Eurabia

Oriana Fallaci alla sbarra : “ Una causa inaccettabile, inammissibile, imperdonabile”
Solidarietà da tutto il mondo per il clamoroso rinvio a giudizio

Intervista alla scrittrice ( da Christian Rocca, Il Foglio)

 New York. “Questo processo non è contro di me” dice Oriana Fallaci. “Non è neanche il processo di un giudice in cerca di pubblicità, di un signore che esce dal suo minuscolo cosmo di provincia e finalmente vede il suo nome pubblicato sui giornali. E’ un processo che mira a creare un Caso, il Caso Fallaci. Cioè un processo che mira a condannare una persona nota per poterne condannare altre. Io sarò condannata. E in certo senso, paradossalmente, sarà un bene. Una cosa che gioverà a chiarire le cose, a dimostrare che stiamo perdendo la libertà. Perché la mia condanna non si limiterà a soddisfare la vanità di certi magistrati, ossia i magistrati che incapaci di separare la Legge dalle loro scelte ideologiche o partitiche vorrebbero sostituirsi al potere politico. Ed aprirà un varco che a cuor leggero consentirà di condannare per reato d’opinione coloro che, contrariamente ai magistrati, hanno il diritto e il dovere di prendere pubblica posizione. Giornalisti, scrittori, intellettuali, cittadini che rifiutano il Politically Correct e osano andare controcorrente. Sa, non è la prima volta che vengo usata per aprire un varco: servire da esempio, accendere la miccia. Successe anche quando denunciai la verità sull’assassinio di Pasolini. Per non rivelare i nomi, non mettere a rischio la vita dei testimoni, mi appellai all’articolo Numero Uno dello Statuto dei Giornalisti. L’articolo che vieta di fornire le fonti di informazione quando a fornirle si rischia di rovinare qualcuno o addirittura di condurlo al cimitero. Eppure mi condannarono lo stesso. E nei giorni seguenti altri giornalisti vennero incriminati per lo stesso motivo. Uno, addirittura sbattuto in prigione”.

Nello studio newyorchese di Oriana Fallaci il telefono, un telefono bizzarramente rosso vermiglio, squilla tutto il pomeriggio. Il segretario la chiama dal suo ufficio della 57esima strada per informarla che la Associated Press e la Reuters e la Cbc canadese vorrebbero un suo commento sul processo di Bergamo. Martedì pomeriggio, dopo la querela di un cittadino musulmano noto alle cronache per aver vilipeso la religione cristiana * e aver minacciato la Fallaci con un libretto che chiede ai musulmani di applicare su di lei il castigo di Allah, il giudice Armando Grasso l’ha rinviata a giudizio per vilipendio alla religione islamica. La notizia del rinvio a giudizio ha fatto il giro del mondo. E il telefono rosso vermiglio non tace un momento. Giornali e agenzie di stampa la cercano. Il New York Times ne ha già scritto, così come il Washington Post. Il Wall Street Journal insiste per intervistarla. Su Internet trovi siti che esprimono sdegno per il reato-d’opinione e vogliono organizzarsi per darle una mano. Oriana Fallaci non lo sa. Non vuole neanche sapere che cosa sta succedendo al di fuori della sua casa traboccante di libri. Non vuole neanche sentir parlare di avvocati e leggi e querele.

La notizia di Bergamo è arrivata mentre aspettava la visita del suo oncologo, e vi ha reagito con una amara risata. Il telefono squilla di nuovo. Stavolta il segretario le fa sapere che attraverso un’amica s’è fatto vivo il grande giurista Alan Dershowitz, insegnante di Legge ad Harvard, che si offre anche come suo difensore. Inoltre è arrivato un e-mail dal professor Grayling della School of Philosofy dell’Università di Londra il quale la informa che insieme a un gruppo di scrittori britannici le manderà un messaggio di solidarietà e insieme alla sezione inglese del Pen e ad altri colleghi sta preparando un’azione di protesta da diffondere in Italia e nel resto dell’Europa.

La Fallaci appare irritata da tanto fracasso. Non ama parlare con la stampa, non va in televisione, non frequenta quasi nessuno, non si esibisce. Vive da sola col suo cancro, anzi con i suoi vari cancri. “Apro bocca soltanto quando lo ritengo un dovere”, brontola con la sua voce dura. “E negli ultimi tempi l’ho aperta soltanto per dire la mia sull’infame condanna a morte di Terri Schindler (ndr, Terri Schiavo), poi quando hanno scoperto che Pasolini fu ucciso da tre o quattro persone non da una e basta. (Io l’avevo scritto trent’anni fa e per questo ero stata processata, condannata a quattro mesi di galera). Sa, di solito non mi piace parlare attraverso gli altri, le interviste eccetera. Se ho qualcosa da dire, la dico scrivendo un libro, come ho fatto con La Rabbia e l’Orgoglio, La Forza della Ragione e Oriana Fallaci intervista sé stessa e L’Apocalisse: la Trilogia sull’Islam e sull’Occidente. E pazienza se, come nel caso della Trilogia, scrivere quando siamo molto malati è un vero suicidio…” ( continua a pagina due de ilfoglio.it/)

dalla rete

– “Oriana Fallaci processa il processo di Bergamo e l’accusatore” di Christian Rocca Il Foglio (28/05/2005)

nota

*Smith, l’accusatore di Oriana Fallaci, fu citato in giudizio per aver sostenuto nel corso della trasmissione televisiva «Porta a porta» del 5 novembre 2001 che il crocifisso «rappresenta il cadavere di un uomo nudo affisso su un pezzo di legno usato dai Romani per punire i peggiori criminali dell’epoca… non è sempre così piacevole vedere un cadavere in miniatura…»

Fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/10_Ottobre/31/smith.shtml

 – Vogliono Oriana Fallaci in galera. Vittorio Feltri su Libero ( Articolo Tgcom)

–  Giù le mani da Oriana…

di Maria Giovanna Maglie

Oriana processata per vilipendio, su mandato di uno che butta il Crocifisso dalla finestra di un ospedale, perché «si tratta di un cadaverino inchiodato a due pezzetti di legno, lesivo dei bambini musulmani che frequentano le scuole italiane» ?

Mi faccia il piacere, signor gip di Bergamo, e stia attento a non allearsi con gli Adel Smith di cui l’Italia è ricca, con i predicatori di odio in nome dell’Islam, le cui parole e trame raccontiamo in questo numero di News.

Capisco la libido di essere il primo giudice a disporre in Italia nientemeno che un processo per vilipendio della religione islamica, capisco che le telecamere dei tg attirano, la concorrenza è spietata, e la Fallaci funziona sempre. Ma l’Olanda di Submission dovrebbe insegnarle che l’affare è serio. ( leggi tutto )

http://www.newsettimanale.it/numero_2/editoriale/articoli/gi_le_mani_da_oriana.htm

Fonte :http://www.newsettimanale.it/numero_2/editoriale/index.htm

***

Appello a favore della libertà d’espressione per Oriana Fallaci

[…] Usare il pretesto di accusa di “vilipendio alla religione islamica” da parte di una religione che non dispone di una gerarchia formata da autorità religiose ufficialmente riconosciute è pura follia, dispotismo, arroganza. E incosciente, privo di radici culturali e spirituali è un Occidente che con la sua ingenuità ha consentito all’integralismo islamico di mettere le mani sulla rete delle moschee, di lasciare proliferare gruppi , associazioni e individui che grazie alla compiacenza di avvocati nostrani, veri e propri azzeccagarbugli senza scrupoli, altro non fanno se non vietare e sanzionare ogni forma di dissenso, punendolo e trasformandolo surrettiziamente in reato, esercitando l’abuso di una dittatura della minoranza sulla maggioranza. Censurare sentimenti, ragionamenti , espressioni, libri in nome dell’ “islamicamente corretto” vuol dire mettere l’Occidente sotto sequestro e renderlo ostaggio del pensiero teocratico […]. (Stefania Atzori, Unpolitically Correct)

Round-up 

da (The Right Nation)

Italia: Il Sorvegliato Speciale, Gianni De Martino, Rolli, Il Tazebao, Il signore degli anelli, Diotima.

Stati Uniti: Hyscience, Ace of Spades HQ, Steamed Rice, Gall & Wormwood, Huffington Post, Two Crackas in my Soup, Rantingprofs, Carnali 3.0, Shore Mutterings, Trying to Grok, Logical Meme, Elipongo, Bloggledygook, WC Varones, Arguments Yard, Bloody Nib, BigDog’s House.

Resto del Mondo: The North Sea Diaries, HispaLibertas, Uriasposten, Political Correctness Watch, Witchcraft Today, Letters from Elise, Diàrio Ateìsta, Periodismo Global, Objektivist, Reidar Bringedal, Israpundit.

UPDATE. "Al di là del giudizio che ognuno di noi ha di Oriana Fallaci (e qui non si fa mistero del nostro totale apprezzamento), è allarmante che in un Paese ritenuto civile sia ancora in discussione la libertà di parola: il reato d’opinione è un vero e proprio insulto alla libertà". Daw scende in campo con Oriana. (via :http://ideazione.blogspot.com/)

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

 Aggiornamento

LA GUERRA DEL CORANO ( 2 )

Mike Lester 5/23 Koran For Girls

Corano revisited. Michael Isikoff torna sul luogo del delitto per scoprire che non sono gli americani ad offendere il libro sacro dell’Islam ma i detenuti:

According to Di Rita, when the first prisons were built for suspected terrorists at Guantanamo in early 2002, prison guards were instructed to respect the detainees’ religious rituals. The prisoners were given Qur’ans, which they hung from the walls of their cells in cotton surgical masks provided by the prison. Log entries by the guards indicate that in about a dozen cases, the detainees themselves somehow damaged their Qur’ans. In one case a prisoner allegedly ripped up a Qur’an; in another a prisoner tore the cover off his Qur’an. In three cases, detainees tried to stuff pages from their Qur’ans down their toilets, according to the Defense Department’s account of what is in the guards’ reports. (NEWSWEEK was not permitted to see the log items.) The log entries do not indicate why the detainees might have done this, said Di Rita, and prison commanders concluded that certain hard-core prisoners would try to agitate the other detainees by alleging disrespect for Muslim articles of faith.
In light of the controversy, one of these incidents bears special notice. Last week, NEWSWEEK interviewed Command Sgt. John VanNatta, who served as the prison’s warden from October 2002 to the fall of 2003. VanNatta recounted that in 2002, the inmates suddenly started yelling that the guards had thrown a Qur’an on or near an Asian-style squat toilet. The guards found an inmate who admitted that he had dropped his Qur’an near his toilet. According to VanNatta, the inmate then was taken cell to cell to explain this to other detainees to quell the unrest. But the incident could partly account for the multiple allegations among detainees, including one by a released British detainee in a lawsuit that claims that guards flushed Qur’ans down toilets.
In fewer than a dozen log entries from the 31,000 documents reviewed so far, said Di Rita, there is a mention of detainees’ complaining that guards or interrogators mishandled their Qur’ans” .

