Biografia

Gianni De Martino è nato ad Angri (Salerno) nel 1947.

Definito da Fernanda Pivano “nato apposta per scrivere”, da Giuseppe Pontiggia “tra i pochi narratori veri” e da Corrado Augias “ giocoliere della lingua, della parola”, Gianni De Martino è un autore con una lunga pratica di scrittura e di opere pubblicate ( per, tra l’altro, Mondadori, Feltrinelli, Einaudi, Bompiani, Mimesis, Agenzia X, Nuova carne edizioni, AnimaMundi…).

Nel 1967 è vissuto a Milano tra i fondatori della mitica rivista “Mondo Beat“, di cui è stato caporedattore con lo pseudonimo di OM e di Gianni Ohm (numeri 4 e  5).  Dopo aver viaggiato per alcuni anni tra il Marocco e l’ India, ora vive e lavora a Milano come giornalista, consulente editoriale e saggista. Direttore di “Mandala. Quaderni d’oriente e d’occidente” e collaboratore delle riviste “Pianeta fresco“, “Alfabeta“, “L’erba voglio“, “Il piccolo Hans”, “Panta”, “Altrove“, “Paramita“, “Il Mattino” ed altri quotidiani e riviste, ha curato, tra l’altro, il Saggio sulla transe di Georges Lapassade ( Feltrinelli, 1980; Apogeo, 1997; Mimesis-Editoriale Jouvence, Milano 2020); La cultura dell’harem di Malek Chebel ( Bollati Boringhieri, 2000); L’interprete delle passioni di Ibn ‘Arabi ( in collaborazione con Roberto Rossi Testi, Apogeo, 2008). E’ autore di numerosi libri. I più recenti sono: I Capelloni (Castelvecchi, 1997); Odori (Apogeo, 1998, 2006; AnimaMundi 2023);  Hotel Oasis(Mondadori 1988; Zoe 2001), paragonato da Moravia all’Immoraliste di Gide, in meglio; Arabi e noi (in collaborazione con Vincenzo Patanè, DeriveApprodi, 2002); Viaggi e profumi (in collaborazione con Luigi Cristiano, Apogeo, 2007; AnimaMundi, 2022); Capelloni & Ninfette ( Costa & Nolan, 2008); “La taverna delle piccole streghe” in AA.VV. ‘I Figli dello stupore. Antologia di poesia underground italiana‘, a cura di Alessandro Manca, Sirio Film, Trento 2018; Voglio vedere Dio in faccia. FramMenti dalla prima controcultura, a cura di Tobia D’Onofrio, Agenzia X, Milano, 2019; Addio a Mogador, Booksprint 2020; La città dei jinn”, la nuova carne edizioni 2023.

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Ho conosciuto Gianni alcuni anni fa quando venne a Bologna ad aiutarmi a presentare il mio romanzo “Il bardo psichedelico di Neal” che era da poco uscito.

Gianni De Martino è un esperto del mondo beat e hippy, movimenti che ha vissuto e contribuito a diffondere in libri, articoli, convegni. “Voglio vedere dio in faccia” è un compendio di molte cose scritte da De Martino negli ultimi trent’anni. Gli argomenti spaziano dal beat italiano, ai viaggi “acidi”, dal buddismo all’Islam, fino alla rivoluzione tecnologica in ambito digitale.

Il titolo del volume mi intriga molto perché è una frase di Kerouac, scrittore che amo molto. Ossessione quella di voler vedere il volto di dio, che ossessionò Kerouac per tutta la sua vita.

Del resto la religione e la spiritualità in genere hanno affascinato De Martino dopo la fine dell’esperienza italiana. Molti allora in fuga dall’immobilismo della società italiana, prendono la strada dell’estremo oriente, De Martino quella del Marocco. In proposito nel libro vengono riportati suoi articoli apparsi su questo bisogno di spiritualità dei giovani degli anni ’60. Bisogno non disgiunto dall’uso di droghe, argomento che viene affrontato in un’intervista fatta da De Martino ad Albert Hofmann, lo scopritore dell’LSD. Nell’intervista Hofmann afferma la relazione inscindibile tra materia e spirito e la funzione rivelatrice che può avere l’assunzione dell’acido lisergico in persone che hanno comunque una stabilità emotiva matura. Altrimenti l’assunzione della sostanza può essere molto pericolosa. In un altro articolo intitolato non a caso Radioso acido, De Martino con un linguaggio poetico, letterario parla di un’esperienza con l’LSD. Esperienza in cui gli oggetti sono soffusi d luce e appaiono come visti per la prima volta. Da questo tema si passa in vari articoli a parlare di buddismo, altro modo afferma De Martino per espandere la coscienza senza l’uso di sostanze.

