SULL’ORIFIZIO DEL VULC/ANO

« Niente bambini al corteo degli omosessuali? Basta chierichetti »

Dopo il gay pride, la manifestazione dell’ “orgoglio GBLT” che si è tenuta a Milano e le polemiche sulla partecipazione dei bambini al corteo, a riaccendere il caso è ora Liberazione , il quotidiano di Rifondazione comunista. In nome di un’idea assolutamente relativista che mette tutto “un attimino” sullo stesso piano ( bene, male, giusto, ingiusto, trenino, tantumergo, cristo, clistère, utero in affitto e amore materno e/o paterno“, il direttore, assistito – come molti di noi, ormai – solo da uno spirito di patata secolare, se non secolarista, in maniera viscerale chiede a gran voce: “ …A voi sembra normale che dai secoli dei secoli un enorme numero di bambini sia usato per partecipare a noiosissime processioni religiose, per cantare nei cori in chiesa, per servire la messa mascherati da piccoli preti con tonaca rossa, per tenere in mano grossi candelabri, o crocifissi, o altre immagini della religione cristiana?”. E ancora: “ Le lesbiche e i gay, sabato, li hanno messi in un trenino, e i giornalisti (tutti rigorosamente eterosessuali) hanno onestamente osservato che i bambini su quel trenino stavano beati e si divertivano come matti. Non sarà una attenuante, ma è meglio stare su un trenino a far casino, o dritti in piedi, seri seri, a cantare il “tantumergo" in latino? ”( Piero Sansonetti da Liberazione del 7 giugno 2005 ).

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I comunisti si scagliano contro il Papa
( Saverio Giunta da La Gazzetta del Sud ).

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FRANCIA: PARODIA MATRIMONIO GAY A NOTRE DAME, INCIDENTI

SCONTRO SU SAGRATO, FERITO RELIGIOSO

Parigi. Una trentina di sostenitori del matrimonio gay si sono divertiti come matti facendo casino e scontrandosi con i sacerdoti della cattedrale di Notre Dame domenica. Irrompendo in mezzo ai fedeli dritti in piedi, seri seri, a cantare il “tantumergo" o più semplicemente riuniti per la Santa messa, il gruppo ha raggiunto l’altare dove uno dei manifestanti mascherato da prete ha in fretta e furia unito in matrimonio una coppia lesbica.

Mentre i sacerdoti veri (qualcuno di loro è finito al pronto soccorso per traumi e lesioni), cercavano di bloccarli i dimostranti cantavano : "Papa Benedetto XVI, omofobo, complice della diffusione dell’Aids".

 Non esistono persone più maleducate e infelici degli orfanelli cattofobi, specialmente allorquando agiscono in gruppo, spinti a fare casino e in non pochi casi a delinquere dai sinistri guardiani dei bisogni e del vittimismo organizzato.

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Possiamo dire che il cattolicesimo sia la più equilibrata e la più psicosessualmente progressiva tra le religioni, prodotto finale del lungo cammino dell’Occidente sulla strada della civilizzazione. Il problema consiste nel fatto che ogni equilibrio può essere mantenuto solo a spese di un investimento energetico continuo. Le correnti pulsionali destabilizzanti sono sempre all’opera, e rischiano continuamente di erompere, come un vulcano che periodicamente scaglia verso il cielo aperto il proprio contenuto viscerale. Da qui l’impellente necessità del dogma, la fede come strumento apotropaico contro la verità pulsionale, la Chiesa come pietra tombale sull’orifizio del vulcano…” ( Iakov Levi, I funerali del Papa e la parola lapidaria  (Fonte: Psychohistory A Psychoanalytic Approach to History Collection of essays in English and Italian by Iakov Levi taking a psychoanalytic interpretation of Biblical stories, myths, and historical events ).

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lenta e inefficiente.

Ma in un tempo congruo

la voce del popolo

si farà sentire

e la sua saggezza

nascosta prevarrà”.

Thomas Jefferson

Forse, chissà…

CASSANDRA E IL DEGRADO DELL’OCCIDENTE

  …Ratzinger ha ragione quando scrive che ormai l’Occidente nutre una specie di odio verso sè stesso, non ama più sè stesso. Che della sua storia vede soltanto ciò che è deprecabile, che di essa non riesce più a percepire cosa contiene di grande e di puro. Ha ragione anche quando dice che il mondo dei valori su cui l’Europa aveva costruito la sua identità (i valori ereditati dagli antichi greci e dagli antichi romani e dal Cristianesimo, chiarisco io) sembra giunto alla fine o uscito di scena. Che l’Europa è paralizzata da una crisi del suo sistema circolatorio e che questa crisi la sta curando con trapianti (l’immigrazione e il pluriculturalismo, chiarisco io) i quali possono solo eliminare la sua identità.

E poi ha ragione quando dice che la rinascita dell’Islam non è nutrita soltanto dalla nuova ricchezza dei paesi che posseggono il petrolio: è nutrita anche dalla consapevolezza che l’Islam possa offrire una piattaforma di spiritualità. La spiritualità a cui la vecchia Europa e l’intero Occidente hanno rinunciato. Infine ha ragione quando cita Spengler secondo il quale l’Occidente corre inesorabilmente verso la propria morte, non solo una morte culturale, e di questo passo crollerà come crollò la Civiltà Egizia, l’Impero Romano, il Sacro Romano Impero. Come sono crollati e crollano (aggiungo io) tutti i popoli che dimenticano di avere un’anima.

