciando sulle vittime e sulla “più grande potenza del mondo” con forse inconsapevole perfidia la colpa del marasma in cui si trova il mondo arabo-musulmano e il suo paese, Ben Jelloun suggerisce che “ per porre fine a questa spirale infernale uno dei modi sarebbe un esempio di giustizia e di rispetto del diritto e dei popoli da parte della più grande potenza del mondo”. Alla fine ci si indigna più per un’ingiustizia allucinata che  non per l’ingiustizia reale costituita dalle bombe di Londra.

L’analisi di Ben Jelloun che finisce con il prendersela, tanto per cambiare, con gli Stati Uniti e con “l’ostinazione di Berlusconi a mantenere i soldati italiani in Iraq” , è così assurda che non riesco ancora a credere che non si tratti di un modo per evitare di spazzare davanti alla propria porta di casa, correndo il rischio di dover criticare un islam sfigurato da fratelli musulmani “privi di coscienza”.

Insomma, quello di Ben Jelloun potrebbe essere un errore dovuto allo stress di questi giorni provocato da un  islam aggressivo, non reattivo: quello che fa paura e cerca di spaventarci, un fenomeno recente anche per gli stessi musulmani che, nella maggior parte  dei casi, restano silenziosi, infinitamente più numerosi dei “buoni consiglieri” e degli attivisti guerrafondai che sfruttano i riferimenti islamici per rafforzare un’identità in crisi al contatto con la modernità e mai come riferimento spirituale.

Promemoria

In Irak dopo l’ 11 settembre.

 – Connessioni Saddam-bin Laden: Opinion Journal

– The Mother of All Connection : the Weekly Standard

Pubblicato in Varie | 2 commenti