( via 1972 )

Sandy Huffaker 5/20 Al-Jazeera and Newsweek

Fonte delle illustrazioni: www.politicalcartoons.com

***

Orianagate

( via The Right Nation)

La blogosfera americana si inserisce di prepotenza nel dibattito sul rinvio a giudizio di Oriana Fallaci. Roger L. Simon spiega che la Fallaci merita un posto d’onore nell’olimpo dei "coraggiosi" e si chiede se i mainstream media, da sempre in prima fila nella difesa del free speech, si mobiliteranno in sua difesa. Nei commenti al blog di Simon, Rick Ballard traduce in inglese un post di Krillix sull’argomento. Intanto The Jawa Report tenta (senza successo) di scatenare una sommossa, dichiarando: "I ran out of toilet paper this morning so I used what was available next to the can. A copy of the Koran". E chiede a chi vive in Italia di far avere notizia della sua dissacrante provocazione al "pubblico ministero fascista di Bergamo, Armando Grasso". Il suo obiettivo è esplicito: "Sue me. I dare you. Fascists". Un altro appello ai blogger italiani arriva da Hyscience: "Italian bloggers need to give us a hand in getting his contact info so he can hear from all of us that aren’t in favor of having Islam rule our lives!". Altri interventi (in ordine sparso) dalla blogosfera a stelle e strisce: Instapundit, Protein Wisdom, The Anti-Idiotarian Rottweiler, Banana Republican, Dhimmi Watch, Rottweiler Puppy, Smooth Stone, The Anchoress, Say Anything, BuzzMachine, The Moderate Voice, Daily Pundit, GOP Bloggers, The Dead Pool, Beautiful Atrocities, Harry’s Place.

Our american friends can contact the preliminary judge Armando Grasso at this mail address: tribunale.bergamo@giustizia.it.

***

Insultare gli ebrei (invece) non è reato

( via Krillix ) La magistratura italiana rinvia a giudizio Oriana Fallaci per presunto vilipendio alla religione musulmana che la scrittrice avrebbe commesso nel suo libro “La forza della ragione”.

Intanto la stessa magistratura continua a sottovalutare gli atti di violenza antisemita compiuti nelle università e il mondo della cultura accetta senza battere ciglio i commenti razzisti contenuti nella più diffusa traduzione italiana del Corano.

***

OSSERVAZIONI

 

«Infedele è colui che dice: Allàh è il terzo della Trinità: non vi è che un solo Allàh, e questo Allàh è unico; se essi non ritrarranno ciò che affermano, un doloroso castigo attenderà gli infedeli»( Corano, Sura V, 77, “La tavola” ).

 

Il Corano è un Libro che può essere veicolo di spiritualità, ma anche, a seconda della selezione dei versetti utilizzati e decontestualizzati, un modo per prendere di mira ebrei e cristiani, a meno che non ritornino sulla “retta via”.

Sirat al moustaqim, retta vita, è espressione coranica dalla Sura I detta Al-Fâtiha – l’Aprente, perché essendo la prima sura si trova ad apertura del Corano.

Nella versione fondamentalista, così come in quella jahidista, “retta via” significa la via di un islam inteso come verità unica, al di fuori della quale non vi è che errore, miscredenza e ingratitudine, la cui guglia o sommità sarebbe rappresentata dall’America – il Grande Satana.

La tendenza all’esclusione e al letteralismo, presente in ogni monoteismo ma superata nell’ebraismo e nel cristianesimo da una lettura critica di testi considerati sacri ma non discesi direttamente da Dio, ovvero senza mediazione umana, nell’islam  è aggravata dai processi di trasformazione che il mondo patriarcale tradizionale islamico ha conosciuto da mezzo secolo, sconvolgendo in maniera inedita tutti gli ancoraggi della civilizzazione arabo-islamica e lasciando emergere una cesura nella struttura del soggetto.

Alla base delle manifestazioni visibili, gli effetti inconsci di una tale cesura hanno portato a una regressione verso l’a-temporalità della lettera e modificato i regimi della ragione e della follia.

In soggetti in crisi d’identità, l’aggrapparsi alla lettera e l’evacuazione della metafora così come dell’esperienza storica genera un vero e proprio marasma paranoico-sacrificale. In questa ottica, il codice operazionale jahidista si troverebbe alla lettera nel Sacro Corano e Allah sarebbe il più grande stratega.

La Sura I detta Al-Fâtiha – l’Aprente, può essere contestualizzata e letta in molteplici modi, compresi i modi inclusivi o esclusivi. La lettura fondamentalista, sulla base di una tradizione che rifiuta ogni aggiornamento e dalla cui decomposizione e uso selettivo e strumentale che ne fa l’islam politico è nato il nazi-teo-scientismo islamico che occupa la scena, è una interpretazione aggressivamente e fondamentalmente esclusiva.

ESEMPIO

 

Bismillah Ar-Rahman Ar-Raheem

Al-hamdu lillahi Rabb il-‘alamin

Ar-Rahman Ar-Raheem

Maliki yawmi-d-Din

Iyya-ka na’budu wa iyya-ka nasta’in

Ihdina-sirat al-mustaqim

Sirat al-ladhina an’amta ‘alai-him

Ghair il-Maghdubi ‘alai-him wa la-d-dallin

Ecco, ad esempio, la traduzione proposta dall’ Ucoii ( Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia) nella versione a cura di Hamza Piccardo pubblicata da Edizioni Al Hikma (1994) e da Newton & Compton Editori ( Roma, 1996):

In nome di Allah , il Compassionevole, il Misericordioso

2 La lode [appartiene] ad Allah , Signore dei mondi,

3 il Compassionevole, il Misericordioso,

4 Re del Giorno del Giudizio .

5 Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.

6 Guidaci sulla retta via,

7 la via di coloro che hai colmato di grazia , non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira , né degli sviati.

In nota, l’ultimo versetto, il versetto 7, viene così commentato :

«In questo ultimo versetto è contenuta l’affermazione che già prima della rivelazione del Corano la misericordia dell’Altisimo era operante tra gli uomini, producendo comportamenti fortemente illuminati dalla fede e guidati dal timor di Allah (gloria a Lui l’Altissimo). Secondo un commento di Ibn ‘Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) " coloro che hai colmato dei Tuoi doni" sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il martirio testimoniando la fede (shuhadâ), i Devoti (salîhûn) ».

Alla fine della nota, a p. 25 dell’edizione Newton & Compton ( Roma 1996, pp. 608, Lire 9.900) si legge:

« At-Tirmidhi da ‘ Adi ibn Hatim: l’Inviato di Allah ( pace e benedizione su di lui) disse: “ ‘ coloro che… nella Tua ira’ sono i giudei e “ coloro che… sono sviati” sono i cristiani”. Ahmad Ibn Hanbal: “ Un tale chiese all’Inviato di Allah ( pace e benedizione su di lui): “ O Inviato di Allah, chi sono ‘ coloro che sono [sono incorsi] nella Tua ira?’ “. Rispose:” ‘ I giudei ‘ ”. “ E chi sono gli sviati?”. Rispose : “ ‘ I cristiani’ “».

Alla luce di una tale nota ( le sottolineature sono mie) i versetti 6 e 7 potrebbero essere anche letti e compresi così:

Versetto 6 )Guidaci sulla retta via ( ovvero quella di un sistema dottrinario, spirituale e legale islamico che conduca gli individui e le masse attraverso questa prova terrena fino al premio dell’Altra Vita)

Versetto 7) la via di coloro che hai colmato di grazia [ fra cui gli shuhadâ , i martiri-killer] , non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira [ gli ebrei, l’ “entità sionsta”, lo Stato d’Israele ] , né degli sviati [ i cristiani, i “crociati”, i Paesi che si muovono nell’orbita della guglia della miscredenza, l’America].

IL TERRORE ALL’OMBRA DEL CORANO ?

In effetti, oltre a al-Tirmidhi (d. 892), esiste tutta un’esegesi che ricollegandosi a una tradizione rimasta fissa al medio-evo e immuta afferma che con l’espressione Ghair il-Maghdubi l’Altissimo indica gli ebrei ( “Yahud”). Hamza Piccardo afferma che una tale esegesi si ricollega fedelmente alla tradizione. L’esegesi non è la teologia, né tantomeno una lettura critica oppure un’ermeneutica spiritualmente significativa. Qui “fedeltà” alla tradizione implica un rifiuto della metafora, del simbolo e di un’interpretazione storicamente contestualizzata e spiritualmente innovativa.

Nel rifiuto della metafora, della poesia, dell’arte, della complessità e del lavoro della cultura si annida, ancora una volta, il disprezzo per lo spirito, oscurantismo e tirannia.

CONSEGUENZE

La predicazione di una credenza che si pretende immacolata e come fusa in un sol blocco comporta la diffusione di un islam fisso e contratto, denso di ambiguità che si pensa di risolvere abbandonandosi a una semplicistica metafisica estroversa, ad affermazioni perentorie e all’autoassunzione di un compito immaginario: quello di purificare l’universo mondo fino al sacrificio della propria vita e di quella degli altri sulla retta via di un Dio unico dai tratti astratti e violenti.

Delle molte storie della civilizzazione islamica e delle sue ricche e articolate spiritualità non restano che i poveri slogan di una religione decomposta e ricomposta in maniera semplicistica e globalizzata nei modi del nazi-teo-scientismo-islamico che oggi occupa la scena.

Roberto Hamza Piccardo, il segretario dell’Ucoii con un passato nell’estrema sinistra, avrebbe del resto più volte rilasciato dichiarazioni ambigue e sinistre, fondate su una scelta selettiva dell’esegesi tradizionale. Eccone una dichiarazione sul terrorismo suicida: «Le operazioni di martirio che i palestinesi compiono ora nei territori occupati per liberarsi dall’oppressione, sono il grado più alto nel Jihad, e la morte nel compiere queste operazioni è considerata la forma più alta in assoluto di martirio. Nessuno può dire che la resistenza con tutti i mezzi possibili contro l’occupazione è un fatto illegittimo. È sbagliato, altresì, il tentativo di confondere il "martirio" con il "suicidio", perché il suicida è un disperato a causa della sua vita, mentre il martirio è un atto eroico compiuto da una persona che sacrifica la sua anima sulla retta via di Dio per difendere se stessa, la patria, la comunità, la dignità, l’onore, la religione e i luoghi sacri» ( da: “Libero”29 ottobre 2002 , fonte: http://www.amislam.com/martinez.htm).

La questione è in che misura una democrazia può tollerare non solo gli intolleranti ma anche i continui e reiterati insulti a ebrei e cristiani, e persono tollerare gli ideologi delle uccisioni di civili ad opera dei martiri-killer che operano sotto la copertura di un linguaggio che si pretende religioso e di rappresentare l’Islàm ridotto – malgrado la sua articolata e vasta ricchezza culturale e spirituale – a poveri slogan ormai globalizzati.