Ci stiamo suicidando, cari miei. Ci stiamo uccidendo col cancro morale, con la mancanza di moralità, con l’assenza di spiritualità. E questa faccenda del mondo da rifare con la truffaldina eugenetica, con la bugiarda biotecnologia, non è che la tappa definitiva del nostro masochismo. Ecco perchè i Bin Laden e gli Zarqawi, individui immorali e amorali, tuttavia sorretti da una loro paradossale forma di moralità, hanno buon gioco. Ecco perchè i loro correligionari ci invadono così facilmente e così disinvoltamente fanno i padroni in casa nostra. Ecco perchè a casa nostra vengono accolti con tanto servilismo o tanta inerzia. Tanta paura. Ecco perchè l’Europa è diventata Eurabia e l’America rischia di diventarlo. Ed ecco perchè, segnati in fronte dal marchio di cui parlo ne l’Apocalisse, il marchio della schiavitù e della vergogna, molti occidentali finiranno inginocchiati sul tappetino a pregare cinque volte al giorno il nuovo padrone cioè Allah…".

Lo scrive con sincera passione Oriana Fallaci ( Corriere 3 giugno 2005) e viene irresistibilmente alla memoria l’inascoltata Cassandra, sacerdotessa di Apollo*, trattata dai suoi come uno sgradevole uccello di malaugurio solo perché cercava di mettere in guardia i Troiani dal bel Cavallo di legno offerto loro dagli Achei. “Per favore, prima di tirarci in casa tra balli multiculturalisti e canti pacifisti un regalo di quei furbastri nemici combattenti, gli Achei, perché non proviamo a ragionare e a vedere che brutta sorpresa potrebbe esserci dentro?" Non la ascoltarono; e poi, all’ombra della sciagura imminente – il crollo della città di Troia e l’estinzione della stirpe – diedero a lei la colpa del degrado: proprio come sta accadendo a Oriana Fallaci, accusata da un tipetto convertitosi a un islam iconoclasta nemico sia di Apollo che del Crocifisso, e rinviata a giudizio dal gip del Tribunale di Bergamo per i contenuti del suo ultimo libro La forza della ragione.

nota

*Cfr. “Es e Io nello specchio di Dioniso e di Apollo”di Iakov Levi e Luigi Previdi

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 Bimbi strumentalizzati al Gay Pride

Wilhelm Busch, Max et Moritz (1865)

Milano. Circa 30 mila persone in piazza. “Guardate: siamo la grande famiglia del Gay Pride per i diritti, le coppie di fatto, la fecondazione” . In testa al corteo un trenino elettrico, con a bordo una ventina di bambini. Molti di loro sono figli della procreazione assistita. "E’ l’amore che crea la famiglia" si legge sul davanti della locomotiva, firmato "Famiglia Arcobaleno”.
 
I carri attraversano la città da piazza della Repubblica fino all’Arena, e mentre sfilano davanti a Palazzo Marino lanciano insulti al sindaco Gabriele Albertini, reo di non aver dato il patrocinio alla manifestazione. E’ il numero che conta: “ Non abbiamo bisogno di Albertini – strillano alcuni manifestanti – è lui che ha bisogno di noi. È la legge della domanda e dell’offerta. Lui domanda e pochi rispondono ”.

Per altri, l’assenza del Comune è soprattutto segno di mancanza di senso civico. Alessandro Cecchi Paone attacca frontalmente Albertini con toni illuminati, da requisizione rosa : “ Rudolph Giuliani, sindaco della tolleranza zero a New York – dice – ha sempre dato il patrocinio al Gay Pride e sfilato alla testa del corteo. Albertini è diventato famoso nel mondo per essersi fatto fotografare in mutande, ma poi si è opposto al patrocinio. In questo modo Milano, che era la capitale più avanzata del Paese, dimostra di aver rinunciato a questo ruolo”. Non si capisce il senso di quel “ma”: sembra di capire che per dimostrarsi sindaco di capitale avanzata occorra farsi fotografare in mutande, “ma” che poi si retrocede, non si è più à la page se non ci si ritiene obbligati a dare anche il patrocinio del Comune al Gay Pride, e a sfilare alla testa del corteo come un sanculotto travestito da Rudolph Giuliani.

Di fatto, quest’anno non sono le esibizioni di mutande griffate che divide la città: è soprattutto quel trenino pieno di bambini “ embedded ” che precedono il corteo dell’ “orgoglio GBLT ” che la divide e provoca polemiche nella giunta di Palazzo Marino. “ Ho sostenuto la bontà del patrocinio — osserva l’assessore all’Educazione Bruno Simini, che come il resto della giunta ha tuttavia disertato il corteo — però ritengo che i bambini non devono partecipare a manifestazioni, se non a quelle che riguardano i loro di diritti “ . La pensa al contrario Tiziana Maiolo: “ Siccome è una strumentalizzazione di tipo politico, non ci vedo nulla di male”. Poi aggiunge, aprendo solo mezzo occhio e ammettendo a denti stretti: “ Certo, alla fine può essere controproducente per chi l’ha fatta “ .

E infatti, il trenino dei bimbi al Gay Pride dà modo all’assessore di An Giovanni Bozzetti di attaccare, a ragion politica veduta: “Abbiamo fatto bene a non dare il patrocinio, altrimenti ci saremmo resi complici della strumentalizzazione dei bambini ”. Intanto il presidente della Provincia, Filippo Penati ( “ Sono qui per evitare a Milano una figuraccia”, bontà sua ), si fa appena intravedere al corteo dell’ “orgoglio omosessuale”, ma senza fascia tricolore, quindi partecipa a titolo individuale , come “testimonianza – afferma continuando a fare il pesce in barile – di quanto ha fatto la Provincia dando il suo patrocinio”.

