convento di san Marco a Firenze
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Banalità del male ? E’ come se, una volta abolito il comandamento “non uccidere”, l’apparato psichico ritornasse al caos primordiale e le parole incominciassero a girare a vuoto…confondendo vittime e carnefici. L’orrore esiste, ma resta indicibile…La violenza sotto forma di massacro ( che sia, con le dovute differenze, quello della Shoah, oppure le stragi del Gulag, della Cambogia, di New York, del Darfur e degli altri innumerevoli episodi di distruttività umana) costituisce per il pensiero una specie di blocco che sembra abolire il lavoro della memoria e favorire la ripetizione di altre innumerevoli violenze ordinarie e straordinarie. “ Potenza terribile della ripetizione – scrive Musil nell’ Uomo senza qualità – terribile divinità! Attrazione del vuoto che trascina sempre più in basso come nell’imbuto di un vortice le cui pareti si allontanano…”.
RIMEMBRARE … All’inizio era il silenzio, ed è con questo inizio traumatico alle origini dell’umano che si confronta la scrittura, così come l’arte di artisti decisivi e ogni altro raro gesto d’intelligenza, di compassione o di pietà dovuto alla specie umana. Ripetere, ricordare, elaborare e tracciare un significato nello scorrere del caos del mondo. Se possibile, convertirsi e riparare. Non tutte le strade portano al vuoto.
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E’ la ragione per la quale un prete cattolico, padre Patrick Desbois, autore di un libro che sto leggendo in questi giorni (Fucilateli tutti) ha iniziato un lavoro immenso condotto, fino ad oggi, nell’ombra, per dare la parola agli ultimi testimoni dello sterminio per fucilazione degli ebrei e degli zingari nell’Europa dell’Est invasa dalle truppe tedesche a partire dal giugno 1941.Villaggio dopo villaggio questo inquieto archeologo dell’immondo – mosso dal ricordo del nonno deportato in un campo tedesco in Ucraina durante la Seconda guerra mondiale – ritrova e intervista i testimoni, riscopre le fosse comuni, nelle quali porta alla luce bossoli di fucili e di mitragliatrici, ossa di uomini, donne e bambini assassinati, così come oggetti personali corrosi dal tempo.
Nell’ultimo decennio, padre Desbois e il suo team dell’associazione Yahad-In Unum, l’uno e l’altro insieme, fondata per iniziativa cattolica ed ebraica, hanno raccolto più di mille testimonianze dei sopravvissuti allo sterminio nazista sul fronte orientale. Il materiale storico, le testimonianze orali sono oggi a disposizione degli universatori e dei ricercatori. L’attività di investigazione storica di Desbois ha portato a ritrovare il sito di Bodganivka, in Ucraina, dove erano sepolti i resti di 42.000 ebrei. Molti preferiscono non parlarne, altri non ricordano, altri ancora si vergognano a raccontare quello che hanno vissuto. E quelli che parlano lo fanno con sconforto perché si chiedono: “Chi potrebbe interessarsi a queste cose?”.
A interessarsi a queste cose è un prete che ancora ricorda quello che l’Invisibile dice a Caino dopo l’uccisione di Abele: “Dov’è tuo fratello? Cosa hai fatto a tuo fratello?”. “Io – dice padre Desbois – ho sempre sentito molto l’intensità di questo interrogativo. Credo che gli ebrei comprendano molto bene con quanto riguardo lavoriamo al ritrovamento dei corpi per restituirli al rispetto di una sepoltura e affinchè la preghiera ebraica del kaddish possa essere recitata. Direi che il nostro lavoro è un po’ la fraternità in atto, in azione. I corpi degli ebrei sono nei nostri giardini, nei nostri parchi pubblici, nelle nostre foreste – e credo che i cristiani dei paesi dell’Est lo comprendano bene”.