I sostenitori delle uccisioni di civili come “obbligo religioso” rappresentano, di fatto, le quinte colonne di un totalitarismo che opera con perfidia e pretende di prendere in ostaggio l’islàm e i musulmani stessi in una percezione estremista e allucinata della realtà.

Il linguaggio religioso è un utile strumento per gli islamisti. Serve a rinforzare l’identità del gruppo. Quelli che non vi appartengono sono dei kuffar, dei miscredenti la cui esistenza impedirebbe il “Noi” della comunità d’essere lo stesso. Pertanto non si esita a proclamare la distruzione del proprio dell’altro, a volergli togliere ogni umanità, per lasciarlo nella nudità dell’animale scuoiato ( Video of bloodied body of Akihiko Saito  ) oppure per annetterlo.

I caporioni delle cellule criminali para-religiose si definiscono dei califfi o degli emiri, e in numerosi casi sono imam semiletterati e sinistri semintellettuali in “crisi d’identità”. I terroristi sarebbero dei mujahidin e i martiri-killer-assassini di civili sarebbero degli shahada. Questi vecchi termini esistenti nel diritto musulmano, strumentilizzati dall’islam politico, danno una patina di sacralità a un progetto politico dagli obiettivi allucinati : “ Odiamoci e scanniamoci religiosamente”. Un progetto dotato – benché ben finanziato dai burattinai del terrorismo di matrice islamica e transnazionale – di metodi crudeli e fallaci che lo portano lungo l’asse paranoico-sacrificale al suicidio-assassinio nutrito dall’ odio genocidario e confuso con il marasma e il gorgo vuoto del cattivo godimento identitario.

dalla rete:

commenti razzisti contenuti nella più diffusa traduzione italiana del Corano

Così i «cattivi maestri» del Corano insegnano a odiare ebrei e cristiani
Magdi Allam, Il Corriere 23 febbraio 2005

Carlo Panella, ”All’origine dell’odio” ( Il Foglio del 2005-05-20 ) da Informazionecorretta

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

 CRONACHE DI POVERI AMANTI ?

 Pendant l’été 1907, Picasso peint "les demoiselles d’Avignon", point de départ de l’aventure cubiste.

Vattimo: «Sono innamorato di un cubista ventenne» . La confessione su Vanity Fair. Cecchi Paone e Grillini apprezzano. Mistero su Umberto Eco

ROMA – Il disperato, simpatico, per niente autoironico Gianni Vattimo, che secondo Il Foglio ( 20/05/2005) “passa il resto della giornata a fare il Marco Travaglia dei filosofi”, dopo aver recentemente paragonato i tagliagole che operano in Irak ai partigiani della Resistenza ("Al Zarqawi è da paragonare ai partigiani della Resistenza, anche loro venivano chiamati banditi dai nazisti" ) c’informa tramite un´intervista concessa a Vanity Fair, qualche giorno fa in edicola, di essere molto innamorato di un cubista ventenne che ricambia poco e male.

Insomma, verrebbe da pensare che dopo Al Zarqawi, i banditi e  i terroristi , il filosofo del pensiero debole si sia innamorato, ancora una volta, dell’uomo sbagliato, con conseguente afflizione di lettori, studenti, colleghi, parenti e amici. Per non dire dei media di Destra e di Sinistra, che, a parte i blogger, non hanno commentato la confessione del noto filosofo, qualcuno dice per una specie di desistenza in vista del Referendum: a Sinistra per non impressionare gli elettori e a Destra per non apparire poco evoluti se non addirittura “omofobi”. Ma molto più probabilmente si tratta forse di comprensibile imbarazzo e di quello che resta di ciò che Wittgenstein chiamava semplicemente “ un minimo di decenza”.

Alla domanda su cosa pensino i suoi amici, Vattimo risponde: «Un amico autorevole, grande scrittore, filosofo noto, mi fa: Ma perchè non te lo tieni per te? Gli davo ragione, poi ho assistito a un suo discorso e mi è sembrato di una così totale ufficialità e trombonaggine che ho detto: allora faccio bene, qui soffochiamo nel perbenismo più totale ». Il giornalista chiede se l´amico messo così in imbarazzo non sia per caso Umberto Eco, e Vattimo replica: «Non mi faccia prendere querele, per carità». Infine il filosofo, interviene polemicamente anche sul problema per una coppia gay di avere figli: «Tutti parlano del diritto dei bambini di crescere con una mamma e un papà, come se non ci fossero quelli che crescono con lo zio o il nonno. Ragionando così, lo Stato dovrebbe affidare a tutti una famiglia d´ufficio».

Apprezzamento al filosofo Vattimo per essersi innamorato del ragazzo-immagine, ovvero del cubista, e soprattutto per averlo rivelato all’universo mondo è giunto dal giornalista forzista Alessandro Cecchi Paone: «Se un autorevole intellettuale di sinistra decide di rendere pubblica una sua vicenda personale non è per caso. È utile al paese che rappresentanti della classe dirigente si oppongano a questa Italia omofoba e misogina ».

E’ utile al Paese ? Ce lo spiega meglio, in chiave sentimental-rivendicazionista, progressista e anti-discriminatoria il diessino Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, che aggiunge con occhi un po’ sognanti dietro le spesse lenti: «Una bella storia… Se uno è innamorato di un cubista perché non dirlo? La leggo come la rivendicazione dei sentimenti e del desiderio maschile e soprattutto apprezzo che Vattimo abbia deciso di parlarne in pubblico».

Il rimpianto di chi è anziano e – nell’ambito della sessualità maschio-maschio, quindi del doppio, se non dell’ambiguo – non viene più, proprio perché anziano, ricercato per la sua bellezza, ed è anzi, il più delle volte, costretto a pagare per ottenere le prestazioni sessuali di un giovane, non mi sembra propriamente “una bella storia”.

Anzi, questo rimpianto è uno dei temi più assillanti e più ripetitivi e tristi nelle testimonianze di persone che si vivono come omosessuali, anche fra quelli più intelligenti e famosi. Lo notava l’antropologa Ida Magli( in La sessualità maschile, Mondadori 1989 ), commentando una mia recensione per la rivista “Alfabeta” a Incidents di Roland Barthes.

Nelle pagine di diario del semiologo francese pubblicate postume per Seuil, viene sottolineata continuamente la tristezza del non poter più avere un rapporto amoroso con un giovane ed emerge il lamento di poter ottenere ormai soltanto dei gigolos. Insomma, veniamo come presi nella confessione di uno scacco che ogni volta si ripete e gira, insieme alle ultime pagine lasciate da Barthes, intorno al corpo, alla fragilità di desideri che si aggrappano, con dita incerte, all’immagine bella e insieme tenera e forte di un corpo maschile giovane che non corrisponde più a un corpo che invecchia e che non accetta di essere scisso dallo spirito amoroso. Imbarazzante, scabrosa, desolante è la pagina in cui Barthes raconta di azzardarsi, in ascensore, ad allungare un braccio verso le spalle di un giovane amico in un abbraccio, ma questi si ritrae… qui la tristezza del desiderio che – combinandosi con Dio sa cosa – viene respinto, diventa solitudine, disperazione, vuoto.

Ma non è questo che interessa l’amico nonché compagno Grillini, che da amante di belle storie trova il modo di far leva con non poco  cinismo sulla confessione del noto filosofo per fare un po’ di propaganda alla bella Teoria monosessuale del Partito Gblt. Secondo Grillini, infatti, la disperata confessione del filosofo torinese ( non scrivo "filosofo gay" perché un tale apparentamento renderebbe sia la filosofia sia i gay entrambi nani) è una prova di coraggio soprattutto perche’ ”sentimenti e desideri sono considerati prerogativa femminile, prova di debolezza, se il discorso su sentimenti e desideri si associa a un uomo diventa un discorso osceno, nel senso barthesiano del termine. Invece – prosegue Grillini – occorre rivalutare le emozioni, e affermare che la capacità di emozionarsi non è debolezza, anzi è una forza, lo dicono anche gli psicologi del lavoro: un capo che non riesce a suscitare emozioni è meno leader e le emozioni stimolano la creatività… ».

Certo, se uno dà ascolto agli psicologi del lavoro e si lascia stimolare la creatività dalle emozioni – in un mondo che già trabocca di emozioni – e se chiude gli occhi per veder più chiaro il mondo, allora anche un settantenne può credersi una top model.

Perché no ? Se persuasi dalla Teoria omosessuale e monosessuale si andasse in massa a prendere la tessera dell’Arcigay non solo si diventerebbe tutti delle top model, ma tra un dibattito e l’altro o sfilando al gay pride manina nella manina contro l’imperialismo amerikano e “questa Italia misogina ed omofoba”, risolveremo anche tutti i problemi legati al mistero – ormai banale, se non enigma banalizzato – delle cosiddette omosessualità maschili.

In attesa che l’immaginazione vada al potere, continuo a pensare che il mistero delle omosessualità maschili, e di quell’altro mistero o enigma ( se non vogliamo usare la parola “mistero”, che è termine religioso) che un tempo si chiamava amore sia troppo importante per essere lasciato alle stimolazioni degli psicologi del lavoro, ancorché diplomati, e a quelle dei sindacalisti e dei filosofi in preda a una disperazione che non è solo della Teoria.

Gianni, il corpo è davvero un orologio che non si può aggiustare. E c’è da chiedersi se davvero sappiamo “fare l’amore”. Lo sa il diavolo, ecco: quello che finge di non esistere e tuttavia è ancora capace, o perlomeno così pare, di convincerci davvero di essere o puri spiriti innocenti come angeli oppure solo carne prudente, impaurita e che invecchia, alla sempiterna e infantile ricerca del colpevole di turno su cui scaricare salutifere bastonate. Basterà prendersela con la "serva Italia", con il "governo ladro" e con l’Imperialismo amerikano ?

Ha scritto Hegel: "Un animo puro non si vergogna dell’amore, ma si vergogna che sia incompleto; l’amore si rimprovera che vi sia ancora un potere, ancora un alcunché di ostile che ne impedisce il compimento". Ma cos’è che veramente impedisce il compimento dell’amore e sembra volerci consegnare sempre e solo a un imperfetto abbraccio e alla solita politica del vittimismo organizzato ? E’ il peccato originale, ecco cos’è !

Cito e sculaccio Hegel sommessamente, tra un aperitivo barthesiano e l’altro, come se parlassi al nostro Blaise Pascal, al Vattimo fuggente de noantri che vuole salvare la Chiesa da se stessa, il Paese dagli “omofobi” e l’universo mondo dalla posizione “razzista e disumana” dell’America e, tanto per cambiare, soprattutto di Israele ** . Non a caso, come peraltro osserva Giacomo Contri – “ la salute psichica del bambino sta nel suo sapersi rivolgere a tutti gli sportelli, e in ciò è come Adamo e Eva delle origini. Poi segue ciò che segue, mala(ta)mente" .