Altri testi si ricollegano a quel bisogno di spiritualità che è la cifra delle esperienze di vita di De Martino negli ultimi decenni. Ad esempio quelli legati al tema dei riti collettivi di possessione. Riguardano il Marocco, dove De Martino ha soggiornato a lungo e anche il Salento. Dove il tarantismo negli ultimi anni si è fatto conoscere nella sua veste laica legata alla musica e alla danza.
In altri testi di questa variegata antologia si affronta il tema dell’omosessualità così come l’hanno intesa e interpretata gli scrittori beat e minimalisti americani o anche Foucault.

Conclusioni

Questa antologia di scritti è una delle più esaurienti fonti di quello che si intendeva dagli anni ’60 ai ’90 per cultura e informazione. Era quella che veniva prodotta e scritta da giovani curiosi andando dove le cose accadevano. Non erano mandati in Africa o Asia da una qualche radio o televisione, da un qualche giornale. Chi voleva conoscere qualcosa che accadeva in un posto lontano da dove era lui raggranellava un pò di soldi e ci andava. Ci andavano di propria iniziativa. Conoscere, capire, evolversi non erano attitudini di un mestiere, erano esigenze, bisogni personali. Poi si tornava e si proponevano le cose che si erano scritte alle riviste. Era un mestiere quello del viaggiatore-scrittore, ma non lo si sceglieva per i soldi, ma per il bisogno di una conoscenza diretta e profonda delle cose in sè. De Martino era ed è interessato alla spiritualità, ai riti, a quello che di misterioso sta dietro l’atto dello scrivere. Di tutte queste cose si parla in questa antologia. E’ un materiale prezioso per chi voglia sapere chi erano quei giovani che se ne andavano per il mondo con l’unico scopo di capirlo e in tal modo capire se stessi.- Dianella Bardelli su https://lascrittura.altervista.org/voglio-vedere-dio-in-faccia-di-gianni-de-martino/

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I suoi libri, dei quali alcuni tradotti in francese, tedesco, inglese e turco, sono stati elogiati da personalità della cultura e dell’arte come Fernanda Pivano, Alberto Moravia, Giuseppe Pontiggia, Franco Brevini, Pier Vittorio Tondelli, Antonio Spadaro SJ, Mario Spinella, Gina Lagorio, Elvio Fachinelli, Giuliano Gramigna, Umberto Eco, Carmen Covito, Ida Magli, Lucia Guidorizzi, Gabriella Ziani, Massimo Raffaeli, Generoso Picone, Fulvio Panzeri, Vanni Santoni, Enrico Bianda, Gian Antonio Stella, Corrado Augias, Nicola Vacca e altri.

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Errori di gioventù (1963-1966)

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Filmografia (parziale) dal 1967:

1967 » doc della televisione svizzera del Canton Ticino andato in onda il 22 giugno 1967 nella trasmissione «Realtà 67».  Gianni nella redazione di “Mondo beat”.gianni redazione mondo beat 1967fbclid=IwAR0kP_xUR4dHpvE_EdyQfP4SkK3RmjawLlpeqj6GEdFwDOelZI8DNKjo57o
https://www.rsi.ch/play/tv/-/video/la-protesta-del-mondo-beat?urn=urn:rsi:video:2299423

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In Marocco (1967-1975)fumata

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1971»film “La Poudre d’escampette“, realizzato da Philippe de Broca: partecipazione, a Essaouira, Maroc.

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locandina

2010 doc “La Voce Stratos“: partecipazione

https://www.cinemaitaliano.info/lavocestratos

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2008» film “Satan Discovery – Indagini e misteri “: partecipazione
http://www.sicilyproductionfilm.com/film_prodotti_satan_discovery/index.php

Per le scene riguardanti la ricostruzione di alcuni rituali nel film”Satan Discovery – Indagini e misteri ” , la produzione si è avvalsa della consulenza dello scrittore Gianni De Martino, autore di numerosi studi sugli stati modificati di coscienza e di una traduzione in italiano del libro di Georges Lapassade “Saggio sulla transe” Feltrinelli 1980; poi “Dallo sciamano al raver. Saggio sulla transe”” (Apogeo-Urra, 2008; Jouvence-Mimesia 2020 ), considerato un punto di riferimento in antropologia culturale.

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2012» doc “I figli dello stupore. La beat generation italiana: partecipazione
https://www.siriofilm.com/ifds/

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2006. Storia proibita del ’68 – “Noi non siamo come voi. Il sessantotto e la rivoluzione sessuale“, documentario di Daniele Ongaro, History Fox Channels. Partecipazione.

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prima che la vita film pesoli

2015. «Prima che la vita cambi noi» (2015), film di Felice Pesoli che racconta le memorie milanesi della seconda metà degli anni ’60 e ’70 dei movimenti giovanili beat, hippie e freak. Rare immagini di Vittorio di Russo, detto “di Fuso”. Partecipazione.

https://www.cinemaitaliano.info/primachelavitacambinoi