Pur nella sua rozzezza da simpatico vilain, appaiono più sincere e sensate le osservazioni del ministro per le riforme istituzionali Roberto Calderoli, che è intervenuto senza mezzi termini sulla parata : “Milano nella sua storia ha visto di tutto, sia in bello che in brutto, ma la schifezza di utilizzare dei bimbi innocenti per sostenere le proprie perversioni, come sta avvenendo nel corteo del Gay Pride, gli mancava e credo che oggi si sia veramente toccato il fondo”. Quindi, come a voler quasi risalire dal fondo , appunto, della Padania ancestrale non più percorsa da sacre sorgenti, l’esponente della Lega Nord ha aggiunto raggelando la gaia , calda e laica atmosfera: “I bambini nati in coppie lesbiche da fecondazione eterologa, che vengono fatti sfilare in questo corteo, gridano vendetta a Dio: ciascuno può fare della propria vita sessuale quello che vuole, ma giocare con la vita e con la mente dei bimbi questo non è consentito”. Apriti cielo! Ma non ha letto l’ Emile di Jean Jacques Rousseau, non sa che il Boss è morto il secolo scorso e che è vietato vietare ?

Così a differenza del precedente Gay Pride milanese, estate 2003, il corteo passa davanti al Duomo: “ Quella piazza — ha spiegato con tono vescovile Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay — è il cuore della città. Noi viviamo a Milano per questo siamo passati da qui, non certo per mancare di rispetto al simbolo religioso ” . “Il Pride si è fatto a Milano perché viene sentita e riconosciuta capitale laica del Paese”, ribadiscono i prelati Benedino e Concia di Gayleft. Gigliola Toniollo conferma “la presenza in prima linea della Cgil per la parità di accesso ai diritti”. E Mancuso, riconfortato dalla fatwa emessa dai guardiani dei bisogni e della gestione ottimale dei bisogni della gente, può allora rivolgersi all’Unione con tono sbrigativo: “Deve prendere atto di un popolo che chiede un atto concreto: il Pacs. Altrimenti non daremo più il nostro voto”. L’altra Unione, quella degli atei devoti e agnostici praticanti, propone: “Facciamo santo Zapatero”.

L’Italia è infatti rappresentata da una giovane transessuale beatificata per l’occasione. Abito candido da sacra vittima , corona d’argento, fascia blu con la scritta: “ Repubblica laica ” . Ha i polsi incatenati. Cammina come agnello sacrificale tra due giovanottoni travestiti da guardie svizzere in rappresentanza del Vaticano, che terrebbe prigioniera l’Italia GBLT e tutti noi. Dietro l’allegoria da leggenda nera l’agnello sacrificale ( un arrosto che per la verità sente un po’ l’aglio ) sfilano coriandoli, palloncini, bandierine arcobaleno, parrucche, parrucchini, sanculotti con o senza “pacco”, le variegate sfaccettature del movimento neo-gay con le sue differenziazioni di “identità” sessuale (trans, lesbo, gay, bisex), di gusto sessuale (orsi, muscle, butch ecc.) e musica sfondatimpani e anche il messaggio ai politici dell’Unione, con il tono dell’ultimatum: “ O inserite la legge sulle coppie di fatto nel programma elettorale, o alle prossime elezioni non andremo a votare ”.

Fra il deputato ds e militante gay storico Franco Grillini benedicente e Nichi Vendola in trasferta dalla Puglia, troneggia Vladimir  Luxuria, la drag queen diplomata più intellettuale del movimento GBLT ( è la teorica dello “sfaldamento del Bio-potere”) , che si presenta in abito scuro a palloncino con un disegno sul vestito che raffigura una cascata di spermatozoi in caduta libera verso un ovocita in paziente attesa: con quattro «Sì» scritti dentro un fumetto che si suppongono provenire a gran voce dagli spermatozoi. Meno sofisticato e più didascalico l’ anchorman Alessandro Cecchi Paone, che porta al collo un baldanzoso cartello ammonitore verso chi pensa di non andare a votare la prossima settimana: “Ponzio Pilato si è astenuto”. Gli va bene perché poco lontano c’è un gruppo di rappresentanza delle associazioni di omosessuali credenti, che di certo hanno incomiciato a ruminare coscienziosamente il riferimento evangelico nel foro interno: “ Se mi astengo non faccio niente per salvare Gesù ? Mea culpa: se non vado a votare sono un Ponzio Pilato! ”. Mah !

Nel corteo comunque c’è ottimismo, o perlomeno così pare.

Il deputato ds e militante gay storico Franco Grillini spera che sui Pacs si arrivi a un voto già prima delle prossime elezioni politiche, ma si dice convinto che “quando cambierà la legislatura, sarà sicuramente votato il diritto delle coppie di fatto”. Ma qualcuno gli fa osservare che votare è una cosa e approvare è un’altra. Con i chiari di luna del centrosinistra (vedi Rutelli) non è ancora scontato che la legge sul Pacs trovi spazio nel programma dell’Unione. Pecoraro Scanio allora evoca sotto un sole che ride la possibilità bisex di svolgere addirittura delle “primarie programmatiche”, mentre da un carro dell’Arcigay giunge un più diretto consiglio a Prodi: “ Sciogli anche tu le trecce al vento zapatero!”.