Quanto al problema e al presunto “diritto” per una coppia gay di avere figli, direi che nonostante il pensiero sia debole, se non debilitato, non è ancora venuto meno, per la maggioranza dei bambini e delle bambine , il diritto di provare la meraviglia e la gioia di rivolgersi all’uno e all’altra, e di prendere tutte le strade che vuole. Ma che tristezza se queste fossero limitate alla famiglia o addirittura a un solo genitore, oppure a nessun padre e a nessuna madre ! Ma quale pensiero debole, quale desolazione ? Il figlio che si ricorda del padre che detta e della madre che canta non diventa uno smemorato, un bastardo o un disperato. Anzi risorge nel punto esatto della fenditura di ciò che a sinistra si chiamerebbe “un soggetto”, ovvero nel punto – intenso e feroce – in cui la vita va oltre l’egoismo del piacere o del dispiacere, e di tante chiacchiere e confessioni vane, ovvero, a quanto pare, senza un minimo di resipiscienza, per non dire esame di coscienza e pentimento ( termini troppo religiosi, questi, e apparentemente obsoleti in un secolino in cui a regnare è solo il discorso che allea Kant e il de Sade, in un’epoca in cui non sembrano esistere altro che condizioni demagogiche e spettacolari a assai cubiste per la costituzione di ciò che un tempo si chiamava una coscienza).

Note

*Michel Foucault – La volontà di sapere di Sandra Ansaloni. All’origine di questi discorsi Foucault pone la confessione cristiana

** Il Giornale – 2005-05-25 – "La sinistra che si schiera con chi usa il terrorismo per preparare il totalitarismo". Un commento alle dichiarazioni di Gianni Vattimo su Israele: 

http://www.informazionecorretta.it/showPage.php?template=rassegna&id=5716

——————

L’intervista a La Stampa 24.05.05

Professor Vattimo, perché ha firmato l’appello degli autonomi che vuol bandire dall’ateneo rappresentanti del governo israeliano?

Mi pare un democratico atto di boicottaggio verso un governo che sta portando avanti una politica razzista e disumana, una vera e propria guerra di sterminio che pare destinata a finire solo con l’annientamento dell’altro.** Spesso i governi democratici, o l’Europa, hanno deciso sanzioni per ragioni politiche contro qualche governo.*** La prima volta in cui sono stato in Cile, ero ospite di un’Università privata. Mai avrei accettato un invito di un’Università pubblica di Pinochet, né avrei mai invitato ambasciatori cileni a una mia lezione”

Solo gli israeliani hanno colpe? E’ giusto che, di tutti gli esponenti dei governi del mondo, si domandi di sancire che solo gli israeliani non debbano più aver accesso all’Università di Torino? E l’Università non è comunque luogo di discussione e studio anche di tesi eretiche? Non si studia anche il “Mein Kampf”?

Qui si legge il “Mein Kampf”, e si può far lezione su ciò che si vuole. Qualunque docente può invitare chi crede. Troverei però assurdo che le autorità accademiche invitassero qui ed ora esponenti dell’ambasciata statunitense a parlare della guerra in Iraq, e si può a buon diritto vietare l’ingresso a degli ultrà nazisti. Nella guerra tra israeliani e palestinesi c’è una parte debole e una forte. I palestinesi sono costretti a far saltare in aria se stessi, non hanno cannoni né bombardano da 10 mila metri d’altezza senza correre alcun pericolo. Sono ridotti in condizioni raccapriccianti. Trovo doveroso chiedere sanzioni politiche contro una linea di governo pazzesca. Questo non significa essere contro gli ebrei o gli israeliani in quanto tali”

. Come replica a Daniela Santus che l’accusa di parlare comodamente seduto nel salotto di casa?

Mi pare che anche lei non si trovi in una trincea, ma nel salotto suo”.

La docente le domanda come può schierarsi, tra i due contendenti, dalla parte che perseguita gli omosessuali.

Ma come può una docente universitaria ragionare così? Mi stupisco che possa insegnare. Non ho mai sentito dire che Arafat abbattesse interi quartieri ( ? ) perché c’era all’interno un omosessuale. Ovvio che sono contro chi perseguita i gay. Ma un conto, comunque, è la persecuzione pur esecrabile di singoli individui per omofobia, un altro è abbattere interi quartieri, occupare terre e sterminare un intero popolo (?). Dovrei essere filoisraeliano o filoamericano in quanto gay? Ma che discorso è? Come può la docente non comprendere che essa stessa sta in qualche modo facendo un ragionamento razzista? Sei gay, quindi devi scegliere chi difende la tua razza, chi non perseguita quelli come te. Mi pare un ragionamento veramente incredibile. Ho il diritto di esprimere una posizione politica a prescindere dalla mia identità sessuale, o no?”

Avevano invitato anche lei, a «L’antipatico»?

Sì, mi avevano telefonato, proponendomi di essere nei loro studi venerdì, ma ho spiegato che venerdì per me non era possibile, perché avevo già un altro impegno. Poi non si sono più fatti vivi. Si vede che hanno in mente di invitarmi quando sarò arrabbiato nero per aver visto gli attacchi nei miei confronti già andati in onda. Penseranno che un po’ di polemica può far alzare l’audience”. ( La Stampa 24.05.05)

 

*** 

 Nell’ intervista riportata martedì 24 maggio da LA STAMPA, il professor Vattimo, dice di aver firmato l’appello degli autonomi che vuol bandire dall’ateneo rappresentanti del governo israeliano perché gli pare “ un democratico atto di boicottaggio verso un governo che sta portando avanti una politica razzista e disumana, una vera e propria guerra di sterminio che pare destinata a finire solo con l’annientamento dell’altro”.

Vorrei ricordare, sommessamente, al professor Vattimo che la “politica razzista e disumana” è quella perseguita dall’uso dei martiri-assassini da parte di organizzazioni palestinesi, e che l’annientamento dell’altro, definito “entità sionista” come se non fossero uomini, donne e bambini uccisi o mutilati di proposito e con perfidia, è la “politica” contenuto anche nella carta Hamas, acronimo di Harakat al-Muqawamah al-Islamiyyah ( "Movimento di Resistenza Islamico", ovvero letteralmente, in arabo, "Movimento dell entusiasmo, o zelo islamico”), un’organizzazione palestinese di carattere paramilitare e politico, praticante il terrorismo che ricorre al sequestro e a un uso politico del linguaggio religioso islamico. Come può, il prof. Vattimo, paragonare i martiri-killer o “shaid”, vale a dire le bombe-umane accuratamente preparate e riccamente finanziate dai burattinai del terrore jihadista islamico e internazionale addirittura ai partigiani della Resistenza al nazifascismo ? Non sarebbe la prima volta che, persuasi da un’ideologia, anche persone intelligenti possono arrivare, per partito preso, fino al punto di scambiare i carnefici per vittime, e viceversa, in maniera, appunto, assurda e un po’ cubista… ma infame.  

Quanto ai gay che vivono in Israele, questi sono i soli a godere di tutte le libertà civili possibili in un paese democratico, tanto è vero che numerosi giovani omosessuali palestinesi cercano asilo in Israele per sfuggire alle crudeli vessazioni a cui sono sottoposti non solo dagli integralisti, ma anche dalla polizia dell’Autorità palestinese. Secondo l’associazione israeliana Aguda, almeno 300 gay palestinesi si sono rifugiati in Israele. I ragazzi raccontano di essere stati torturati dai padri e dai fratelli, arrestati dai poliziotti dell’Autorità palestinese. Spesso vengono accusati di essere collaborazionisti e talvolta vengono regolarmente fucilati o linciati ( dipende nelle mani di quale "gruppo" o fazione di  fratelli cainici capitano). 

  Palestinians drag the body of a suspected collaborator along a street in Hebron – April 23, 2002. Photo by Loay Abu Haykel/Reuters

  I circa 300 morti di Intrafada, che nessuno ha voluto vedere, sono quasi sempre civili palestinesi, uccisi da altri Palestinesi, civili o militari. The Intrafada: Palestinians Killed by Palestinians Dell’Intrafada non vengono diffuse immagini. Si può trovare qualcosa su Internet, su Palestinian Media Watch ( http://www.pmw.org.il/) e su  http://www.phrmg.org/intrafada.htm

Il Parlamento palestinese sta inoltre studiando una nuova legge che prevede pene dai 3  ai 5 anni per l’omosessualità: deve ancora passare la seconda e terza lettura prima dell’approvazione finale. Per i gay palestinesi che vivono come clandestini in Israele, il rischio maggiore per loro è essere arrestati e rispediti a Gaza o in Cisgiordania dove subirebbero rappresaglie. Superando molte difficoltà, dato l’assedio del terrorismo a cui è sottoposta l’intera società israeliana, il governo israeliano non può che concedere con cautela lo status di rifugiati (previsto dalla convenzione Onu del 1951, firmata da Israele) a questi giovani palestinesi.Aguda, con sede a Tel Aviv (l’indirizzo email: sppr@012.net.il) aiuta i ragazzi e tenta di mandarli a vivere all’estero.

 

 ***

– Sul sito http://www.pmw.org.il/KAJ_eng.htm un rapporto intitolato “A Study of the Palestinian Authority’s Promotion of Genocide” che documenta l’uso sistematico della giustificazione religiosa dell’uccisione e lo sterminio degli ebrei nella propaganda e i media dell’Autorità Palestinese.

***

Su Internet la traduzione italiana di "Pillole di storia del Medio Oriente": questa nuova presentazione, intitolata "I canali dell’odio", analizza il processo di islamizzazione dell’antisemitismo e la nascita di una nuova coalizione antisemita, formata dall’unione del fondamentalismo islamico e degli avanzi dei movimenti di estrema sinistra utopica, fabbricatrice non ancora in pensione di grandi e buone intenzioni che puntualmente si traducono in terrore, miseria e morte. Cliccate qui per vederla.

Pubblicato in Varie | 2 commenti

 RAPIMENTO CLEMENTINA CANTONI

L I B E R A T E L A

Un manifesto per la liberazione della Cantoni a Milano (Infophoto)

Il portavoce del ministero dell’Interno afghano, Mashal, ha assicurato che ”Clementina è viva e il governo sta facendo del suo meglio per assicurare la sua liberazione”. Ciampi a Karzai: ”Seguo con apprensione la vicenda Cantoni”.