Un prêtre aux champs d’horreur (in francese, su famillechretienne)
Su “BombaCarta” (un’intervista di Stas’ Gawronski a Patrick Desbois)
Nessun commento invece dal capogruppo del Pd Dario Franceschini: "Oggi sto zitto", ha detto lapidario. Ma poi ha spiegato : " io parlo tutti i giorni, lasciamo parlare i ragazzi e le ragazze che sono qui". Presenti anche il vicepresidente Ivan Scalfarotto, Giovanna Melandri, Ignazio Marino, Rosa Calipari e Paolo Concia ma non il segretario Pierluigi Bersani, che poi si è detto « non pentito » di non aver partecipato al No B- Day. Certo, ha ammesso, "è la prima volta che attraverso una rete si suscita un movimento del genere". E lasciando tutti nel dubbio si è chiesto : "Di fronte ad una cosa del genere, cosa deve fare un partito ? Mettersi in coda? Mandare una delegazione come nella Cecoslovacchia degli anni ’50?". Mah ! Il solito sor Pampurio ?
Claudio Fava del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà ha sottolineato le feroci espressioni di Di Pietro : "Berlusconi non ne abbia a male ma qui oggi ci sono italiani che vogliono restituire decoro alla nostra democrazia ". "Questa piazza è una risorsa fondamentale per rimettere in campo una alternativa al berlusconismo", gli ha fatto eco con accenti insieme prudenti e visionari Nichi Vendola.
Non è una consolazione, ma è comprensibile che una maggioranza di persone non scesa in piazza, una maggioranza silenziosa, possa pensare: " Meno male che l’Italia non sia in mano a questi lugubri e pericolosi fresconi".
Sui siti iraniani in farsi, tra i numerosi commenti degli ammiratori scossi da tanta lungimiranza e bontà, qualcuno ha scritto che tra le pieghe del nero chador spuntava un bel nasone. Un po’ congestionato per la prima esposizione al pubblico, ma aureolato di molta spiritualità.
P.S.
LA VIRILITA’ NELL’ISLAM
“ Beati coloro che custodiscono i propri genitali, eccetto che con le loro spose e con le schiave che possiedono – e in questo non sono biasimevoli, mentre coloro che desiderano altro sono i trasgressori ” ( Corano, LXX, 29-31).
« Sono certamente miscredenti quelli che dicono: “In verità Allah e il terzo di tre”. Mentre non c’’è dio all’infuori del Dio Unico! » (Sura 5:73). Nel cristianesimo il Dio Unico si dà come un mistero intradivino di completa unione tra volontà, azione e amore : Dio Padre non è « il terzo di tre », ma il Dio Uno che ama e salva le creature, fatte a sua immagine, tramite Dio Figlio-Verbo-Immagine attraverso Dio Spirito Santo. Di Allah, invece, si conosce solo la Volontà trasmessa nel Corano a Maometto.
Secondo l’affermazione coranica, il Dio ( Allah) è un padrone onnipotente ( AL-MUQTADIR), non limitato da qualsivoglia ragione e assolutamente separato dall’umano per via dell’abisso delle qualità. Al massimo, l’altro mondo si degna di venire in questo sotto forma di Sacro Libro, che quaggiù appare scritto una volta per tutte ( mektoub) in “perfetta lingua araba”, mentre l’Archetipo o “Madre del Libro” ( um al kitab) è custodito in cielo su tavolette di smeraldo.
“Grande potenziale rivoluzionario” ? A un islam rivoluzionario e idealizzato rende omaggio anche lo scrittore di Catania Pietrangiolo Buttafuoco, che in un libro denso di maiuscole, Cabaret Voltaire. L’ Islam, il Sacro, l’ Occidente, si dice convinto che « per le future generazioni dell’Occidente – una volta asciugatosi l’olio dei Lumi – soltanto l’Islam potrà diventare ciò che il mondo ellenico fu per la gioventù tedesca dell’età romantica”. Per poi passare dalle maiuscole ai muscoli e, facendo appello all’antica Tradizione dei masculi di Saracenia, chiedere con galanteria quasi talebana: “Se voi foste musulmani e sentiste che in occidente il matrimonio gay e l’eutanasia sono pratiche comuni, viceversa l’aborto è ritenuto un diritto, non mettereste mano alle scimitarre ? “.