Mentre continuano le polemiche, i timori e i dubbi per quel trenino con i figli di lesbiche nati con la fecondazione assistita e messi nella testa del corteo per evitare che entrassero a contatto con la parte più esibizionista e fuori di testa o di melone dell’”orgoglio GBLT”, Paolo Ferigo, presidente Arcigay di Milano, prima che cominciasse la festa vera e propria con eventi che animeranno per tre settimane lo spazio Le Village ( ingresso 10 euro), ha raccomandato: “Non lasciate che il Pride finisca qui . Il Pride deve durare tutto l’anno. Siate orgogliosi della vostra dignità e della vostra condizione, insegniamo agli altri quanto valiamo e a non aver paura di noi”. Par quindi di capire che occorre lottare per conquistare duramente nello stesso tempo la propria diversità e l’uguaglianza, tramite una legge sul Pacs , e quindi continuare a spendere una grande quantità di energie GBLT per ottenere, gradualmente ( mica siamo in Spagna!) , il matrimonio indifferenziato e figli indifferenziati. Il Pride è una volta all’anno, il matrimonio e i figli, invece, volendoli per legge e con mente e cuore così aperti e illuminati, durano per sempre.

Scorrono, in coda, flash di futuro color rosa confetto uguale per tutti, spiragli di un Mondo Nuovo simile a un sempiterno asilo d’infanzia: messa nunziale a ritmo di flamenco; al posto di Maria, Penelope Cruz in un seguito senza fine di travestimenti multipli; si ai preti-torero o con la kefiah; sì alla nascita di un partito arcobaleno che adotta come simbolo la foglia di fico: un nuovo partito progressista nato all’ombra della quercia e dell’ulivo, mentre Prodi smette di sfogliare o potare margherite e si dà finalmente – come richiede il popolo che balla tra due lame di Toledo – alla coltivazione di finocchi; sì alla residenza estiva a Ibiza ma per i dissenzienti niente festa fetish, niente Shopping & Fucking e neanche un rinfrescante “Cocktail d’amore” per tutta la città, magari con accompagnamento di tortillas . E chi non beve con me peste lo colga! Ovvero la temibile “omofobia” definita dai giansenisti neo-gay con lo stesso linguaggio del vecchio controllo medico-psichiatrico “vera patologia moderna”, se non un crimine-peccato da scontare magari in cura in qualche centro di recupero gestito da suor Luxuria, all’ incrocio fra Kant e il marchese de Sade travestito da fabbricante di termini-feticcio. Zapatero ? Santo subito! Santo subito ! E i bambini ? Come nella favola crudele e vera di “Max e Moritz al ristorante”, c’è un Orco-panettiere che vorrebbe toglierli dal forno in cui sono cascati e metteterli nel freezer, ma alla fine forse i bimbi riusciranno a sfuggire all’Orco e alla lavatrice della mamma per ritornare, senza fretta, finalmente sani e salvi a casa.

 

In rete:

http://www.pridemilano.org/pride2005/rs.asp

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 Note di criminologia e letteratura

IL FIGLICIDIO

Medea Kills Her Children, Picart et al.

GIASONE:
   Dei fanciulli l’Erinni ti stermini,
   e Giustizia, l’ultrice del sangue.
MEDEA:
   E qual Genio, o spergiuro, t’udrà,
   quale Iddio, traditore degli ospiti?
GIASONE:
   Ahi, ahi, turpe assassina dei figli!
Medèa:
   Entra: appresta alla sposa il sepolcro.
GIASONE:
   Vado: orbato d’entrambi i miei figli.
Medèa:
   Nulla è or: piangerai piú da vecchio.
GIASONE:
   Figli cari…
Medèa:
   alla madre: a te no.
GIASONE:
   E perciò li uccidesti?
Medèa:
   A crucciarti.
GIASONE:
   O me misero! Io voglio le labbra
   dei carissimi figli baciare.
Medèa:
   Or li chiami, or soave a lor parli,
   quando pria li scacciasti?
GIASONE:
   Oh, ch’io tocchi
   le lor tenere membra concedi!
Medèa:
   Non sarà: sperdi invano i tuoi detti.
GIASONE:
   Odi, o Giove, quale empia repulsa,
   quale torto mi fa, questa oscena
   leonessa, dei figli assassina!
   Pure quanto m’è dato e possibile,
   io li piango, e ai Celesti m’appello,
   e i Dèmoni chiamo, che attestino
   che, trafitti i figliuoli, mi nega
   che a loro le mani
   appressi, che a lor dia sepolcro.
   Deh, mai non li avessi
   generati, se uccisi vederli
   dovevo da te!
(Il carro alato sparisce nell’aria)
CORO:
   Molte cose in Olimpo sollecita
   il Croníde; e i Celesti deludono
   ben sovente ogni attesa. Molte opere
   imperfette restaron, che al termine
   parean giunte: parea che niun esito
   altre avessero; e un Dio schiuse un tramite.
( da: Medèa di Eurìpide
traduzione di Ettore Romagnoli )
EURIPIDE: Medea (testo completo)
Medèa di Eurìpide traduzione di Ettore Romagnoli.