Clementina Cantoni

***

Toni Capuozzo: Clementina lasciata sola perchè non politicizzata

Perchè CLEMENTINA CANTONI è stata lasciata sola da pacifisti e noglobal?
Toni Capuozzo non ha dubbi:"Perchè non è spendibile politicamente. Purtroppo è così ed è verificabile ogni giorno. Non c’è stata una manifestazione, in piazza non è sceso nessuno. E’ vero che il comune di Roma ha deciso di mettere la gigantografia di Clementina in Campidoglio ma è stato un atto dovuto, quasi burocratico ancorchè lodevole. ( Il velo del silenzio lo ha però squarciato Valentino Parlato che, a proposito di Clementina Cantoni ha parlato di "ostaggio di serie b". Per superare questa oggettiva sottovalutazione del rapimento della cooperante rapita a Kabul rispetto alle grandi mobilitazione durante i sequestri delle due Simone e di Giuliana Sgrena oggi in Campidoglio alle 19 è stata organizzata una manifestazione di solidarietà , ancorché captata e strumentalizzata da Rifondazione comunista che invece di condannare i terroristi e i banditi talebani che l’hanno rapita rilancia in chiave pacifinta: "Oggi saremo alla fiaccolata in Campidoglio per chiedere inoltre il ripudio di ogni guerra, per chiedere il ritiro delle nostre truppe, perché è proprio la guerra il presupposto di tanta miseria, tragedia, morte. E’ auspicabile che il governo italiano non si mostri ancora una volta succube degli Stati Uniti". – Nota di gdm).
Clementina ha tutti i requisiti per essere un simbolo del volontariato: è giovane, preparata, parla le lingue, lavora per un’organizzazione anglosassone ed è in Afghanistan non perché disoccupata, ma perché vuole fare qualcosa per gli altri. Però le manca qualcosa. Non è dei loro.
Proprio come non era dei loro
Moreno Locatelli, il pacifista che nel 1993 morì in circostanze poco chiare a Sarajevo.
Locatelli non è diventato un’icona del movimento pacifista perché l’assedio di Sarajevo non era spendibile in termini politici.

…continua "Toni Capuozzo: Clementina lasciata sola perchè non politicizzata"

( via Rolli )

***

Un colpo di pistola alla testa. Uccisa star dell’Mtv afghana Shaima Razayee, 24 anni, conduceva un programma per ragazzi. Era stata minacciata dagli integralisti di Alessandra Coppola e Cecilia Zecchinelli (Corriere della Sera)

FINE DELLE TRASMISSIONI

 Shaima Razayee conduceva un programma musicale su Tv locale afghana, Tolo Tv. La conduttrice televisiva di "Hop" aveva 24 anni, il suo killer l’ha sorpresa alle spalle mentre era in casa. Alcuni mesi fa Shaima aveva rilasciato un’intervista a Radio Free Europe nella quale affermava di non avere paura delle opinioni negative sul suo conto e sulla trasmissione considerata dagli integralisti islamici come Shinwari "blasfema" e “contraria alla sharia”.( Nella foto: l’ottantenne presidente della Corte Suprema, Fazl Hadi Shinwari, portabandiera dei moralisti conservatori afgani, contrario al ritorno delle cantanti donne in televisione e grande censore del costume della società afgana.  Nel novembre 2004 era riuscito a convincere la Corte Suprema di Kabul a sospendere, dopo un solo mese di trasmissioni, Tolo Tv. La sua colpa era di aver mandato in onda alcuni film indiani di Bollywood, altri classici cinematografici americani e dei video musicali occidentali. Ma a gennaio, quando il bando è terminato, Tolo Tv è tornata in onda alzando il livello della sfida e inserendo nel palinsesto Hop assieme ad altri programmi di intrattenimento ispirati alla televisione occidentale. A marzo è tornata alla carica l’Ulema Shura, il Consiglio Teologico, affermando che i programmi di Tolo Tv sono “antiislamici e antinazionali”) .

Talibangone-X.gif

dalla rete  

LINK

Il sito di Care International 

– Tolo TV, Afghanistan’s Answer To MTV – AfghanMania.com

– Il sito del comando centrale statunitense (Centcom)

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

 NICHI VENDOLA SU BENETTO XVI

« ‘Ratzinger è uno dei teologi più acuti, più raffinati e dal pensiero più potente che io conosca al mondo”. Intervistato da ‘Libero’ lo afferma il neoeletto governatore della Puglia, Nichi Vendola, sottolineando che Benedetto XVI, ”come Wojtyla ci insegna che il pensiero debole, il relativismo culturale, etico, è un disarmo. Non ci aiuta a conoscere, a trasformare il mondo”. Attaccando la ‘dittatura del relativismo’, prosegue Vendola, il Papa Ratzinger coglie ”un punto di verita”’, perche’ ”l’espressione relativismo etico nel mondo della guerra infinita, nel mondo della riproducibilità’ tecnica dell’orrore, nel mondo di Beslan, nel mondo del turismo sessuale, è un’espressione che io credo adeguata a indicare un problema”. ( Nichi Vendola, “Benedetto XVI è un maestro. Sbagliato attaccarlo” » , Libero, 21.4.2005).

« Viviamo in un mondo drammaticamente bisognoso di punti di riferimento, di padri, di maestri, di guide spirituali. Il punto è che siamo dentro un paradosso. E cioè: il relativismo etico che viene denunciato può convivere tranquillamente con forme di spettacolarizzazione della fede e anche con momenti di ritorno al tradizionalista. Ma io non dico che sarà questo il pontificato di Ratzinger. Io spero che torni lo spirito del Concilio Vaticano II. Io penso che il culmine bellissimo del pontificato di Woityla, che io ho provato a definire "teologia della debolezza"…. penso, cioè che abbiamo veramente bisogno di una fase in cui si possa immaginare una cattedra della tenerezza». Fin qui il pensiero del Nichi Vendola politico. E l’uomo Nichi Vendola…? «… Confida nello Spirito Santo». Uno dei primi appuntamenti del nuovo papa è fissato a fine maggio a Bari. Lei che cosa farà? Parteciperà all’incontro con lui? «Dove altro potrei essere. Ci sarò volentieri. Ci sarò perché rappresento tutti i pugliesi. Perché rappresento la Puglia. E ci sarò perché è anche il mio papa» ( Nichi Vendola, da Gazzettta del Mezzogiorno, 20 aprile).

Negare all’altro, in particolare alla Chiesa cattolica e al genio del cristianesimo, ogni sapere sul bene, è una forma di odio e di conformismo molto trendy dal quale Vendola sembra per fortuna esente. Ho conosciuto Nichi molti anni fa e continuo a pensare che se talvolta si contraddice è perché è una persona viva, sensibile e riflessiva, a differenza di numerosi funzionari cinici e disincantati dell’Arcigay ostaggi delle vecchie ideologie della rivoluzione sessuale e della riduzione della sessualità – il campo della persona più delicato e complesso che vi sia – a egoismo del piacere, turismo sessuale e volgare gestione zapatera, almodovariana e ottimale dei bisogni.

Pubblicato in Varie | 3 commenti

 Un nuovo pericolo atomico: l’Iran

Ha come politica dichiarata “ la cancellazione nucleare di Israele dalla carta geografica”, secondo la gentile espressione dell’ex-presidente Hashemi Rafsanjani , ed è già in possesso di missili capaci di colpire fino in Israele, definito come “il più orribile evento della storia” che il mondo islamico “vomiterà fuori dalle proprie viscere” ( da Estirpare il male di D. Frum e R. Perle, edizioni Lindau). Alle parole di odio verso “l’ entità sionista” unisce decine di installazioni militari sospette ed è decisa a riprendere le attività di conversione dell’ uranio. La decisione unilaterale di riprendere il ciclo dell’arricchimento dell’uranio potrebbe indurre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica a deferire Teheran davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu per eventuali sanzioni. Ma “ quel giorno – come ha dichiarato in un sermone Hashemi Rafsanjani – la strategia dell’ Occidente si troverà in un vicolo cieco, visto che una singola bomba atomica ha il potere di distruggere completamente Israele, mentre un contrattacco israeliano potrebbe portare solo danni parziali al mondo islamico”. Nello stesso tempo, l’Iran smentisce di perseguire un programma nucleare militare e insiste nel dire che le sue ambizioni nucleari sono finalizzate solamente alla produzione di energia e afferma che l’arricchimento dell’uranio è un diritto di sovranità a cui non rinuncerà mai. Sono le minacce provenienti dalle autorità di Teheran, rinnovate dopo l’ennesimo nulla di fatto nel negoziato con l’Unione europea per disinnescare la crisi provocata dal programma nucleare della Repubblica islamica.

La minaccia nucleare iraniana è seria

da La Stampa del 13 maggio 2005, pag. 10

di Arnaud Leparmentier

Therese Delpech è direttore degli affari strategici al CEA, il Commissariato per l’energia atomica.

Gli iraniani minacciano di riprendere il ciclo di arricchimento dell’uranio. Molti ritengono che non lo faranno prima delle elezioni presidenziali del 17 giugno. Secondo lei è un bluff?

L’Iran minaccia di riprendere le attività di conversione dell’uranio a Isfahan, non l’arricchimento propriamente inteso, che è una fase successiva. Non credo che sia un bluff. La ripetizione pressoché quotidiana della minaccia indica intenzioni serie. Ci si chiede i motivi di una simile decisione prima del voto del 17 giugno. Tanto più che l’ex presidente Rafsanjani ha comunicato che si candiderà e uno degli elementi della sua campagna elettorale è il riavvicinamento agli Stati Uniti: un simile annuncio non è certo il modo migliore per ottenerlo. Certo, ci si può interrogare sui rapporti fra Rasfanjani e Khamenei, ma non riesco a credere che la candidatura del primo sia stata annunciata senza l’avallo del secondo. Può darsi che l’Iran semplicemente ritenga che la sospensione concordata con l’Europa non serva ai suoi interessi, dal momento che non è bastata a dividere le tre capitali o le due rive dell’Atlantico – che ultimamente anzi si sono riavvicinate – e che non siano basi giuridiche per adire il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Si tratta a mio avviso di una scommessa. E di una scommessa pericolosa”.( continua…)

"If a day comes when the world of Islam is duly equipped with the arms Israel has in [its] possession, the strategy of colonialism would face a stalemate because application of an atomic bomb would not leave any thing in Israel but the same thing would just produce damage in the Islamic world." ( Iranian President Akbar Hashemi-Rafsanjani on July 14, 2001).

Dalla rete

Gli sviluppi del nucleare allarmano la Svizzera
SwissInfo

European Officials Warn Iran
written by: Dafna Linzer
May 13, 2005

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

 LA GUERRA DEL CORANO

Manifestation en Afghanistan

Oltraggio al Corano?  Non era vero. La smania di protagonismo di Newsweek con la diffusione della notizia fasulla, secondo la quale alcuni militari americani della base di Guantanamo avrebbero gettato copie del Libro « nel water tirando lo sciacquone» per esercitare pressioni durante l’interrogatorio dei terroristi islamici, ha causato ingenti danni all’immagine degli Stati Uniti e provocato violenti manifestazioni islamiste in diversi Paesi musulmani. Il supposto oltraggio era stato condannato in Egitto, in Arabia saudita, in Bangladesh, in Malesia e anche dagli Hezbollah, da Hamas e dalla Lega araba. E alla fine quello che si è rivelato un grave errore giornalistico ha causato decine di scontri religiosi in Pakistan, in Indonesia, a Gaza e in Afghanistan con la morte di numerose persone ( 16 il numero dei morti durante le manifestazioni che da martedì scorso hanno interessato diverse province del Paese). Newsweek si scusa con le famiglie delle vittime del Libro, delle notizie fasulle del giornale e delle reazioni di pericolosi idioti. Troppo tardi.