Chissà perché la classe letterata europea – ieri innamorata di Stalin, di Pol Pot, delle “bandiere di Troskij al vento” e del sigaro di Che Guevara, oggi affascinata dall’islam delle scimitarre – s’ innamora sempre dell’uomo sbagliato, specialmente se promette “grandi cose”.
“Una cosa che amo molto nell’Islam – scrive per esempio Pietro Citati – è la vastità del suo mondo, assai più esteso di quello ebraico e di quello cristiano. Il Corano parla di due creazioni, quella di Adamo nell’Eden e quella di un mondo stellare dove non esiste colpa, non esiste sesso, non esiste storia, esiste solo una beatitudine infinita. Per ebrei e cristiani il peccato e l’uscita dall’Eden significano l’ingresso nella storia. Il mondo astrale islamico non ha, invece, contatti con quello umano, anche se la tradizione vuole che Maometto vi sia asceso, in sella al suo meraviglioso cavallo, per portarvi la notizia dell’Islam”.
Naturalmente le turbe dell’identità maschile non sono una prerogativa del mondo musulmano. .. La generale demoralizzazione del pene in Occidente in contrasto con il perdurare del predominio sessista in Medio-oriente e altrove, complica – tramite fenomeni di mimetismo o attraverso la reazione che essa solleva – la crisi che oggi attraversa il mondo arabo-musulmano e le sue tradizioni. Diventa sempre più raro quel coraggio davvero virile che consiste nell’essere teneri ( senza per questo lasciarsi violentare – sia pure simbolicamente, in quanto Europei aperti e disponibili – dai virtuosi portatori di sciabole e di sacri minareti.
Occorre, mi pare, tener conto delle imbricazioni delle culture e delle economie al seguito della mondalizzazione. Tuttavia è nell’area islamica che oggi si osserva, in maniera più massiccia, l’adesione cieca di queste società a un ordine androcentrico e alla perpetuazione di una cultura sessista. Lungo le linee di separazione radicale degli uomini e delle donne, la crisi si annoda con tratti specifici e maggiore violenza che altrove.
(منارة, o anche مئذنة al-manāra, ;torre lucente”, “faro”)
* FARO E BAIONETTA . Lo disse il vecchio fondamentalista Recep Tayyip Erdogan, oggi primo ministro turco, quando era sindaco di Istanbul, proclamando con le parole del poeta turco Gökalp: “La democrazia è soltanto il treno sul quale saliamo fino a quando saremo arrivati all’obiettivo. Le moschee sono le nostre caserme, i minareti le nostre baionette, le cupole i nostri elmi e i credenti i nostri soldati”.
Queste parole esprimono chiaramente la concezione tracotante e militaresca di un islam in piena decomposizione e ricomposizione in un neo-islam globale che non distingue fra religione e stato. E’ comprensibile che alla vista di un minareto-baionetta la gente, non solo in Turchia, provi qualche timore. Insomma, non occorre essere svizzeri per prendere sul serio l’avanzata dell’oscurantismo islamista e cercare di pararsi il culo.
A tale proposito risuonano attuali le osservazioni di Freud scritte nel 1929, durante l’ ascesa sfolgorante e quindi non vista del regime nazista: “Che immane ostacolo alla civiltà dev’essere la tendenza aggressiva, se la difesa contro di essa può rendere tanto infelici quanto la sua stessa esistenza!”. Quella di Freud è un’osservazione in nota a “Il disagio nella civiltà”, a proposito del precetto “ama il prossimo come te stesso”. Dopo aver riconosciuto la funzione civilizzatrice di tale precetto, osserva : “ Eppure, chi nella presente civiltà s’attiene a tale precetto si mette solo in svantaggio rispetto a chi non se ne cura. Che immane ostacolo alla civiltà dev’essere la tendenza aggressiva, se la difesa contro di essa può rendere tanto infelici quanto la sua stessa esistenza!”.