La sindrome di Medea

"di quanti esseri al mondo hanno anima e mente, noi donne siamo certo le creature più infelici.Come prima cosa dobbiamo comprarci un marito,con grande spreco di denaro, in modo da dare un padrone a noi stesse. E questo, credetemi,dei due mali è il peggiore. Separarsi dal marito per la donna è scandaloso, non lo è invece per l’uomo. Quando lui si annoia di stare in casa va fuori e la noia gli passa. Quando capita a noi, invece,non ci fanno uscire perchè dicono che dobbiamo badare ai figli. C’è chi dice che le donne, restando in casa, vivono senza pericoli, mentre l’uomo, poverino, deve andare in guerra.Ebbene io rispondo che preferirei combattere tre guerre, piuttosto che partorire una sola volta" : con Medea, che sembra scritta oggi che Medea è tra noi per i tanti casi di figlicidio riportati dalle cronache e generatori di profonde ansie collettive, Euripide, il grande tragediografo greco, presunto misogino, ha consegnato ai posteri una delle massime creazioni di tutti i tempi, una figura di donna desiderosa di fare e disfare, un capolavoro di analisi psicologica del cuore femminile, che non esita a distruggere i suoi figli in nome di un “amore” di fronte al quale i personaggi maschili appaiono smarriti, confusi, ansiosi e meschini. In questa tragedia il dramma è rappresentato dall’amore coniugale tradito, dalla gelosia e dalla disperazione che per ritorsione induce Medea, la maga barbara, al peggiore dei delitti: l’uccisione dei propri figli e dell’uomo contro cui ha deciso di vendicarsi. Quando Giasone arriverà per preservare i figli dalla vendetta, non troverà altro che i loro cadaveri, trasvolando sul carro alato di Elios, la sciagurata Medea. (gdm)

***

Quello che invece proprio non ci aspettavamo è il ricorrere di “Sindrome di Medea” più fra i padri che fra le madri. Questa dinamica infatti era stata per decenni osservata solamente nelle madri figlicide, ed il nome stesso lo dimostra. Con quest’appellativo si intendeva già dai tempi di Lombroso il figlicidio attuato per il “bisogno di vendicarsi sul bambino del padre infedele” , e Resnick, nel distinguere le tipologie motivazionali del figlicidio, descriveva quello attuato per “vedetta del coniuge”, in cui l’aggressività era spostata dall’oggetto effettivo di risentimento, il marito, verso il figlio, che rappresenta concretamente il frutto dell’unione, al punto che l’Autore definisce questo omicidio “un attentato deliberatamente concepito per far soffrire il proprio coniuge” . Quando, in Euripide, la Coriféa dice a Medea che non oserà uccidere il frutto del proprio seno, lei risponde: “Sì, nulla attanaglierà di più il cuore del mio sposo”. Catanesi e Troccoli riportano un caso di “figlicidio motivato da rivalsa”, commentando: “Il bambino viene utilizzato in questi casi come un vero e proprio ‘strumento’, con la finalità di creare sofferenza o attirare attenzione da parte di chi è il vero oggetto della propria ostilità. […] l’azione è spesso preceduta in stretta correlazione cronologica da un evento che acquisisce il valore di fattore scatenante (ad esempio l’ennesima lite con il partner)” .

Per il vero, già ci si era resi conto dell’esistenza di padri che tolgono la vita ai figli per ritorsione nei confronti delle mogli , con motivazione e psicodinamica, dunque, analoghe a quelle che abbiamo riscontrato per le madri; anche in questi casi, oltre al sentimento di vendetta, si ritrovano senso di onnipotenza, rapporti se non fusionali almeno confusivi con il figlioletto, incapacità di rispettarlo come persona, con i suoi diritti e primo fra tutti quello di vivere, trattandolo viceversa come strumento; peggio: come arma. Quel che risulta nuovo è però che costoro possano essere così numerosi da sopravanzare le madri”. ( da “ MADRI E PADRI CHE UCCIDONO: DIFFERENZE TRA IL FIGLICIDIO MATERNO E QUELLO PATERNO, E PERCEZIONE SOCIALE”, studio di E. Beringheli, A. Bramante, A De Micheli, I. Merzagora Betsos. Cattedra di Criminologia, Istituto di Medicina Legale, Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano. Leggi tutto in : http://users.unimi.it/crimine/index.php?t=10). Osservazione: c’è da registrare inoltre la tendenza a una diversità di giudizio nei confronti degli infanticidi a seconda siano messi in atto da un uomo o da una donna.

Vedi : http://www.claudio-rise.it/psichelui/clementi.htm).

***

IL FIGLICIDIO TRA I PALESTINESI

 La Mamma dello “shaid” Mahmud Alabat dice addio al suo figlio-bomba prima che questi vada a farsi esplodere come martire-assassino, il 15 giugno 2002, uccidendo due soldati israeliani.

La pratica del figlicidio e la santificazione del fanciullo sacrificato e la convinzione che la divinità sia assetata e brami il sangue umano come un tributo e un sacrificio affonda le sue radici in arcaiche credenze palestinesi. Queste credenze non appartengono necessariamente alla fede, alla cultura e alla spiritualità musulmane, ma sono arcaismi riattivati dalla pressione islamista lungo l’asse paranoico-sacrificale, al seguito della crisi d’identità e di valori all’interno dell’islàm jihadista e dei modi di vita dell’islàm. La televisione dell’Autorità Palestinese, mentre Hamas recluta un bambino di dieci anni per predicare il jihad nelle moschee, inneggia alla sete della terra per il sangue dei bambini. Dice: "Come è dolce il profumo degli shahid [martiri-killer], come è dolce la fragranza della terra, la sua sete si placa con il fiotto di sangue che sgorga dai giovani corpi".

Nell’illustrazione, un francobollo dell’Autorità palestinese raffigurante Baal, il dio fenicio dei sacrifici cruenti di bambini.

Il ritratto di un figlio-bomba  , aureolato da un suo tipico sex-appeal spettrale di martire-killer, troneggia come un piccolo patriarca sulla famiglia che in pratica gli ha fatto la festa e ha saputo educarlo così bene, fin da piccolo, al santo jihad organizzato nelle scuole di martirio-assassinio, anche grazie ai soldi ricevuti dalla Comunità europea, dai paesi arabi, dall’America, dal Vaticano e persino dai boy scouts e da altre persone di buon cuore. ( Illustrazione dal Giornalino dei Piccoli "Moujtaba" , edito in Kuweit dagli iraniani, con la mamma di un martire-killer palestinese che offre dolcetti agli amici dello stragista per festeggiare il "matrimonio" con le vergini urì in Paradiso. Solo qui, a differenza che nella società islamista, la festa è senza sangue. La verginità delle spose paradisiache dopo ogni rapporto si rinnova e, secondo alcuni imam e predicatori, ogni orgasmo halal concesso come ricompensa al martire-killer dura circa centomila anni ).