***

Il problema della profanazione del Corano di Amazon.com
di
Daniel PipesAmazon.com’s Koran Desecration Problem

Pubblicato in Varie | 1 commento

 DHIMMITUDINE E VITA QUOTIDIANA

L’ESTREMISMO ISLAMICO MINACCIA ANCHE LA RAI

Telefonate in arabo al giornalista di Raidue. « Pochi sapevano che è in scaletta il film di Van Gogh »

ROMA — Minacce di morte in arabo per Giovanni Masotti, vicedirettore di Raidue con delega all’informazione. E conduttore di « (Punto e a capo) » , trasmissione di approfondimento che per giovedì 12 maggio, seconda serata, ha in scaletta la proiezione del film « Submission » del regista olandese Theo Van Gogh, assassinato da un islamico proprio per quel che contiene il cortometraggio: 12 minuti in cui si racconta la condizione femminile nell’Islam. La protagonista, che ha i versetti del Corano dipinti sulla schiena, condannata come adultera, è stata picchiata dal marito e punita dalla legge con 100 colpi di frusta.

E ora nel mirino dei fondamentalisti potrebbe essere finito proprio Masotti. Destinatario di cinque consecutive telefonate minatorie ricevute sul suo cellulare nel giro di 45 minuti, due giorni fa. Sul display è comparso il logo: numero privato.

Dall’altra parte una voce di uomo che parlava arabo e con tono assai concitato. In sottofondo una musica mediorientale.

Altre tre chiamate anonime analoghe sono arrivate a Max Parisi, giornalista della trasmissione, per pronunciare più volte la parola fatwa . Ovvero la sentenza di morte dei terroristi islamici. Intanto Edouard Ballaman, il deputato della Lega Nord che ha portato in Italia « Submission » trasmesso anche alla Camera, sollecitandone la messa in onda sulla Rai con una raccolta di firme bipartisan, ha annunciato che da ieri è sotto scorta.

« Spero ancora che si tratti di uno scherzo ai miei danni » , dice Masotti. Che nel dubbio però ieri ha denunciato l’accaduto ai carabinieri del Ros. Consegnando anche un dischetto su cui ha registrato la quinta e ultima telefonata: un minuto e mezzo di prova audio, piuttosto disturbata. « Ero nel mio camerino a Sa xa Rubra con altri tre, quatto colleghi » , racconta il vicedirettore di Raidue. « Saranno state le 18 e 30. Alle prime due telefonate non ci ho nemmeno fatto caso, non capivo niente, sentivo qualcuno che gridava in arabo, ho pensato a uno sbaglio. Alla terza a uno scherzo. Alla quarta abbiamo provato a collegare il telefonino a un registratore che si era portato dietro uno dei miei, ma abbiamo fatto cilecca. Alla quinta ci siamo riusciti » .

Masotti, come facevano i presunti terroristi ad avere il suo numero di telefonino? « Mah, ormai ce l’hanno tutti, altro che segretezza, qui è un groviera bavarese » . A sapere che quelli di « Punto e a capo » meditavano di trasmettere il filmato di Van Gogh non erano nemmeno in tanti.

« Me ne ha portato la copia Ballaman soltanto mercoledì » , ricorda Masotti. « Ma sa, montiamo il programma anche in studi esterni alla Rai » . Cosa le fa pensare che l’abbiamo voluta minacciare? « Non ne sono sicuro, io l’arabo lo parlo poco, sono stato giusto in Afghanistan e Pakistan, ho capito soltanto la frase Allah è grande. Max però è convinto di aver intercettato qualche parola inquietante tipo tu sei morto, quindi, sa com’è » . Parisi infatti ha presentato identica denuncia alla Digos di Milano.

Per adesso « Submission » resta in scaletta. « Non credo che lo cancelleremo. Il film mi ha impressionato, trovo giusto trasmetterlo » . Ultimamente « Punto e a capo » è sempre in primo piano. Il caso Cannavaro, ora le minacce dei fondamentalisti. E lo share che sale all’ 11%. « Con lo scoop su Cannavaro è stata pura fortuna. In questo caso io la notizia delle minacce non volevo nemmeno farla uscire. La verità è che il programma decolla perché finalmente decido da solo. Finché me lo fanno fare ».

Dal Corsera del 7/5

***

Ci risiamo. L’Eurabia si presenta anche ai cancelli di Saxa Rubra. Dopo l’acquetta nelle vene di Cannavaro, Giovanni Masotti decide di mandare in onda il 19 maggio (Punto e a capo) il cortometraggio di Theo Van Gogh Submission, censurato in tutti i cinema d’Europa (pardon, d’Eurabia) e che era costato la vita al regista olandese, assassinato per le vie della civilissima Amsterdam da un terrorista islamico. Via Krillix veniamo a sapere che son tornate le minacce, al conduttore e agli autori. Bene, questa volta non passeranno. Quando il produttore ritirò il film dalla programmazione, la città di TocqueVille reagì linkando su ogni blog il film di Van Gogh che via Internet tutti possono vedere. Oggi ci mobiliteremo a difesa di Punto e a capo.

via walkingclass

***

SUBMISSION: il film di Theo Van Gogh – Sottotitolato in ITALIANO

Grazie a http://idealiberta.ilcannocchiale.it/

***

L’imam promette bombe a chi vede Submission ”( da Libero) Radicali.it

Bombe per Submission

L’imam torinese Bouchta Bouriki, ha scritto al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per avvertirlo che la messa in onda del film di Theo Van Gogh potrebbe creare problemi di sicurezza nel nostro paese. "Io non sono contro la libertà… (continua…)

( via Rolli

 

 

 DHIMMI CHI SEI

L´arcaico universo mafioso dei dhimmi e della dhimmitudine, con la sottomissione, il cedimento alle minacce e il servilismo come pegni di sopravvivenza, sembra in corso di ricostituzione nell´Europa contemporanea. Le diverse scuole giuridiche musulmane hanno nel passato elaborato la giurisprudenza a cui sarebbero sottoposti i dhimmi (abbigliamento, segni di riconoscimento, restrizioni varie, come ad esempio la proibizione di criticare l’islam o di parlare a voce più alta di un islamico). Tali restrizioni sono state abolite nei paesi che hanno recepito il diritto occidentale. Mentre permangono discriminazioni nei paesi più conservatori, si cerca di introdurre la dhimmitudine anche in Europa tramite l’assassinio e le minacce come quelle rivolte al conduttore e agli autori di Punto e a capo che hanno deciso di mandare in onda il cortometraggio di Theo Van Gogh Submission.

Il regista Theo van Gogh aveva osato criticare in un suo documentario l’oppressione delle donne musulmane perpetrata nel nome di una interpretazione fondamentalista del Corano. L’obiettivo di assassinare Theo van Gogh (1957-2004) non è l’esito dell’impulso patologico di un “pazzo” isolato, come occasionalmente può accadere, bensì la decisione presa da un gruppo importante, la cellula HOFSTAD, molto strutturata, con connessioni internazionali e addestrata alla preparazione di attentati importanti in diversi paesi europei. Aveva persino penetrato i servizi di sicurezza nazionale e un simpatizzante del gruppo era impiegato come traduttore dall’arabo dall’AIVD e informava i fratelli. ( Jean-Pierre Stroobants, "Le réseau islamiste "Hofstad" était solidement ancré en Europe," Le Monde, December 9, 2004). Tuttavia un membro del gruppo non ha esitato a mettere l’intera cellula in pericolo per realizzare l’assassinio di Theo van Gogh che non aveva niente di strategico, ma era considerato simbolicamente talmente importante da prendere il rischio di vedere smantellato il gruppo.

Questo la dice lunga sulle motivazioni religiose e il desiderio di azione dei jihadisti d’Europa. Potrebbe anche essere il segno che indica che ormai per i jihadisti l’assassinio individuale di personalità in vista o particolarmente critiche del mondo della cultura, delle arti e del giornalismo è un obiettivo in sé sufficiente.

Anche il pittore di origine marocchino-olandese Rachid-Ben-Ali, incorso nelle ire degli islamisti per alcune sue opere esposte al Museum di Amstelveen (un sobborgo di Amsterdam) è letteralmente sparito dalla circolazione a causa delle ripetute minacce di morte ricevute, alla maniera di Salman Rushdie e di Theo Van Gogh, dagli integralisti , dai fondamentalisti di diverse sponde e dai gruppi jihadisti organizzati.

***

Per comprendere come alcuni imam fanno impazzire i musulmani, trasformando numerosi giovani in idioti pericolosi, forse può essere utile rileggere questo articolo del Corriere (“ Le barriere di Rotterdam”, 22 dicembre 2004):

… Il «dossier islam» è esploso dopo l’assassinio di Van Gogh, lo scorso 2 novembre, perché è emerso il legame stretto tra l’assassino, il giovane Mohammed Bouyeri, cittadino olandese di origine marocchina, con la rete delle moschee integraliste. Lui aveva appreso dall’imam della moschea Al Tawhid di Amsterdam, l’egiziano El Sharshaby, che gli ebrei dominano i media e l’industria delle armi e che con i cristiani vogliono distruggere l’islam, così come aveva letto su un manifesto interno alla moschea che i cristiani, gli ebrei e i non credenti sono «legna da ardere nell’inferno».

La demonizzazione dei non musulmani è presente nelle prediche di un altro noto imam, il siriano Ahmed Salam della moschea di Tilburg: «Per quanto concerne coloro che non credono ai versi di Allah e che li indicano come bugie e quindi non credono in Allah e non si comportano in maniera confacente, sono coloro che non conosceranno felicità». Recentemente Abdel Salam ha rifiutato di salutare il ministro dell’Immigrazione Rita Verdonk perché «l’islam vieta di stringere la mano a una donna».

Un altro imam siriano, Jneid Fawaz, della moschea al-Sunna dell’Aja, che vive da 15 anni in Olanda, spiega: «Un musulmano non può stringere la mano a una donna sconosciuta. Può essere sempre motivo di licenziosità e tentazione. L’islam non consente nemmeno di guardare una donna se non è proprio necessario ». La sessuofobia è il tratto saliente degli integralisti islamici nel Paese che ha fatto della libertà sessuale un vessillo. E ciò che maggiormente spaventa sono indubbiamente gli omosessuali, definiti «peggio dei maiali» da Khalil el Moumni, imam della moschea an-Nasr di Rotterdam. Haci Karacaer, responsabile del movimento islamico turco Milli Gorus, dalle cui fila è uscito anche il premier Erdogan, è assai critico: «Gli imam devono sviluppare un nuovo linguaggio. Anche quelli che non predicano la violenza predicano in un modo simile a quello di secoli fa. Se in una moschea qui durante la preghiera del venerdì si parla male degli infedeli, degli ebrei, dei cristiani e degli omosessuali, il musulmano quando esce a distanza di pochi metri vedrà infedeli, ebrei, cristiani e omosessuali. Ciascuno di loro potrebbe essere il tuo vicino di casa, il tuo capo, il tuo collega. Questi imam ogni giorno fanno impazzire i musulmani».

Ricevendomi nella sua modesta abitazione alla periferia di Amsterdam dice: «Ci sono molti giovani, soprattutto giovani di lingua araba, che praticano un islam senza radici. L’islam di questi ragazzi è un "islam spazzatura", che viene da Internet e dalla televisione satellitare.

La causa di tutto ciò è la discriminazione, la sfiducia nella società e nel governo, ma anche la sfiducia nelle moschee. E’ un cocktail esplosivo. Questi ragazzi sono nati qui, eppure non c’è nulla che li faccia sentire olandesi. Si considerano marocchini». Yassin Hartog, un olandese convertito all’islam, è il coordinatore di «Islam e cittadinanza », un’organizzazione che funge da tramite tra le comunità musulmane e lo Stato. Spiega così la crisi di identità dei musulmani: «Il giovane marocchino in patria era fiero del padre quando tornava dall’Olanda con un’automobile. Ma, quando il giovane arriva in Olanda e scopre che il padre fa i lavori più umili rifiutati dagli autoctoni, gli crolla il mito del padre. Allora si mette a studiare e si laurea per emanciparsi, per diventare un vero olandese.Ma alla fine si ritrova comunque discriminato perché gli autoctoni lo rifiutano, magari facendogli notare che ha dei calzini non adatti alle scarpe che indossa». Alla fine per questi giovani di seconda o terza generazione la moschea appare come un rifugio e un riferimento certo sul piano identitario…” ( dal Corriere ).

Il tema dell’identità è diventato un nodo cruciale della nostra cultura e l”Europa sta per diventare, come per improvvisa amnesia, una terra di dhimmi, ovvero di non-musulmani "protetti" da altri islamici, apparentemente più moderati, contro le più crudeli e barbare esazioni dei loro  fratelli islamici . Sembriamo avviati a dover dimostrare gratitudine e magari anche pagare il pizzo alla mafiosità di  questo o quel musulmano semiletterato proclamatosi imam anche per il  nostro bene e quello dell’Italia. No, grazie. Siamo abituati alla libertà responsabile. E non esiste alcuna religione al di sopra della verità, della giustizia  e del rispetto della vita, per non dire della decenza.

***

———-

Vincere la paura: sì al film “Submission”, no al terrorismo islamico

Anzitutto voglio rendere un tributo a Theo van Gogh, il regista del film “Submission”, che ha pagato con il sacrificio della propria vita l’aver esercitato il diritto e il dovere di rappresentare in forma artistica un caso specifico di violenza subita da una donna musulmana.

Esprimo la mia solidarietà a Ayaan Hirshi Ali, la sceneggiatrice di “Submission” e deputata olandese, costretta a vivere in clandestinità perché minacciata di morte dai terroristi islamici.

Rivolgo il mio apprezzamento e la mia solidarietà a Giovanni Masotti, il conduttore della trasmissione “Punto e a capo”, che stasera alle 23.05 su Raidue, per la prima volta in una televisione pubblica, trasmetterà alcuni minuti e l’audio integrale di “Submission”, nonostante le esplicite minacce ricevute in lingua araba.

Faccio i miei complimenti all’iniziativa della Lega Nord che ha promosso la proiezione di “Submission” in diverse sale d’Italia.

In secondo luogo voglio condannare il terrorista islamico Mohammed Bouyeri che lo scorso 2 novembre assassinò van Gogh nel centro di Amsterdam.

Denuncio gli imam e i predicatori della violenza che minacciono l’Italia, gli italiani e tutti coloro che rivendicano il diritto di vedere e di far vedere “Submission”.

Condanno i terroristi islamici che uccidono nel nome di Allah e si illudono di poter imporre il loro potere sanguinario, oscurantista e misogino.

Purtroppo ancora una volta avevamo ceduto alla paura, alle minacce e ai ricatti degli integralisti, degli estremisti e dei terroristi islamici che ci hanno voluto far credere che “Submission” rappresenti un vilipendio all’islam e arrechi offesa all’insieme dei musulmani. Nulla di più falso. Penso alla sociologa marocchina Fatima Mernissi che in “Donne del profeta” denuncia la tesi islamica sulla legittimità della violenza contro le donne facendo riferimento al versetto coranico “quanto a quelle di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciateli sole nei loro letti, poi battetele; ma se vi ubbidiranno, allora non cercate pretesti per maltrattarle” (Corano, IV, 34). Penso alla teologa americana Amina Wadud che in “Qur’an and woman” afferma la piena parità di diritti tra l’uomo e la donna nell’islam, arrivando a officiare pubblicamente come imam donna una preghiera collettiva con i fedeli dei due sessi. Penso più in generale alla moltitudine di donne e uomini che in Algeria, Iraq, Marocco e altrove si sono ribellati al terrorismo islamico e alla sua cultura della morte.

Io non voglio neppure discutere se sia giusto o meno vedere il film “Submission”, così come non voglio discutere di una moratoria sulla lapidazione delle donne adultere. La sacralità della vita e i diritti fondamentali della persona non sono in discussione. Possiamo sì discutere sui contenuti del film dopo averlo visto. Possiamo essere in disaccordo sul fatto che il “male” risieda nell’islam o se affondi le sue radici nella cultura e nella tradizione. Ma in alcun modo non dobbiamo cedere al terrorismo e alla sua quinta colonna. Ben venga “Submission” nella televisione italiana. E’ un fatto che fa onore all’Italia. E’ un aiuto ai tanti musulmani che si battono contro il terrorismo islamico. E’ un riscatto di libertà e di civiltà che fa ben sperare.

Voglio dire a tutti noi, occidentali, musulmani, cittadini di un mondo libero, che dobbiamo vincere la paura: sia la paura del terrorismo islamico sia la paura dell’incoscienza di un Occidente che con la sua ingenuità culturale ha consentito agli integralisti di mettere le mani sulla rete delle moschee, che con la sua cecità politica ha trasformato il proprio territorio in una roccaforte dell’estremismo islamico, che con il suo ideologismo anti-americano ha finito per elevare il terrorismo a legittima resistenza. Tutti noi dobbiamo vincere la paura per riscattare la nostra vita, la nostra dignità, i nostri valori e la nostra civiltà umana. Noi e gli altri di Magdi Allam

Fonte: http://www.corriere.it/

***

 SHARI’A

 

Secondo l’ortodossia islamica, il Corano è stato “fatto scendere” (dal verbo arabo tanzil) in lingua araba sul profeta direttamente dalla Voce di Allah, e quindi è assente la concezione di una scrittura che si forma nella storia e in una relazione di Dio con creature in grado di rispondere o meno alla Parola di Dio, coinvolgendosi liberamente nell’azione di Dio.

Mentre per noi la Sacra Scrittura è cresciuta nella storia di Dio con il suo popolo, con una mediazione della risposta dell’uomo a Dio, coinvolgendo l’uomo nell’azione di Dio, il Corano che viene più che letto recitato in lingua araba è considerato invece come una parola che viene immediatamente, come tale, direttamente da Dio, senza mediazione umana. La Voce detta direttamente, a intermittenza, nel corso di circa vent’anni e successivamente, qualche decennio dopo, s’incarta in un Codice scritto recitato secondo un uso semi-magico e incantatorio della parola recitata. Esistono versetti coranici di grande bellezza, ma anche ingiunzioni terribili che, se applicate alla lettera , decontestalizzate e messe pragmaticamente in pratica, conducono alla crudeltà e ai disastri a cui stiamo assistendo.

Allah, che non è padre, si rivelerebbe ai suoi “servi” esclusivamente tramite il Dettato, il Comando e la Volontà espressi chiaramente e una volta per tutte in un linguaggio perfetto e nell’a-temporalità della lettera ricevuta e recitata in lingua araba, senza possibilità di mediazione. E’ come se l’Apocalisse fosse già avvenuta e il sole dell’islam dovesse brillare sempre allo zenith, in uno spazio privo di ombre e in un tempo immobile, fisso e contratto ( un tempo immobile, peraltro, è tipico nel delirio paranoico e nelle ossessioni ).

Stando così le cose, una critica che faccia riferimento al tempo, alla storia e a una lettura contestualizzata e non letterale applicata al libro sacro per l’Islam è un gesto dissacrante, che espone all’accusa di apostasia, punibile con la morte, da parte dei fanatici.

La sacralizzazione dell’a-temporalità della lettera, del Libro e dello stesso Codice stampato in lingua araba ( che peraltro non può essere toccato da un non-musulmano ) pone questioni impensabili e blocca i timidi tentativi di una lettura aggiornata del Sacro testo da parte dei riformatori musulmani più sensibili e riflessivi, il cui spirito viene mortificato a piè di lettera.

Va osservato che la Volontà di Allah, concepito da imam semiletterati come una specie di Saddam Hussein cosmico, esprime un bisogno che è di ordine affettivo. Egli vuole ricevere l’ adorazione in cambio di beni in questa vita e nell’aldilà. Secondo alcune letture giurisprudenziali del Corano, la natura dello scambio tra il Signore onnipotente e il servitore è tale che l’uomo non ha la possibilità di concepire e produrre cambiamenti, rimettendo in causa la rigidità di un tale rapporto. Ogni manifestazione di volontà, così come ogni amore rivolto al corpo concreto della donna da parte del servitore indebolirebbe la volontà e il piano di un Onnipotente dai tratti astratti, gelosi e violenti.

La separazione spaziale dei sessi, la reclusione delle donne a casa e velo quando esce in pubblico ha come scopo di evitare zina, un crimine-peccato contro il “diritto di Allah” consistente nell’atto sessuale illegale menzionato più volte nel Corano. I fuqaha ( esperti in scienze religiose) divergono sulla punizione di zina, che comprende anche l’adulterio. Alcuni optano per lo hadd ( pena di morte per lapidazione) altri si oppongono. La lapidazione dovrebbe applicarsi sia agli uomini che alle donne, ma la colpevolezza sessuale degli uomini si è andata attenuando. Gli hudûd, le punizioni corporali, la pena di morte e la lapidazione per adulterio che colpiscono soprattutto le donne in Iran, in Pakistan, in Afghanistan, in Nigeria, in Arabia Saudita e occasionalmente anche in Europa vengono applicati in nome della Sharia desunta principalmente dalla tradizione e dall’a-temporalità della lettera coranica. E’ una delle facce retrograde e fanatiche dell’islam, non è tutto l’Islam.