Vedi: http://giannidemartino.splinder.com/archive/2004-04

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  FRANKENSTEIN

 

Frankenstein: Creator Meets Created on the Mer de Glace di Elsie Russell ( 1995)

 ***

" Penso che sia eccessivo dire che oggi sia presente e imminente un rischio di ritorno a questo tipo di cose. Le esagerazioni non servono mai le buone cause. Però è vero che l’eugenetica cosiddetta liberale, cioè l’idea che la vita umana, che la realtà dell’essere umano chiamato embrione possa essere cancellata senza problemi in nome di un presunto, inesistente e illusorio benessere dei vivi sia una sciocchezza. E un pericolo morale" ( Giuliano Ferrara, da Alice n.58 del 08/06/2005, via Capperi ).

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 REFERENDUM

NON VOTO

Domenica 12 e lunedì 13 giugno si vota per  macellare una legge, ancora tutta da provare e da migliorare, sulla fecondazione assistita: fecondazione medicalmente assistita dovuta al fatto che nelle società occidentali ad alto livello di sviluppo numerose persone, uomini e donne, non riescono più ad avere il dono di un figlio, mentre la popolazione invecchia all’ombra della possibile sciagura generale di una perdita di memoria, di cultura, della stirpe e della stessa lingua che lo dice…

Il 12 giugno IO NON ANDRO’ A VOTARE perché:

* gli esseri umani – dalla pancia, la provetta, il criocongelatore o la culla, e fino alla bara , all’inceneritore o nella spazzatura – non sono cavie per esperimenti

* la fecondazione eterologa crea orfani " per legge "

* non si possono trattare o sopprimere embrioni umani come se fossero cose fra altre cose

* la vita umana è inviolabile fin dal concepimento

* la salute della donna deve essere tutelata

* esistono possibili terapie con staminali adulte

* votando favorirei il raggiungimento del quorum

* non esiste un " diritto” al figlio a tutti i costi

*non si tratta decidere se schierarsi a favore delle “richieste” della Chiesa Cattolica o a favore delle donne e della ricerca scientifica ( si dà il caso, ancora una volta, che pur non essendo "il figlio di Ruini" mi senta in disaccordo con i moderni dottor Frankenstein e in consonanza con la Chiesa Cattolica perché resta portatrice di un insegnamento che sollecita le coscienze di ognuno, di ognuna, al rispetto per la vita umana, un po’ meno per quella animale e vegetale – non avendo forse uomo e natura lo stesso destino – e a provare pietà per la vittima: per quella vera, muta, fragile, indifesa e crocifissa, non solo per la solita vittima spettacolare del vittimismo organizzato ).

*Siamo, più in generale, a uno snodo non solo politico ma antropologico e forse epocale che, da laico, io ritengo di grande importanza.

Il 12 giugno non andrò a votare per fare fallire questi referendum voluti da una minoranza che per bestialità politica , populismo, cinismo, disincanto, pigrizia morale o semplice disinformazione, pretende di dover mettere la vita ai voti e consegnare uomini, donne e bambini – o perlomeno quello che ne resta – ai guardiani della gestione ottimale dei bisogni, ai Tecno-apprendisti stregoni di una piccola idea di vita e ai Titani e agli orfanelli che verranno !

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    L’ASSISTITA

 

"Ora tutto quello di cui ha bisogno è un cervello. Ovviamente se non possiamo trovarne uno, potremmo sempre tingere i suoi capelli biondi”.

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 Dal Seno di mia madre sei Tu il mio sostegno

O Benedetto e Altissimo sostieni la vita dell’embrione,

del più debole tra i deboli,

perché ogni vivente

con il cuore, la mente e la vita

possa renderti lode.

Signore non abbandonare l’opera delle Tue mani

perché o Altissimo, dal seno di mia madre, sei Tu

con la tua misericordia

il mio sostegno e la mia vita.

Fonte: http://www.zammerumaskil.com/

***

dalla rete

Spitzer vi mostra dove nascono le stelle Corriere della Sera

——–

Lo Spitzer Space Telescope della Nasa ha "catturato" la nascita di circa 100.000 stelle fra le nubi e le polveri della nebulosa Carina, “madre” e “culla” di numerose stelle.

L’evento è unico perchè, per la prima volta, il telescopio è riuscito ad attraversare l’ammasso nebuloso e a scoprire i grappoli delle stelle che prendono vita intorno a Eta Carinae , una delle più grandi stelle conosciute dell’Universo.

Grande 100 volte più del nostro Sole, secondo gli scienziati della Nasa morirà presto esplodendo in una supernova. "Già sapevamo che in questa regione c’erano in formazione delle stelle – commenta Robert Gehrz, dell’Università del Minnesota, fra i ricercatori che hanno seguito le osservazioni dello Spitzer – ma il supertelescopio ci ha mostrato che tutto l’ambiente intero è un proliferare di stelle embrionali di masse e di età differenti, senza precedenti".

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 ora parliamo di referendum

L’autrice di Cento colpi di spazzola : “Votiamo, il 12 giugno, che sia sì o no, ma votiamo! ”.

Voglio una pancia splendida

di Melissa P.