Infatti “ il problema – come osserva Paolo Tatti nella recensione del libro: "Non sottomessa: contro la segregazione nella società islamica" di Ayaan Hirsi Ali (http://www.generazioneelle.it/notizia.asp?n=1010) non è l’islam in quanto tale ma il fatto che la sua dottrina sia rimasta fossilizzata ai tempi di Maometto: in tema di diritti delle donne, per quell’epoca, la sharia era più civile rispetto al mondo cristiano che ancora si interrogava se la donna avesse o meno l’anima. Il vero dramma è che tutto è rimasto tale e quale ad allora: la ragione per Hirsi va ricercata nella mancanza di dialettica teologica interna al mondo islamico, nella chiusura secolare alle altre civiltà (che ha chiuso a sua volta la metà femminile in una gabbia dentro la gabbia) e nella repressione delle voci dissenzienti: ancora oggi opere dei pensatori considerati eretici sono proibite e stampate all’estero. E allora la sua speranza sono gli immigrati che vivono da noi e hanno potuto sperimentare le libertà civili, la società aperta che ha nell’individuo il suo elemento fondamentale. C’è un pericolo però: che mentre i paesi islamici più all’avanguardia come il Marocco si riformino pian piano dall’interno i suoi emigrati non percepiscano questi cambiamenti vivendo nei ghetti delle periferie europee con le vecchie concezioni e senza integrarsi. Colpisce molto, infatti, che molti immigrati islamici ben poco devoti nel loro paese abbiano riscoperto la religiosità in terra straniera come reazione alla nuova società che li accoglieva. E’ stata questa la sorte che ha unito due persone diverse e vicine per cause opposte all’autrice del libro: sua sorella e l’omicida di Theo Van Gogh” .

Per il Corano,inoltre, l’omosessualità è "abominio" ( al faisha) che esige l’eliminazione dei peccatori. In tutti i Paesi islamici – benchè esista in maniera diffusa e sommersa ( a differenza dei paesi occidentali dove invece emerge in forma visibile e concentrata) , l’omosessualità ( sciudud ) è un reato nei confronti del "diritto di Allah" che, in almeno una dozzina di Stati, è punito con la pena di morte con i mezzi più atroci.

– La SHARI’A , ovvero la “ ‘fonte normativa’ per regolamentare – nell’interpretazione presa alla lettera e l’applicazione fondamentalista e selettiva della tradizione, amputazioni, lapidazioni, crocifissioni e sgozzamenti anche in Europa per via dell’offesa supposta o suggerita al Diritto del dio Allah da questo o quello sceicco, imam semiletterato o emiro semintellettuale di qualsiasi gruppo o fazione di islamisti politici in crisi d’ identità. I crimini-peccati sono definiti secondo una graduatoria crescente di gravità: 1) gli sbagli (sayyi’a, khati’a – sura 7:168, 17:31, 40:45, 47:19, 48:2); 2) le immoralità (i’tada, junah, dhanb – sura 2:190 e 229, 17:17, 33:55), 3) le trasgressioni (haram – sura 5:4, 6:146), 4) le malvagità e le depravazioni (ithm, dhulam, fujur, su’, fasad, fisk, kufr – sura 2:99 e 205, 4:50 e 112 123 136, 12:79, 38:62, 82:14), 5) la negazione dell’unicità di Allah (shirk – sura 4:48).

Agli Italiani: " A Voi la scelta. O fate come noi Musulmani e smettete di bere bevande alcoliche o continuate pure a morire; a morire insieme alla Fallaci." Adel Smith riportato su "Il Foglio" ( via Robinik)

 

 

 

LA SHARI’A, tra fede e fanatismo,

SHARI’A

Scene terribili d’impiccagioni pubbliche in Iran.

3Scene terribili d’impiccagioni pubbliche in Iran.0.05.2005 Iran Focus

Queste tristi fotografie farebbero a meno di commento. Vengono a testimoniare la morte di tre giovani di meno di venticinque anni, giustiziati in agosto scorso (2004 ) in tre punti diversi di Khorramabad, capo luogo della provincia del Lorestan, nell’ovest dell’Iran.

I tre sono Safar KHASBIANI, Ali ILVANIAN ed Omid DAVATI. Queste scene sono tratte da un filmato uscito clandestinamente dal paese, grazie alle reti della resistenza, e stato mostrato recentemente in una conferenza stampa tenutasi dal Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI) a Parigi.

Imputati d’adulterio, questi giovani sono stati una prima volta condannati ad essere legati, chiusi in una borsa e precipitati dalla cima di una moschea. La corte suprema ha modificato la pena in impiccagioni pubbliche, lo stesso giorno alla stessa ora, in tre posti diversi.

Fonte: http://www.donneiran.org/

***

PROSEGUONO LE IMPICCAGIONI IN IRAN

impiccato un omosessuale

Riconosciuto colpevole di aver ricattato alcuni suoi partner con dei video che mostrano le loro effusioni sessuali

corrieredellasera.it

TEHERAN – Un omosessuale iraniano è stato impiccato dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver ricattato alcuni suoi partner con dei video che mostrano le loro effusioni sessuali.

Lo ha riferito il quotidiano conservatore iraniano Qods. La sentenza è stata eseguita a Bojnurd, nella provincia orientale del Khorassan. L’uomo impiccato si chiamava Hadi Safdari, ha precisato il giornale citando la giustizia locale.

Tra i reati passibili di pena di morte in Iran figurano, oltre l’ omicidio, anche l’omosessualità, l’adulterio, la prostituzione, la blasfemia e il complotto per rovesciare un regime islamico che si è posto al di sopra dell’umanità, determinato a dotarsi di armi atomiche, finanziatore e promotore del terrorismo jihadista internazionale amante della morte.

"Quello che i mullah fanno in Iran – le impiccagioni pubbliche, la frusta, la lapidazione delle donne – é un affronto all’umanità, non soltanto agli iraniani." ( Elham Parsafar del Comitato di sostegno dei diritti dell’uomo in Iran con sede a Parigi ).

in rete

-home page di iranian

-Iran Watch

Pubblicato in Varie | Lascia un commento

 

Fratelli umani, che dopo noi vivete,
non abbiate per noi il cuore indurito,
perchè se pietà di noi miseri avete
ricorderà Dio di avervi sentito.
E qui ci vedete, appesi all’infinito:
e la nostra carne fu troppo amata
ora col tempo dal tempo è scavata,
le nostre ossa saranno monconi,
il vostro saluto non sia una risata:
pregate il buon Dio che tutti perdoni!
François Villon

Nella foto : Un soldato Usa piange sul corpicino di un bimbo iracheno ucciso dalla "resistenza" del giordano Al Zarqawi. Update: the picture was taken by the US Army, not the Media. Fonte Freethoughts ( via leguerrecivili )

Pubblicato in Varie | 1 commento

 NAPOLEONE NON MORI’ AVVELENATO

  Fu un cancro allo stomaco, complicato da un’emoraggia nella parte superiore del tratto digestivo, che fece trapassare Napoleone il 5 maggio 1821.

Questa la conclusione dello studio presentato martedì a Bâle da Alessandro Lugli, anatomopatologo dell’ospedale universitario di Bâle, in collaborazione con l’istituto di storia della medicina dell’ università di Zurigo e i medici Andrea Kopp e Milo Horcic.

La diagnosi dei tre ricercatori svizzeri coincide peraltro con quella già stabilita da Francesco Antommarchi, il medico personale di Napoleone, e trascritta nel suo rapporto autoptico.

Le conclusioni dello studio degli esperti di Bâle ritengono che la tesi dell’avvelenamento da parte del governatore inglese di Sant’Elena, Sir Hudson Lowe, e il confidente dell’imperatore in esilio, il conte di conte di Montholon, debba essere scartata.

L’idea che gli Inglesi avessero potuto avvelenare Napoleone ha “avvelenato”, è il caso di dire, le relazioni franco-britanniche su lunghi periodi e anche l’immagine che ci si faceva in Francia della perfida Albione. Nell’immaginario collettivo dei Francesi, ma anche degli Europei, Napoleone rappresenta un mito che si è costruito in vita e in morte. “Vittimizzare” Napoleone è stato il miglior modo per renderlo “eroico” ( un po’ come si è tentato di fare in tempi recenti con Arafat, attribuendone falsamente la morte a un avvelenamento da parte degli Israeliani ).

Questo corrisponde perfettamente a un personaggio che ha sempre riportato la responsabilità delle sue sconfitte sugli altri. Napoleone è stato il prototipo dei pubblicitari, un comunicatore eccezionale. Era maestro nell’arte di trasformare un prodigioso scacco militare in una magnifica riuscita sul piano scientifico. Napoleone ha distrutto la Francia, rendendola più piccola di quanto non fosse quando la prese. Voleva imporre con la forza a tutta Europa le idee della Rivoluzione francese e ha lasciato la Francia imbevuta del mito della “grandeur” e della missione “civilisatrice”. Sentendo che sarebbe stato imbarazzante per la sua gloria postuma Napoleone si è dato i mezzi per presentarsi come vittima durante il suo esilio all’isola di Sant’Elena.

Il fatto che Napoleone, questo superuomo tanto descritto, sia stato vinto dalla malattia non abolisce tuttavia il mito. Nell’immaginario popolare resterà qualcuno che ascende e invecchia a grande velocità, conducendo una vita sfolgorante.

Il giovane ed elegante vincitore del Grand Saint-Bernard sul suo cavallo bianco lascerà il posto più tardi a un vecchietto traballante, la mano sullo stomaco, sofferente di ulcera. Ma niente pare più indistruttibile dei miti e nessuno potrà staccarsi dall’idea – falsa – che egli non è morto solo su quell’isola. Se Napoleone non esistesse più nel nostro immaginario occorrerebbe inventarlo.

Il Cinque Maggio
Ode di Alessandro Manzoni

Dedicata a Napoleone. Scritta dal 17 al 19 luglio 1821, cioè subito dopo ch’era giunta a Milano la notizia della morte di Napoleone, avvenuta appunto il 5 maggio.

 Il Manzoni non ha mai amato la dittatura di Napoleone, però considerava giuste le idee della Rivoluzione francese. Il poeta qui non giudica il dittatore col metro morale, non si chiede cioè se il suo operato fu "vera gloria", in quanto lascia la sentenza ai posteri. Dice soltanto che anche in Napoleone, Dio ha compiuto i suoi disegni in modo misterioso, perché si diceva fosse morto cristianamente ( “ Bella Immortal ! Benefica / Fede ai trionfi avvezza / Scrivi ancor questo, allegrati; / ché più superba altezza / al disonor del Gòlgota / giammai non si chinò.”). Di conseguenza il vero soggetto dell’ode civile è Dio che redime gli uomini, e Napoleone non è che un uomo affidato alla provvidenza di Dio.

 

Una statua di Napoleone del Canova, offerta dal governo britannico al duca di Wellington e che si trova a Londra, all’ hôtel Apsley.

Pubblicato in Varie | Lascia un commento