  Bella di mamma ( particolare) Gaspare Traversi ( 1722-1770)

Se voterò sì il 12 giugno, sarà perchè non voglio problemi nel mio futuro, prossimo o remoto che sia.

Sarà perchè non voglio sottomettermi ad una legge fatta apposta per accontentare il vaticano.

Sarà anche perchè noi donne abbiamo un’unica certezza, nella vita: diventare ed essere madri. Tutto il resto è finzione, tutto il resto è di passaggio.

Chiunque voglia toglierci questa certezza, questa opportunità, questo diritto, è un nemico della vita, del desiderio e della libertà.

Che sia il governo, che sia la chiesa, che sia il fidanzato, che sia il marito, non importa.

Ma c’è un’altra cosa che mi preme dire, e cioè che chi fa più di un figlio è nemico anch’esso della vita, del desiderio e della libertà.

Pensate che per ogni bambino occidentale che nasce, un bambino del Terzo Mondo muore. Ogni bambino occidentale che nasce toglie risorse al mondo e ovviamente le parti del mondo più colpite(dai bambini occidentali, NdL) sono quelle più fragili dal punto di vista socio-economico.

Ho spesso pensato (?, NdL) ad un’alternativa, e sono arrivata alla conclusione che la famiglia del futuro dovrà essere composta da due figure genitoriali (quindi maschio-femmina, femmina-femmina, maschio-maschio) e da due bambini di cui uno figlio naturale (i desideri femminili li conosciamo bene, chiedete ad una donna di rinunciare al pancione…) e uno preso in adozione. Nel caso della coppia omosessuale al maschile ci si dovrà "accontentare" dell’adozione. Nel caso della coppia omosessuale al femminile la soluzione è una: l’inseminazione artificiale.

Ma adottiamo, adottiamo.Che la burocrazia si faccia meno severa e più indulgente, cazzo!

Io adotterei un bambino domani, se la legge non richedesse ai genitori adottivi di essere sposati da non meno di tre anni, al momento dell’adozione.

Come se un matrimonio salvasse il culo ai figli.

Limitiamo le nostre famiglie, riduciamole. Riduciamole soprattutto laddove lo stipendio non supera i 1.500 euro.

Votiamo, il 12 giugno, che sia sì o no, ma votiamo!  MelissaP.

( segnalato e annotato da :lucap.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=525918)

MELISSA P. HA “PARLATO”

Ma come fa Melissa P a infilare tante perle prima di andare a dormire ? L’autrice di Cento colpi di spazzola ( un povero libro di piccola sessualità italiana, medio-italiana, lanciato dall’editore con l’adulazione, l’insincerità e la tipica soggezione che gli intellettuali credono di dovere ai giovani come “ un esordio sconvolgente sia per i temi sia per la capacità narrativa e stilistica”) annuncia che voterà per il Sì ai referendum per non essere vittima di un governo, una chiesa, o anche un fidanzato o un marito, non importa, che vorrebbero togliere alle donne la certezza, l’ opportunità, il diritto di diventare ed essere madri; e va avanti così fino a superare ogni limite immaginabile : fino al delirio autolesionista che la porta ad affermare che “chi fa più di un figlio è nemico anch’esso della vita, del desiderio e della libertà”, perché – riprendendo fiato – “ ogni bambino occidentale che nasce toglie risorse al mondo e ovviamente le parti del mondo più colpite (dai bambini occidentali, NdL) sono quelle più fragili dal punto di vista socio-economico…”.  Qui il desiderio di avere "una pancia splendida" si allea "ovviamente" al diritto di decidere della vita del più debole, il nascituro "colpevole" di tutti i guai del Terzo o Quarto mondo…

Melissa P. parla come una umile serva dell’ “ovvia” espansione del diritto, della scienza, della tecnica e del progresso, e si sottomette alla credenza nel comfort illimitato che ne deriverebbe, se solo i pochi bambini occidentali che ancora riescono a nascere e i nemici, sempre occidentali, della vita, del desiderio e della libertà, non fossero lì apposta insieme al vaticano per impedirle di spazzolare e razzolare come meglio crede in maniera illimitata.

Strappato per caso il guinzaglio, Melissa P. è in fondo, e neanche tanto in fondo, una cucciola dall’animo molto buono, capace di annusare e di annettere tutto e il contrario di tutto in maniera spavalda e mimetica ( “Nel caso della coppia omosessuale al maschile ci si dovrà "accontentare" dell’adozione. Nel caso della coppia omosessuale al femminile la soluzione è una: l’inseminazione artificiale… Ma adottiamo, adottiamo. Che la burocrazia si faccia meno severa e più indulgente, cazzo! ” ) .

Il suo pensamento, espresso con linguaggio “vivace”, peraltro molto povero e di carattere piccolo borghese e da generazione X di sinistra, si mescola alla propaganda terzomondista e quasi veltronesca, producendo una “chiacchiera” opprimente ed informata che ha qualcosa di sconnesso, di spropositato e d’incontenibile.

 Lo si legge quasi in uno stato di raptus , riattualizzando lo stesso sgomento con il quale Pasolini, negli anni di piombo, leggeva il linguaggio dell’azione di taluni pseudo-hippies rivoluzionari: ovvero non credendo ai propri occhi. Ma l’accumulo di tante perle e l’iterazione dei luoghi comuni raggiungono una tale intensità e implacabilità da farne un manifesto per coloro che non intendono confondersi con quelli che si ridurranno confusamente a “votare” per la piccola idea di vita di Melissa P. e degli illuminati intellettuali che l’hanno adottata e lanciata in pista, a far figura a un tempo di de Sade in gonnella, Rousseau in sedicesimo e Cenerentola un po’ Medea in azione.

Insomma, “Voglio una pancia splendida” è un manifesto per il Sì, che offre un motivo supplementare a chi , nel dubbio, si asterrà per precauzione dal mettere la vita ai voti referendari: non cascando nell’illusione – tipica nel talebano laicista – di essersi fatto ( “fatto”, come si dice nel gergo dei drogati) portatore dell’autodeterminazione desiderante della donna e della libertà di ricerca scientifica. Ovvero della libertà per gli apprendisti stregoni della manipolazione genetica di fare i loro affari promettendo splendide pance biotecnologiche alle sprovvedute, sederini d’oro al nascituro e un futuro, prossimo o remoto, certamente no problem: nelle ristrettezze di un proprio microcosmo in marcia verso il Mondo Nuovo sotto un cielo di mutandine, di ex braghette rosse e di bandierine arcobaleno messe ad asciugare al sol dell’avvenire che ride “un attimino”.

dalla rete

Gaspare Traversi
Il grande teatro della vita, alla vigilia delle rivoluzioni del secolo dei lumi.
La satira spietata, affettuosa, l’arte di sorridere di un maestro della pittura del Settecento: salotti, parrucche, mendicanti, prelati, domestiche, suonatori; sguardi beffardi, indagatori, la noia, i riti, le passioni dei nuovi ricchi…
http://www.gasparetraversi.it/

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 «Vincere la paura» di Magdi Allam

In libreria da martedì 31 maggio

«Da circa due anni vivo sotto scorta per la minaccia dei terroristi islamici a cui si sono rapidamente aggiunte altre minacce di nazionalisti arabi, estremisti di destra e di sinistra in Italia. Sto sperimentando sulla mia pelle sia “l’islam che mi fa paura” sia la globalizzazione dell’estremismo ideologico e del terrorismo. Ed è proprio la saldatura della fenomenologia eversiva tra i gruppi radicali nei Paesi musulmani e in Occidente ciò che ha trasformato anche l’Italia in un caposaldo e in un bersaglio del terrorismo islamico ( …) Servirà tempo, ma alla fine un Islam moderato, rispettoso del valore della vita, prevarrà… ». – Corriere della Sera – «I miei giorni sotto scorta per la minaccia di Hamas»

Fonte :http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/27/libroallam.shtml

– ALLA(H)ARME: http://www.corriere.it/corrforum/corriere/Intro?forumid=291

Non sarà a tutti evidente, eppure mala tempora currunt. Ma come ha detto il santo Padre : " Non abbiate paura siate uomini e donne liberi". Tentiamo di esserlo, nonostante tutto. La libertà, ancora una volta, è sempre presente, solo che occorre essere disposti a pagarne il prezzo…

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 I no global condannano a morte Clementina

Sul sito degli antimperialisti italiani accuse all’italiana rapita

da Libero del 25 maggio 2005

di Renato Farina

In Italia si vuole impiccare alla legge Oriana Fallaci per le sue denunce contro gli islamici terroristi. In compenso, dalle parti di Assisi c’è chi scrive condanne a morte contro Clementina Cantoni, stretta da mani islamiche assassine, e se la gode sereno e impunito. Siamo davvero in Eurabia, così aveva definito il nostro Continente l’autrice di «La rabbia e l’orgoglio». Ogni giorno si ha una nuova prova delle buone ragioni e della sacrosanta ira di Oriana. Ma a che serve? Solo a constatare la nostra impotenza dinanzi agli spropositi della realtà.

Abbiamo rintracciato un documento spaventoso, nella sua finta innocenza. E’ firmato dagli Antimperialisti. E’ sulla volontaria milanese sequestrata a Kabul. Costoro scrivono, finti come Giuda: «Ci auguriamo che Clementina sia immediatamente liberata, tuttavia…». In quel "tuttavia" c’è la giustificazione piena di ogni male che sia già caduto e possa ancora piovere addosso alla ragazza. Poche righe dopo, ecco infatti cosa pensano i no global duri e puri di lei: “Le sue missioni caritatevoli e filantropicbe di elemosina ai poveri appaiono irreprensibili. Ma è come quei preti e frati anticristiani che accompagnavano con la croce la spada dei conquistatori assolvendoli dai loro crimini sanguinari».

Come stupirsi se la rapiscono? Cosa ci faceva lì, proprio lì? Noi rispondiamo convinti: aiutava le vedove, si dava da fare per i bambini. Invece per l’ala marciante della sinistra rifondarola (alleata, incredibile?, di Prodi) stava «nel posto sbagliato e nell’ organizzazione più sbagliata che mai». Se l’è cercato il rapimento. Era complice dei mascalzoni, aderiva all’organizzazione «più collusa” di tutte nell’opera di conquista delle terre islamiche.

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Nel momento in cui la trattativa si fa stringente, è uscito questo comunicato di certo già approdato in Afganistan. Ci dicono gli inquirenti che per fortuna l’ anatema anti-Clementina non bloccherà l’opera per liberarla, non riuscirà a indurre i briganti a sgozzarla. Non lo diciamo per tranquillizzare la famiglia in angoscia, ma perché – ci dicono buone fonti – la milanese è davvero salva. Ma quei maramaldi ci hanno provato. E, agitando il dito contro di lei, vogliono imporre la ritirata a tutti i volontari che non hanno giurato sui testi di Che Guevara o di Maometto. Che schifo.( leggi tutto l’articolo).

Fonte : http://www.radicali.it/view.php?id=35474

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dalla rete

Da Kabul: "Costante la preghiera per Clementina Cantoni AsiaNews

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